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Autore: claudy    23/07/2008    15 recensioni
[...]Teoricamente ora ci si aspetta un’affermazione ironica di Georg contro il chitarrista, quest’ultimo che ribatte e Gustav che fa da paciere. Beh, non ci fu niente di tutto ciò. Dopo l’affermazione del rasta, Bill non fece altro che sorridere al fratello e annuire pure lui maliziosamente, mentre i due maggiori non aprirono bocca per ribattere, continuando a mangiare. Qualcosa nei Tokio Hotel stava cambiando, e tutti lo sapevano. Non erano più la band d’oro dell’anno precedente e tutti si erano accorti di questo. Ma pur di ammettere tutto questo, le persone, e in primis le fan, preferivano far finta di rimanere cieche. E rimanere così nella loro ingenuità che faceva dei suddetti Tokio una band perfetta.[...]
Genere: Generale, Demenziale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Io ero una fan dei Tokio Hotel. Lo sono stata fino a Gennaio. Poi ci sono stati alcuni comportamenti loro ma anche delle fan che mi hanno fatto cambiare idea, così sono arrivata al punto che le loro canzoni non mi trasmettono più nulla .Come potete intuire da questo, non è una fan fiction positiva, vi avverto.

Racconta dei Comet, e della storia del bagno con la security che è successa quella sera. E’ vera, ho anche le fonti.

Comunque spero vi piaccia e che le fan dei Tokio non se la prendano a male.

Aufwiedersehen, Cla. –

Il rating è giallo per il semplice fatto che a volte il linguaggio è un po’ colorito x°D

LA Rovina.

- come il successo da alla testa-

23.05.08 Oberhausen, ore 12.35

Il sole, ormai già alto, penetrò in una lussuosa stanza di un albergo a 5 stelle di Oberhausen, città del Nordrhein-Westfalen, Regione situata nella Germania dell’ovest. Il sole, come di consuetudine in Germania, non era molto caldo, essendo solo fine Maggio, ma era in grado di dare molto fastidio, specialmente a chi era da poco tornato dall’america e cercava di riabituarsi alla differenza di orario.

Un raggio di sole filtrò dalla tenda rosea colpendo in pieno volto un ragazzo moro, ancora rannicchiato nelle coperte. I capelli neri scarmigliati dalla nottata appena trascorsa, le guancie rigate dal trucco che non era stato tolto il precedenza. Si girò dando le spalle alla finestra, coprendosi con le coperte color panna fino al naso. Qualcuno immediatamente bussò.

- Herr Kaulitz, Herr Jost gradirebbe che lei si alzasse, gli altri si trovano già nella sala da pranzo. – disse un maggiordomo nel corridoio delle suite, schiarendosi la voce.

- Mi alzo come e quando voglio – Fu la risposta del moro che, quasi a dispetto, si rigirò di nuovo nel letto scalciando come un bambino - Mi lasci in pace –

il maggiordomo sussultò un attimo per la risposta, anche se era abituato a trattare con star di fama internazionale e se ne andò, inveendo contro il ragazzo e i suoi “atteggiamenti da diva”. Purtroppo non era il primo che comparava i comportamenti del ragazzo a quelli di una attrice di fama internazionale all’apice della sua carriera.

Di che ragazzo si sta parlando? Di Bill Kaulitz, logicamente. Leader e Frontman dei Tokio Hotel, band che inevitabilmente stava cedendo alle pressioni dello showbuisness.

Bill si alzò e si recò in bagno, per la sua quotidiana toletta. Si sistemò i capelli che gli ricadevano sulle spalle lisci ormai da qualche mese, la criniera ormai faceva parte del suo passato. Ora aveva conquistato anche l’America, non poteva permettersi alcuni atteggiamenti.

Con il suo viaggio in America aveva capito che praticamente tutto il mondo amava la sua band, e soprattutto lui. Si era reso conto che col tempo, nel giro di soli 4 anni, da piccolo adolescente preso di mira dai compagni più forti, era diventato un simbolo per le adolescenti di mezzo mondo. Di tutto il mondo.

Si guardò più volte allo specchio, lisciandosi le pieghe della maglietta argentea che indossava, ammiccando ogni tanto e ravvivandosi i capelli. Uscì, compiacendosi del suo look così sofisticato. Il suo look che nel giro di pochi mesi era cambiato: era diventato più eccentrico, più ambiguo…quasi più femminile.

