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Autore: giapponesina6    04/05/2014    2 recensioni
Salve a tutti, sono tornata con una nuova fiction della mia coppia preferita. Questa volta la nostra Misty si troverà a dover decidere se seguire il suo cuore o la ragione, mentre Ash, impegnato nella lega di Kalos, dovrà fare il possibile per riaverla per lui. Spero di riscuotere lo stesso successo delle altre fic che ho scritto. Attendo vostri commenti e recensioni e accetto ogni tipo di critica. Buona lettura.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Misty, Tracey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Manga
Capitoli:
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Angolo dell'autrice:
Buona domenica cari lettori... Ecco il penultimo capitolo di questa saga...ormai siamo davvero agli sgoccioli quale sarò la scelta finale del nostro Ash? Ringrazio tutti voi per l'affetto dimostrato e per averla letta davvero in tanti. Buonalettura!



 
09 Febbraio ore 20.00
Finalmente anche questa giornata è giunta al termine. Sono esattamente cinque mesi che non ho sue notizie. Ho saputo tramite Brock che è partito nuovamente per Kalos, assieme alla ragazza dai capelli biondi. 
Ormai il mio cuore ha imparato a non gestire più quel tipo di emozioni. Le ferite che riporta saranno indelebili. È proprio vero che certe ferite non si cicatrizzano mai.
Fortuna che ho i miei Pokemon e la mia palestra.
Diamine.
Ricordo ancora il sapore di quel bacio.
Riuscirò mai a rimuoverlo dai miei sensi?
 
La ragazza ripose il diario in un cassetto. Lì aveva riposto anche il dipinto che Tracey le aveva lasciato. Stranamente non aveva notato che sul retro vi era una dedica. La lesse.
 
Quanto dolore mi hai provocato. Quei tuoi occhi verdi.
Quanto avrei voluto essere guardato da quegli occhi nel modo in cui guardavi lui. Che stupido sono stato. Ma non riesco ad odiarti. Non lo farei mai.
Tuo per sempre Tracey.
 
Le vennero le lacrime agli occhi. Ripose il disegno nel cassetto e tornò a pensare a tutto quello che era successo. Dall’annuncio improvviso del malore del professor Oak, all’incontro con Ash, alle lacrime e alle incomprensioni e a quel dannato bacio.
Poi ripensò a quella ragazzina. Quanto era stata abile ad attirarlo a sé, ma se avesse avuto più coraggio forse ora sarebbero assieme. Nuovamente prese a piangere. Da quella storia ne erano usciti tutti sconfitti. Tutti distrutti.
 
 
A chilometri di distanza, nella lontana regione di Kalos, Ash aveva conquistato la sua ultima medaglia. La medaglia Iceberg, la quale gli dava libero accesso alla lega ufficiale.
Non aveva più toccato l’argomento Misty con Serena. Aveva preso la sua decisione. Quella ragazzina tanto fragile aveva bisogno di lui.
Quella mattina, il cielo di Kalos, era ricoperto da nuvole che minacciavano pioggia. Decisero di sostare in un piccolo hotel per poi riprendere il cammino la mattina seguente verso la lega.
Ash era intento a fissare un punto lontano dalla finestra, quando la ragazza entrò in camera.
< Fa davvero freddo stasera. Perché non vieni a letto? >
< Arrivo tra qualche minuto >
Serena notò il suo tono distaccato. Sapeva benissimo che lui stava con lei per motivi, ovviamente, diversi dai suoi. Sapeva che stava facendo un gioco sporco con lui, ma non le importava. Per lei contava solo averlo al suo fianco.
< Dai Ash vieni a letto >
< Serena per favore non insistere > il suo tono questa volta fu diretto e conciso.
La ragazzina non replicò e si addormentò tra le lacrime.
Ash sapeva che a volte era duro con lei, ma proprio non riusciva a perdonarla per quello che aveva fatto. Lei era la causa del suo dolore e di quello di Misty.
Lui l’amava terribilmente, ma sapeva che non avrebbe mai potuto raggiungerla.
Una lacrima gli rigò il volto al ricordo di quel bacio.
La desiderava da impazzire.
 
13 febbraio ore 23.45
I giorni passano, ma il suo ricordo resta. Sono qui, non riesco a dormire. Le temperature sono davvero gelide. Mi chiedo cosa stia facendo Ash, se gli sia capitato di pensarmi. Molto probabilmente ora starà in un letto assieme a quella Serena e la cosa mi fa ribollire il sangue nelle vene.
E intanto le stelle stanno a guardare, vorrei tanto essere una stella per spiarti da lontano. Mi manchi tanto amore mio.
 
