Behind Blue Eyes
Killian si svegliò. Era tutto normale, come al solito. Perfino troppo, osando. Aveva giurato di non aver dormito per tutta la notte, girandosi, torturando il cuscino e respirandoci all’interno, non riuscendo a trovare una sistemazione degna di una notte di sano rilassamento, dopo tutti quei giorni passati a lavoro. Ma alla fine non fu così. Forse non aveva dormito nell’altro mondo, quello che lo stava aspettando, a sua insaputa.
Si svegliò. Fece scivolare le lenzuola che parvero attaccarsi alla pelle, e si alzò di fretta. Corse via dalla sua stanza, dirigendosi verso il lungo corridoio che preveniva il bagno. Aveva quasi un certo timore ad entrare. Ma era anche curioso, sì. Cosa poteva essere successo quella notte? Non poteva aver combattuto davvero. Con dei pirati. Dei pirati! Forse il minimo che aveva fatto era combattere con il suo cuscino, pensò con un tocco di ironia; combattere con i suoi pensieri, e con delle idee che non erano comparse per tutto il giorno, e lo tormentavano in quel dannato momento.
Era tutto molto strano. Ma alla fine si decise a girare la maniglia ed entrò. Il bagno profumava di fresco come sempre. Per sua moglie era un’abitudine lasciarlo sempre così, con un forte spray per l’ambiente, che, doveva ammetterlo prima o poi, gli dava un po’ fastidio. Okay, non soltanto un po’. Di mattina era alquanto fastidioso. Si fermò per alcuni minuti, fissando lo specchio. Era vero. Era tutto vero. Aveva un graffio molto lungo e ancora bagnato di sangue sulla guancia. Era in bella vista, non poteva passare inosservato. Ma come poteva essere? Forse, per sbaglio, era urtato su una parte del letto senza rendersene conto…
Si svegliò. Fece scivolare le lenzuola che parvero attaccarsi alla pelle, e si alzò di fretta. Corse via dalla sua stanza, dirigendosi verso il lungo corridoio che preveniva il bagno. Aveva quasi un certo timore ad entrare. Ma era anche curioso, sì. Cosa poteva essere successo quella notte? Non poteva aver combattuto davvero. Con dei pirati. Dei pirati! Forse il minimo che aveva fatto era combattere con il suo cuscino, pensò con un tocco di ironia; combattere con i suoi pensieri, e con delle idee che non erano comparse per tutto il giorno, e lo tormentavano in quel dannato momento.
Era tutto molto strano. Ma alla fine si decise a girare la maniglia ed entrò. Il bagno profumava di fresco come sempre. Per sua moglie era un’abitudine lasciarlo sempre così, con un forte spray per l’ambiente, che, doveva ammetterlo prima o poi, gli dava un po’ fastidio. Okay, non soltanto un po’. Di mattina era alquanto fastidioso. Si fermò per alcuni minuti, fissando lo specchio. Era vero. Era tutto vero. Aveva un graffio molto lungo e ancora bagnato di sangue sulla guancia. Era in bella vista, non poteva passare inosservato. Ma come poteva essere? Forse, per sbaglio, era urtato su una parte del letto senza rendersene conto…
L’altra realtà
Era sulla sua nave. La Jolly Roger, quella che lo aveva sempre accompagnato ovunque andasse. Sempre, sin dalla morte di suo fratello Liam. All’ora non si chiamava così, e non era neanche di sua proprietà. Anche lui era diverso. A quei tempi seguiva le orme di Liam, andava tutto bene; fin quando il Regno andò contro ogni sua aspettativa e voltò le spalle a tutti loro. Quello era disonore. E Killian non voleva crescere diventando un uomo che si basa soltanto sulle menzogne; non voleva vivere in quel modo. Se essere un pirata voleva dire onorare suo fratello, aveva preso la sua scelta. Si spogliò di tutte le vesti che il Regno gli aveva donato e dichiarò le sue idee alla ciurma. Era stato deciso, sicuro di quello che aveva intenzione di fare.
Ma erano passati anni ormai da quel momento. Stava combattendo in modo violento e senza alcuna pietà con uno dei suoi peggiori nemici, il famoso Barbanera. Se quest’ultimo credeva che Capitan Uncino si fosse rammollito negli ultimi anni, stava sbagliando di grosso. Eccome se stava sbagliando. Doveva dimostrargli di che pasta era fatto il Capitano. Doveva dimostrargli che nessuno, ma proprio nessuno, prende possesso della sua nave.
Ormai aveva in mano quella lunga spada da tempo. La muoveva con naturalezza, disinvoltura. Come per dimostrarsi sicuro di se stesso. Il freddo, tipico delle serate al mare, si poteva ben sentire. Sulle labbra soprattutto, screpolate e rosee, che a volte si aprivano per ansimare e per poi creare piccole nuvolette col fiato.
Barbanera si avvicinò. Lui lo imitò, girando intorno per scattare e fare la prima mossa. Scintillii di spade che urtavano si udivano di tanto in tanto, forti, e di un metallo molto resistente. Il mare era tutt’altro che calmo; il rumore delle onde, che adesso era diventato un suono abituale per Killian, facevano da sfondo la scena, insieme alla ciurma di entrambi gli uomini che acclamavano il loro Capitano.
