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Autore: Gerard_Frank_aremyway    03/05/2014    2 recensioni
Il futuro. Crediamo di conoscerlo. In realtà non lo conosciamo e mai lo conosceremo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Mancavano ormai 100 giorni alla maturità, l'ansia saliva, la mia mente conteneva formule e declinazioni, i miei occhi chiedevano pietà e tutto ciò non era ancora nulla.
Come tutti gli anni al novantanovesimo giorno precedente all'esame le quinte dovevano partire per la loro consueta gita di una  settimana,  verso la città incantata e magica di New York.
Essendo ormai arrivato quel giorno mi alzai dal letto e dopo essermi preparato mi diressi verso l'aeroporto scortato da mia madre; dico scortato perché era sempre protettiva nei miei confronti e sembrava essere il poliziotto della situazione anche se in realtà era una semplice commessa di supermercato.
 
E fu così che ebbe inizio la vacanza che mi avrebbe cambiato la vita.
 
L'aereo atterrò  all'aeroporto. Io e i miei compagni prendemmo le valigie e le caricammo sul pullman che ci avrebbe portati verso il grattacielo dove avremmo alloggiato per quella settimana. La mia classe aveva prenotato alcune stanze al piano 250 e per me ciò non fu una bella esperienza soffrendo di vertigini dall'età di 7 anni, ma questo, per fortuna, non mi condizionò la vacanza.
Erano le 12:00 e andammo tutti a mangiare. Non mi soffermo molto sul cibo, vi dico solo che era squisito e molto costoso come tutti pensavano.
Dopo un ora nelle proprie stanze alle 16 abbiamo avuto la libertà di girare per New York.
Io e Mike, il mio migliore amico, siamo usciti per primi da quel grattacielo e ci siamo buttati tra le strade della bellissima New York. C'era di tutto e di più solo nel termine di un km ed era così tutto irreale. Siamo stati tutto il pomeriggio a saltare da negozi di dischi e poster a bar o qualunque cosa offrisse del cibo.
La sera quando ritornai in albergo saltai la cena e andai subito nella mia camera che avevo tutta per me.
 
Passò la notte e dio come dormii bene. La mattina fui svegliato non dai prof come pensavo ma da un ragazzo di un altra classe che era stato chiuso fuori dalla camera con solo un asciugamano intorno alla vita. Lo feci entrare. Avendo questo i vestiti in mano si andò a cambiare nel bagno. Mentre si dirigeva verso quella porta gli guardai la schiena. Bianca, perfetta, senza neanche un'imperfezione. Ad un certo punto mi accorsi dei pensieri che si stavano creando nella mia mente ed ebbi un sussulto. Non avevo mai visto un corpo maschile dal quel punto di vista. Corsi al comodino presi la bottiglia d'acqua che tenevo per le bevute notturne e la feci scrosciare sul mio volto per cancellare i pensieri. Avevo pensato di fare sesso con un perfetto sconosciuto che si era presentato nudo davanti alla mia camera.
Non avendo sentito il ragazzo riaprire la porta del bagno mi sentii una mano sulla spalla e con un balzo saltai sul letto per la paura.
 
"Ehi, calmo." Mi rassicurò la sua voce amichevole. "Io sono Richard, grazie di avermi prestato il bagno se no mi toccava rimanere nudo nel corridoio e a dir la verità faceva anche freddo." Quel ragazzo che fino a poco fa non conoscevo mi stava sconvolgendo. Amai la sua risata appena la senti. Era delicata, non forzata ma andiamo avanti.
"Ciao, io sono Sam." La mia risposta non era completa ma sentivo un nodo alla gola. Avreste dovuto vedere la mia faccia. Sconvolta.
"Io ora vado, se vuoi mi trovi su questo piano nella camera 213" disse ciò, mi sorrise e uscì dalla porta come se non fosse successo nulla.
 
Infatti per lui non era successo nulla ma a me si stava per aprire un mondo.
 
Passai il secondo giorno di vacanza ripensando alla sua schiena, alla sua voce, alla sua risata. Mi ero per caso innamorato? Sembrava impossibile. E poi di un ragazzo? Nah.
 
Iniziò il terzo giorno di vacanza, scesi nella Hall e vidi Richard seduto da solo sul divano. Mi avvicinai intanto non mi avrebbe fatto nulla. Non provavo nessuna attrazione per lui. Mi sedetti e lo salutai, lui mi guardò e dopo qualche secondo di perplessità mi riconobbe tirandomi una pacca sulla schiena.
Quel contatto fisico scatenò, in me, una guerra. Forse era successo qualcosa la mattina che si presentò in asciugamano davanti alla mia porta, ma io non lo volevo ammettere.
Comunque sia cercai di fare finta di niente ed ebbi il coraggio di iniziare una conversazione.
Scoprimmo di avere tantissime cose in comune; stessi hobby, stessi gusti musicali. Mi stava simpatico il ragazzo.
Senza che nessuno dei due se ne accorgesse passammo l'intera mattinata sul quel divano color panna fino a che Mike non mi chiamò dicendo di andare a mangiare.
Mi alzai dal divano, che ormai aveva preso la forma del mio sedere, e tesi la mano a Richard intimandolo a venire a mangiare con noi. Diceva che non aveva fame, ma si sentiva che l'aveva, il suo stomaco faceva quei rumori tipici di quando uno non vede l'ora di avere un bel piatto fumante o un hotdog davanti a se.
 
