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Autore: shineeselene    30/04/2014    5 recensioni
"Io sono Kim Minseok." Volse l'intero corpo verso la mia figura e fece un leggero inchino. Pensai che dovesse essere una persona molto educata, o molto furba. In entrambi i casi sostanzialmente non mi importava. [...] "sarò stata una delle tante con cui ci provi in discoteca.." mentre il sole cominciò a far arrossire il primaverile cielo azzurro privo di nuvole, Minseok mise le mani sulla panchina e ci si appoggiò completamente, un sorriso malinconico sul volto. "Su una cosa hai ragione... Non ho molto tempo per pensare alle ragazze, ma non posso rinchiudermi in una campana di vetro a causa del mio lavoro.. Amo quello che faccio ma amo anche la vita e ciò che ne fa parte!"
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Xiumin, Xiumin
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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L'Octagon quella sera era strapieno. Mi stavo chiedendo chi me l'avesse fatto fare di andare lì con Katherine e pagare 30,000 won per ritrovarmi a passare metà della serata rinchiusa nell'area fumatori, nonostante avessi smesso di fumare da più di un anno, per il semplice motivo che quello era l'unico posto dove ci si potesse sedere. La musica sembrava ormai la stessa da ore e i ragazzi che ci provavano con le straniere spuntavano come funghi, al che decisi di darmi all'alcohol, così almeno non avrei pensato a come passare le quattro ore che avevo davanti. Dopo due rum e pera e un b52, finalmente il dj passò gli strumenti del mestiere a un altro ragazzo e la musica sembrò prendere un bel ritmo misto tra dubstep e techno.
Finalmente mi gettai nella calca e cominciai a muovermi a ritmo spensierata, da sola perchè la mia amica era andata a prendere da bere ma era già troppo ubriaca per riuscire a tornare indietro.
Attorno a me ballavano ragazze e ragazzi che si strusciavano, si baciavano, a stento c'era spazio per respirare. Così mi spostai in una parte un pò più libera, e per farlo mi spinsero addosso ad un tizio, a cui ovviamente chiesi scusa ma senza farci caso più di tanto. Ricominciai a ballare e mi si avvicinò proprio questo ragazzo da dietro, urlandomi "Hey!"
Non riuscivo a vederlo, così seguii la voce che avevo sentito e mi voltai, lo vidi lì che faceva step a destra e sinistra sorridendomi smagliante e brillo.
Mi chiese se ero da sola e io gli risposi un "mmmm" molto vago, un pò perchè non sapevo dove fosse andata a finire Katherine, un pò perchè ero ubriaca, un pò perchè quel sorriso mi aveva spiazzata non poco; non riuscivo a connettere, inoltre avevo bevuto già troppo e cominciavo a vederci doppio.
Ma il ragazzo l'avevo inquadrato benissimo: indossava una camicia bianca con una cravatta slacciata, le maniche alzate ai gomiti. Il jeans scuro aveva cerniere un pò dappertutto, e ai piedi degli stivaletti bianchi da ginnastica leggermente slacciati. I capelli castani erano sparati in avanti a formare una specie di crestino senza gel... Mi veniva da chiedermi se non avesse per caso sbagliato persona. Era indubbiamente troppo figo per provarci con me!
Ma senza aspettare una risposta mi si avvicinò e mi cominciò a ballare a qualche centimentro, senza toccarmi.
Era più alto di me di una ventina di centimetri, quindi a volte si guardava attorno. Ma per il resto il suo sguardo lo sentivo fisso su di me.
Cominciò a sudare sulla fronte, ma continuava a ballare, e ogni tanto alzava la testa sentendo il ritmo della musica pompargli nelle vene.
Chiuse gli occhi mordendosi il labbro ed io cominciai a sentirmi accaldata a causa dell'eccitazione provocata da quelle sottili labbra e dall'evidente bel petto che si notava sotto la camicia diventata quasi trasparente per il sudore.
Dopo un bel pò di tempo passato a sbatterci sul ritmo incessante di musiche iperelettroniche, mi chiese se volevo qualcosa da bere, così andammo al bancone, dove io ordinai un Blue Sapphire e lui un Long Island Iced Tea.