Nella sala da pranzo, che fu rigorosamente riservata a loro e circondata per tutto il perimetro da quei bestioni della VSD Hamburg, trovò il resto della band e David, che parlava istericamente al telefono.

Prese posto accanto al fratello, che nel frattempo fissava una cameriera con il suo solito sguardo da marpione in calore, giocherellando con quel piercing metallico che era diventata la sua più efficace arma di seduzione. Afferrò una brioche alla crema, addentandola avidamente.

- Non ti smentisci mai, eh fratellino? – Disse fissando il rasta con aria di sufficienza.

- Ma lo sai che posso avere tutte ai miei piedi, basta solo uno schiocco di dita – Disse Tom, imitando il gesto.

Teoricamente ora ci si aspetta un’affermazione ironica di Georg contro il chitarrista, quest’ultimo che ribatte e Gustav che fa da paciere. Beh, non ci fu niente di tutto ciò. Dopo l’affermazione del rasta, Bill non fece altro che sorridere al fratello e annuire pure lui maliziosamente, mentre i due maggiori non aprirono bocca per ribattere, continuando a mangiare. Qualcosa nei Tokio Hotel stava cambiando, e tutti lo sapevano. Non erano più la band d’oro dell’anno precedente e tutti si erano accorti di questo. Ma pur di ammettere tutto questo, le persone, e in primis le fan, preferivano far finta di rimanere cieche. E rimanere così nella loro ingenuità che faceva dei suddetti Tokio una band perfetta.

- Bene, ragazzi oggi avete 5 interviste con i giornali locali e una a viva Tv, quindi – David arrivò a tavola cominciando a dare ordini – Gradirei che vi preparaste decentemente – si girò fissando il Kaulitz Casanova, che era ancora in pigiama e pantofole.

- avete 20 minuti da ora. -

I quattro si alzarono di malavoglia e , sbuffando, si diressero nelle loro stanze.

Dopo nemmeno 10 minuti, Gustav e Georg raggiunsero David nella hall dell’albergo, conversando delle ultime novità sul fatto di musica e sugli ultimi concerti tenuti. Gustav affermò di aver desiderio di poter andare al concerto dei Metallica che si sarebbe tenuto di lì a breve in Italia, ma Georg gli ricordò che gli impegni improrogabili del loro lavoro gli avrebbero impedito questo.

- siete la mia salvezza voi due - disse il manager ai i due, - non come quelle due prime donne, a proposito, sono pronti? –

Georg scoppiò in una sonora risata sotto lo sguardo divertito di Gustav e interrogativo di David.

- beh? – lo rimbeccò il manager

- Scusa David, ma tu pretendi che Bill Kaulitzrispose enfatizzando sul nome del cantante – e stiamo parlando di Bill Kaulitz, sia pronto in 10 minuti per un’intervista? I miracoli non esistono… -

- ma almeno si sono vestiti? – David sospirò pesantemente lasciandosi andare su un divanetto della Hall.

- Tom di sicuro, ma starà scegliendo la fascia che più gli si abbina al cappellino…- incominciò il bassista, mentre il moro esasperato roteava gli occhi. - …Bill invece sarà in bagno indugiando se mettersi l’eyeliner marrone scuro o nero stasera.. – Finì Gustav cercando di reprimere una risata.

- Qualcuno ci aiuti… -

23.05.08 Oberhausen, ore 18.25

Dopo un pomeriggio intero passato ad assecondare tutti i giornalisti, inventando spesso storie al momento, i ragazzi si dirissero verso l’arena dove si sarebbero tenuti i ‘comet’ la sera stessa. Erano sicuri di vincerne almeno uno

- Tom ma dovevi per forza inventarti la storia di una mia esperienza omosessuale nell’ultima intervista!? – Fece Georg cercando di menare il rasta che rideva a crepapelle.

- Ma chi l’ha inventata scusa? – ribattè l’altro tra le risate

- Coglione - Sibilò il maggiore, ignorando il biondo che ancora sghignazzava

- devo dire che oggi mi sono proprio divertito con le interviste… - ammise Gustav, che era abituato sempre a stare in disparte durante quegli appuntamenti, tanto che le intervistatrici non osavano nemmeno rivolgergli una misera domanda.

- taci – lo rimbeccò Bill – per te è semplice, stai sempre lì seduto a fare un cazzo… - non l’avesse mai detto.

