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Autore: Shirokuro    04/05/2014    3 recensioni
{ alcide centric; onesided?isshushipping | flashfic di 450 parole circa | angst; introspettivo | possibile ooc }
Per quanto fossero stati i ricordi a spingerlo a corrergli dietro, quelli stessi impedirono al ragazzo di inseguirlo; non era nemmeno certo che avesse sentito i suoi passi o se fosse scappato perché li avesse uditi cristallini.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Touya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Di tanto in tanto mi concentro su un testo dedicato ad un fandom esterno a quello dei Pokémon, solo per trovare l'ispirazione per scrivere in questa sezione. Ed ovviamente, per scrivere su pairing che non pensavo potessero nuovamente apparire tra i miei scritti. Perché sì, io cerco di scrivere il meno possibile non het, perché non sono in grado. Ma il mio subconscio vuole solo scrivere shonen e shojo-ai, non so come mai, ma è ostinato e comandando lui sul mio cervello, son costretta a scrivere. Non che mi spiaccia, ma escono fuori cavolate assurde e spesso non mi piacciono, anche se questa volta credo di aver svolto un lavoro migliore rispetto alle ultime volte - notare come il contesto di questa flash si addica a qualsiasi pair.
Dando uno spazietto alla flash, non ho nulla da dire, è solo un piccolo regalo a chi shippa Isshu e vuole leggere qualcosa di banale da poter usare come zerbino! ♥ Nulla di che, quattrocentocinquanta parole su Alcide che vuol raggiungere N (sono origginale, eh?). Però il titolo mi piasha, perché mi rammenta quello che sarebbe dovuto essere il titolo di Beyond belief e potrei anche metterlo ma alla fie credo lo terrò. E bho, buona lettura cari. E grazie a Class Of 13 per il beta della flash.
 Una fiamma che si spegne e si riaccende in un gioco vano
   Le sue vicissitudini, i suoi sguardi, la sua natura e il suo essere. Rivisse tutto quando quell’ombra, crudele, si allontanò da lui ancora. E non poteva volerlo, sarebbe stato troppo semplice per N, giusto? Nessuna fatica, nessuna scusa, solo un passo e si sarebbero divisi nuovamente. In quel momento, nonostante molti pensieri cercavano di farsi padroni del ragazzo, solo un unico riuscì a impossessarsi della mente di Alcide.
   Tutto attorno si fece nullo, come se corresse nel vuoto, il ragazzo cercò di avvicinarsi al verde. Lui era così statico in quello sfondo bianco, sembrava così facile farselo vicino, così impossibile pensare che sarebbe potuto andarsene ancora e improvvisamente. Fino all’ultimo, Alcide era convinto di ciò, eppure bastò un attimo, una frazione di secondo per capire quanto si sbagliasse. In fondo nessuno gli impediva di tentare, a riconquistare quel traguardo a cui più volte aveva rinunciato ingenuamente, attendendo speranzoso in una futura rivincita. Ogni volta, sebbene di rado sia accaduto, una fioca luce si accendeva, ridonando vitalità al viso del ragazzo. 
     E lui corre, corre.
   Sebbene avesse sempre odiato l’idea di conquistare in maniera tanto sciocca un obiettivo, Alcide non sapeva in che altro modo fare. In quell’istante, che sembrò durare un secolo, non avrebbe urlato il nome del protagonista ai suoi occhi, né avrebbe osato ignorarlo. Sarebbe stato semplice, lo avrebbe raggiunto. Che reazione avrebbe avuto l’altro?
     E lui corre, corre più forte.
   Bastò poco che i passi si fecero più rapidi dalla corsetta moderata che riteneva in precedenza di sostenere. Non se ne rese immediatamente conto, e, quando lo fece, sgranò leggermente gli occhi. Il rumore si accentuò e le scarpe aumentarono talmente tanto l'attrito che per un attimo si domandò se sarebbe stato in grado di fermarsi in successione. Ma non se ne sarebbe dovuto preoccupare, dopotutto.
     E lui si ferma.
   Nel vuoto, esiste il nulla, e riempirlo con qualcosa che non fosse tale avrebbe significato soffocarlo e distruggere quell’equilibrio quasi naturale. E se il vuoto avesse perso qualcosa, la conseguenza sarebbe stata sempre quella. Forse per questo N sparì dalla sua visuale, facendo sparire il candore che lo circondava; molti sguardi si erano posati sul verde, ma nessuno lo toccò, nemmeno quello di Alcide.
   Per quanto fossero stati i ricordi a spingerlo a corrergli dietro, quelli stessi impedirono al ragazzo di inseguirlo; non era nemmeno certo che avesse sentito i suoi passi o se fosse scappato perché li avesse uditi cristallini. Forse, sarebbe stato meglio lasciar stare, forse avrebbe dovuto smetterla di credere che facesse parte del vissuto del vecchio rivale, come lui era parte essenziale del suo.
   Si voltò e come se nulla fosse accaduto, incominciò ad incamminarsi verso nessuna meta, come da tempo faceva, sperando nel suo piccolo di rincontrare quello strambo ragazzo.
   
 
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