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Autore: beat    22/07/2008    6 recensioni
Quando nemmeno la perfezione di Light o l'intelligenza di L sono immuni dai sette Vizi Capitali.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopi di lucro.

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Personaggi: L, Light
Genere: Introspettivo
Raiting: Giallo
Avvertenze: One-shot, strutturata in sette drabbles (99 parole ciascuna)


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VITIA
I Sette Vizi Capitali



Gola

L amava i dolci.
Amava il sapore che si spandeva sulla lingua, ad ogni singolo morso.
Amava il sapore di soddisfazione che gli rimaneva in bocca.
Amava i dolci e non ne poteva fare a meno.
Sfogava sui dolci tutte le sue frustrazioni.
Non amava il contatto con le altre persone, non aveva mai provato il calore di un abbraccio, di un paio di labbra che sfiorano le tue.
Ma L era pur sempre un uomo.
Si era lasciato andare una volta con un pasticcino alla crema.
E il dolce sapore della tentazione non lo aveva più lasciato libero.


Lussuria

Light era sempre stato un bel ragazzo.
Fin da bambino il suo viso incantava chiunque, dalle bambine che giocavano con lui, alle maestre della scuola elementare.
Tutti lo ammiravano e lo lodavano.
E più lo lodavano più lui ci provava gusto.
Amava le donne.
Non una in particolare, no.
Amava stare con le donne, abbandonarsi al puro piacere carnale.
Solo per il gusto di farlo.
Solo perché era bello e tutte lo adoravano.
Molte cercavano la sua compagnia e Light mai una volta negava gli incontri.
Il suo fascino ammaliava le donne e lui si abbandonava al piacere tentatore.


Accidia

L non faceva mai nulla di proprio pugno.
Usava il cervello, questo sì.
Ma non agiva mai.
La sua persona, troppo preziosa rispetto un 'chiunque' appartenente alla media, non poteva certo permettersi di affaticarsi, di rischiare in prima persona.
E poi, lui aveva tutti i sottoposti a cui affidare il lavoro che lui non poteva – non voleva – fare.
Tutti pronti ad eseguire i suoi ordini.
L rimaneva lì, seduto sulla sua poltrona, a ragionare.
Lui ragionava.
Lo scopo della sua esistenza era questo.
Tutti scattavano pronti e solerti ad ogni suo ordine.
Lui non si alzava mai dalla poltrona.


Ira

Light era sempre stato un bravo bambino.
Era ubbidiente e nessuno lo rimproverava mai.
Pensava di poter aver tutto quello che voleva.
Sempre.
Per questo quando non riusciva ad ottenere quella cosa che davvero voleva, si arrabbiava.
Oh, non lo dava a vedere a nessuno.
Lui era Light, il più bravo bambino che si potesse desiderare.
Non faceva mai i capricci, anche se subiva un delusione.
Ma quando era da solo, tutta l'ira che covava dentro di sé esplodeva come un vulcano tenuto al limite per troppo tempo.
Immancabilmente qualche oggetto finiva rovinosamente in pezzi e lui urlava impazzito.



Invidia

L era sempre stato il migliore.
Nessuno era bravo, intelligente come lui.
Anche se quasi nessuno lo aveva conosciuto personalmente, chiunque avesse lavorato con lui, o anche solo sentito parlare di lui, non poteva che esprimere ammirazione nei confronti della sua geniale mente.
Ma adesso...che cosa era successo?
Tutte quelle persone ammiranti che richiedevano a gran voce il suo intervento per risolvere un caso che pareva impossibile...dove erano finite?
Dove erano finiti tutti i suoi ammiratori?
Perché un infimo criminale lo aveva subissato?
Perché tutti sembravano amare Kira e non più lui?
Come era possibile tutto ciò?


Avidità

Light stava creando il suo nuovo mondo.
Anzi, non Light: Kira.
Ormai Light era Kira e niente avrebbe potuto fermarlo.
Lui era il nuovo Creatore.
Il Salvatore di tutte quelle anime che stavano peccando.
Aveva incontrato degli ostacoli, lo doveva ammettere.
Un piccolo uomo aveva cominciato a sbarrargli la strada.
Ma Kira non si era lasciato scoraggiare.
Aveva concesso il suo stesso potere ad altri che come lui volevano il nuovo mondo.
Ma solo per poco.
Lui era Dio.
Lui solo.
Dovevano ammirarlo, venerarlo, prostrarglisi ai piedi e compiacere ogni suo desiderio.
Lui era il solo ed unico Dio.


Superbia

Due uomini avevano peccato.
Erano per tutti l'immagine della persona perfetta, virtuosa quasi all'impossibile.
Tutti tacevano quando loro due parlavano: tutti li guardavano ammirati.
Ma quei due uomini erano solo uomini.
Comuni esseri umani.
Ed avevano peccato.
Avevano profondamente peccato.
L aveva peccato di superbia, credendo di essere l'essere più intelligente della Terra.
Light aveva peccato di superbia, credendo di poter essere come un Dio.
L aveva peccato di superbia, non volendo riconoscere che poteva esserci qualche cosa che non poteva sconfiggere.
Light aveva peccato di superbia, non pensando che anche lui era un piccolo, misero, mortale essere umano.





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Angolo dell'Autrice:

Salve a tutti!

Questa è la mia prima fanfiction su Death Note, e non poteva non essere dedicata ai due protagonisti.
Ho cercato di rendere la parte più problematica di questi due personaggi, i vizi a cui nemmeno loro sono immuni.
Ho anche cercato di non andare nell'OOC e spero vivamente di esserci riuscita.

Per favore, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!
Ci terrei davvero tanto a sapere che cosa ne pensate di questa storia.

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



   
 
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