Mentre aspettavamo mi misi le dita alle tempie, a causa dei frequenti giramenti di testa, ma non avevo assolutamente intenzione di smettere di bere!
Soprattutto ora che avevo incontrato questo gran figo volevo godermela!
Ma continuavo a sentirmi osservata, così mi voltai verso di lui e appoggiai la testa sulla mano chiusa a pugno "Che fai, mi guardi? Neanche sai il mio nome!"
"Beh si ecco vedi... Scusa è che sono un pò ubriaco. Quando bevo non riesco a contenermi.." mi rispose lui arrossendo e mettendosi una mano dietro la nuca imperlata di sudore. Riprese subito cambiando discorso. "Quindi... di dove sei?"
Le mie mani non riuscivano a smettere di giocherellare con il ciondolo a forma di fiocco di neve che avevo al collo. Ero agitata e lui se ne accorse, così provò a mettermi a mio agio "Ok, facciamo che provo ad indovinare! Mmmm..." si portò la mano al mento pulito e liscio e dopo qualche minuto sovrappensiero mi indicò di colpo, come se avesse appena avuto un'idea. "Inghilterra!!!!" Esclamò con entusiasmo mostrandomi 32 denti con tanto di gengiva: aveva uno di quei sorrisi che da noi vengono definiti "gummy". Cosa che trovavo estremamente dolce e sensuale allo stesso tempo.
Istintivamente le mie labbra si piegarono a formare un sorriso che subito divenne una sonora risata provocata dalla tenerezza di quel suo tentativo di approccio, e risposi subito dopo "Bravo! Come hai fatto a capirlo?"
"Non so, ho sempre amato il Regno Unito in generale, e qualcosa mi diceva che tu hai a che fare con quel paese!" Poggiò entrambi i gomiti sul bancone ed osservò le diverse bottiglie di alcohol, forse immaginando come sarebbe la sua vita se fosse nato dove sono nata io. A me avrebbe fatto indubbiamente piacere, così magari avrei potuto conoscerlo prima. O forse non l'avrei mai incontrato, chissà. Forse tutto quello che stavo vivendo, non sarebbe accaduto a Londra, che essendo una città così caotica non ci avrebbe permesso di cominciare un qualsiasi tipo di relazione.
Mi resi conto che eravamo lì fermi con lo sguardo nel vuoto ormai da un pò, così esordii presentandomi "Comunque il mio nome è Emma." Gli diedi un minuto per fargli assimilare la nuova informazione, sapendo che quando si è brilli non è facile organizzare tutto ciò che ti dicono in pochissimo tempo. Ma lui si limitò ad alzare l'angolo sinistro della bocca in un sorrisino quasi beffardo, ma che su di me ebbe un effetto eccitante incredibile. Cercai di calmare i miei bollori e continuai, ignara del motivo di quel gesto per me così insensato. "Il tuo?"
Ancora con il sorrisino sul volto, si girò a guardarmi e si presentò "Piacere, Emma...." Sembrò quasi evidenziare quest'ultima parola come se avesse capito chi ero udendo soltanto il mio nome. "Io sono Kim Minseok." Volse l'intero corpo verso la mia figura e fece un leggero inchino. Pensai che dovesse essere una persona molto educata, o molto furba. In entrambi i casi sostanzialmente non mi importava. Sentivo che quel ragazzo si stava lentamente impossessando di ciò che ero, con i suoi gesti.
Davano musica da sballo ora in discoteca, ritmo bellissimo e dubstep a palla, quindi mi tornò la voglia di ballare, e come se mi avesse letto nel pensiero, mi disse "Oddio adoro questo pezzo, beviamo alla goccia e ci rilanciamo nella mischia?" Io ovviamente non me lo feci ripetere due volte, quindi appena arrivò la bevuta, la mandai giù il più velocemente possibile, sentendo l'acohol scendermi forte nello stomaco.. Lui fece prima di me e mentre si avviava tra la folla mi tese la mano e mi guardò "Andiamo!". Finii di bere tutto in un sorso e ridendo, ormai completamente ubriaca, presi la sua mano piccola e calda, e sentii che mi stringeva per non perdermi tra la gente che si accalcava e ballava attorno a noi.
