La piccola officina nascosta nel ventre di uno dei palazzi più antichi di Roma, normalmente avvolta in un silenzio assoluto, era riempita dal brusio acquatico della vasca di rigenerazione in cui l’androide era immerso. Bagliori venusiani illuminavano il volto del luminare chino ad osservare, la pipa spenta stretta tra i denti, il silenzioso, invisibile rigenerarsi delle cellule semisintetiche. Non ebbe bisogno di voltarsi per riconoscere il passo elegante e il profumo delicato della potentissima donna che aveva appena varcato la soglia.

- Ebbene..? – chiese lei, con la sicurezza che non ammette repliche di un potere tramandatosi attraverso il sangue ed esercitato da secoli.
- C’è una cosa che mi chiedo fin dall’inizio…. – rispose pacatamente l’uomo con un’alone di vaghezza nella voce, mentre continuava ad osservare oziosamente l’umanoide immerso nella vasca come fosse un pesciolino rosso in una fontana – Ho analizzato i dati biometrici di HC-IIIX e questi sembrano indicare che la componente biologica ha effettivamente seguito uno sviluppo... regolare, umano, per quanto accelerato.

Il drappeggio rosso della veste di Caterina si tinse di un verde itterico quando anche la giovane donna si affacciò sulla vasca alla quale il professor Wordsworth si appoggiava con disinvoltura. Un’espressione estremamente grave si disegnava, dura in quel contrasto violento di luci artificiali, sul bel volto della donna.
- Ti stai chiedendo - disse il Cardinale Sforza aggrottando le sue sopracciglia eleganti - dove possano aver nascosto un laboratorio tanto sofisticato e tanto protetto da farvi crescere dei … bambini sintetici?

Il professor Wordsworth si grattò distrattamente una tempia mentre le sue labbra sottili si piegavano in una delle sue tipiche smorfie artificiosamente seriose.
- In realtà, mi stavo chiedendo se, ammettendo che le sue creature siano effettivamente state piccole, il mio caro vecchio amico Garibaldi abbia provveduto personalmente al cambio di tutti i pannolini… - William non osò voltarsi verso il suo superiore mentre la smorfia delle sue labbra si allargava in uno dei suoi tipici sorrisi di autocompiacimento, consapevole del fatto che il silenzio di Caterina si faceva ogni istante più gelido.
– Voglio dire, se ci pensi, avere per le mani dieci bambini tutti allo stesso stadio di sviluppo, significa dover gestire, e perdonami la metafora, proprio un mare di...

Il rumore dei tacchi indignati del suo superiore in allontanamento fu l’unica risposta che ottenne alle sue pur pragmaticissime perplessità.

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In risposta alla lollosissima Pannolini!Challenge! che deve arrivare a possedere anche la vostra anima!