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Autore: Rossy_chris    30/04/2014    4 recensioni
Ciao!Questa è la mia prima fanfiction in assoluto quindi aspetto volentieri tutti i vostri consigli! XD Adoro Arrow soprattutto la coppia Oliver/felicity e non sto più nella pelle di scoprire cosa accadrà nelle prossime puntate,perciò ho pensato un po' di scrivere qualcosina, ma soprattutto di concentrarmi su qualche momento super dolce Olicity *-* spero vi piaccia.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non feci neanche in tempo a mettere piede sull’ultimo scalino, che lo trovai lì, seduto sul pavimento, con la schiena ricurva e la testa bassa. Mi fermai,colpita dalla scena. Oliver aveva le braccia parallele al corpo, le labbra serrate e il torace non sembrava nemmeno sussultare ogni volta che inspirava. Il silenzio che lo avvolgeva era così assordante che sentii una morsa al petto tanto forte da farmi appannare gli occhi. Li chiusi  e respirai profondamente, contando fino a tre. Quando li riaprii non era cambiato niente, ma almeno il mio cuore batteva regolarmente,almeno così mi sembrava,e riuscivo di nuovo a muovere la gambe.
Scesi, facendo attenzione a non essere troppo rumorosa. Naturalmente, non ci riuscii.  Oliver alzò lo sguardo,per quello che mi sembrò un secondo soltanto, per poi tornare a fissare il vuoto. Mi bloccai nuovamente.
Deve essere così che si sentono i monaci quando sono davanti all’altare,pensai. Mi bastava guardalo per sentirmi beata, per sentire la mia anima danzare. Rabbrividii e cercai di scacciare quei pensieri.
  - Oliver – chiamai.
Lui non si mosse.
- Oliver ,guardami –
Mi avvicinai a lui e mi abbassai . Lui si girò piano.
Aveva gli occhi pieni di lacrime. Il volto stanco, di un uomo arreso. Mi fissava, ma il suo sguardo sembrava perso altrove ,era come se non mi vedesse neanche.
Gli accarezzai un braccio prima delicatamente poi con più forza. La camicia bianca gli avvolgeva in modo morbido i muscoli che la mia mano tastava nel modo più discreto possibile, anche se avrei voluto aggrappar mici con tutta me stessa e non lasciarli mai.
- Felicity –
Il mio cuore sussultò. L’aveva solo bisbigliato il mio nome, a stento le labbra si erano unite per far uscire le lettere,i suoni, ma nella mia testa risuonò come un tuono. Aveva bisogno di me, il mio nome non era un sussurro era un grido di disperazione. Gli cercai la mano e gliela strinsi. Lui ricambiò. Intrecciò le sue dita con le mie e alzò lo sguardo. Sta volta mi vedeva, lo capivo dal mio riflesso nelle sue pupille. Mi fissava con aria solenne, come se si trovasse di fronte a una regina. Alzò l’altro braccio e mi avvolse le spalle. Sentii che mi spingeva verso di lui e avrei voluto facilitargli il compito e abbracciarlo a mia volta, ma il corpo non voleva sapere di rispondere ai miei comandi. Pensai che è così deve sentirsi il mouse quando non mostra la freccia sullo schermo. 
- Vorrei essere morto sull’isola. –
Mi paralizzai. Il mio cervello mi diede credo una ventina di impulsi diversi, ma io non ne ascoltai neanche uno. In situazioni del genere,c’è un solo muscolo da ascoltare: il cuore.
Mi alzai, di scatto.
- Oh certo! –
Le parole mi uscirono automatiche
- Certo Oliver non dovresti neanche essere qui! Così le vite di centinaia di persone sarebbero finite nel modo più crudele possibile!così nessun criminale avrebbe mai pensato alla redenzione o ad una seconda possibilità, così la città vivrebbe nella normale lotta tra poliziotti corrotti e criminalità organizzata; Così nessuno avrebbe un briciolo di speranza nella giustizia! -
 Il silenzio che mi circondava faceva sembra la mia voce squillante. O forse lo era sul serio?
Presi una pausa e tornai a parlare. Oliver non si era mosso di un centimetro.