Quello era stato il primo contatto fisico tra noi due.
Arrivati in un punto stretto, ma con abbastanza spazio per ballare senza dover stare fermi su sè stessi a fare avanti e indietro con il capo facendo spallucce, mi sentii tirare verso di lui e mi mise una mano dietro la schiena, l'altra troppo occupata ad andare su e giù in aria seguendo il ritmo. Mi sentii bassa. Lui non era un grattacielo ma gli arrivavo al collo e notando il suo doppio pomo d'adamo cominciai a sentire le gocce di sudore freddo inondarmi la fronte...
Il ragazzo mi vide destabilizzata e perciò mi chiese se andava tutto bene, ma io annuii e ballammo per tutta la notte.
Quando finalmente ci stancammo di ballare, il dj era cambiato di nuovo e la musica aveva perso di ritmo... Così mi chiese se avevo qualcuno che mi accompagnasse a casa. Io ovviamente ero lì con Katherine che ubriaca fradicia sicuramente era andata via con qualche coglione incontrato lì e mi aveva abbandonata forse con l'idea di venirmi a riprendere nel giorno del mai.
Perciò risposi "Mmmmm non credo, mi sa che la mia amica non torna più a prendermi ahahah" risi e quasi inciampai, ancora un pò sbronza. Lui mi tenne, e io mi appoggiai a lui, che mi mise una mano sulla spalla. Così a piedi ci incamminammo verso la mia guesthouse, o almeno così credevo. A un certo punto mi resi conto di non avergli mai detto dove avessi prenotato l'ostello e mi rinvenni "Scusa ma dove mi stai portando?"; lui sbarrò gli occhi guardandomi "Oddio scusami! Preso dai discorsi stavo andando automaticamente al dormitorio!"
"Dormitorio? Che vai all'università?"
"Eh no, almeno per ora non posso, non avrei il tempo materiale..." Mi spiegò tutta la sua situazione da "idol", intanto continuavamo a costeggiare il fiume Han, e tra risate e frecciatine maliziose, passò la notte e arrivò l'alba, che riuscimmo a goderci seduti su una panchina nello Yoeuido Park, ormai completamente ripresi dalla sbronza.
"Beh allora non ti vedrò mai più, dato che sei un cantante non penso tu abbia tempo per le ragazze, sarò stata una delle tante con cui ci provi in discoteca.." mentre il sole cominciò a far arrossire il primaverile cielo azzurro privo di nuvole, Minseok mise le mani sulla panchina e ci si appoggiò completamente, un sorriso malinconico sul volto. "Su una cosa hai ragione... Non ho molto tempo per pensare alle ragazze, ma non posso rinchiudermi in una campana di vetro a causa del mio lavoro.. Amo quello che faccio ma amo anche la vita e ciò che ne fa parte!"
"Quindi posso sperare solo di incontrarti nuovamente per caso in discoteca o in giro per Seoul?" dissi io senza distogliere lo sguardo da quel magnifico spettacolo che era l'alba.
"Se devo dirti la verità, non mi era mai successo prima d'ora di fare l'alba con qualcuno dopo essere andato in discoteca... Ma sono stato davvero bene con te, e non pensavo che sarei mai arrivato a dirlo, ma mi farebbe piacere rivederti. Magari ti presento i miei amici... Se non posso abbandonare io il mio lavoro, potremmo trovare un modo per far sì che tu entri a farne parte."
I miei occhi cominciarono a brillare involontariamente. "Oddio, davvero? Sarebbe grandioso! A quel punto potremmo vederci spesso!" sorrisi e lo guardai, lui ricambiò il mio sguardo e per qualche minuto ci guardammo negli occhi. Arrossii come un peperone e lui sorrise dolcemente. "Di sicuro potresti fare la lampada, sei tutta rossa, allora ti piaccio davvero!" Abbassai lo sguardo rimproverandolo per avermi messa in imbarazzo, ma lui con la mano sotto il mio mento mi rialzò la testa e mi guardò dritta negli occhi. "Non avevo ancora incontrato una ragazza come te... Non ti conosco da molto ma sento che c'è qualcosa che ci unisce.. E non ho intenzione di lasciarti andare così." Con la mano tirò il mio mento verso di lui e chiuse gli occhi.
