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Autore: Rubylight    03/05/2014    1 recensioni
“Perché fai così?”
Era l'ultima cosa che mi ha detto. Perché facevo così? Mi ripetevo questa domanda nella mente. Perché facevo così? Cosa mi spingeva a fare così? O forse dovrei dire chi ?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Sole freddo negli occhi

Era sera. Il sole si stava immergendo lentamente nel mare creando dei giochi cromatici rossi e arancioni con i suoi riflessi in acqua. Nello stesso tempo, anche il cielo cambiò il manto del suo immenso per quell'occasione. La parte confinante al sole era di un colore tra il giallo e il rosa, creando sfumature delicate con il colore lilla del resto del cielo. Anche le ombre contribuivano alla bellezza del paesaggio, sfumando i colori verso un colore più scuro, lasciando invece illuminare di un colore più rossastro i colori rivolti verso il sole. Era un'atmosfera romantica. Era perfetta per qualunque coppietta innamorata che vorrebbe passare del tempo soli, ad osservare lo stanco sole rosso andare a illuminare il secondo emisfero e, quando è ormai scomparso all'orizzonte, continuare a guardare il cielo stellato di quel caldo giorno di maggio. Ma noi due non eravamo una coppia e nemmeno dell'umore giusto. I raggi del sole colpivano pure i suoi occhi, quegli azzurri occhi lucidi dalla rabbia , che sembravano ardere come un sole. Un sole freddo, che brucia ma non riscalda. Le sue fiamme volevano gelare. Le sue fiamme volevano gelare me. Mi stavano guardando. Non potevo sostenere lo sguardo, non dovevo. Almeno non con lei. Non volevo che tra noi nascesse della inimicizia dal rancore. Ma potevo davvero evitarlo? Se ero in quella situazione voleva dire che il nostro legame non era nel culmine dell'armonia in fondo...

“Perché fai così?”

Era l'ultima cosa che mi ha detto. Perché facevo così? Mi ripetevo questa domanda nella mente. Perché facevo così? Cosa mi spingeva a fare così? O forse dovrei dire chi?

Sì, era una persona che mi spingeva nel comportarmi in quel modo, una ragazza. E adesso era davanti a me. I sentimenti che provo per lei sono forti e mi fanno perdere la calma e il buon senso, diventando confuso e nervoso. Era così anche in quel momento. E in quello stesso momento realizzai tutto questo. Avevo ancora una domanda a cui rispondere, e io ne conoscevo la risposta. Lei si era lasciata sfuggire una lacrima. Si girava lentamente mente continuava a guardarmi. In quel momento alzai anch'io lo sguardo e la guardai negli occhi. Quel sole si stava spegnendo, lasciando spazio ad un buco nero che assorbiva ogni cosa impassibile. Quando fu completamente girata, fece il primo lento passo e si voltò un'ultima volta. Era uno sguardo intenso, che trasmetteva forti emozioni. Non durò che pochi secondi. Si voltò e stava per cominciare a correre. A quel punto niente e nessuno poteva fermarla finché non si sarebbe buttata sul suo letto piangendo fra un singhiozzo all'altro. Lo sapevo. La conosco e la conoscevo fin troppo bene. L'unica cosa - sì, ho detto cosa - che poteva fermarla ero io. Quando ebbi realizzato ciò, mi illusi per un istante, ma poi ritornai nella realtà. La afferrai per il polso. La mia mano era congelata in confronto alla sua pelle delicata. Si voltò con un espressione sorpresa, ma nello stesso tempo si era riacceso il freddo sole che mi voleva vedere letteralmente di ghiaccio. Mentre lasciavo il suo polso, decisi che quel sole doveva diventare caldo, prima di essere risposto. Non c'era altro modo per scioglierlo. Posai velocemente le mie labbra sulle sue e, mentre l'ultimo spicchio di sole scompariva, la baciai. Non sapevo se in quel momento volesse darmi uno schiaffo o meno, ma non lo fece. Forse era perché troppo sorpresa e stava ancora analizzando la situazione, ma, per un motivo o un altro, non lo fece. Preferì stare così, senza fare niente, solo ascoltare. Per me fu meglio così.

“V-vuoi sapere perché faccio così...beh...tu...tu mi piaci. Da sempre. E se sono stato un idiota, ti prego perdonami. Quando sto con te, non riesco a comportarmi naturalmente come con gli altri. Tu per me sei speciale e lo sarai sempre...”

 

Chiusi gli occhi preparandomi. Mi aspettavo uno schiaffo davvero questa volta. Lei non era la mia ragazza ed io non ero né il suo ragazzo, né quello di nessun altra. Cosa sarebbe successo se qualcuno ci avrebbe visti? Ma tutti e due sapevamo bene che nessuno l'avrebbe fatto. Non lì. Nella mia mente non c'erano altre ipotesi se non di vedere fiammeggiare sempre di più quel sole fino a bruciarmi – non esageratamente. Lei è una brava ragazza non farebbe mai del male nemmeno a me - Poi sarebbe corsa a casa sua riflettendo sull'accaduto pensando di me come un pazzo e un narcisista, sapendo benissimo che non è così. Capii infatti in quell'istante che lei aveva realizzato prima di me i suoi sentimenti. Ci conoscevamo troppo. Poi avrebbe scritto sul suo diario velocemente quello che era accaduto ponendo domande al povero quadernino bianco adornato da qualche catenina argentata con uno spiccante lucchetto del medesimo colore. Lo so perché mi permette sempre di starle accanto mentre ne scrive una pagina. Eravamo molto amici e, come detto prima, ci conoscevamo come se fossimo fratello e sorella. Ma lei fu e sarà sempre imprevedibile per me. Non fece niente di tutto questo – a parte li scarabocchi sul diario, certo – Sentii, invece, le sue braccia infilarsi sotto le mie, abbracciandomi. Contraccambiai, lasciando che la mia mente perda la concessione del tempo e dello spazio. In quel momento volevo solo rimanere così per sempre. Sentivo che si era accesa una fiamma di una nuova stella, un nuovo sole, il nostro. Lei era ancora fidanzata e lo è restata ancora per un po'. Quando si è lasciata era arrivato giugno e con lui l'estate. Un'estate indimenticabile.

N/A: Ecco la mia prima storia! Mi è venuta in mente a scuola osservando il mare dalla finestra nella classe... Naturalmente non ero attento alla lezione però. Spero che vi piaccia e ricordatevi di recensire anche in caso contrario!
 
 
  
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