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Autore: ibelieveinme    02/05/2014    6 recensioni
Questa fanfiction su Nina Dobrev e Ian Somerhalder l'avevo scritta e proposta due, tre anni fa su facebook e anche su questo sito e fu molto apprezzata. Ve la ripropongo, questa volta completa, sperando vi piaccia;
Dal capitolo ventidue, pov Ian:
"Vuoi baciarmi?" Chiesi schietto.
Lei arrossì violentemente e scosse il capo. Quel gesto così casuale mi fece ridere.
Le diedi un lieve bacio all’angolo della bocca e sussurrai "Dormi piccola, è tardi."
"Si, è tardi." Si portò la mano davanti alla bocca, sbadigliando, e poi si accoccolò al mio petto.
La sentivo terribilmente mia.

Dal capitolo trentatré, pov Nina:
Quel rifiuto sembrò ferirlo “Perché?” Chiese confuso.
Mi si velarono gli occhi di lacrime “Perché amo Ian. E' lui che voglio. Lo vorrò sempre, Joseph. Lui potrà stare con tutte le ragazze che vorrà. Potrà ferirmi all'infinito, ogni giorno della mia esistenza. Ma non smetterò mai di amarlo.”

#TANTI COLPI DI SCENA!
#NIAN ALWAYS!
#RECENSITE!
Genere: Fluff, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Mi guardai intorno con fare confuso. Mi ero persa? No, non poteva essere. In quell’enorme sala c’era moltissima gente. Attori naturalmente. Come me. Ero andata con l’intenzione di fare un’audizione. Qualunque ruolo sarebbe andato bene. Ma ora mi sentivo a disagio. The Vampire Diaries avrebbe avuto sicuramente successo. I vampiri andavano di moda in quei tempi. Dopo l’uscita di Twilight, i registi più famosi non facevano altro che produrre film horror e fantasy. A me non erano mai piaciuti i vampiri. Insomma, non hanno senso. Morti assetati di sangue. Dov’è l’entusiasmo in tutto ciò? Si, ne avevo fatti molti di film fantasy. Ma sentivo che questo qui mi avrebbe cambiato la vita. Sarah, la mia manager che mi aveva iscritta per l’audizione, era sparita. Mi aveva lasciata sola. Ero ansiosa. Le gambe tremavano leggermente. Perché succedeva ciò? Beh, ero sempre nervosa alle audizioni, ma ora… Feci qualche passo indietro per poi inciampare, come una stupida. Delle braccia lunghe e forti, però, evitarono che cadessi.
“Oddio, scusi.” Mormorai imbarazzata, cercando di ricompormi velocemente. Ma quelle braccia non mi liberarono. Quando alzai lo sguardo, incontrai gli occhi più belli che avessi mai visto. Erano azzurri. Azzurri come il cielo. Il mare. Azzurri limpidi. Erano lenti a contatto? Era impossibile che fossero veri. Erano troppo meravigliosi. Osservai il ragazzo che non aveva intenzione di lasciarmi. Era di una bellezza assurda. Era un modello? Sicuramente lo aveva fatto in passato. Era di una bellezza che non passava inosservata. I capelli erano castani scuri, leggermente scompigliati. Così semplici, senza la minima traccia di gel o altre schifezze che si mettono i ragazzi per darsi arie. Il naso perfettamente dritto, le labbra carnose, gli zigomi marcati, le sopracciglia folte. E aveva anche una leggera barba scura. Ma i suoi occhi... Non riuscivo a smettere di guardarli. Non sapevo cosa dire. Fare. Alla fine lui ruppe il silenzio. Sorrise, mostrando una schiera di denti bianchi, perfetti e brillanti. Quel sorriso non mi mise per niente a mio agio. Anzi, mi innervosii.
“Tutto bene?” Chiese gentilmente. Sbattei un paio di volte le palpebre, confusa, e annuii.
Mi aiutò a riprendere l’equilibrio e non abbandonò il suo sorrisetto. Un sorrisetto tutt’altro che gentile, ora. Era un sorriso strano. Attraente, malizioso. Era un maniaco?
Cercai di sembrare il più seria possibile.
“Avevo la mente in tutt’altro posto. Mi spiace.” Borbottai.
Mi scrutò dall’alto al basso. Non mi aiutava per niente. Arrossii violentemente.
