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Autore: Abominable_Snowoman    30/04/2014    0 recensioni
Tutto si fermò per un istante, si fermò anche lui. Il formicolio che aveva pervaso il suo corpo si affievolì fino a scomparire, le immagini ritornarono nitide, il ronzio di mosche sostituito dalla voce forte e tuonante di Derek.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La mente è qualcosa che non può essere capita fino in fondo, qualcosa di così meraviglioso e misterioso che ha impegnato per millenni i cervelli più sviluppati e ingegnosi di ogni parte del mondo per poi comprendere di non riuscire a spiegarla. 
Ma la mente è ingannatrice, fa illudere, fa sperare, distorce il mondo attorno a noi. E allora che cosa succede quando ti inganna e rimani con niente in mano? Quando qualcuno di non voluto invade la cosa più privata che possiedi e ti lascia nudo come un verme, spaesato e spaventato?  Che cosa ti rimane a quel punto?

Era quello che si chiedeva, ormai da un mese, Stiles che in quel momento era riuscito a scappare dalla "prigione" della sua testa in cui era stato rinchiuso dal nogitsune senza possibilità di uscita, costretto a guardare orripilato il suo corpo venir giostrato da quel burattinaio crudele e sadico. Si guardò intorno, non sapeva dove si trovava, il luogo non gli ricordava  niente; una goccia di sudore freddo gli attraversò il naso e gli ricadde sulle labbra. Provò a muovere le mani. Erano legate, si rese conto, così come i piedi, ad un letto grande e morbido che aveva un odore vagamente familiare, ma i sensi non funzionavano come avrebbero dovuto e, prima di poter capire a chi apparteneva l'odore, il panico lo pervase. 

La sensazione non era per niente nuova, il respiro irregolare, il cuore che batteva troppo forte, gli occhi che saettavano da una parte all'altra cercando qualcosa o qualcunodi rassicurante, il tremore del corpo che cercava di ribellarsi, i rumori ovattati da un ronzio fastidioso come quello delle mosche, la vista sfocata, il senso di vuoto nel cuore.
Poi una voce, una che non sentiva da troppo tempo o perlomeno che il vero sè non sentiva da troppo tempo. "STILES!".

Derek. Che ci fai qui? Vattene prima che questa volta lui ti uccida. Ti prego. Stiles iniziò a dimenarsi, voleva scappare, da quella voce tanto amata e odiata allo stesso tempo, da quel viso che conosceva fin troppo bene, pregno di ricordi di un passato che faceva ancora troppo male, che gli impregnavano di oscurità il cuore.
"Stiles calmo, va tutto bene. Ce l'hai fatta, va tutto bene!" la voce profonda di Derek risuonò nella sua testa. Ma cosa stava dicendo? Non c'era niente che andasse bene. Lui era diventato un mostro, aveva ucciso delle persone, aveva fatto del male ai suoi amici, a suo padre, a Scott, a Lydia... A Derek stesso. Rivdedeva fin troppo bene la scena di quando la volpe cattiva lo aveva lanciato contro il muro, con un ghigno sul volto e una scintilla di follia negli occhi. "STILES BASTA!", un ordine urlato in modo quasi animalesco, e poi... il silenzio.



Tutto si fermò per un istante, si fermò anche lui. Il formicolio che aveva pervaso il suo corpo si affievolì fino a scomparire, le immagini ritornarono nitide, il ronzio di mosche sostituito dalla voce forte e tuonante di Derek. Una mano si poggiò sul suo petto, all'altezza del cuore che ancora batteva freneticamente. Stiles esalò un respiro spezzato, guardò la mano grande e tremante pressata sul suo corpo, poi guardò Derek negli occhi, in quegli occhi che aveva sognato fin troppe volte da quando il lupo se ne era andato, in quegli occhi dei quali non sapeva definire il colore, che aveva definito scherzosamente lui stesso 'l'infinito' dopo che avevano fatto l'amore per la prima volta quell'estate, in quegli occhi stanchi e preoccupati.
"Sei tornato" disse muovendo la bocca cautamente, non la usava da troppo tempo. "Che cosa intendevi dire con quel ce l'hai fatta? Che ho fatto?" continuò poi. "Il nogitsune, l'hai battuto, e sei sopravvissuto. Sei forte Stiles, più di quanto tutti credevano.." rispose il lupo con un mezzo sorriso che sapeva tanto di orgoglio e pace ritrovata.
"Sei tornato per restare?" chiese ancora Stiles, temendo la risposta che Derek avrebbe potuto dargli, con gli occhi color ambra liquida sbarrati e i denti che torturavano il labbro inferiore. Una mano gli accarezzò la guancia, un dito scese a sfiorare il labbro per poi poggiarcisi sopra fermando i denti. "Non vado più via..." comiciò lento il mannaro, sempre col sorriso sul volto "Mi sei mancato..".
Il respiro in gola, il cuore che scoppia... E finalmente, una boccata d'aria fresca.
  
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