Non
tu.
Gridano tutti adesso: donne,
bambini, atleti del torneo di arti marziali.
Grida l’intera tribuna.
Io resto muta, con i capelli che
scendono sul viso e gli occhi spalancati.
Io resto muta, perché
non ho fiato per gridare.
Sono inespressiva come una lastra
di marmo: le urla che echeggiano aumentano, ma io resto immobile.
Immobile come se non sentissi
nulla, come se non fossi lì, come se avvertissi un brutto
presentimento.
All’improvviso mi ritrovo
a vivere una cosa spaventosa e tutto accade con troppa
rapidità, tutto quello che succede sta cambiando la mia
vita: mi fa provare smarrimento, incredulità, amarezza.
Mi sembra impossibile trovarmi in
mezzo a questa confusione, di essere vittima di qualche piano grandioso
e terribile. Il mio volto lascia trasparire solo dolore, quando in
lontananza scorgo la tua immagine abbagliante d’oro.
Sento d’essere
intrappolata, di non poter fuggire, mi sfioro le labbra con la mano.
No. No.
Non puoi essere tu, Vegeta.
Non tu.
Non c’è
abbastanza tempo per ragionare e per capire cosa ti ha cambiato, cosa
ti ha reso un mostro.
Non puoi essere tu, amore.
Non tu, Vegeta.
Sollevo a fatica il braccio e agito
la mano: devi voltarti, devi guardare i miei occhi, devi veder scendere
le lacrime.
Guardami: sono la tua Bulma.
Sono troppe le grida.
Sento un forte boato e parte della
struttura si sbriciola, i cardini cedono, le parti in ferro si
accartocciano; per un istante infinito sembra la fine, la sensazione di
panico che si respira è tangibile.
Non so se m'interessa sopravvivere,
non ne sono certa.
La mia sensazione è
indescrivibile; biascico parole confuse e mi fa male.
Un’onda di vertigine mi
assale, respiro profondamente, ma non riesco a respirare; lascio la
presa delle mani sulla sbarra dello spalto e, preda di uno spasmo
insopportabile, mi accascio al suolo.
Vegeta, sussurro, poi è
solo il buio.
Fine.
Piccola ispirazione in una notte
molto triste.
Buona notte EFP
Un bacio.
LORIGETA