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Autore: Dolcealcianuro    29/04/2014    1 recensioni
Caleb è un principe irrequieto, Aron la sua taciturna guardia del corpo. I due dovranno attraversare una foresta per superare una sacra Prova, ma con i caratteri che si ritrovano sarà difficile collaborare...
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina successiva fu luminosa e calda, non potevano sperare in meglio. Viaggiarono anche più del solito. Il Santuario si faceva sempre più vicino. Ma fu il percorso, a farsi più accidentato e in salita.
“Vuol dire che ci stiamo avvicinando Altezza. Non rimangono che due, al massimo tre giorni... ”
“Non ho certo bisogno che tu me lo ricordi, sai? Non vedo l’ora di raggiungere quel luogo, così da farla finita con questa storia, una volta per tutte. Non ne posso più di camminare tutto il giorno e dormire male la notte”
Aron non replicò, per una volta d’accordo. La prova d’iniziazione in sé non era particolarmente difficile. Ogni membro della famiglia reale, da una buona decina di generazioni, lo sapeva bene. Onorare la Dea, portando una pietra preziosa in un tempio sacro posto in una foresta del tutto priva di pericoli non era complesso o azzardato, ma solo incredibilmente noioso, poiché si doveva fare da soli. Per lo meno, Caleb non era da solo, per lui era stata fatta una eccezione e gli era stato affiancato Aron, vista la sua debolezza fisica. Ma entrambi non si facevano una grossa compagnia. Lo si capiva subito. Il Re aveva fatto un errore, ad affidare il suo figlio minore alla protezione di Aron, unicamente per la loro vicinanza d’età, senza chiedere il loro parere. Ma ormai, quel che fatto era fatto.
Una grossa serpe emerse da un cespuglio e attraversò il loro passaggio. Era di un verde brillante e si muoveva lenta.
Il guardiano la osservò con attenzione. “La riconosco. La chiamano la serpe di giada. Il veleno non è mortale, ma può causare convulsioni. Basta non avvicinarsi e…”
“Uccidila.” Ordinò il ragazzo.  Non ne sembrava spaventato, si limitava a fissarla.
“ Ma… per quale motivo?”
“Tu, uccidila.” Disse, e stavolta spostò i penetranti occhi blu verso di lui, in un tono che non ammetteva repliche.
Aron annuì controvoglia. Non era la prima volta che il ragazzo gli ordinava cose simili. Estrasse la spada e in una mossa fulminea la decapitò. Sangue scuro spruzzò dal tronco del rettile, mentre la testa aprì le fauci per l’ultima volta. Caleb attese che finisse di muoversi, poi prese in mano un grosso spillone che teneva nello zaino e con esso infilzò la testa. Infine gettò il tutto in un contenitore scuro che chiuse ermeticamente. Sorrise, soddisfatto. “Ora ripartiamo” ordinò.

Quel giorno i due giovani riuscirono a fare un bel tratto di strada. Tanto che al tramonto non si erano praticamente mai fermati.  E fu il guardiano, a decidere di dover sostare, per quella notte, dato che dovevano per lo meno mangiare e il luogo, posto accanto a dei costoni rocciosi, era parecchio appartato. Caleb parve indifferente alla decisione di fermarsi. Il guardiano montò nuovamente le tende e preparò qualcosa da mangiare, ora più tranquillo. Talmente tranquillo che per qualche minuto non prestò attenzione al principe e, una volta terminato il suo lavoro, non lo trovò.
Lo cercò nervosamente attorno ma invano. Si spaventò non poco, e la sua mente fece rapide congetture esagerate. Che ci fosse davvero qualcuno, nella foresta, che lo avesse rapito? Dunque la notte prima non si era sbagliato! Non era un’ipotesi caduta dal nulla, dopotutto uno dei motivi per cui Caleb necessitava protezione era perché la famiglia reale era stata recentemente presa di mira da gruppi di dissidenti politici che avevano attentato alla vita dei reali. Anche se Caleb non era poi così importante in termini di successione, ma forse si stava sbagliando, e…
“Sono qui, idiota!” esclamò la voce del ragazzo alle sue spalle.
Il principe era quasi alla sommità di un enorme masso, un bestione di circa quattro metri. Come fosse riuscito ad arrampicarsi così in alto, Aron non sapeva spiegarselo. Si innervosì. E dire che fino ad ora si era lamentato di quanto in quel viaggio si prospettasse privo di avvenimenti!
Invece si precipitò alla roccia e provò ad arrampicarsi, ma con l’armatura e gli equipaggiamenti gli risultava difficile. E, anche se avesse raggiunto il principe, si chiese come sarebbe riuscito a farlo scendere da lì?
“Venga giù, altezza!” esclamò il giovane, preoccupato.
“ E perché mai? C’è una bella vista, qua sopra!” disse il nobile. Poggiò lo zaino sulla roccia e si tolse il mantello.
“Potrebbe cadere e farsi male!”
“ Non sono così decerebrato come te, sai?” disse il ragazzo, quasi indispettito “E inoltre non mi va di scendere proprio adesso. La roccia è calda e liscia, sarà bello passarci la notte. Ho anche raccolto un particolare tipo di muschio che è difficile trovare normalmente”.
“Ma... in questo modo sarà molto esposto, e...”
“Tanto non mi pare ci siano pericoli qui attorno, a parte qualche scoiattolo”
Aron a dire il vero era d’accordo. Ma quel che gli avevano insegnato all’addestramento era che non si poteva mai sapere dei pericoli da affrontare. Bisognava sempre stare in allerta. In caso di pericolo, non avrebbe potuto difenderlo.  Inoltre, in una posizione simile, Caleb poteva rischiare di cadere dalla roccia durante il sonno.
“Passami la mia coperta. Ho scordato di prenderla.”
“Non le consiglio di …”
“Obbedisci”
Il giovane uomo soffocò un altro sospiro e prese la coltre dai loro bagagli, e gliela passò.
Poi si pose in una zona in cui poteva osservarlo bene, si avvolse anche lui in una coperta, e aspettò che venisse il giorno.

  
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