Questa sfida doveva finire, pensò Killian. Senza rifletterci più di tanto, con tanto di battutine sarcastiche e voglia di farlo fuori, portò l’avversario su un punto debole della nave che solo lui conosceva. Un’asta di legno mai fatta aggiustare. Bel colpo, Killian. Aveva decisamente fatto centro.
Quando Barbanera c’era del tutto sopra, premette forte mentre teneva la sua lunga spada ferma sul suo petto, e fece alzare l’asta da una parte così che Barbanera cadde al momento.
Il pirata che era in lui si era fatto rivedere. Era davvero soddisfatto, e anche Spugna e gli altri pochi uomini della sua ciurma che aveva portato con sé, sembravano esserlo.
Ma erano passati anni ormai da quel momento. Stava combattendo in modo violento e senza alcuna pietà con uno dei suoi peggiori nemici, il famoso Barbanera. Se quest’ultimo credeva che Capitan Uncino si fosse rammollito negli ultimi anni, stava sbagliando di grosso. Eccome se stava sbagliando. Doveva dimostrargli di che pasta era fatto il Capitano. Doveva dimostrargli che nessuno, ma proprio nessuno, prende possesso della sua nave.
Ormai aveva in mano quella lunga spada da tempo. La muoveva con naturalezza, disinvoltura. Come per dimostrarsi sicuro di se stesso. Il freddo, tipico delle serate al mare, si poteva ben sentire. Sulle labbra soprattutto, screpolate e rosee, che a volte si aprivano per ansimare e per poi creare piccole nuvolette col fiato.
Barbanera si avvicinò. Lui lo imitò, girando intorno per scattare e fare la prima mossa. Scintillii di spade che urtavano si udivano di tanto in tanto, forti, e di un metallo molto resistente. Il mare era tutt’altro che calmo; il rumore delle onde, che adesso era diventato un suono abituale per Killian, facevano da sfondo la scena, insieme alla ciurma di entrambi gli uomini che acclamavano il loro Capitano.
Questa sfida doveva finire, pensò Killian. Senza rifletterci più di tanto, con tanto di battutine sarcastiche e voglia di farlo fuori, portò l’avversario su un punto debole della nave che solo lui conosceva. Un’asta di legno mai fatta aggiustare. Bel colpo, Killian. Aveva decisamente fatto centro.
Quando Barbanera c’era del tutto sopra, premette forte mentre teneva la sua lunga spada ferma sul suo petto, e fece alzare l’asta da una parte così che Barbanera cadde al momento.
Ho pensato di farla aggiustare… ma adesso che ci penso è meglio così.Disse Killian, ammirando con un sorriso vittorioso la vista del nemico sconfitto. Presto l’asta cedette al suo peso, e lo gettò in mare.
Il pirata che era in lui si era fatto rivedere. Era davvero soddisfatto, e anche Spugna e gli altri pochi uomini della sua ciurma che aveva portato con sé, sembravano esserlo.
Adesso la Jolly Roger torna al suo legittimo proprietario. Chi vuole unirsi a me faccia pure, in caso contrario…
Iniziarono tutti ad acclamare il Capitano. Si sentiva fiero, aveva onorato suo fratello ancora una volta. Si sentiva come quella volta, quando da Tenente, fece il discorso che cambiò la sua vita per sempre.
Aveva ripreso quello che era suo.
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Non poteva essere soltanto urtato, era qualcosa di peggiore. Guardò i suoi occhi intensamente. Qualcosa era cambiato. Sempre un azzurro che poi si immerge nel blu, sì. Ma dentro c’era qualcosa che non aveva mai visto prima.
Uscì, stupefatto, correndo in cerca della sua donna. Come poteva spiegarle tutto questo? Era da pazzi.
Aveva ripreso quello che era suo.
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Non poteva essere soltanto urtato, era qualcosa di peggiore. Guardò i suoi occhi intensamente. Qualcosa era cambiato. Sempre un azzurro che poi si immerge nel blu, sì. Ma dentro c’era qualcosa che non aveva mai visto prima.
Uscì, stupefatto, correndo in cerca della sua donna. Come poteva spiegarle tutto questo? Era da pazzi.
S-sono un uomo.. cattivo.esclamò appena la vide, senza neanche mettere piede in cucina.
Cosa?ribatté incuriosita l’altra.
Sono un pirata.
Tu sei Killian Jones. E forse questa mattina io ho aggiunto qualcosa di troppo nella tua colazione, devo ammetterlo.
E scoppiarono entrambi in una dolce e strana risata.
Salve! Stavo pensando di scrivere questa One-Shot da tempo, credo da quando ho ascoltato per la prima volta questa canzone.
E’ proprio adatta a lui. L’hanno scritta proprio per far soffrire tutte noi di Killy Jones feels. Ecco come moriremo. (O almeno, moriro`) T_T
Beh, che dire? Spero tanto che vi piaccia, perché avevo una voglia matta di scrivere su di lui e pubblicare finalmente qualcosina.
Mi aspetto qualunque recensione, anche per migliorare un po', no? :3 lo squallore finisce qua, aye.
Alla prossima,
Lela