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Autore: Wilwarind86    30/04/2014    1 recensioni
Non saprei definire il sentimento che provai in quel momento decisivo. Il mio viso non accennava a rilassarsi, le mie labbra erano leggermente dischiuse, in quella che doveva essere una smorfia di disgusto o meglio, di stupore. I miei occhi erano fissi su un punto preciso, in quel punto esatto dove la Novena Espada mi scrutava sorridendo.
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Terza classificata al contest Bleach contest a video indetto da Tecla_ sul forum di Efp.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aaroniero Arurruerie, Kuchiki Rukia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Yelle Minya –Wilwarind86 su Efp

Fandom: Bleach

Titolo: Heart – Everything divide us -

Pacchetto scelto: Luna

Pairing: RukiaxKaien

Video: 
www.youtube.com/watch?v=F-30bAki124



 
 
 
 
 

Heart.
-Everything divide us.-

 
 
“…Perdonatemi…
Pare che sia giunto il mio momento.
Quella notte, io vi ho ucciso per salvare me stessa.”


- Non morire.
Non morire da sola.
Tu non devi assolutamente morire da sola, Kuchiki. -

 
 
 
 
 
 
Cercai di rialzarmi il più velocemente possibile, il sangue ormai non accennava ad arrestarsi, usciva ed usciva da più punti del mio corpo; la guancia  destra aveva subito un taglio molto profondo, la ferita continuava a bruciare imperterrita, mentre stringevo i miei pugni affinché l’avversario non si accorgesse di quanto stessi soffrendo. Ero una sciocca a dover pensare a tutto questo, ormai era chiaro come il sole che io non ne sarei uscita indenne da quel combattimento, Lui era sempre stato più forte di me, in tutto. Abbassai lo sguardo per un momento sulla mia spada, ormai del tutto distrutta, ma che, nonostante tutto, rimaneva del suo colore naturale.
Bianco pallido.
Il bianco, il colore opposto al mio destino nero.
Quella piccola disattenzione mi costò caro, non feci nemmeno in tempo a rialzare lo sguardo, che Lui, con una velocità ed un agilità impressionante, era apparso magicamente davanti a me e con un sol colpo riuscì a trafiggermi da parte a parte, grazie al suo tridente. Sgranai gli occhi, senza ancora capire cosa stesse realmente succedendo, realizzai poco dopo, quando vidi la mia zampakuto spezzata a metà come se nulla fosse.
Fu in quel momento che capii che non c’era più nulla da fare, Lui, il Nobile Kaien, aveva alzato la spada contro una sua vecchia compagna.  Chiusi per un momento gli occhi, per poi riaprirli subito dopo ed intravedere una strana luce…
Una strana Luce di mia conoscenza.


 
 
 
 