Stavo morendo dentro.
Il cuore andava a mille battiti al secondo, chiusi gli occhi anch'io e potei sentire le sue labbra sulle mie. Morbide, calde ed umide.
Perfette. Tutto era perfetto. Dopo qualche secondo durato un'eternità che speravo non finisse mai, si allontanò di nuovo e con gli occhi socchiusi mi chiese "Andiamo a fare colazione?" Io annuii e mi prese per mano. Insieme ci avviammo verso il primo bar nelle vicinanze dello Yoeuido Park, all'altezza del piccolo porticciolo per le crociere sul fiume. Nonostante fossero le 6 e mezza del mattino e non dormissi da più di 23 ore, non avevo un briciolo di sonno e non vedevo l'ora di cominciare a cambiare la mia vita. Grazie a lui.

~~~~~~



Solo dopo qualche settimana, quando ormai avevo prorogato il mio ritorno a Londra e avevo mandato più di cento curriculum in giro per Seoul e soprattutto all'agenzia in cui lavorava colui che ormai era diventato il ragazzo che frequentavo, mi ricordai di quel sorrisino beffardo spuntato sulle labbra di Minseok dopo aver sentito pronunciare il mio nome per la prima volta.
Decisi di chiederglielo, e durante un'ottima cena a base di bulgogi in un anonimo ristorante a buffet di Hongdae, mi permisi di aprire il discorso.
"Minseok-ssi"
Il mio bellissimo ragazzo alzò lo sguardo verso di me mentre portava con le bacchette una fettina di carne alla bocca spalancata. "Huh?"
"Ricordi quando in discoteca, il giorno in cui ci siamo conosciuti, ti ho detto il mio nome?"
Minseok ingoiò già sorridendo. Aveva capito di cosa stavo parlando e ciò spazzò via tutti i miei dubbi. Allora era vero che c'era qualcosa sotto.
"Vuoi sapere perchè ho sorriso, vero?"
Annuii senza parlare, un pò agitata per la risposta che avrebbe potuto darmi.
"Ok.... Beh, è un pò strano da dire ma sai, ogni tanto mi fermo a pensare al mio futuro. Quando avrò una moglie, dei figli, una casa, una famiglia..."
Posò le bacchette e così feci anch'io, d'istinto. Mi prese le mani e con una dolcezza unica mi svelò il suo piccolo segreto.
"E ho sempre sognato che il nome di mia moglie fosse Emma." Questa volta il sorriso che vedevo sulle sue labbra non era beffardo, bensì pieno di tenerezza e pace, come se avesse trovato qualcosa che cercava da tempo, da sempre, o che non aveva mai cercato ma che aveva sempre desiderato, e che gli era piombato davanti all'improvviso.
Avevo trattenuto il fiato durante le sue ultime parole e alla fine mi uscì un sospiro accompagnato da un sorriso smagliante. Lo stesso sorriso che mi aveva mostrato lui durante il nostro primo incontro qualche settimana prima.
Mi sentii sollevata e soprattutto piena. Di amore, di affetto, di energia. Avrei voluto saltargli addosso lì sul tavolino del ristorante e riempirlo di baci sotto gli occhi di tutti, ma per fortuna essendo una persona educata, mi limitai a circondargli il viso con le mani e dargli un bacio sulle labbra.
Erano trascorse solo poche settimane ma quel ragazzo era capace di rendermi felice ogni giorno di più. E nonostante fosse impegnatissimo a causa delle numerose schedules che lo allontanavano verso la Cina quattro giorni su sette, riusciva quasi a non farmi sentire la sua assenza grazie alle videochiamate e ai messaggi che mi mandava ogni qualvolta aveva un minimo di tempo.
