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Autore: madoka94    03/05/2014    2 recensioni
Salve a tutti!
Teoricamente dovrei vergognarmi di tornare dopo tanto tempo in cui sono stata assente dal sito, ma ora sono qua, con una storia venuta così, pensando al leggendario furto della Gioconda.
Questa breve storia narra di Feliciano, che come mestiere scelse di fare il ladro e si innamorò due volte.
La prima fu della Gioconda/Monalisa.
La seconda di Francis, un detective a cui gli da la caccia.
Una sera il ladro decide di andare al Louvre e rubare l' opera che tanto ama, ma riuscirà nell' intento?
Spero che la lettura sia di vostro gradimento! ^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Parigi dorme tranquilla in quella sera di Maggio, con il riflesso della luna piena sul Museo del Louvre ad illuminare la struttura.

Però, qualcosa, oltre una leggiadra civetta che fece capolino in quella notte, si era infiltrato come un topolino scaltro nel territorio del gatto.

Forse è meglio specificare che questo "qualcosa" era un "qualcuno.

Erano le tre di notte, le luci spente, il silenzio regnava in quei infiniti corridoi ed ampie stanze che racchiudevano le più grandi opere che siano mai esistite al mondo.

Quel Topolino è venuto proprio per una di quelle opere, una delle più famose per il suo sguardo che ti penetra nell' anima e il sorriso indecifrabile, nientemeno che la Gioconda o, come altri preferiscono chiamarla, la Monalisa di Leonardo Da Vinci.

Feliciano Vargas, così si chiamava il nostro Topolino, o ladro se vi vien più facile, aveva calcolato ogni cosa nei minimi dettagli.

E pensare che sembrava ingenuo a primo sguardo.

Aveva preso tutte le informazioni necessarie: orari di chiusura ed apertura delle esposizioni, dei turni di sorveglianza, il numero esatto di telecamere in cui erano piazzate, se c' erano eventuali raggi x che avrebbero scattato allarmi.

Aveva proprio calcolato tutto e preso eventuali precauzioni.

Sicuramente vi state chiedendo perchè Feliciano, un ragazzo solitamente candido e gentile, si era messo a fare il ladro e voleva prendere proprio la Monalisa.

Tutto cominciò quando egli era un piccolo e tenero studente italiano delle superiori che amava l' arte in ogni sua forma, soprattutto l' arte Rinascimentale.

Amava tutti i quadri, affreschi e statue che aveva studiato in terza liceo.

Ma con la Monalisa ci fu una sorta di colpo di fulmine.

Era rimasto così affascinato dai lineamenti e dai colori che per un attimo ebbe il desiderio di volerla toccare.

Infatti si dispiaceva sempre che era un peccato non poterla toccare, nè poterla vedere da più vicino se non si hanno le possibilità di farlo.

Fu proprio in quel giorno che decise di fare quel brutto mestiere che avrebbe comunque fatto sì che potesse realizzare il suo sogno di poter avere tutte quelle belle opere per sè.

A vent' anni divenne un esperto scassinatore, grande ed ignoto attore e infatuatore, abile camaleonte e scalatore. Insomma, quasi meglio di Arsenico Lupin.

Ma era solo agli esordi della sua carriera e qualcuno lo scoprì presto.

In molti dei suoi furti in cui l' aveva scampata per un pelo, si ritrovò alle calcagna un detective francese, alto, biondo, occhi azzurri e una barba curata.

Era più grande di lui di quattro o cinque anni, ma l' aspetto era quello di un trentenne e non lo peggiorava, anzi, era più che affascinante.

Il suo nome era Francis Bonnefoy e ci fu un altro colpo di fulmine come per la Monalisa, ma molto più intenso di quello che si aspettava.

Il primo incontro ci mise quasi le penne, ma fu quasi un gioco per lui ammaliarlo e aveva capito che all' altro non dispiaceva così tanto cedergli dei dolci e fatali sorrisi, mentre lo guardava con i suoi occhi di color dell' ambra, con la frangetta castana a ricadergli sulla candida fronte.

E dopo avergli quasi strappato un bacio si dileguò come un fantasma.

E da quel primo incontro Francis divenne una delle ragioni per cui decise di rubare la Monalisa.

Lo divertiva farlo ammattire, dargli la falsa speranza di riuscire ad averlo fra le mani per un attimo, anche se da una parte il cuore gli pizzicava, domandandosi quanto questo gioco che ha creato potesse continuare.

Quando ci pensava quel cattivo pensiero lo cacciava via tutte le volte, sostituendolo con la giustificazione che lui era giovane e non era ancora giunto il tempo di pensare alle conseguenze che potrebbe portargli il futuro.

Per quel momento credeva flebilmente a quelle due infatuazioni e gli bastavano.