La mattina seguente non aveva incontri in programma, decise di dedicarsi alla cura della vasca della piscina, mostrava alcune crepe, di solito era Tracey ad occuparsene. Un velo di malinconia calò sul suo volto, si chiese dove potesse essere Tracey in quel momento.
Si dedicò anima e corpo a quel lavoretto. Solo tenendosi occupata sarebbe riuscita a non pensare ad Ash.
 
Sua sorella maggiore parve preoccuparsi seriamente per lei. Non usciva da diversi giorni, mangiava poco e aveva perso il sorriso.
Le si avvicinò.
< Non credi che dovresti prenderti una pausa? >
< Ho quasi finito. >
< Sorellina dovresti uscire un po’. Da quando sei rientrata da Pallet sei irriconoscibile. Si può sapere cosa è accaduto? Tracey ha deciso di andarsene e tu sei completamente a pezzi >
Nel sentir pronunciar quelle parole provò un nodo alla gola.
< Nulla. Non è accaduto proprio nulla > disse con la voce rotta in petto.
< Sarà, ma credo che dovresti comunque prenderti una pausa da tutto > le sorrise, ma lei non riuscì a ricambiare il gesto.
< Daisy per favore lasciami in pace. >
< Sono solo preoccupata per te >
Una lacrima le tagliò in due la guancia. Decise di non rispondere e continuò con quello che stava facendo.
La ragazza bionda dovette rinunciare.
 
Il giovane ragazzo fissava le stelle del cielo di Kalos. Desiderò essere una stella solo per una notte per poterla contemplare indisturbato da lontano. Tra non meno di tre giorni avrebbe disputato la lega, ma stranamente la cosa non lo emozionava. Come erano cambiate le cose.
La sua priorità ora aveva un unico volto. Un unico nome.
Pikachu avvertì il suo stato d’animo, riusciva a vedere la sofferenza nei suoi occhi.
Ash si accorse della sua preoccupazione e gli fece una carezza.
< Pikachu cosa devo fare? > quelle parole erano cariche di disperazione.
 
Serena lo raggiunse poco dopo. Aveva notato la sua tremenda indifferenza di quegli ultimi giorni e la cosa le provocava un forte dolore al cuore.
< Ti va di parlarne? > lo guardò dritto negli occhi e ancora una volta quegli occhi non erano i suoi.
< Serena? Non abbiamo nulla da dirci >
< Questa tua freddezza mi sta uccidendo >
< Sei riuscita ad allontanarmi da lei, non puoi chiedermi anche di amarti. >
< Perché non vuoi provarci Ash? Cos’ha lei che io non ho? >
< Serena non si tratta di cose che tu non hai. Sei perfetta così come sei, ma non sei lei. Sai benissimo quali sono i miei sentimenti, ho rinunciato a questi per starti accanto, però per favore non chiedermi di più. >
Continuò a fissarlo senza dire nulla. Quanto erano dure quelle parole. Rimase al suo fianco in silenzio a contemplare il cielo.
 
18 Febbraio ore 16.35
Questa giornata è interminabile. Ho bisogno di lui.
Ho bisogno di respirare.
Per favore torna da me. Non riesco più ad andare avanti così.
 
 
Per quel pomeriggio Misty aveva esaurito tutti gli incontri previsti nell’agenda. Si stranì quando però verso sera suonarono alla porta.
E lo stupore fu ancora più grande nel trovarsi dinanzi quel ragazzo.
< Tracey? >
< Ciao Misty, posso accomodarmi? >
La ragazza lo fece accomodare senza dir nulla, gli portò una tazza di tea e non riusciva a levargli gli occhi di dosso.
Ovviamente anche il ragazzo pareva in difficoltà.
< Lo so ti sembrerà strano il fatto che io sia tornato. Ma ho riflettuto tanto in questo periodo lontano da qui. Lontano da te >
< Tracey ecco io >
< Ti prego ascoltami. Non sono qui per chiederti di riprovarci. Ho capito che nel tuo cuore per me non c’è spazio. Però ho bisogno di te, Misty, nella mia vita. Sono pronto ad averti anche solo come amica >
< Prima di andartene mi dicesti che non avresti retto solo la mia amicizia >
< Nei momenti di rabbia si dicono tante cose. Saresti disposta a darmi un’altra possibilità? Come amico si intende > le sorrise.
< Bentornato a casa Tracey > si limitò a replicare il gesto d’affetto.
Il ragazzo le raccontò di tutte le scoperte che aveva fatto durante l suo viaggio, di come aveva metabolizzato il tutto e di quanto quella storia finita male gli era servita per andare avanti nel suo lavoro. Ovviamente l’argomento Ash non poté mancare.
< E Ash? Non dirmi che non gli hai ancora parlato? >
La ragazza non era pronta per affrontare simili discorsi con lui.
< Preferirei non parlarne >
Tracey capì l’antifona, e con rispetto le chiese se poteva recarsi nella sua vecchia camera.
Ovviamente Misty gli diede il permesso e l’osservò allontanarsi.
 
