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Autore: Natalia_Smoak    30/04/2014    5 recensioni
Spoiler su tutta la seconda stagione
Leggete a vostro rischio e pericolo
Una serie di shot più o meno lunghe su arrow ispirate e non ai vari episodi, comiche, romantiche tristi, ma tutte con un denominatore comune: Olicity
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Oliver Queen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fists

 Pioveva. Il giorno del funerale di Moira Queen pioveva a dirotto, era come se il cielo stesse piangendo la sua scomparsa.
Nella prima fila di panche  sedevano Oliver, Walter e Thea, la ragazza aveva gli occhi rossi, il naso gocciolante ed era scossa da singulti e tremiti, il mascara colava copioso sulle sue guancia lasciando una spessa riga nera come il catrame. Oliver era immobile, sembrava quasi che non stesse respirando, le spalle tese e rigide dentro il suo scuro completo Armani. Non stava piangendo, quello no, ma doveva averlo fatto in passato; gli occhi rossi non mentivano. Le sue braccia erano appoggiate sulle gambe, le mani strette in pugni con le unghie che penetravano nella tenera carne dei palmi fin quasi a farla sanguinare.
Walter era alla destra della giovane Queen, le teneva la mano cercando di farsi forza e farne a lei, pesanti rughe marcavano il suo volto.
La funzione fu veloce e intima; le poche persone non appartenenti alla famiglia Queen si trovavano in fondo alla cappella della famiglia.
Felicity piangeva come una fontana, aveva tolto gli occhiali e adesso si asciugava le lacrime con un fazzoletto zuppo. Lei e Moira non andavano molto d'accordo, ma era pur sempre un essere umano, un essere umano che era stato ucciso, Felicity provava tanto pena per questo, ma il dolre, il dolore quello vero, che le stava facendo bruciare gli occhi, lo provava per Oliver. Non si meritava tutto questo, era una brava persona non meritava di rimanere da solo. Proprio mentre i suoi singhiozzi si intensificavano, Felicity, sentìuna calda mano posarsi sulla sua: Diggle.
L'uomo la strinse leggermente e cercò di simulare un sorriso, un appiglio per farle capire che sarebbe andato tutto bene, ma nel profondo anche lui era scosso, Felicity lo poteva capire anche solo guardandolo: l'espressione seria, la postura rigida.
A pochi passi d loro si trovava la famiglia Lance, o meglio una parte di essa: Laurel e suo padre sedevano stoici su una delle ultime file di panche della chiesa, entrambi sembravano stanchi e provati; Lance aveva pesanti borse sotto gli occhi e un'espressione affranta, Laurel guardava fisso il pavimento cercando di fermare i singhiozzi e le lacrime. Non era sempre così perfetta allora.
Sara non era presente, Felicity non aveva idea del motivo, ma onestamente non era il momento di preoccuparsi di quello.
Quando la funzione finìla gente cominciò piano piano a defluire verso l'esterno.
Felicity vide Walter, cercò di fargli un sorriso che lui non ricambiò, l'unica cosa che disse é che sarebbe andato a cercare di calmare i giornalisti assetati di scoop fuori dalla cappella.
Ormai tutti gli invitati erano fuori, ma Oliver era rimasto lì, seduto in prima fila ed immobile come una statua, sembrava essere lì col corpo, ma non con la mente.
Thea invece  si era sdraiata su una panca in posizione fetale stava dando sfogo alla sua disperazione.
"Credete che dovremo fare qualcosa?" la voce di Lance riportò Felicity alla realtá. Laurel e suo padre si erano avvicinati a lei e Diggle.
"Credo che le uniche due persone che potrebbero fare qualcosa siano le uniche due assenti oggi" rispose Felicity senza pensare
"Sara e Roy" le fece eco l'ufficiale Lance
"Ho provato a telefonare a Sara tutto il giorno, ma non ho idea di dove sia" si aggiunse Laurel
Felicity sospirò pesantemente. Fece per avvicinarsi ad Oliver, ma improvvisamente venne distratta dal rombo di una moto: Sara Lance e Roy Harper erano ora all'entrata della cappella, i due si tolsero i caschi e fecero il loro ingresso sotto lo sguardo sbigottito dei presenti.
Istintivamente Diggle portò le mani alla pistola, l'ultima volta che aveva visto Roy le cose non erano andate benissimo, ma questa volta Roy sembrava essere tornato sè stesso, o l meno sembrava non essere più posseduto,dal Mitakuru.
Il ragazzo camminò velocemente fino a raggiungere Thea, si abbassò accarezzandole la guancia, immediatamente la ragazza si mise seduta e  lo strinse a sè, e il suo pianto diventò ancora più forte. 
Sarà intanto si era avvicinata ad Oliver, delicatamente gli mise una mno sul braccio e iniziò a parlargli, ma il ragazzo sembrava ancora in un'altra dimensione;
"Oliver, ehi, siamo qui, sono qui. Quello che è successo non è colpa tua, è stato Slade. Noi possiamo superarlo, ma tu mi devi aiutare, ti devi aiutare"
L'espressione del ragazzo rimase neutrale, il corpo non si spostò si un millimetro. Con un pesante sospiro Sara si allontanò e raggiunse gli altri. Solo Roy ora restava vicino ad Oliver, delicatamente si staccò da Thea e la invitò a raggiungere i loro amici
Roy si sedette vicino a lui senza guardarlo e iniziò a parlare:
"Io lo so sai, lo so come ci si sente a essere da soli, sono cresciuto nel Glades, completamente abbandonato a me stesso e senza una metà. Non sarà facile, non lo diventerà mai, ma con l'aiuto di persone che ti vogliono bene lo supererai. Puoi superarlo, devi superarlo, non per me, non per te, ma per Thea"
Oliver girò per la prima volta lo sguardo verso il ragazzo e per un solo secondo pensò di avercela fatta, ma il biondo spezzò le sue speranze:
"Roy, va a casa, andatevene tutti, non avete più nulla da fare qui" disse duro volgendo lo sguardo sul pavimento.
Roy fu colpito da una crudele verità; Oliver stava mollando!
Il moro si alzò in piedi e puntò un dito contro il suo interlocutore:
" Non posso crederci, tu stai mollando! Non é possibile, non dopo tutto quello che hai fatto, che abbiamo fatto...tu... Tu mi hai insegnato ad essere forte e a non lasciarmi dominare dalla rabbia, e adesso te ne stai qui a piagnucolare come una femminuccia per tutto quello che di sbagliato c'è nella tua vita". Per la prima volta Roy sputò fuori tutto quello che pensava, l'aria nella stanza si fece gelida nessuno aveva la forza di dire nulla.
"Ah, non rispondi, non ti interessa quello che sto dicendo, beh, vediamo se questo ti tocca". 
Successe tutto molto in fretta: Roy piegò il braccio e un pugno fortissimo si sfracellò sul volto di Oliver, l'impatto fu così forte da farlo finire in terra con il naso sanguinante.
Diggle e l'officiale Lance estrassero la pistola
"Roy, che diavolo ti è saltato in mente?" Gridò Felicity avvicinandosi a loro, ma il ragazzo la  ignorò, concentrandosi su Oliver che giaceva ora seduto in terra e fissava il pavimento.
"E così non rispondi, non ti ricordi più come si fa forse?" Chiese il moro con un guizzo negli occhi
Nessuna risposta.
"Eh va bene, speravo di non dover arrivare a questo" disse per poi girare lo sguardo verso Felicity:"Mi dispiace Barbie"
"E per cosa?" Felicity non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che un pugno si stava scagliando contro il suo viso, istintivamente chiuse gli occhi preparandosi al contatto che.. Non avvenne.
Quando riaprì gli occhi Sara era vicino a lei a soreggerla e Roy era stesso atterra con un labbro gonfio e Oliver a cavalcioni su di lui che lo riempiva di pugni.
"Stai bene?" Chiese Sara
"Si, io si, ma loro...dobbiamo fermarli" 
Diggle era già pronto a placcare Oliver, ma Sara lo fermó.
Solo in quel momento Diggle realizzò che, mentre Roy si faceva prendere a pugni senza rispondere, Oliver aveva iniziato a piangere; si stava sfogando.
Quando ne ebbe abbastanza Oliver si buttò all'indietro, la schiena sul freddo pavimento e gli occhi rivolti al soffitto, ma le sue labbra si stavno increspando in un sorriso.
Aveva resistito !


