Nota: dedico questa storia a Oscartango che mi ha dato l'idea e ha supervisionato il menu rigorosamente vegano ;-)


UN UOMO E UNA DONNA
 
Le luci nella sala avevano una tonalità tenue e smorzata, ma abbastanza calda da non risultare fastidiose. Riverberava appena sui piatti dalle strane decorazioni e sugli alti bicchieri pieni di quello che sicuramente non era vino, dato che aveva un colore rosso scarlatto deciso, simile al sangue, e dentro vi nuotavano piccoli fiori gialli.
Harlock ne teneva in mano uno, leggermente esitante.
‒ Temi che voglia avvelenarti?
Raflesia sedeva rilassata, con un lieve sorriso sull’ovale pallido del volto.
‒ Se avessi voluto, avrei potuto ucciderti molto tempo fa – continuò imperturbabile.
Harlock le sorrise a sua volta, con una punta di ironia, prima di portarsi il bicchiere alle labbra.
Succo di pomodoro, leggermente piccante, o almeno, il gusto era quello.
‒ Non ti sei ancora stancato di andartene in giro per l’universo tutto solo? – continuò Raflesia, con un’ombra di condiscendenza nella voce.
‒ E tu? – rispose Harlock fissandola negli occhi con aria di sfida – Non ti sei ancora stancata di essere la grande regina di Mazone?
Raflesia atteggiò le labbra ad una lieve smorfia: ‒ A volte non si può scegliere – gli disse.
‒ Ti sbagli – rispose lui, gelido. – Si può sempre scegliere.
La regina sorrise di nuovo, questa volta apertamente: - Ecco quello che mi piace in te. Tu sei sempre pronto a difendere i tuoi ideali, senza compromessi, fino alla morte, non è così? Ma sedere su un trono, credimi, è una cosa molto diversa…
Sembrò improvvisamente rabbuiarsi, ma poi tornò subito a sorridere.
‒ Suvvia, non ti ho invitato per metterti a disagio. Mangiamo.
Arrivò in tavola un’insalata verde su cui spiccavano alcune delicate violette.
‒ I fiori sono della mia serra, li coltiviamo apposta qui sulla Dorcas ‒ specificò la regina.
Harlock non rispose. Stava pensando a Yura e lei lo sapeva, per questo aveva voluto puntualizzare. Intanto gli aveva versato nel bicchiere un vino bianco che profumava di sambuco ed era arrivata una zuppa su cui galleggiavano dei petali di crisantemo.
Harlock però si era alzato dalla sedia.
‒ Ti prego di scusarmi, regina, non ho fame.
Lo disse con un tono insolitamente dolce. Anche Raflesia lo guardò con dolcezza.
‒ Un gentiluomo non dovrebbe mai alzarsi da tavola prima di una signora – rispose, levandosi in piedi anche lei e invitandolo con un gesto a seguirla.
 
La luce era argentea, simile a quella della luna su un giardino estivo. La grande piscina luccicava senza increspature, come uno specchio.
‒ Vieni, facciamo almeno il bagno.
Raflesia scivolò fuori dal lungo vestito nero con un unico movimento. Scese nell’acqua senza aspettarlo. I lunghi capelli scuri parevano addensare le ombre. Non si voltò a guardarlo, nemmeno quando sentì che anche lui era entrato nell’acqua. Aspettò che la sua mano la toccasse, prima di girarsi e appoggiare le labbra alle sue.
Il resto della notte furono solo un uomo e una donna.
 
 
 
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NdA: lo so, il bagno andrebbe fatto prima della cena, ma non è detto che le Mazoniane abbiano proprio le stesse, precise usanze degli umani ;-).
Ah, per i curiosi, il menu proseguiva con pinzimonio di zucchine novelle fiorite allo zafferano, rose di ravanelli con vellutata di curcuma e fiori di santoreggia, sorbetto al limone con viole del pensiero e lillà, biscottini alla lavanda e petali di rosa brinati; vino al sambuco con cardamomo e tè al gelsomino.
Le ricette sono tratte da “Cucinare con i fiori” edito da Mondadori.
P.S. A quanto pare lo stesso Matsumoto non considerava improbabile l'ipotesi di un incontro a tavola fra i due. Recentemente mi è capitata sott'occhio questa immagine :-).

 
     Leìji Matsumoto - Capitan Harlock