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Autore: Zimt    01/05/2014    6 recensioni
Il Principe Rhaegar Targaryen affronta Robert Baratheon nella Battaglia del Tridente, lo scontro tra i due è inevitabile. I due combatteranno per il regno e per una donna. Ma conquistare il regno non significa per forza conquistare lei. In questa storia provo a immaginare come potrebbero essere andate le cose, concentrandomi sul misterioso personaggio di Rhaegar, sui suoi pensieri e i suoi sentimenti riguardo la battaglia e sui suoi ricordi legati a Lyanna. Spero possa piacervi!
Genere: Drammatico, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen, Robert Baratheon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Nota dell’autrice: Questa one-shot (un po’ lunga) narra la Battaglia del Tridente, in particolare concentrandosi sul personaggio di Rhaegar, vi avverto che non sarà allegra dato che difficilmente potrebbe esserlo, e che inevitabilmente c’è qualche piccolo spoiler sulla storia di Rhaegar. Ho inserito anche delle scene (flash-back) tra Lyanna e Rhaegar dato che qui supporto la teoria che Rhaegar + Lyanna = Jon. Le parti in inglese sono prese dal testo della canzone che mi ha ispirato questa storia: “My Name” di Charlie Winston, penso che possa essere una buona idea ascoltarla durante o dopo la lettura! Spero che vi piaccia!

 
“IL SUO NOME”:
 

Rhaegar Targaryen scese in battaglia con una certezza: “Mi verrà a cercare sul campo”.
 

I won’t apologize for the mess that you’re in.
I’m going to hide my eyes from your crimson sin.

 Sapeva che il suo rivale non avrebbe avuto altro scopo quel giorno, che tutto il sangue che sarebbe stato versato sarebbe stato per portare loro allo scontro. Folle.  Robert Baratheon era un folle. Aveva ammantato la sua ribellione di parole eroiche, di alte motivazioni; combatteva per il bene del reame, diceva, per stapparlo al sovrano folle che lo comandava. Sì, Aerys Targaryen era pazzo, persino suo figlio Rhaegar se ne rendeva conto, inadatto a governare, avvelenato dai suoi consiglieri e sordo invece ai consigli del figlio. Forse perché Aerys non era riuscito ad accettare che fosse suo figlio ad essere chiamato “l’ultimo drago”, non poteva accettare di essere messo in ombra da nessuno, di essere sfidato, di non essere amato dal suo popolo.
Ma il sangue che Robert voleva era quello di Rhaegar, che non era folle e che avrebbe governato giustamente un giorno, e non solo: voleva salvare il suo regno dall’inverno senza fine che sarebbe arrivato secondo le profezie, a meno che non venisse il Principe che è stato promesso, perché sua era la canzone del ghiaccio e del fuoco. E il principe era suo figlio, non aveva dubbi. Tre teste ha il drago. Aveva fatto tutto ciò che doveva per dare verità alla profezia, e inaspettatamente nel farlo aveva trovato lei.
L’avrebbe rivista? Lei aveva bisogno di lui ora, doveva tornare da lei. Doveva.
 

No sacrifice can make atonement again. The blood is on your hands, you should be ashamed. You won’t forget my name.

 
 “RHAEGAR!”
Robert Baratheon urlava sul campo di battaglia, abbatteva i nemici a colpi di mazza con furia cieca. “Nostra è la furia” dicevano i suoi vessilli, e lui come un cervo alla carica si faceva largo tra le schiere del Principe.
“Fuoco e sangue”, si leggeva sui vessilli Targaryen. “Sangue” pensò Rhaegar. “I miei uomini versano sangue, ma senza fuoco cosa siamo? Con il fuoco abbiamo conquistato, e senza di esso siamo perduti”. La battaglia infuriava ma era evidente che i ribelli stavano avendo la meglio.
 

You won’t forget my name.
 

