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Autore: Ciuffettina    30/04/2014    4 recensioni
Si sa che fare i bagagli può essere uno stress...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte del Vangelo'
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Gabriel comparve di primo mattino nella casa in Egitto in cui ora abitava la Sacra Famiglia. Erano passati già tre anni da quando li aveva fatti scappare dai soldati di Erode.
Maria si era già alzata e stava impastando il pane, il piccolo Gesù era fuori a giocare con della creta, mentre Giuseppe stava ancora dormendo. In un letto singolo.
A quanto pareva l’umano continuava a essere uno “sconosciuto” per la sua sposa, forse avrebbe potuto presentarli lui, pensò l’arcangelo con un sorriso malizioso, poi si rimproverò mentalmente: “Gabriel, non sei qui per fare il consulente matrimoniale!” Si avvicinò in punta di piedi a Giuseppe, si chinò sopra il suo orecchio ed esclamò: «Sveglia!» Adorava svegliare gli umani in quella maniera!
Giuseppe balzò a sedere spaventato: «Ma che…? Non dirmi che Maria aspetta un altro figlio?»
«Questo dipende da te, comunque no, sono qui per annunciarti che sono morti quelli che insidiavano la vita del bambino, pertanto potete tornare a Nazareth. Contento?»
«Veramente vorrei trasferirmi a Gerusalemme» obbiettò Giuseppe, stiracchiandosi.
«Che cosa? No, no, no!» esclamò Gabriel, agitando con enfasi l’indice della mano destra «Non vorrai vanificare una profezia per una mera questione sinagoghistica, vero?»
«Posso farti una domanda?» chiese Giuseppe.
«Tu falla, vedrò se posso risponderti.»
«Con tutte le ore che ci sono, perché mi porti sempre gli annunci mentre dormo?»
«Mi dispiace» rispose Gabriel, stringendosi nelle ali «ma questa è una di quelle domande che riguardano i grandi misteri della vita, pertanto non posso risponderti.» “Certo che potrei portarteli quando sei sveglio, ma non sarebbe altrettanto divertente.” Detto ciò, sparì.
Giuseppe andò a chiamare la sua sposa: «Maria, mi è appena apparso il solito angelo del Signore, possiamo tornare a casa!» e cominciarono a radunare le loro cose.
«Giuseppe, hai visto dove son finiti i miei calzari preferiti?... Gesù, per favore, smettila di giocare e aiutaci a fare i bagagli!... Giuseppe, hai imballato bene quella bella pentola di terracotta?... Non vorrei che si rompesse… No, Gesù, non puoi portare tutti gli animaletti che hai creato! Mi spieghi dove li metteremmo?...»
Se Giuseppe fosse stato più esperto di questioni angeliche, si sarebbe subito reso conto che non aveva sentito il frullio di ali che annunciava la partenza dell’arcangelo, in effetti, Gabriel si era limitato a rendersi invisibile e ora se ne stava seduto sul bordo del letto con in mano un sacchetto di stoffa contenente datteri ripieni. “Non sono più un arcangelo se non conosco le donne e il loro particolare modo per fare i bagagli.” Certo, dopo il messaggio avrebbe dovuto andarsene ma perché perdersi quel divertimento?

*****

Racconto ispirato al capitolo 2 del “Vangelo di san Matteo”
   
 
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