A due mesi esatti dal mio arrivo a Seoul, il proprietario della guesthouse mi recapitò una lettera.
Il giorno prima Minseok si trovava a QingDao con il resto dei membri per un concerto di beneficenza e non sarebbe tornato fino al giorno seguente, ma decisi di aprire ugualmente la busta per scoprire se qualche agenzia aveva accettato la mia richiesta per un'audizione o semplicemente per cominciare un lavoro come si deve. Il mio sguardo cadde sul mittente: SM Entertainment.
Mi passai la busta da lettere da una mano all'altra per un paio di minuti, dopodichè mi decisi ad afferrare un coltello per strappare l'involucro. Il contenuto consisteva in una lettera unica, scritta prima in coreano, poi in inglese, in cui lo staff della casa discografica richiedeva la mia collaborazione nel campo di interprete.
Senza neanche rendermene conto, cominciai a saltellare di gioia nella piccola camera da letto del mio miniappartamento. Katherine era dovuta tornare in Inghilterra per motivi di lavoro ma comunque non avrebbe potuto passare tutta la vita qui, cosa che io invece stavo cominciando a pensare seriamente.
Non vedevo l'ora di sentire Minseok e di informarlo su questa splendida novità e, neanche mi avesse letto nel pensiero, il cellulare cominciò a squillare.
"Oh she wants me, oh she's got me, oh she hu- Yobouseyo?"
"Em? Sono Minseok! Disturbo? Che fai?"
"Assolutamente, Min! Anzi, hai chiamato al momento giusto! Devo dirti una c-"
In quel momento suonò il citofono e contemporaneamente il bel coreano chiese dall'altra parte del telefono "Perchè non me la dici guardandomi negli occhi?"
Rimasi un pò perplessa dal tempismo del citofono, ma poi realizzai cosa stava accadendo e senza una parola di più attaccai la telefonata e mi fiondai alla porta con la lettera ancora in mano. Minseok apparve davanti ai miei occhi come fosse una visione angelica, solo molto più figa. Stavolta i capelli erano raggruppati in un codino, dato che la SM aveva optato per un nuovo look alternativo dopo il comeback che avevano avuto qualche settimana prima con la nuova hit del momento, Overdose. Anche il colore era cambiato. Rosa. Ebbene si, rosa. Ma nonostante non sia un colore molto mascolino, ai miei occhi lo rendeva soltanto più sexy di sempre.
Indossava un semplice pantalone della tuta con sopra una maglia smanicata, e notai che nascondeva qualcosa dietro la schiena.
"Aw, Minseok!!!" Gl saltai al collo e per poco non lo strozzai. Lui portò avanti quello che sembrava un mazzo di fiori di tutti i colori più strani e mi sussurrò all'orecchio "Congratulazioni! Ora lavoreremo insieme..."
Non sapevo se odiarlo per non avermelo detto prima o amarlo per la bella sorpresa che mi aveva preparato, ma ovviamente optai per la seconda opzione.
Mi staccai da lui per qualche secondo, giusto il tempo di osservare la meraviglia che erano quei bellissimi fiori, per poi saltargli nuovamente addosso e riempirlo di baci sul collo. Che poi sfociarono in due ore di fuoco e un abat-jour rotto.
Verso ora di cena aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu la luna piena che brillava attraverso la finestra spalancata. Mi scappò un sorriso assonnato ripensando ad uno dei singoli degli EXO, il gruppo di cui faceva parte il mio fidanzato; quanto mi piaceva pensare che il mio ragazzo fosse un cantante, un "idol", come lo chiamavano qui in Corea. Era una di quelle cose che non potevo dire a nessuno a causa della reazione che le fan avrebbero potuto avere, ma le persone a me care conoscevano la mia situazione e per la prima volta nella mia vita, sentivo che tutto era come doveva essere. Si sentiva un leggero profumino di manzo provenire dalla stanza affianco, che fungeva da cucina, sala da pranzo e soggiorno. Chiusi gli occhi per qualche istante ancora, immaginando quale buon manicaretto stesse preparando Minseok, che in quel momento apparve sulla soglia della porta ad arco.