Decisi di non mangiare nell'albergo, forse non gli piaceva quella cucina oppure veramente non aveva fame; fatto sta che io e lui andammo a mangiare in una delle strade di New York che ridavano anche un po' di felicità. Dopo aver mangiato passammo tutto il pomeriggio in città. Fu bellissimo. Richard si unì ad un gruppo di ragazzi che facevano il ballo per strada mentre io mi unii ad un gruppo che faceva acrobazie sugli skateboard, comprammo tantissimi cd e dopo tornammo in albergo. Anche oggi come il primo giorno saltai la cena e mi diressi subito con il mio nuovo amico al nostro piano, ci salutammo e ognuno andò nella sua stanza.
 
Stavo disteso sul letto a sentirmi i dischi comprati quel giorno quando qualcuno bussò alla porta. Entrò Mike.
 
"Mi lasci da solo tutto il giorno per stare con quel gay di merda, bastardo! Pensavo fossimo amici." Non lo avevo mai visto in quelle condizioni.
"Per prima cosa calmati, poi se è gay cosa succede di male? Non sono il suo ragazzo." Mike aveva un po' esagerato. Era omofobo e lo sapevo ma non pensavo a questi livelli.
La conversazione continuò per circa un'altra mezz'ora quando decisi che non avrei più parlato con Richard così Mike si sarebbe calmano è tutto sarebbe tornato come prima. Mike uscì di camera mia e io andai subito a dormire a causa del forte mal di testa che quella discussione mi aveva provocato.
 
Il giorno dopo passai tutto il tempo con Mike anche se quando passavo dalla hall vedevo Richard che mi guardava aspettando che andassi da lui. Volevo far tornare tutto come prima ma precedentemente a tutto ciò dovevo parlare con Richard. Dovevo dirgli della sera precedente, ma soprattutto grazie perché mi aveva fatto stare bene. Quando avessi fatto questo sarei potuto tornare alla mia vita monotona e inutile.
 
 
Erano le 23. Nei corridoi non c'era nessuno e mi fu facile sgattaiolare fino alla camera 213, di Richard. Bussai e per fortuna non svegliai il suo compagno di camera ma solo lui che venne nella mia camera per parlare.
Gli spiegai come stavano le cose. Gli parlai del litigio, delle dicerie su noi due che stavano infestando ormai tutte le quinte.
Le mie parole si scagliavano sul suo cuore con tale forza da distruggerlo continuamente in mille pezzi. Vedevo che stava soffrendo e non ho resistito.
Mi sono buttato addosso a lui, ho iniziato a baciarlo con foga. Era quello che avevo sempre voluto pur non sapendolo. Iniziai a muovere le mani su quella pelle chiara e trovavo piacere nel vedere che lui non mi respingeva anzi, mi tirava a se, voleva sentire il mio fiato ,che stava diventando sempre più caldo, sul collo ancora freddo. I nostri odori si univano in un profumo tutto nuovo che avrei voluto sentire per tutta la vita. Le sue mani mi toccavano con la delicatezza di una piuma e tutto ciò mi faceva venire brividi di piacere su tutto il corpo. Esplorai ogni parte del suo corpo che iniziavo ad amare tremendamente e anche lui mi faceva sentire il ben voluto. Quella notte fu bellissima. Mandai a fanculo gli altri e mi dedicai alla cosa più importante che mi fosse capitata fino a quel giorno. Lui.
 
Mi svegliai rannicchiato tra le sue braccia. Mi stava accarezzando i capelli, sentivo il suo respiro sulla fronte e mi sentivo a casa.
 
 
"Amore, buongiorno. Come stai?" Stavo realizzando solo ora, dopo aver sentito la sua voce, di aver fatto sesso con lui. Con un ragazzo. Richard.
"Un po' dolorante ma benissimo perché ci sei te accanto a me." Pensare che 3 giorni prima ero convinto sulla mia sessualità mi faceva ridere. Se avessi avuto l'opportunità di cambiare l'esito di quella notte non lo avrei fatto. Anzi l'avrei rivissuta ancora e ancora.
Prima che Richard tornasse nella sua camera mi disse la frase più dolce e bella al mondo la quale mi convinse che questa svolta nella mia vita era giusta.
 
"Ti amo Sam"

Mi diede un altro bacio, si rivestì e uscì dalla porta.
Mi lasciò solo su quel letto che ora mi sembrava troppo grande per solo una persona.

 


Salve a tutti, questa è la mia prima fanfiction e spero vi piaccia. Se è così recensionatela.
Ciao belli ~
  
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