“Si è notato. Ma se lei è una ragazza così distratta, e se alla sua mente piace così tanto viaggiare, non dovrebbe indossare dei tacchi.”
Aggrottai le sopracciglia. Che arrogante. Bello ma arrogante. Si, il tipico attore viziato.
“Secondo lei dovrei presentarmi ad un’audizione in scarpe da tennis?”
“Se le stanno comode, si. Dovrebbe.”
“Darei una brutta impressione di me, una persona poco professionale.”
“Il suo viso non mi è familiare. Non è un’attrice conosciuta. Quindi, non si preoccupi dell’impressione.”
Strinsi i pugni e i denti “Si da il caso che io abbia fatto la modella per qualche anno. Che abbia partecipato a qualche telefilm e anche a film importanti. Forse quello antico è lei, che non segue quella nuova invenzione chiamata “televisore”.”
Ridacchiò divertito per la mia risposta e per la mia espressione irritata.
“Okay, senti. Scusami ma...”
“Scusami?” Lo interruppi, alzando le sopracciglia “Ora ci diamo del tu?”
“Se a te non dispiace.”
Feci spallucce e incrociai le braccia, guardando altrove.
Iniziava a fare caldo. Giugno, a Vancouver, si sentiva. Giravano voci che la serie tv si sarebbe svolta lì.
Io non sapevo neanche la trama. Non sapevo quale audizione -su quale personaggio- mi aveva organizzato Sarah. Sapevo solo che il telefilm prendeva spunto da una saga. Proprio come Twilight, ma questo qui sarebbe diventato un telefilm.
I registi erano Julie Plec e Kevin Williamson. Julie Plec non l’avevo mai sentita nominare. Forse era una regista di discreto successo. Kevin Williamson, invece, era famoso per i suoi telefilm fantasy.
“Sei qui per quale personaggio?” Chiese ad un tratto quel ragazzo di poco fa. Non se n’era andato. Ma che diamine voleva?
Incontrai nuovamente il suo sguardo e cercai di sembrare disinvolta “Non lo so. La mia manager mi ha iscritta ad un’audizione. Non so per chi”
Sgranò gli occhi “Quindi non sai nulla di questa serie? Nemmeno la trama?”
“No.”
Dal portone d’ingresso continuava ad entrare gente. Alcuni avevano il volto conosciuto, altri no.
“Sembri molto giovane per essere un’attrice” Continuò a parlare quel ragazzo, di cui non sapevo neanche il nome “Quanti anni hai?”
Sorrisi appena “Non si chiede mai l’età ad una donna.”
Ricambiò il sorriso “Una donna che però ha la mente viaggiatrice. Non è una cosa... infantile, perdersi in frivolezze e non concentrarsi sull'obiettivo?”
Feci una smorfia, irritandomi nuovamente “Ne ho ventidue e non sono infantile come dice lei. Ora è contento?”
“Si, diciamo.” Il suo sorriso divenne soddisfatto.
Ad un tratto, la porta della stanza dove si tenevano le audizioni, si spalancò e calò il silenzio. Si udii una voce femminile, urlare: “Nina! Nina Dobrev per il ruolo principale di Elena!”
Rimasi pietrificata. Nina Dobrev? Ero io, naturalmente. Ma per il ruolo principale? Non ci potevo credere. Sarah mi aveva fatto questo? Mi avrebbero sicuramente cacciata! Chi vuole una ex modella bulgara? Nessuno! E la mia popolarità stava calando a picco. Mi morsi nervosamente il labbro mentre il ragazzo dagli occhi azzurri mi scuoteva “Nina? Nina, devi andare.”
Tremai leggermente e mi girai verso di lui “Come sai il mio nome?”
Sorrise appena “Scherzavo prima, ti conosco. So anche come reciti e se devo essere sincero, sei una bravissima attrice. Quindi vai tranquilla e stendili.”
Lo guardai negli occhi. Per la prima volta mi diedero coraggio. Guardai il portone d’uscita. Potevo andarmene. Evitare di fare figuracce. Poi guardai la porta aperta delle audizioni.
“So anche come reciti e se devo essere sincero, sei una bravissima attrice”. Le parole di quel ragazzo dagli occhi elettrici mi erano rimaste dentro. Impresse. E così entrai, senza guardarmi indietro.
  
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