<< Sono la Novena Espada, Aaroniero Arruruerite. >>



Non saprei definire il sentimento che provai in quel momento decisivo. Il mio viso non accennava a rilassarsi, le mie labbra erano leggermente dischiuse, in quella che doveva essere una smorfia di disgusto o meglio, di stupore. I miei occhi erano fissi su un punto preciso, in quel punto esatto dove la Novena Espada mi scrutava sorridendo.
Cominciai a sudare freddo, le mani tutto d’un tratto erano diventare fredde, lo stomaco era quello che mi stava dando maggiormente problemi, era come se provassi un senso di nausea dentro il mio corpo.
Solo la mente era rimasta stranamente lucida, capace ancora di ragionare, anche se in un primo momento pensai seriamente di sognare, perché tra tutto e tutti non mi sarei mai potuta immaginare, mai e poi mai, di incontrare proprio Lui in un posto del genere. I miei occhi si velarono di tristezza, quella tristezza che da tanto non provavo e che pensavo di aver dimenticato, ma invece, il solo fatto di averlo rivisto, riuscì a scuotermi dentro, sino in fondo all’anima.
<< N-nobile Kaien? >>
Solo pronunciar quel nome ed un’insieme di ricordi mi investì come un oceano in tempesta, ma io dovevo assolutamente fermarli e ricacciarli indietro, in quella piccola parte del mio cuore, in cui avevo deciso di sigillarli per sempre.
“Non è possibile.
Non è possibile.
Il Nobile Kaien è morto! Quella notte… quella notte, io con le mie stesse mani…”
Abbassai impercettibilmente lo sguardo sulle mie mani, quelle stesse mani che avevano osato uccidere prepotentemente il Nobile Kaien con un misero colpo di spada.
<< Da quanto tempo, ti trovo bene… - fece una piccola pausa d’effetto, per poi continuare con una semplice e singola parola: - …Kuchiki. >>
Sgranai completamente gli occhi, il mio sguardo si alzò di scatto verso la figura, che aveva rubato egoisticamente il corpo del Nobile Kaien, senza neanche chiederne il permesso.
Lentamente si avvicinò nella mia direzione, il mio sguardo continuava a fissarlo sbalordita, stupita ed anche un po’ emozionata da ciò che stava realmente accadendo, il solo vedere il Nobile Kaien ancora una volta, riuscì a rendermi felice almeno sino all’istante in cui proprio Lui, il luogotenente delle tredicesima compagnia, mi puntò una spada per trafiggermi la testa.
Feci in tempo a scansarmi, con una velocità impressionante, anche se non realizzai subito l’intenzione del mio avversario.
<< Sei migliorata Kuchiki. >>
Ancora quella parola.
Ancora quella dannatissima parola,che non avrei mai voluto sentir pronunciare di nuovo da quelle labbra.
Mi toccai la guancia ed osservai disgustata il mio stesso sangue scorrere sulle mie dita fino a cadere per terra, sporcandolo leggermente di quello stesso rosso, che non avrei mai immaginato potesse fuoriuscire da un colpo di spada del Nobile Kaien, la figura che più ammiravo alla Soul Society.
<< Q-quanto c’è di vero? >>
La mia voce tremava, di certo non per la paura di poter essere uccisa, che avrei potuto benissimo provare in una situazione del genere, ma paura di star sognando.
Quella folle paura, in cui ogni giorno riuscivo ad imbattermi.
Molto spesso mi chiedevo: “Forte è tutto un sogno. Tutto questo non sta accadendo. Non a me. Non al mio cuore.”
Il Nobile Kaien o meglio, la Novena Espada, colui che rubò l’aspetto esteriore del luogotenente della tredicesima compagnia, cominciò a sorridere, continuando a fissarmi con sguardo truce.
<< Non mi dirai che ti sembro un impostore? – alzò leggermente le spalle, senza distogliere lo sguardo su di me –Ti sembra così strano che io voglia ucciderti? >>
Rimasi in ginocchio, sentendo le parole dell’Espada, sentendo quella voce, come avrei potuto dubitare del possessore? Continuai ad ascoltarlo senza batter ciglio.
<< Ti ricordo che tu, Rukia Kuchiki, sei la donna che mi ha ucciso con le sue mani. >>
Come un sussurro quelle parole s’insinuarono nella mia testa, e cominciarono a ripetersi e ripetersi all’infinito.
“…la donna che mi ha ucciso con le sue mani…”
Cominciai a tremare impercettibilmente, il mio sguardo divenne vuoto, la voce dell’Espada stava diventando sempre più distante, quasi scomparve del tutto dalla mia mente. Abbassai lo sguardo sulle mie mani e subito i miei ricordi mi riportano a quando avevo ucciso il Nobile Kaien, finché non mi ricordai le mie mani completamente rosse, bagnate del sangue del Luogotenente.
<< Io sono qui per salvare Orihime Inoue, non posso offrivi la mia vita, Nobile Kaien. >> la mia voce era stranamente ferma e decisa, avevo smesso di tremare, la paura, che poco prima mi assaliva, era quasi del tutto scomparsa.
“Non sono qui per divertirmi, io salverò Inoue, fosse l’ultima cosa che faccio.”
L’Espada continuò a parlare, avvicinandosi sempre di più verso di me e, nonostante la cosa mi preoccupava, non mi tirai di certo indietro, rimasi immobile, i miei occhi scuri che incrociavano i suoi, altrettanto scuri.
<< Allora… portami le teste dei tuoi nuovi compagni. >>
L’Espada poggiò delicatamente la sua mano sulla mia testa.
La mano che fino a poco tempo prima apparteneva al Nobile Kaien.
La mano
grande e calda che riusciva a riscaldarmi il cuore.
La mano dell’unico uomo che ammiravo e che con le mie stesse dita lo uccisi senza esitare.
Quella stessa mano, che io rifiutai in quel momento, allontanandomi dalla sua figura.
<< Ovviamente voi non state scherzando, vero Nobile Kaien? - afferrai decisa la mano dell’Espada, per allontanarla il più possibile da me – Ma certo, chi scherzerebbe su un argomento del genere? >>
Lo sguardo del Luogotenente era confuso, non fece neanche in tempo a chiedere  cosa c’era che non andasse, che subito lo guardai diritta negli occhi, con sguardo serio ed arrabbiato.
<< Non osare offendere la memoria del Nobile Kaien – afferrai la mano dell’Espada e cominciai a stringerla sempre di più – Anzi… non osare mai più pronunciare quel nome! >>