"Sei sveglia?"
"Mmmmm" Mugugnai stiracchiandomi, prima di alzarmi e rimettermi i vestiti. Sentii gli occhi di Minseok rispogliarmi e toccarmi di nuovo con la stessa foga di qualche ora prima. Infatti, girandomi verso di lui, notai le sue sopracciglia alzarsi mentre si leccava le labbra per poi mordersi il labbro inferiore, portando gli occhi dal basso verso l'alto.
"Buonasera anche a lei, piccolo Minseok." sghignazzai rimettendomi il reggiseno. Il coreano si risvegliò dal suo sogno erotico su di me e cercando di capire cosa intendessi, abbassò lo sguardo verso sè stesso e quando si rese conto di cosa parlavo sbottò "Ma che cazz- Ya! Cosa guardi! Fai presto, piuttosto, che è pronto l'hotpot!!" Ancora borbottante, ma completamente rosso in volto per l'imbarazzo, si allontanò verso i fornelli per spegnere il fuoco e servire in tavola. Mi avviai verso la cucina ma notai che non c'era tovaglia nè posate. Così guardai Minseok con aria interrogativa e lui mi indicò il balconcino della camera da letto. Possibile che avesse apparecchiato fuori e io non l'avessi sentito, impacciato com'era di solito? Ebbene, evidentemente era riuscito ad essere silenzioso stavolta. Perchè appena uscii sul piccolo balcone trovai un tavolino apparecchiato in modo elegante, con due candele accese e petali di rose blu sparsi un pò dappertutto. Il mio primo istinto fu di urlare, ma non lo feci. Al contrario, mi voltai a guardare Minseok che con un sorriso pungente stava arrivando con una pentola piena della nostra zuppa preferita e una rosa blu tra i denti. Dentro di me lottavano due sentimenti completamente differenti tra di loro: provavo una dolcezza infinita nei suoi confronti che aveva pensato ed organizzato tutto questo per me, dato che non ci vedevamo spesso avrà pensato che un gesto così speciale potesse riempirmi d'amore come non può far lui ogni giorno a causa dei suoi impegni, o così lui avrebbe sicuramente detto se gli avessi chiesto il motivo di quella magnifica sorpresa. Ma sapevo anche che in fondo, molto in fondo, l'aveva fatto perchè sapeva benissimo che queste cose mi eccitavano tantissimo, brutto bastardo. E infatti oltre alla dolcezza, ciò che provavo era un'infinita eccitazione nei suoi confronti che dovevo trattenere per non dargliela vinta.
Misi le mani davanti alla bocca per mostrargli la mia sorpresa, e con gli occhi lucidi lo aiutai a posare la pentola sul fornellino posto sul piccolo tavolo, gli tolsi la rosa dalla bocca e lo guardai dritto negli occhi, sussurrandogli "Sei meglio di tutto ciò che potrei desiderare. Ti amo."
Lui ricambiò il mio sguardo, continuando a sorridere in quel modo così strafottente, sapeva che mi faceva impazzire. "Lo so. Mi amo anch'io."
Amavo il suo modo di dimostrarmi ciò che provava. Anche se non mi dava spesso la soddisfazione di sentirmi dire il fatidico "Saranghae", riusciva a dirmelo con queste sue idee smielate ed improvvise. E poi era uno stallone, diciamocelo. Chi l'ha detto che gli asiatici non siano dotati? Non dategli retta, non potevo assolutamente lamentarmi del "piccolo Minseok", come adoravo chiamarlo per prenderlo in giro ogni qualvolta mi mangiava con gli occhi e aveva un'erezione involontaria come quella di poco prima, e soprattutto lo utilizzava con maestria, un pò per esperienza, un pò perchè sembrava nato per quello. Passionale, dolce, violento, delicato, possessivo, rispettoso, erano tutti aggettivi che potevano descriverlo in ambito sessuale. Meglio di tutto ciò che avrei potuto desiderare, appunto.