- Così io non saprei cosa vuol dire impegnarsi per avere un mondo migliore. Non saprei di cosa sono capace. E soprattutto, dovrei accontentarmi di sognare di essere rapita da un eroe verde col cappuccio ogni sera. Invece grazie al cielo è tutto vero. Nel senso c’è davvero un eroe verde col cappuccio, non ho mai sognato di essere rapita da te, è chiaro.-
Sorrisi e chiusi gli occhi perché sapevo di aver mentito. L’avevo sognato eccome di essere rapita da Arrow, una sera, dopo aver visto Spiderman. Camminavo in un vicolo di Starling City e lui spuntava dal nulla, si calava su di me e mi baciava, proprio come succede a Maryjane. Mi ripromisi di non noleggiare mai più spiderman, dopo quella notte.
Quando riaprii gli occhi, Oliver era appoggiato con la schiena dritta al palo dietro di lui. Aveva gli occhi fissi su di me, come se stesse assistendo ad uno spettacolo. Mi sorrise appena, con quel sorriso che avrebbe incantato chiunque, probabilmente anche lo stesso Slade.
Aprì le braccia e mi fece cenno di entravi.
Non me lo feci ripetere due volte. Mi avvicinai veloce e naturalmente inciampai nei miei stessi piedi. Gli caddi addosso, ma lui non si mosse, anzi, spinse il mio corpo verso il suo. Per rimanere in equilibrio, mi feci leva sulle ginocchia e mi ritrovai a cavalcioni su di lui.
Capii per la prima volta una frase di Shakespeare “Insegnami a scordarmi di pensare”
Oliver era il miglior insegnante che avessi mai avuto.
Abbassai la testa e mi ritrovai la sua a pochi centimetri. Sentiva probabilmente il mio respiro sul collo visto che lui sembrava una statua. Dio quanto era bello. Così serio,ma con lo sguardo giocoso, pieno di gratitudine. Se quella era la ricompensa per poche parole di conforto, pensai che gli avrei scritto un’ode quello stesso pomeriggio.
- Oliver!  –
La voce di Diggle fu come la campanella della scuola. Feci per alzarmi, mentre faticavo a metabolizzare la situazione, ma Oliver mi tenne a sé. Appoggiò delicatamente le sue mani alla mia schiena e mi spinse a restare com’ero.
Non riuscii a vedere la faccia di Diggle, ma visto il lungo silenzio dopo il suo arrivo capii che doveva essere davvero comica.
- Laurel ti sta cercando –
Dannazione! Quel nome, in quella frase! Abbassai lo sguardo per evitare quello di Oliver. Mi sentii così stupida ad essermi lasciata trasportare , ad aver solo pensato che lui avesse bisogno di me.
Poi improvvisamente, sentii una spinta che mi sollevava. Oliver si stava alzando e aveva avuto la brillante idea di lasciarmi aggrappata a lui. Sussultai per lo spavento e mi avvinghiai con le gambe alla sua schiena. Avrei dovuto confessarglielo, prima o poi, che soffrivo di vertigini.
Lui mi rimise giù, delicatamente. Nel farlo avvertii la sua mano sfiorarmi la schiena e poi il sedere. Arrossii , diventando rossa come un pomodoro.  Altro che farfalle nello stomaco!
Oliver si rivolse a Diggle con un semplice cenno. Fece per andarsene, ma poi tornò indietro di un passo.
Si girò lentamente verso di me e mi strinse forte la mano
- Grazie –
Sorrisi senza rispondere. Mi buttai a capofitto nei suoi dolci occhi e dovetti lottare per trattenere la voglia di confessargli che amavo quando mi ringraziava guardandomi in quel modo.
Lui sorrise a sua volta, facendomi sentire ancora più su di giri e poi sparì, salendo le scale.
Sospirai e andai a sedermi al mio posto, mentre ogni singolo centimetro del mio corpo bramava il tocco di Oliver Queen.
 
Intanto…
Laurel camminava spazientita fuori il Verdant. Appena lo vide corse da lui
- Oliver. –
- Ehi    –
Lo fissò solo per un attimo. Sembrava molto stanco.
- Deve venire con me. Devo mostrarti una cosa –
- Di che si tratta?-
Laurel lo fissò spaventata  - Ricordi i miei sospetti su Sebastian Blood?-
Oliver annuì
- Sebastian raccoglieva quel sangue per radunare un esercito. Devi credermi Ollie, ho fatto fare delle ricerche sul suo cont..
Oliver la fermò, mettendole le mani sulle spalle.
- Vieni con me. Devo presentarti un amico –
Le fece strada nel Verdant ,sapendo di dover aggiungere un altro nome alla lista di persone che erano a conoscenza del suo segreto.
 
  
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