 “RHAEGAR! Codardo, affrontami!”
Rhaegar vide Robert ergersi sul suo enorme cavallo da guerra sulla riva del tridente, si stava avvicinando. Il suo cavallo era stato abbattuto dalle frecce nemiche. Se solo avesse cavalcato un drago. Se solo… No, erano i pensieri folli dei Targaryen, pensieri di draghi e di fuoco, che li stavano portando alla rovina, o era la mancanza di draghi? No, non poteva perdere la ragione. Non ora.
Rhaegar combatteva con coraggio, e la sua tecnica con la spada era impeccabile, era rapido di riflessi e di mente, ma non provava gioia nel combattere, né orgoglio. Era un dovere, doveva combattere per la sua Casa, per il suo regno, per l’onore, per la sua famiglia, e per tornare da lei. Lei.
Il lamento di un corno da guerra lo raggiunse, confuso dal clangore delle armi e dalle grida degli uomini. O era l’ululato di un lupo? Di una lupa?
Rhaegar combatté con maggiore foga, parando, affondando, gridando. Urlò ordini ai suoi uomini, determinato a vincere, per lei.
I suoi capelli argentati sfuggivano da sotto l’elmo e gli ricadevano sugli occhi, il suo viso era sporco della polvere alzata dalla battaglia e sudato, ma i suoi occhi erano accessi di rabbia e dolore, due fiamme viola, che ardevano sul suo bel volto.
I suoi uomini erano leali, lo sarebbero stati fino alla fine, il Principe lo sapeva. Sapeva di ispirare devozione e di infondere coraggio, ma lo feriva vedere uomini morire per lui e per la follia di Robert Baratheon, se era lui che voleva, allora l’avrebbe affrontato.
Quando vide Robert spronare il cavallo verso di lui provò sollievo, forse un loro duello avrebbe posto fine alla battaglia e risparmiato molte vite.
 

So now I say goodbye and this to you I pledge: take your final step and plummet over the edge.
You listen to the snake, I won’t take any blame…

 
 
 Robert combatteva per vendetta e gelosia, per brama di potere e perché non poteva accettare di aver perso lei, diceva che Rhaegar l’aveva rapita, ma in fondo doveva sapere che non si può imprigionare una lupa, che è lei a scegliere il suo branco. Lei.
Le colpe che gli venivano attribuite non pesavano su Rhaegar, e si chiese se invece Robert sentisse il peso della verità mentre cavalcava verso di lui per affrontarlo.
“RHAEGAR!” gridava Robert, “bastardo, ti ammazzerò, rapitore, maledetto, senza onore!”
Quando lo raggiunse, Rhaegar si limitò a rispondere: “Lasciala fuori da questa storia e combatti, ma sappi che non combatti per lei, perché lei ha scelto”.
“Nooo”. Ringhiò Robert, “tu menti”.
I loro occhi si incrociarono e Rhaegar vide il dubbio in quelli del nemico.
 

Now here’s my breath in your face, I leave you up in flames.
You won’t forget my name.

 
 In quegli occhi vide il terrore, lo stesso che i nemici dei suoi antenati avevano provato nell’affrontare i draghi. Rhaegar, l’ultimo drago, forse dalle sue belle labbra non usciva fuoco, ma la verità sapeva bruciare. Il suo avversario era più forte e più spietato, la verità non l’avrebbe fatto vincere, questo no, ma non sarebbe stata dimenticata se lui fosse morto, la verità sarebbe rimasta.
 

You won’t forget my name.

 
 “Se solo la vita fosse una ballata” pensò il Principe. Amava le canzoni di cavalieri valorosi che combattevano per la giustizia e per la verità, nelle storie erano i giusti e i puri di cuore a vincere, ma la battaglia che stava vivendo era reale, e nella realtà gli dei sono folli, come i re. Ancora un ululato squarciò l’aria. “Una lupa canta per me, come tante volte ho cantato io per una lupa” pensò il drago.
 

Behold! The angel's singing sweet
For righteousness; a cry!

 
 Pensò a quando le aveva raccontato la storia di Bael il bardo, che aveva rubato una rosa d’inverno agli Stark. Ricordò come lei aveva riso e aveva detto che lui era il suo Bael, il suo bardo e gli aveva chiesto di cantare per lei. Pensò ai fiori che lei amava e si chiese se glieli avrebbe portati alla tomba se fosse morto. “Non mi hai rubata, e scommetto che neanche Bael ha rubato una Stark, non siamo così mansuete, siamo lupe!” nascondeva il sorriso dietro alla rosa blu che lui le aveva portato e suoi occhi brillavano di divertimento e di amore “Non mi hai rubata, ma puoi cantare per me, mio bardo!” Era così bella e selvaggia. Lei.
 

He sings for you so tenderly:
"Apple of my eye!"