Cercai di scuotere lentamente la testa, per distogliere quei pensieri dalla mia mente. Ora non era proprio il caso di pensare e riflettere su cos’era successo poco tempo prima. Sapevo benissimo che non sarei durata a lungo, e non ci speravo affatto ad una sonora vittoria. Il mio tragitto da Shinigami si era concluso in quel preciso istante, ma in quel momento realizzai di non essermi pentita delle scelte compiute.
Se ero lì a combattere, era tutto merito del Nobile Kaien e dei suoi insegnamenti.



“…Perdonatemi…
Io non ho più la forza per brandire la spada.
Vi saluto.
Arrividerci… Nobile Kaien.”
 
 
 


-Kuchiki.
-Kuchiki.
-Kuchiki.





-Kuchiki!

Non feci nemmeno in tempo a girarmi per vedere chi mi aveva chiamato, che una mano aveva osato darmi un sonoro schiaffo dietro la nuca. Dopo aver urlato un “ Ahi” ad alta voce, scrutai la figura davanti a me e che mi guardava dall’alto in basso.
<< Siete per caso impazzito, Nobile Kaien? – mi rialzai in fretta, portandomi entrambe le mani dietro la testa dolorante – Potevate farmi venire addirittura un crampo! >> sbuffai indignata, senza perdere di vista il Luogotenente, che si girò poco dopo con un espressione vagamente seria:
<< Di certo non è colpa mia se non rispondevi! – continuò ad avanzare verso una destinazione precisa, lasciandomi dietro di qualche passo – Non incantarti in un momento del genere, siamo quasi arrivati. >> conclude infine senza più volgere lo sguardo verso la mia direzione.
Abbassai lievemente lo sguardo verso terra, seguendo passo dopo passo il Nobile Kaien con un sorriso.


 

Questo posto me lo ricordo.
Qui è dove ho ricevuto il primo addestramento
da parte del Nobile Kaien. “


 
 
Fin da subito, appena entrata nel Gotei tredici, cominciai ad allenarmi con il kido, una disciplina in cui me la cavavo, ma i veri problemi erano per la scherma, non sono né abbastanza forte né tanto resistente per combattere o disarmare qualcuno.
Ho sempre pensato se proprio io meritassi di far parte del Gotei tredici, perché io sono sempre stata nella media, non ho mai dimostrato la mia bravura in una certa disciplina.
“Per quale motivo faccio parte del Gotei tredici? “
<< Per quale motivo combattere? >> sussurrai piano, senza neanche accorgermi di aver seriamente pronunciato quelle parole. Il Nobile Kaien puntò lo sguardo su di me, mentre continuava a gustarsi il suo amatissimo onigiri:
<< Kuchiki ma che domande fai? “Combattere” per “ Proteggere”, no? >> risponde senza esitazione, guardandomi diritto negli occhi. Era impressionante di come il Luogotenente potesse essere sincero e deciso, due delle particolarità che di certo non sfuggirono sotto ai miei occhi indagatori.
<< Esattamente proteggere cosa? – affermai, portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio – Non credo di capire. >>
Continai a fissare il Luogotenente, sperando di non risultare troppo invadente nei suoi confronti, finché non si alza in piedi di scatto, voltandosi di spalle.
<< Kuchiki tu lo conosci il mantra del capitano Ukitake?- mi chiede sempre dandomi le spalle, riesco solo a pronunciare un secco “no”,  aspettando che continui a parlare – Ci sono due tipi di battaglie. La battaglia per proteggere la nostra vita, e la battaglia per proteggere il nostro onore. – prende una pausa, cominciando a guardare un punto indefinito – Anche se a mio parere, entrambe sembrano voler proteggere la stessa cosa. >>
<< Proteggere che cosa? >> chiesi incuriosita dal discorso del Luogotenente.
Il Nobile Kaien si gira guardandomi negli occhi sicuro di sé.