Ma ritorniamo a quella sera di Maggio, dove con maestria era riuscito ad entrare attraverso la finestra e nascose dietro alle tende di velluto il guardiano dandogli una sonora botta in testa per farlo svenire, imbavagliandolo e legandolo per bene.

Le telecamere nel corridoio dove era collocato il quadro erano state manomesse da lui stesso attraverso il suo portatile, collegandolo con i computer centrali del museo.

Era stato sia faticoso che semplice per lui.

Accese la torcia alla ricerca della sua bella e dopo qualche minuto la trovò, rimanendo quasi senza fiato, commosso di poter essere lì davanti a lei.

Scrollò la testa, non era il momento di gioire, doveva agire in fretta.

Aveva mandato un e-mail a Francis, sicuro che l' avrebbe letta il giorno seguente perchè sapeva che all' una di notte tornava a casa dal lavoro e subito dopo, con suo dispiacere, andava nei bar a divertirsi con qualche bella fanciulla.

Aveva scritto:


Mio caro Ispettore,


domani Parigi si risveglierà senza il suo bellissimo sorriso, come io stesso non potrò fare con il tuo ancora più bello quando mi risveglierò nel letto a pensarti.

I miei omaggi,


il tuo Topolino italiano



Al solo ripensare alle parole che ha scritto quasi si da dello stupido, ricordandosi che alla fine la sua innocenza non se l' è mai dimenticata, come il suo stupido e giovanile romanticismo.

Scosse ancora la testa, rimanendo concentrato mentre disattiva i raggi x tagliando i giusti cavi.

Ci riuscì e prese il necessario per tirare via la tela.

Mentre lavorava sentì dei passi veloci andare verso la porta chiusa a chiave della stanza e subito si allarmò.

Come era possibile che l' avevano scoperto? Era tutto calcolato alla perfezione!

-Feliciano Vargas!Rendez-vous, vous êtes entouré! Vedi di non peggiorare la situazione!-

La voce di Francis dietro alla porta lo colpì, facendogli cadere a terra uno degli strumenti che stava usando.

Era lì nel louvre e a separarli c' era solo una solida porta di legno.

Era lì...per lui.

Mentre rimaneva immobile la porta venne buttata giù quasi subito e diversi uomini in divisa gli puntavano le pistole contro.

Il suo detective era dietro di loro, con gli occhi più seri e incendiari che mai.

Feliciano al contrario sorrideva, felice di poterlo vedere.

-Ispettore caro..se lei è qui vuol dire che ha già letto il mio messaggio. Sono davvero contento, sa? Almeno lei è qui con me.- sospirò strasognato alzando piano le mani, facendo quasi vedere che si era arreso.

-Finiscila e resta fermo lì dove sei. Finalmente ti ho in pugno.- affermò il biondo avvicinandoglisi con un sorriso trionfante, cominciando a tirare fuori le manette.

-Se lo dice lei.-

E dopo quella frase l' italiano cominciò a tossire violentemente, come se avesse avuto un attacco respiratorio e questo disorientò un attimo il francese e i suoi colleghi.

E fu uno sbaglio distrarsi in quel modo, perchè il ladro ne approfittò per prendere dalle tasche un fumogeno, lanciandoglielo ai loro piedi, facendo sì che scappasse da dove era entrato.

-A-aprite le finestre, presto!- tossicchiò correndo verso il punto dove l' aveva visto prima di scomparire, andando verso la finestra dove l' italiano era scappato.

Guardò a destra, a sinistra, sopra la finestra.

Stava per guardare sotto ma non fece in tempo che Feliciano sbucò all' improvviso, tirandolo a sè per assaporare bene le sue labbra.

Erano sottili e morbide e all' italiano sarebbe tanto piaciuto poter continuare quel contatto intimo tra di loro, ma non poteva indugiare ancora.

-La prossima volta tornerò a rubarla...e tornerò a prendere ancora ciò che ho preso adesso da te. Ciao!-

Dette quelle parole sussurrate a fior di labbra si staccò, calandosi velocemente con la corda su cui era appeso fino a terra e scomparire definitivamente.

Dietro di sè si lasciò un irritato, quanto rosso dalla vergogna, Francis che tirava ordini e insulti in francese ai suoi uomini, dicendo loro di fare qualcosa per inseguirlo.


Per quella volta il ladro non rubò la Monalisa...ma riuscì a rubare un bacio.

 


FINE



Spazio autrice:


Eccoci arrivati alla fine! Come vi è sembrato?

Sinceramente non mi aspetto un granchè, anche perchè l' ho scritto in quasi quattro ore. Però mi sono divertita a fare questo breve racconto.

Non chiedetemi perchè la coppia è FranciaxItalia, in verità nemmeno la sottoscritta lo sa! O-O

Mi è venuta così. ^^

Beh, ora non mi resta che aspettare una vostra opinione e spero di rivedervi presto! <3


Baci, bacioni


madoka94

  
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