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Autore: Jawaader    02/05/2014    2 recensioni
Ero lì, ferma, immobile, distesa per terra, la maglia alzata fino al petto e i pantaloni sganciati, il cuore che mi batteva forte, la voce e gli urli che non riuscivano ad uscire, quando poi arrivò lui, a salvarmi.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
 
 
Sento il suono squillante della sveglia negli orecchi e capisco che è l’ora di alzarsi ed affrontare un nuovo giorno di scuola in una nuova città ancora sconosciuta a me, Sydney, la città più popolosa dell’Australia.
Io sono Claire, ma preferisco essere chiamata Clary, ho 17 anni e questa è la terza volta che mi trasferisco in una nuova città a causa del lavoro di mio padre. Sono una ragazza di altezza media, capelli castani lunghi poco più delle spalle e occhi marroni ; sono un’adolescente come tante altre senza qualcosa di particolare. Non ho voglia di iniziare la mia vita da capo perché so già che sarà difficile e poi con il carattere che mi ritrovo ritengo che sarà un impresa alquanto ardua però devo fare uno sforzo.  Ho sempre desiderato essere una di quelle ragazze con un carattere forte, sempre vestite alla moda e alle quali vanno dietro tutti i ragazzi della scuola e che riescono a fare amicizia in pochissimo tempo; purtroppo non sono questo genere di ragazza, io sono tutto il contrario, semplice, introversa e timida, quel tipo di ragazza che se in classe non viene pronunciato il suo nome nessuno si accorge neanche della sua presenza. Mia madre mi ha sempre detto che io sono speciale così come sono e che non devo cambiare per nessuno, ma più volte me lo dice e più volte penso che lo dica solo perché è mia mamma.
Mi alzo dal letto e mi vesto. Canotta bianca, jeans e all star bianche con le borchie. Vado in bagno e mi trucco con un po’ di mascara e un filo di matita sotto gli occhi e sono pronta. Scendo le scale mi affaccio in cucina. Non c’è nessuno e deduco che i miei siano già andati a lavoro. Decido di fare colazione fuori, così prendo la cartina della città che mamma mi aveva lasciato sul tavolino vicino alla porta, afferro la borsa e mi chiudo la porta di casa alle spalle.
Mentre camminavo per arrivare a scuola passasi vicino a Starbucks e così mi fermai e presi una brioche ripiena di nutella e un cappuccino e al diavolo la dieta.   In meno di 10 minuti ero davanti a scuola. Mi ero paralizzata a fissare quella gigantesca scritta sopra quell’edificio “George Washington School”, era così immensa quella scuola, ci dovevano essere tanti studenti lì dentro e quindi tutti gli occhi su di me perché ero nuova, odio essere al centro dell’attenzione. Scaccio via quel pensiero dalla mia mente e mi faccio coraggio a entrare.  Una volta varcata la porta di quella struttura vengo subito presa da un “nodo” allo stomaco. Troppe persone, troppe persone in quel corridoio che sembrava minuscolo. Cerco di passare inosservata tenendo la testa bassa e dirigendomi verso la presidenza per ricevere tutte le cose necessarie per affrontare questi ultimi mesi di scuola.  Quando arrivo davanti alla porta busso e immediatamente mi apre un uomo alto in giacca e cravatta con i capelli biondi e gli occhi di un colore verde smeraldo, devo ammettere che non era il preside che tutti si aspettano di trovare, basso, cicciotto e severo anzi era un bell’uomo.
- Lei deve essere la nuova studentessa, io sono il preside di questa scuola, il signor Thompson, benvenuta nella “George Washington School”- disse mostrando un sorriso a 32 denti ma con la piena formalità di un preside.
- Grazie mille- risposi resituendogli il sorriso
Mi fece accomodare su una sedia in pelle del suo studio e mi spiegò tutte le regole da rispettare in questa scuola. Alla fine del discorso mi consegna un foglio dove è scritto il numero del mio armadietto e i corsi che dovrò frequentare e mi allungò i libri.  Mi aprì la porta e disse
- Il tuo prossimo corso si svolgerà nell’aula B, infondo al corridoio a sinistra e… - qualcosa interruppe il suo discorso, era la campanella – ti conviene allungare il passo se vuoi arrivare in tempo per la lezione
- Grazie mille signor Thompson.
Mi stavo dirigendo verso l’aula tenendo gli occhi fissi sui libri che avevo in mano, non avevo molta fretta, anche se la campanella era già suonata, potevo comunque dire che avevo fatto ritardo perché mi ero trattenuta dal preside essendo la nuova arrivata, almeno un lato positivo c’era.
Stavo camminando in quel corridoio deserto quando andai a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.


 

 

-SPAZIO AUTRICE-
Ciao a tutti, questa è la mia prima FanFiction su i 5 second of summer... spero solo che vi piaccia ;)
( Non in tutti i capitolo scriverò in questo spazio )
  
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