- Cosa scusa? – rispose Gustav con tono irritato, mentre si avvicinava minacciosamente al porcospino davanti a lui, alto circa due spanne in più, che indossava un orrida giacca argentata che rifletteva creando dei giochi di luce degni di una discoteca.

- hai sentito bene. IO sono quello che parla sempre, IO sono quello che risponde sempre alle stesse identiche domande dopo anni, IO sono quello a cui chiedono più cose, IO sono il leader, IO sono quello che si sbatte qui – concluse poi con fare altezzoso, avvolgendosi il collo con una ‘adorabile’ sciarpa grigia di ferretto che ricordava molto, a parere di Georg, la divisa dei cavalieri teutonici

- Bill, - incominciò paziente il gemello – di grazia….che ti sei fumato oggi!? –

- Ma vaffanculo pure te! – disse.

Il moro salì sul palco sculettando come una checca isterica, fece l’ultimo scalino sbattendo violentemente i piedi a mo’ di capriccio e si appoggio al microfono, molto irritato

- venite si, o no? – urlò così forte agli altri tre, che erano rimasti allibiti dalla scenata di prima, che si girarono gli addetti all’allestimento della sera.

David si sbatte una mano in faccia.

- Per l’amor del cielo salite, e se qualcosa va storto stasera vi uccido uno per uno. – minacciò il manager e tutti corsero sul palco.

23.05.08 Oberhausen, ore 22.50

- und Der Gewinner fur die Kategorie ‘Best Live Act’ ist -

Pronunciò il presentatore, e Bill afferrò convulsamente la mano del gemello. Tutti i rancori del pomeriggio precedente sembravano scomparsi nel giro di una frazione di secondo. Tranne che per Tom. Fissava il fratello incredulo: Com’era diventato? Lui non era così, non lo era mai stato. Un velo di tristezza mista tensione si scorse sul suo viso,che nascose prontament sotto il cappello.

- ist… TOKIO HOTEL! –

I ragazzi si alzarono dai loro posti con un espressione felice sul volto. Bill si buttò letteralmente tra le braccia di Georg, che ricambiò con una pacca sulla spalla. Gustav e Tom si limitarono a sorridere compiaciuti sia per la scena sia per il premio.

La serata continuò e i ragazzi si aggiudicarono con immensa sorpresa anche i premi ‘Best Band’ ‘Best Video’ e ‘Supercomet 2008’ , anche se in realtà lo sapevano, in fondo giocavano in casa.

La sera fu allestito in un locale un fantastico aftershow party, al quale tutti i vip erano invitati.

- Ehi! – disse Georg – c’è anche Bushido laggiù! Andiamo a salutarlo, che ne dici Bill? – disse malizioso sgomitando affianco a lui

- deficiente! Mi hai fatto male! – voce troppo baritonale. Non poteva essere Bill.

Il bassista infatti si girò trovandosi accanto il ‘gemello porno’ che gemeva con una mano premuta sul fianco.

- dove cazzo è tuo fratello? - sbottò non curandosi del fatto che il rasta stesse gemendo di dolore

- e là a mettersi in mostra – e indicò un esserino dall’altra parte del locale, circondato da giornalisti e da flash ovunque – ormai dovresti saperlo Hagen… - concluse un po’ amareggiato.

Poi, accortosi del fatto che il bassista lo stava fissando interdetto, assunse una finta aria da menefreghista

- oh chissenefrega. Lasciagli fare la prima donna. Che dici, di buttiamo sul buffet? –

Georg capì il tentativo dell’amico di nascondere la preoccupazione, così fece finta di niente.

- con piacere, mio caro compare –

24.05.08 Oberhausen, ore 3.35

Il party ormai aveva preso piede alla grande.

Seduti ai tavolini si potevano notare grandi personaggi della tivù tedesca seduti davanti ad un buon drink al tavolo con delle graziose fanciulle, manager che discutevano tra di loro dei vari progetti delle band che seguivano e naturalmente i membri delle band, strafatti o ubriachi che si adagiavano sui soffici divanetti di velluto rosso che costeggiavano il muro di tutta la sala.

Tom,Georg e Gustav erano tra questi.

- vado…vado a prendermi un altro drink – farfugliò Tom cercando di alzarsi dal divanetto, sul quale caracollò subito dopo fermato da una manata di Gustav sul petto.

- fermo. Sei già ubriaco abbastanza. – disse, sobrio e risoluto.