Ore più tardi, qundo ormai tutti erano tornati a casa e Oliver era stato infilato a forza in un letto per farlo dormire Roy, Diggle, Felicity e Sara si ritrovarono in fonderia:
"Mio Dio, non riesco ancora a credere a quello che hai fatto" disse Diggle a Roy
" Menare il fratello della mia ragazza dici? Niente di speciale.."
"Roy, lo sai che cosa intendo. Come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere? E comunque non sei ancora perdonato"lo rimbeccò Felicity
"Non guardare me, e lei che mi ha dato l'idea" rispose Roy indicando Sara
"Io?" Si stupì la bionda
"Si, quando sei venuta a cercarmi io ero un'automa sotto l'influsso del Mirakur, ero completamente fuori di testa, ma ad un certo punto tu hai iniziato a parlarmi, parlarmi di Thea, spiegandomi come stava soffrendo, che aveva bisogno di me, ed io piano piano sono.. Sono ritornato me stesso. Ho pensato che ferendo Oliver nel profondo lui avrebbe reagito e così è stato"
Per un pò nessuno parlò e il gruppo si diradò dandosi la buonanotte. Proprio mentre Felicity stava salendo la scala Roy la fermò afferrandola per un braccio:
"Mi dispiace" le disse con lo sguardo basso per l'imbarazzo
"Stai tranquillo, abbiamo aiutato Oliver, va bene così" rispose lei con un sorriso dolce
"Felicity, ti chiedo solo di stare attenta, se ti succedesse qualcosa non so come Oliver potrebbe reagire, sei il suo catalizzatore di emozioni. Oliver Queen è nelle tue mani"
Detto questo Roy uscì dalla fonderia lasciando Felicity sola con i suoi pensieri.



Spazio autrice:
Ok, direi che il capitolo si commenta da sola, dopo aver visto la 2x20 e le fantastiche performance del cast ho cercato di rendere loro omaggio con questo cap
Spero vi piaccia !
Baci







  
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