 
 Poi Robert attaccò. Lui e Rhaegar si scontrarono. Il cervo colpiva con la rabbia di chi vuole negare la verità, o cancellarla uccidendo l’unico che può raccontarla, Rhaegar combatteva per tornare da lei, ma Robert amava la guerra e altro non era che un guerriero; il Principe era diverso, e aveva lo svantaggio di non essere a cavallo. Molto presto si trovò a parare con fatica i colpi dell’avversario e si rese conto che lo stava spingendo verso l’acqua del fiume, ma dovette continuare a indietreggiare. Il suo avversario non cercò un duello alla pari, non mostrò onore né pietà, non scese dal suo destriero e continuò a mulinare la sua mazza da guerra colpendo e colpendo ancora. Rhaegar sentì il sassi resi scivolosi dall’acqua e dal fango sotto ai propri piedi e seppe che non sarebbe resistito a lungo, cercò di contrattaccare e riuscì a ferire il cavallo di Robert, ma questi scese con un balzo e riprese l’attacco. Rhaegar scivolò e non vide il colpo abbattersi su di lui. Arrivò il dolore e poi la consapevolezza, la certezza che era finita. Una lupa ululò come se il colpo fosse stato inferto a lei e Robert si fermò, ma ormai era tardi. “Tu… hai ucciso entrambi oggi. Lei non ti perdonerà.” Disse Rhaegar con voce spezzata e roca. Giaceva nell’acqua bassa del fiume tra fango e sassi, e il suo assassino lo guardava, in preda all’orrore. Alla fine aveva visto la verità, ma troppo tardi, e non poteva tornare indietro.
 

Stay right where you are;
Don't be foolish to try any courageous moves
You won't be saving lives

 
 “Perdonatemi” pensò Rhaegar mentre la sua fiamma si estingueva tra quelle acque gelide, si chiese se Elia l’avrebbe odiato, se sarebbe stata ancora viva alla fine della guerra, pensò ai loro figli e a cosa avrebbero pensato del padre. Ma il suo più grande rimpianto era non poter tornare dalla donna che davvero amava, che aveva cercato per fare avverare una profezia, ma aveva trovato molto di più. “Perdonami se non tornerò” pensò. Sapeva quanto lei avesse voluto essere lì con lui a combattere, ma nelle sue condizioni non poteva. “Sarebbe andata diversamente con lei al mio fianco”. Ma non se ne andava senza aver compiuto il suo compito per quel mondo ingrato. Lasciava loro una promessa, una profezia di salvezza. “Il drago ha tre teste”.
 

I didn't do all I've done for you to put me to shame.
Now in your final hour my legacy remains.

 
 E pensò anche al loro figlio che ancora non era nato. Che cosa ne sarebbe stato? E degli altri? "Il drago ha tre teste". Lei diceva che suo fratello non avrebbe permesso che succedesse qualcosa al sangue del suo sangue, era un uomo onorevole Eddard Stark, sperò che proteggesse lei e il bambino. “Sarà un maschio, e sarà forte...” aveva affermato la lupa quando si era svegliata tra le sue braccia una mattina, “l’ho sognato! Un lupo nero come la notte e bianco come la neve con gli occhi a tratti di uno Stark e a tratti rossi come il fuoco e aveva un'ala di corvo e una di drago”. Rhaegar pensò che a volte i sogni dicevano il vero, anche se non sapeva come interpretarlo. “Come lo chiameremo, mia amata?” le aveva chiesto allora. “Con un nome regale, un nome importante” rispose lei, tranquilla, era così serena con lui. “Jaehaerys, come mio nonno, fu un buon re.” suggerì lui. “Sì, Jaehaerys, il mio piccolo principe… ma voglio che abbia un secondo nome che gli ricordi che appartiene anche al nord. Jon, come il forte e fiero re Jon Stark! Jaehaerys Jon Targaryen, quando lo riconoscerai e legittimerai come tuo”, disse lei con fierezza. “Lo farò appena salirò sul trono, mia cara”, la rassicurò lui, la strinse a sé e le baciò le labbra, le accarezzò i capelli scuri, la guancia, i collo, il seno e in fine il ventre, in cui suo figlio cresceva.
 
Jaehaerys Jon Targaryen… no, non più. Snow.
 
 

You won't forget my name!

 
 Una lupa gridava il suo dolore, lontano. Ululava contro l’ingiustizia e contro la follia e il suo lamento era dolce e straziante. Robert Baratheon guardò il suo nemico morire, rabbrividendo a ogni ululato, “che cosa ho fatto?” cantilenava il vincitore, “che cosa ho fatto? Ho vinto la battaglia, ma lui ha vinto… ha vinto lei”. La battaglia era finita, l’esercito di Robert Baratheon aveva vinto e Robert aveva perso. Lei, che non l’avrebbe mai amato, mai perdonato e che lui mai avrebbe potuto dimenticare. Lei.
 

You won't forget my name.

 
 E a ogni ululato Rhaegar rispondeva con un sussurro, il suo nome. I sopravvissuti lo sentirono e raccontarono per anni ciò che avevano sentito: che il Principe Rhaegar era morto con il nome di una donna sulle labbra, come una preghiera, come una canzone. Un solo nome. Lyanna.
 

Behold! The angel's singing sweet
For righteousness; a cry!
He sings for you so tenderly:
"Apple of my eye!"

  
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