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Autore: Elissa_Bane    05/05/2014    1 recensioni
Sherlock, dopo essere ritornato, ha perso John, che si è rifatto una vita. E se decidesse di cercare la sua vecchia nemesi? Cosa accadrebbe? Sarebbero solo polvere e vento o qualcosa di più?
*dal testo*
Si guardarono negli occhi. Il nero nel celeste, la pece nel ghiaccio. E scoprirono che non potevano avere tutto, che non sempre sarebbero stati capaci di resistere all’altro, ma che potevano trovare un equilibrio. Potevano provare. Quello sarebbe stato un nuovo inizio, un inizio che stava arrivando.
Genere: Angst, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nda: Ringrazio juls_12 che mi ha assegnato questa canzone (per chi non la conoscesse-disgraziati!- è Demons, Imagine Dragons) e il pairing Sheriarty. Va ringraziata anche IwillalwaysbeMars per la betatura e il meraviglioso commento finale. Per finire un grazie va come sempre a GingerStone, che è la mia Jim personale.

 
Where my demons hide
 
When the days are cold
And the cards all fold
And the saints we see
Are all made of gold
 
Sherlock camminava lentamente lungo la strada, il peso sul cuore che premeva come se volesse ucciderlo. Razionalmente sapeva benissimo che non… perché diamine la porta di casa era aperta? Le scale rappresentarono un ostacolo presto superato, la porta del suo appartamento solo un velo sottile tra lui e John. Doveva essere per forza John, o lui non avrebbe potuto chiedere, per la prima volta in vita sua, scusa.
When your dreams all fail
And the ones we hail
Are the worst of all
And the blood’s run stale
 
“Moriarty” sospirò invece, entrando nella stanza e accomodandosi con grazia sulla sua poltrona. L’uomo, come già la precedente volta, era seduto sulla poltrona di John. Una teiera era posata accanto a lui sul tavolino e dei biscotti facevano bella mostra di sé. Ne afferrò distrattamente uno, sgranocchiandolo mentre guardava l’uomo: niente completi eleganti, semplicemente dei jeans e una maglietta nera. Quella notte aveva dormito all’incirca nove ore, non aveva fatto colazione e non aveva fatto del male a mrs. Hudson. “Quindi oggi hai deciso di essere Richard Brooks?” chiese freddamente. La risata in risposta non lo stupì realmente, al contrario di quanto fecero le parole che uscirono da quella bocca sottile “Intendi continuare a nascondermi il motivo di tanta depressione, Sher?” Calcò volutamente su quell’orribile abbreviazione del suo nome, per farlo semplicemente infastidire.
I want to hide the truth
I want to shelter you
But with the beast inside
There’s nowhere we can hide
 
Ecco qual era il problema: aveva detto a John (John, che si era rifatto una vita con un’assassina professionista ora incinta) che aveva intenzione di uscire con Jim. Solo una o due volte, solo per non annoiarsi troppo. L’uomo gli aveva quasi rotto il naso, urlando che non poteva farlo, che Dannazione Sherlock, è di Moriarty che parliamo! MORIARTY! Se n’era andato da casa del suo unico amico furibondo ed irritato, sbattendo la porta. Inutile dire che la prima cosa fatta era stata proprio chiedere a Jim un appuntamento. Che sarebbe dovuto essere il giorno dopo. “Cosa ci fai qui oggi?” gli chiese, concedendosi un sospiro minuscolo, ma che fece inarcare un sopracciglio all’altro. “Non ho nessuno che mi comanda: mi andava di venire e basta.”
 
No matter what we breed
We still are made of greed
This is my kingdom come
This is my kingdom come
 
Sherlock pensò che anche a lui sarebbe piaciuto poter dire di essere libero, ma non poteva: suo fratello, John e la sua stessa freddezza gli imponevano dei limiti che sembravano invalicabili. Invidiava Moriarty per la sua intelligenza matematica e per la sua libertà, anche se non lo avrebbe ammesso mai, nemmeno sotto tortura.
When you feel my heat
Look into my eyes
It’s where my demons hide
It’s where my demons hide
Don’t get too close
It’s dark inside
It’s where my demons hide
It’s where my demons hide
 
Jim si avvicinò, avendo intuito facilmente i pensieri dell’uomo. Sentiva il calore delle sue mani sulle proprie e pensò che nemmeno John aveva saputo mai incuriosirlo così, ma allo stesso tempo chiuse gli occhi. C’erano così tanti segreti in quelle iridi ghiacciate, segreti che non voleva che fossero svelati: i suoi demoni personali, nell’Inferno del suo animo pieno di colpe e recriminazioni.
When the curtain’s call
Is the last of all
When the lights fade out
All the sinners crawl
 
Sherlock decise che era arrivato il momento di smetterla. Per una volta, una volta sola. Così, con un movimento sinuoso, portò le sue mani sul viso dell’altro e posò le labbra sulle sue. Fu un bacio che lo scosse fin nel profondo, le labbra di Jim così morbide e il suo profumo così buono, così giusto. L’uomo morse improvvisamente il suo labbro inferiore, facendolo ringhiare. Il rumore di passi sulle scale li interruppe, ma Jim lo trascinò nella sua camera, chiudendo la porta e facendogli segno di stare in silenzio con una luce maliziosa negli occhi scuri.
 So they dug your grave
And the masquerade
Will come calling out
At the mess you made
 