<< Il cuore. >>





Riaprii gli occhi di scatto, continuando a respirare faticosamente.
Cominciai a sbattere le palpebre, mentre i ricordi del Nobile Kaien si manifestavano nella mia mente, mi travolsero come un’onda, facendomi ricordare di un dettaglio importantissimo e che io avevo dimenticato col passare del tempo.
Accennai ad un sorriso, puntando la zampakuto spezzata contro il mio avversario. Ignorai le sue parole, non avevo più intenzione di ascoltarlo, perché finalmente mi era venuto in mente qualcosa di estremamente fondamentale.
<< Mi sono… - mi fermai qualche istante, guardando negli occhi l’Espada - …ricordata. >>
Riuscii a sussurrare infine, mentre, con le ultime forze che mi rimanevano in corpo, infilzai senza pietà la testa del mio avversario, lasciandolo di stucco, incapace di proferir alcuna parola.
<< Mi sono ricordata dove si trova il cuore. – l’Espada cominciò a guardarmi sconvolto ed allo stesso tempo stupito – Non c’è dubbio che dentro di te ci sia il corpo spirituale del Nobile Kaien, ma Lui non c’è, perché il suo cuore l’ho preso in custodia io. >>

Il mio corpo cadde pesantemente a terra, senza distogliere lo sguardo dall’Espada disperato, che si stava dissolvendo in mille pezzi, ma non era necessario perdere del tempo prezioso, la mia priorità erano i miei compagni ed Orihime Inoue.
Non avrei dovuto pensare a nient’altro.
Cominciai a strisciare verso la direzione dell’uscita speranzosa, non era ancora finita la battaglia, questo era solo l’inizio di tutto, anche se, durante il tragitto, il sangue improvvisamente riprese a scorrere ed a fuoriuscire dal mio corpo sfinito.
“ Un ultimo sforzo. “

Quello fu il mio ultimo pensiero, prima di cadere pesantemente a terra ed inerme di fronte ai nemici.
Chiusi gli occhi lentamente e sprofondai nelle tenebre, senza poter far più ritorno.




 
- Non morire.
Non morire da sola.
Tu non devi assolutamente morire da sola, Kuchiki. -


<< Per come la penso io, il cuore è qui.- guardai meravigliata il pugno del Nobile Kaien, senza ancora afferrare il concetto, com’era possibile che il cuore si trovasse su una mano? Il cuore non stava dentro il petto? Continuai ad ascoltarlo rapita, sentendo ogni sua singola parola – Quando io e te entriamo in contatto, da questo nasce il cuore. Di certo non è dentro il corpo, ma è quando pensiamo a qualcosa o a qualcuno, che lì nasce il cuore. – fece un’altra piccola pausa, puntando lo sguardo verso il cielo – Però Kuchiki, c’è una cosa che non devi assolutamente fare, cioè morire da sola…>>
Avanzai verso il Luogotenente, aspettando che continuasse a parlare, finché non fu lui stesso a girarsi verso di me con quel suo solito sorriso gentile e premuroso.
<<…Perché il cuore viene dato in custodia ai compagni.>>


Ascoltando quella parole, promisi a me stessa che non le avrei mai dimenticate, così da portare il cuore del Nobile Kaien sempre accanto a me.


 
 
-Everything divide us.-
   
 
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