- Gustav ma lasciati un po’ andare! – mormorò Georg, che non aveva ancora perso tutte le sue capacità psicofisiche – hai bevuto solo un drink, manco fossimo in una gita al liceo. –

- tu – gli ringhiò dietro il batterista – fatti i cazzi tuoi. – e detto questo si alzò per andare a prendere un cocktail a Tom, sbattendoglielo violentemente sotto il naso

- voi rovinatevi se volete, ma io non ci sto – concluse alzandosi e dirigendosi in quale luogo oscuro di quel posto.

Mentre i due si scolavano l’ennesimo drink, videro arrivare verso di loro Bill, chiaramente brillo, che barcollava un po’

- siediti va.. – disse Georg, che probabilmente era quello tra i tre che reggeva di più l’alcool dando una sonora spinta al cantante, che crollò accanto al gemello

- mezze seghe – mormorò Georg, tracannando il il terzo chupito.

- Georg.. – mormorò Bill dopo un’oretta sdraiato a mo’ di vamp sul divanetto, con gli occhi chiusi, posandosi un mano sulla fronte nel modo più teatrale possibile – mi scappa la pipì –

Tom incominciò a ridere mentre il maggiore quasi si strozzava con l’ennesimo drink.

- no ma dico… sei scemo o cosa? – gli urlò contro.

- Georg, effettivamente anche io devo andare in bagno.. – ammise Tom, incartandosi con le parole.

Hagen li fissava esterefatto.

- e a me? Alzatevi e andateci!! – sbraitò contro i gemelli.

- ma siamo troppo sbronzi per farlo – ammise Tom

- parla per te! – urlò Bill, che effettivamente avendo bevuto solo due drink si era già un po’ ripreso.

- chiamo David va – disse Georg felice di aver trovato una scusa e di togliersi dalle scatole quei due bambini dell’asilo.

Così David mandò qualcuno della Security, probabilmente Saki e qualcun altro di fidato, ad accompagnare le ‘dive Kaulitz’ come ormai venivano definite, in bagno.

Solo che trovarono una fila pazzesca. Evidentemente non tutti erano in grado di reggere l’alcool come Georg.

- merda… - mormorò Tom – Hey tu Blue! – urlò ad un ragazzino davanti a loro – perché c’è così tanta fila? –

- bushido sta vomitando l’anima – commentò Jimi con una punta di soddisfazione.

- che palle! - commentò Bill, che era già sull’isterico andante – fate qualcosa! – urlò stizzito ai gorilloni della security.

Tom ebbe proprio l’impressione di stare accanto ad una starlette del cinema d’hollywood, più che a suo fratello.

Al capriccio di Bill Kaulitz, leader dei Tokio Hotel, band che ha conquistato il mondo nel giro di 3 anni, la security fede spostare tutta la gente che aspettava ad entrare ai bagni, circondandoli.

I gemelli, sotto gli sguardi poco amichevoli degli altri vips, entrarono nei bagni. E uscendo un quarto d’ora dopo, furono scortati dalle guardie fin dove si trovava il resto della band.

Bill perse pure il suo anello di diamanti. Simbolo del suo cambiamento. Aveva ceduto al sistema, aveva ceduto al commercio e alle vendite, e con lui tutti i Tokio Hotel. Erano diventati dei burattini nelle mani della universal. Ormai non erano più i quattro ragazzetti che provavano in una rimessa a Magdeburgo.

Erano diventati un fenomeno, e parte di loro ne era conscia.

24.05.08 Oberhausen, ore 15.56

I quattro ragazzi, ancora mezzi assonnati dal party della sera prima, si trovavano seduti nella hall dell’albergo, a fissare punti nel vuoto, mentre aspettavano il loro manager.

Bill si limava le unghie.

- Bill, sai una cosa? – se ne uscì Gustav

- si? – rispose l’altro altezzoso.

- mi fai schifo. – pronunciò diretto l’altro.

La frase fece girare automaticamente anche gli altri due verso di loro. Bill lo fissava esterefatto

- ma.. –

- mi faccio schifo. Facciamo schifo. – si girò anche verso gli altri – ma avete visto cosa siamo diventati? Dei ragazzini capricciosi che hanno tutto e vogliono sempre di più, che vivono d’eccessi, che se ne approfittano della loro situazione. Ci ha preso. Il sistema ci ha preso e trascinato giù.

Siamo all’apice ragazzi, ma in realtà abbiamo toccato il fondo. –

E detto questo prese e si recò verso i bagni, lasciando gli altri tre ad accettare ciò che aveva detto, nient’altro che la verità.

  
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