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Autore: The Lady of His Heart 23    02/05/2014    3 recensioni
Ricordo ancora Rue, le ho volute bene e non smetterò mai di volerne, come non smetterò mai di voler bene a mia sorella Prim. Resteranno sempre nel mio cuore … le ricorderò per sempre, anche nel semplice canto di una ghiandaia imitatrice.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Primrose Everdeen, Rue
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Tranquilla, tranquilla era solo un sogno, non è niente tranquilla”continuavo a dondolare avanti e indietro la piccola testolina di mia sorella. “Andrà tutto bene, il tuo nome è la dentro per la prima volta, non possono estrarlo”dissi mentre gli accarezzavo i lunghi capelli dorati. “Cerca di dormire Prim…”
“Non ci riesco”disse lei.
“Provaci dai”le dissi io. Prim avvicinò la sua testolina al mio orecchio e mi sussurrò sottovoce
Ti va di cantare? Io annuii. Prim allora si distese sul letto e io iniziai.
“La infondo al prato, c’è un salice ombroso … e un manto d’erba che culla il riposo” cantai. Prim si unì a me nell’ultima strofa. “Te la ricordi vero? Cantala tutta allora, io devo andare, ma ci vediamo per cena”le sussurrai.
“Katniss”mi chiamò Prim quando ero sul ciglio della porta.
“Si?”dissi voltandomi.
“Sei sicura che non mi chiameranno oggi alla mietitura?”mi chiese, nei suoi occhi una scia di terrore. Mi avvicinai a lei con un sorriso dolce per tranquillizzarla.
“Te l’ho detto Prim, è la tua prima volta, non chiameranno te”le dissi accarezzandole la fronte, ma lei non sembrava convinta. Allora estrassi fuori dalla tasca una piccola spilla d’orata con su raffigurata una ghiandaia imitatrice e gliela detti. “Facciamo così, finchè avrai questa addosso non ti capiterà niente di male va bene?” le dissi e lei annuì. “Ora cerca di dormire un po’ paperella”Con le mani le afferrai il viso e le baciai la fronte.

….Quanto mi sbagliavo. Quel giorno alla mietitura, quando venne estratto il nome di Prim, quasi non ci credevo. Non potevo lasciarla morire, era così giovane, così dolce, non potevo lasciarla morire no, lei era tutta la mia famiglia, tutto ciò che mi restava. Furono queste le ragioni che mi spinsero ad offrirmi volontaria quel giorno.
Il primo tributo femmina volontario del distretto 12. La donna in rosa sul palco pronunciò quelle parole come se ne sarei dovuta esserne fiera.
Quando Prim mi venne a salutarmi prima della mia partenza mi restituì la spilla che le avevo regalato e abbracciandomi mi sussurrò in lacrime
“Tu devi vincere”. Io annuì incapace di fare altro e poi mi preparai ad affrontare il mio destino. Ma il presidente non mantenne la sua promessa e trovò un altro modo per uccidere la mia dolce sorellina.

Non volevo allearmi con nessuno, per non avere rimpianti una volta nei giochi, ma anche questa volta mi sbagliavo di grosso. Finii per allearmi con una ragazzina del distretto 11. Non so perché, ma in un certo senso mi ricordava tanto mia sorella.