Dopo cena, trascorsa tra risate, bicchieri di vino e progetti per il futuro, ci ritrovammo ovviamente ubriachi ad osservare le stelle stesi sullo stesso tavolo su cui avevamo mangiato. "Lo sai che da piccolo avevo un telescopio con il quale ogni sera, prima di andare a letto, controllavo che tutte le stelle fossero ancora lì? Avevo quasi paura potessero scomparire da un momento all'altro, e in effetti una sera ricordo che mi ci avvicinai come sempre, e notai che una di loro non brillava più. Era sparita." Io ero troppo brilla per rispondere in modo serio, ma dato che mi resi conto dell'innocente sincerità del suo discorso, preferii astenermi per non rovinare il momento. Mi limitai ad ascoltare in silenzio. Ma non mi sarei mai aspettata che Minseok avrebbe continuato così. "Potevi dirmelo che eri scesa sulla Terra, avrei saputo dove cercarti e non avrei perso tempo."
Il vino aveva fatto il suo effetto, e questa affermazione fu la goccia che fece traboccare il vaso. Letteralmente e in tutti i sensi, dato che mi fiondai su di lui con una veemenza tale da far cadere il vasetto che conteneva la rosa blu sfilata dalle sue labbra, mandandolo in mille pezzi.
Non riuscii più a resistere, gli strappai la camicia senza sensi di colpa e cominciai a baciargli il collo, il petto, la pancia. Arrivai all'ombelico e mi fermai, curiosa di vedere la sua reazione a quel mio improvviso impeto erotico. Vidi le sue labbra aprirsi in un ringhio di goduria e mi sentii soddisfatta. Continuai lentamente quello che stavo facendo e come mi aspettavo, il mio momento di gloria durò poco, poichè la libido si impossessò di Minseok e dal tavolo mi portò a terra, da terra al muro, dal muro alla lavatrice, e dalla lavatrice al letto. Ci consumammo a vicenda con un trasporto tale da non accorgerci di aver svegliato qualcuno al piano di sotto, che probabilmente non ci urlava contro soltanto perchè invidiava la nostra energia.
Il pomeriggio dopo, colui che mi aveva soddisfatta da tutti i punti di vista sarebbe dovuto partire nuovamente per continuare le proprie attività promozionali in Cina, perciò verso le 9 di mattina suonò una fastidiosa sveglia che cantava "Kkaebsooong~" con la voce di Baekhyun, uno dei compagni di Minseok, un ragazzetto davvero simpatico che aveva la fissa per il divertimento delle persone che lo circondavano e che aveva stretto una bellissima amicizia con la sottoscritta, probabilmente proprio per la somiglianza del nostro carattere. Non c'era settimana in cui non mi mandava un messaggio sul cellulare con scritte le cose ridicole che erano successe durante quelle pesanti giornate di lavoro, così da tirarmi su di morale per la mancanza di Minseok-ssi.
Lui si alzò per primo, ed io lo seguii subito dopo, entrambi eravamo un pò ammaccati sia mentalmente che fisicamente per la caotica piega che aveva preso la serata precedente, così decidemmo di andare a fare colazione in un bar vicino al dormitorio dei ragazzi. Inaspettatamente, anche gli altri 11 membri erano lì per mangiar qualcosa prima di prepararsi per la partenza, così aggiungemmo due sedie al loro tavolo dopo aver preso la nostra ordinazione a base di cappuccino e muffin.
"Allora, avete fatto faville stanotte eh? Vi si sentiva anche dal dormitorio, sporcaccioni!" esclamò scherzoso Jongdae.
Al che Baek di tutta risposta affermò "Macchè! Quelli che sentivi eravamo io e Chanyeol!!" ridendo mise il proprio braccio sulla spalla dell'amico appena nominato, sperando non se la prendesse per l'azzardo.
Per fortuna ormai nessuno prendeva più sul serio Baekhyun da tempo, perciò tutti scoppiarono a ridere, compresi me e Minseok, e trascorremmo una mattinata davvero piacevole all'insegna del divertimento e dell'amicizia. Diedi a tutti la notizia del mio ormai prossimo lavoro da interprete nella loro stessa casa discografica e loro mi fecero tanti complimenti, Jongin addirittura si sforzò di offrirmi la colazione, il che sapevo fosse un grande gesto da parte sua dato che l'unica volta che aveva offerto qualcosa a qualcuno era giusto durante l'era di MAMA, quando Kyungsoo era rimasto senza spiccioli per il caffè macchiato al distributore della SM.