18 Febbraio ore 23.22
Tracey è tornato.
Mi ha detto chiaramente che è disposto ad avermi solo come amica, la cosa mi ha risollevato, ma non credo che debba essere semplice per lui avermi accanto.
Chi l’avrebbe mai detto.
Perché non torni da me anche tu Ash? Ho voglia di te.
Ti amo ancora.
 
Il ragazzo era intento ad aggiustare alcune cose nella vasca maggiore nella palestra, la ragazza l’osservava in disparte, poi lui le sorrise.
< Cos’hai da fissarmi? >
< Nulla, sei molto abile nella manutenzione >
< Sono un’artista. E gli artisti sono bravi con la manualità >
< Sono sicura che io non diventerò mai un’artista allora > sorrise.
< Nel tuo futuro c’è scritto ben altro > il suo tono si fece più serio, lei ipotizzò che si riferisse ad Ash.
< Vedremo >
< Perché non lo raggiungi? >
< Lui ha fatto la sua scelta. Non voglio causargli ulteriori problemi. >
< Siete fatti l’uno per l’altro, possibile che non lo capiate >
< A volte non basta solo l’amore >
< Sei l’unica a decidere della tua vita e di conseguenza della tua felicità >
< Non è sempre è così >
< Hai ragione, per me non lo è stato, ma nel tuo caso le cose son ben diverse >
Lei venne colpita da quelle parole.
< Non è mai stata mia intenzione farti soffrire Tracey, sono stata chiara fin dall’inizio >
< Lo so, non è colpa tua. Ero troppo accecato dall’amore e ho voluto comunque provare. Dovresti scusarmi, sono stato io a causarti seri problemi e complicazioni, soprattutto con Ash >
< La colpa è solo mia. Se fossi stata sincera con lui da subito, forse ora staremo a parlare d’altro > una lacrima le rigò il volto.
< Vieni qui >
La prese tra le sue braccia.
Finalmente si sentiva nuovamente al sicuro, tra le braccia del suo caro amico. Anche se per Tracey la sensazione al contatto con la sua pelle fu molto diverso.
 
 
22 Febbraio ore 19.50
Forse dovrei davvero scappare. Prendere il volo e raggiungerlo. Però poi sapere che è con lei mi frena. Non riuscirei a sopportare la vista di lei tra le braccia di lui. Sarebbe troppo, anche per me.
Cosa devo fare?
Mi mancano tanto quei giorni spensierati, mentre viaggiavamo alla conquista della lega. Viaggiare assieme con lui era così bello. Stargli sempre accanto e respirare la stessa aria. Come mi manca. Fa troppo male senza te!
Ti prego Ash corri da me.
 
Il ragazzo aveva finalmente preso parte alla lega di Kalos. I primi incontri erano andati alla grande e ora si stava preparando per il prossimo. Serena, sempre al suo fianco, era orgogliosa di lui.
Poi l’attenzione di Ash cadde su una ragazza che aveva già incontrato, mise a fuoco l’immagine, si trattava di Astra la Capopalestra di Fluxopoli.
< Ma guarda un po’ chi si vede da queste parti. Ash Ketchum da Kanto giusto? >
< Esatto, mi fa piacere che ti ricordi di me Astra. >
< Non sempre ricordo i volti dei miei avversari, ma i tuoi occhi fanno fatica ad essere rimossi. Allora hai seguito il mio consiglio? >
< Ti riferisci al seguire il mio cuore? >
< Da come lo dici credo proprio di no >
< Non è facile Astra, non posso farlo >
< Volere è potere caro Ash. Scommetto che sei molto legato a quella ragazza di Cerulian >
< Come fai a sapere che si trova a Cerulian? >
< Sai Ash le stelle non sempre stanno solo a guardare, a volte ci indicano la strada da percorrere>
Ad un tratto lui capì. Sapeva cosa doveva fare.
< Ti ringrazio Astra. Ti ringrazio davvero tanto > il ragazzo corse via senza più voltarsi.
La ragazza l’osservò allontanarsi.
< Buona Fortuna Ash >
  
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