“Katniss! Katniss!”sentii qualcuno che urlava il mio nome a gran voce. Senza pensarci mi voltai e iniziai a correre verso quella voce. Vidi Rue bloccata dentro una rete da pesca di uno dei tributi in gara, probabilmente del ragazzo del 4. Estrassi il coltello dalla cintura e tagliai i fili.
“Tranquilla tranquilla, sono qui!” le dissi mentre le toglievo di dosso la rete. Una volta libera Rue si gettò tra le mie braccia. “Sono qui, sono qui sta calma, sei salva, va tutto bene è tutto ok vedi, stai bene.”le dissi. Rue parve calmarsi un pochino e annuì. Solo in seguito notai un tremolio nei suoi occhi, lo stesso tremolio di terrore che aveva mia sorella Prim a causa dei suoi incubi. Notai che non stava guardando me in quel modo, ma fissava qualcosa dietro di me. Mi voltai di scatto e vidi il ragazzo dell’uno con in mano la sua lunga lancia. Prese la carica e la scagliò contro di me. La scansai appena in tempo, riuscendo ad afferrare una freccia che giaceva a terra e gliela scagliai contro. Lo centrai allo stomaco e vidi il suo corpo cadere a terra privo di vita. Mi voltai con un mezzo sorriso in volto e con mio grande spavento e terrore, assistetti a uno spettacolo che mai mi sarei aspettata di vedere.
Vidi Rue con la lancia del ragazzo conficcata nel suo piccolo corpicino. Rue afferrò la lama e se la sfilò dal suo stomaco. La lama cadde a terra sporca di sangue e così fece anche il suo corpo. L’afferrai appena in tempo. Era spaventata.
“Tranquilla … oddio … ”provai a dirle, ma anche io ero troppo spaventata e non riuscii a tranquillizzarla.
“Va tutto bene, non preoccuparti, starai bene, andrà tutto bene”continuavo a ripeterle, ma sembrava che cercassi di ripeterlo più a me stessa che a lei. Respirai a fondo sentendo le lacrime salate scendere sul mio viso.
“Tu devi vincere”mi disse lei all’improvviso.
“Ti va di cantare?”mi chiese in seguito con la sua piccola vocina ora soffocata dal pianto. Io annuii.
“La infondo al prato, c’è un salice ombroso … un manto d’erba che culla il riposo … poggia il tuo capo, e chiudi gli occhi …” non terminai la mia canzone, non ce n’era motivo ormai. Gli occhi scuri privi di vita di Rue, mi fissavano vuoti. Con due dita della mano glieli richiusi dolcemente e distesi il suo corpo sul prato poco dopo averle dato un dolce bacio sulla fronte.

Quando i giochi finirono e uscii vincente da quell’ inferno, mi toccò fare il discorso da vincente al distretto 11 in onore delle vittime cadute. La foto di Rue sull’ enorme schermo mi rimase senza parole. Tutto intorno a me si era fermato. Respirai a fondo, le lacrime erano pronte a scendere, ma le trattenni, dovevo essere forte, per Rue e per tutti loro. Davanti a me solo il microfono acceso che aspettava il mio discorso. Mi avvicinai e iniziai a leggere i cartoncini che mi avevano dato e prescritto degli strateghi.
“Siamo tutti uniti, vincitori … e vinti … in nome …”dissi, ma non riuscivo a pronunciare quelle parole. Alzare lo sguardo durante il mio discordo non era infatti stata una gran mossa. Vidi il volto di Rue e i suoi occhi che parevano guardarmi con tristezza, perché non ero me stessa. Chinai il capo e cercai di continuare “In nome …”no, non ci riuscivo proprio. Strappai i cartoncini e decisi di dire ciò che sentivo davvero. “Volevo soltanto dire che … ho conosciuto Rue. Non è stata solo mia alleata, ma mia amica. La vedo ancora nei fiori che crescono nel prato vicino casa, la sento ancora nel canto della ghiandaia imitatrice, la rivedo nel ricordo di mia sorella Prim. Era troppo giovane, troppo dolce. Non meritava di morire. Non sono riuscita a salvarla …. vi chiedo scusa.”dissi. Ed ecco la lacrima tanto attesa scendere ora fluida e traditrice sulla mia guancia. In quel preciso istante ecco una ghiandaia imitatrice volare in cielo e posarsi sopra lo schermo con su raffigurata Rue. Riecco quel canto.

Alzai tre dita in cielo dopo averle baciate in suo onore e tutti mi imitarono.

Forse Rue aveva ragione, e con lei anche mia sorella Prim … forse era destino che vincessi.

Loro erano con me e io con loro.

Ci univa un canto, una spilla, un simbolo.

La ghiandaia imitatrice e a quanto pare, io lo ero.

Angolo dell'autrice:
Spero che la storia vi sia piaciuta e che commentiate in tanti!

   
 
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