Joonmyun si congratulò con me e mi strinse la mano così forte che non me la sentivo più, mentre Tao mi mise una mano sulla spalla e mi disse scherzando che era sollevato perchè con il mio nuovo lavoro avrei potuto comprargli tante nuove cosine, ma so che non scherzava affatto. L'avevo viziato perchè adoravo il modo in cui mi ringraziava con quei sorrisini e quegli occhioni ogni volta gli regalavo un ciondolo, una borsa, anche un paio di mutande.
Yixing mi strinse forte ed era così emozionato per me che cominciarono a brillargli gli occhi, mentre parlava in cinese stretto. "Xing guarda che tradurrei dall'inglese al coreano e dal coreano all'inglese... Non è che ho magicamente imparato il cinese nel frattempo! Ma se mi darete una mano, tu e gli altri ragazzi, potrei fare un bell'upgrade prima o poi e venire in Cina con voi durante le promozioni degli EXO-M, così da tradurre le frasi cinesi a Jongdae e Minseok, che a quanto ho capito non hanno alcuna intenzione di imparare la vostra lingua come si deve!" Mentre parlavo evidenziai quest'ultima frase, così da attirare l'attenzione dei due diretti interessati e suscitare le loro risatine imbarazzate.
Il ragazzo dalle fossette dolcissime mi guardò e mi confessò "Meno male che ci sei tu, che mi capisci! Questi due non li reggo più.. Ogni tanto in dormitorio li vedi che cominciano a chiacchierare in coreano stretto mentre mi guardano e poi ridono. Non riesco mai a capire se parlano e basta, o mi stanno prendendo in giro!" Le sopracciglia del ragazzo si alzarono mentre socchiudeva leggermente gli occhi e teneva la bocca aperta dopo questa esclamazione. Sembrava avesse appena tirato una striscia di cocaina, ma evitai di farglielo notare poichè non sarebbe stata la prima volta e si sarebbe sicuramente offeso in quel momento di lamentele. Tutto ciò che potevo fare era girarmi verso i due mascalzoni di cui si parlava e, con le braccia conserte, battere il piede destro a terra come se stessi aspettando delle scuse che, ovviamente, non arrivarono affatto. Invece tutti scoppiammo a ridere per l'espressione da ".jpg" di Yixing, come amavano chiamarla, mentre attendeva che i due si inchinassero per scusarsi.
Gli unici che non manifestarono una grande emozione per questa notizia, forse più per il fatto che ne erano già al corrente, furono Sehun e Kris, più intenti a strafogare la propria colazione all'italiana. Ma sapevo che anche loro erano più che felici per me, e me l'avrebbero dimostrato indirettamente con i fiori e i bigliettini firmati da loro che avrei ritrovato nell'appartamento poche ore dopo.
Mi sentivo triste salutandoli tutti con la mano mentre si allontanavano a piedi verso il dormitorio, da cui a breve sarebbero stati trasportati verso l'aeroporto di Incheon per la partenza. Diedi un ultimo bacio a Minseok durante il quale ovviamente si sentì Baek urlare "Affittatevi una stanza, zozzi!!!" e mi rattristii al pensiero di trascorrere un'altra settimana lontana da colui che mi donava la forza per andare avanti.
Ma ora cominciava davvero la mia vita. Una vita alla quale non avevo intenzione di tirarmi indietro, forse la vita che aspettavo da sempre. Avevo un intimo appartamentino in cui c'era tutto ciò di cui avevo bisogno, degli amici fantastici seppur uno più disagiato dell'altro, e ora anche un lavoro che a breve avrei adorato poichè costantemente collegato a ciò che ho sempre amato di più, le lingue e la musica. Ma soprattutto, avevo uno splendido fidanzato dai capelli rosa che mi amava alla follia. Avevo Kim Minseok.
  
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