Quei passi. John, pensò Sherlock, ma senza accennare nemmeno un movimento che non fosse quello delle sue labbra contro quelle di Jim. “Sherlock!” urlò l’amico, scuotendo il capo di fronte al suo silenzio e andando ad appoggiarsi davanti alla porta chiusa, ignorando la situazione dall’altra parte della parete “Ascoltami solo per un secondo: quello è Moriarty, l’uomo che ha tentato di ucciderci tutti e che prima di noi ha massacrato Dio solo sa quante persone!” Il detective, al sicuro nella stanza, pensò che anche John in Afghanistan non avesse fatto un lavoro migliore. “Per favore Sherlock, ripensaci. Ci sono tanti bravi ragazzi a questo mondo e così tanti vorrebbero avere una chance con te.” Sospirò “D’accordo…allora, se non hai intenzione di parlarmi, io vado. Ciao Sherlock.” Disse infine, prima che i suoi passi s’allontanassero di nuovo.
Don’t want to let you down
But I am hell bound
Though this is all for you
Don’t want to hide the truth
 
Gli occhi scuri fissi nei suoi s’incupirono. “Forse ha ragione lui” mormorò Jim contro la sua spalla. Sherlock sospirò ancora “Jim, guardami.” Fu il fatto che lo avesse chiamato per nome, probabilmente, a catturare la sua attenzione, più che l’ordine impartitogli “Sono un uomo adulto e so che tu non sei di sicuro un angelo ma non lo sono nemmeno io, te lo ripeto nel caso su quel dannato tetto non mi avessi sentito. Posso benissimo fare le mie scelte da solo.” Poi gli sorrise, per la prima volta, nonostante il suo cuore fosse strappato in due parti. E non gl’importava che non fosse fisicamente possibile, ma era così: una parte smaniava per seguire John e dimenticare Jim, l’altra chiedeva l’esatto opposto. Sherlock sorrise e a Jim non importò che davvero lui fosse un assassino e uno stronzo, per una volta non gli importò di essere solo al mondo, non gl’importò più di nulla.
No matter what we breed
We still are made of greed
This is my kingdom come
This is my kingdom come
 
Si guardarono negli occhi. Il nero nel celeste, la pece nel ghiaccio. E scoprirono che non potevano avere tutto, che non sempre sarebbero stati capaci di resistere all’altro, ma che potevano trovare un equilibrio. Potevano provare. Quello sarebbe stato un nuovo inizio, un inizio che stava arrivando.
When you feel my heat
Look into my eyes
It’s where my demons hide
It’s where my demons hide
Don’t get too close
It’s dark inside
It’s where my demons hide
It’s where my demons hide
 
Jim strinse le sue braccia intorno al corpo di Sherlock, attirandoselo vicino e chiudendo gli occhi quando questi gli morse delicatamente la mascella. Dietro le sue palpebre chiuse tornarono vecchi fantasmi, vecchi demoni a pungolarlo con i loro forconi. Strinse le braccia a Sherlock, che lo carezzò facendolo stendere sul letto “Shhh, va tutto bene. Non m’importa. Non m’importerebbe nemmeno se fossi il diavolo in persona.” Si sentì rassicurato, ma qualcosa rimaneva a tormentarlo.
 
They say it’s what you make
I say it’s up to fate
It’s woven in my soul
I need to let you go
 
“Ho fatto delle cose orribili” mormorò lentamente, ma ricci scuri ricaddero intorno al suo viso mentre il ragazzo chinava il capo “E io ti ripeto che non m’interessa. Voglio solo poterti vedere, vedere davvero, anche per una volta sola. Niente Moriarty, solo Jim.” Questi rise. “Non pensavo fossi così poetico, Holmes.” un nuovo morso lo fece sospirare “Non pensavo fossi così loquace, Moriarty.”
Your eyes, they shine so bright
I want to save their light
I can’t escape this now
Unless you show me how
 
Gli occhi neri scintillavano maliziosi e dolcemente attenti, in un’espressione che Sherlock non ricordava di avere mai visto. Un desiderio prepotente lo prese dal cuore: voleva vederlo sorridere e rifare quell’espressione ancora e ancora e ancora, fino a quando il cielo stesso non sarebbe caduto a pezzi sulle loro teste. “Puoi ancora tirarti indietro” sussurrò con l’inquietudine nella voce Jim, ma Sherlock scosse il capo “Non potrei più di quanto non possa imparare a memoria i nomi dei pianeti nel sistema solare.” Una risata scosse il petto dell’uomo sotto di lui “Sole, Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno.” Mentre inarcava le sopracciglia aggiunse, prima di poggiare un nuovo bacio delicato sulle labbra di Jim “E comunque non voglio.”
When you feel my heat
Look into my eyes
It’s where my demons hide
It’s where my demons hide
Don’t get too close
It’s dark inside
It’s where my demons hide
It’s where my demons hide
 
Gli sfilò con dolcezza la maglietta, mentre l’altro litigava con i bottoni della sua camicia viola. Si guardarono ancora negli occhi, ancora uno scontro di cielo e terra, mentre nessuno dei due riusciva più a capire se davvero avessero bisogno di ossigeno per vivere, perché tra le labbra dell’altro si stava così bene. I loro demoni decisero di arrivare tutti in quel momento, circondando il letto come una foresta scura. Non si nascondevano più nei loro occhi, ora erano reali. Ma Sherlock prese la mano di Jim e lui gliela strinse ed insieme attraversarono l’intera foresta di nere ombre.
E la luce che vedevano appena al di là, beh per quella valeva la pena affrontare ad uno ad uno ogni demone. Sherlock si limitò a guardare il compagno e a chiudere gli occhi in risposta ad una sua carezza leggera.
 
Ci sono luoghi, però, dove nemmeno la luce più forte arriva e i demoni continuano a nascondersi, pensò Jim lasciando la stanza col ragazzo già addormentato.

Per sempre.
  
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