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Autore: Jake Blake The Heartquake    05/05/2014    1 recensioni
Cosa può accaderci, la notte, mentre dormiamo? Gli incubi che viviamo, sono davvero solo opera della nostra fantasia, o celano qualcosa di più terrificante?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Piccola opera che ho elaborato sviluppando l'incubo di una persona a me cara, spero possa terrorizzarvi tanto quanto ha terrorizzato lei. Per un maggior coinvolgimento, ascoltate "Zalgo Invocation" durante la lettura. A luci spente, chiaramente ;)


Gli occhi bruciano, in quella penetrante oscurità che è ciò che permea quella stanza. Non capisci dove sei, non subito almeno. Realizzi, poco dopo, di essere di nuovo lì, nello stesso posto, nello stesso incubo. E ti viene da gettare, quando vedi la porta aperta davanti a te. Eppure c'è tutto buio, come puoi capire che c'è una porta aperta? Vedi una fetta di oscurità che viene a risultare meno densa delle altre. Ti ci fiondi dentro, e finisci in un corridoio illuminato. Sfilacci di oscurità sono attaccati alla tua pelle, come una ragnatela. Li strappi, rapida e decisa. hai poco tempo, devi andartene. Ti dirigi verso gli ascensori, ne chiami tre. Due non funzionano e da uno sgorga sangue come se fosse una fontanella. Appena si apre il primo rimani scossa da quello che vedi. Un ragazzo, alto più o meno come te, con solo metà faccia. L'altra metà è palesemente divorata e consumata da quella che pare essere una creatura fatta d'oscurità, che zampetta allegramente in quel macello che egli stessa ha creato. Fini polveri si innalzano da quel volto, è la carne che viene fatta evaporare. Tempo che il ragazzo si accorga di te che subito tenta di assalirti. Rapida e decisa sferri un pugno alla parte "sana" del volto, stordendolo. Lo butti fuori dall'ascensore, entrandoci. Premi il bottone, ma non accade nulla. Lui si alza. Premi il bottone, ma ancora niente. Lui si gira. Premi il bottone, alzi lo sguardo, ancora nulla. Lui ti fissa. Noti che nella parte corrotta si è spalancato una sorta di occhio, una piccola voragine nella carne bruciata dall'oscurità. Un bruttissimo occhio giallo, velato, con una pupilla rossa iniettata di sangue, serrato in maniera innaturale. Premi il pulsante, agitata. Ancora nulla. Lui cammina. Premi ancora, ora tutti i pulsanti, urlando di rabbia. Lui corre. E' un secondo, le porte scattano, stanno per chiudersi. Sorridi. Ma il sorriso dura poco, la sua mano arriva sulla tua spalla, l'afferra. Sei disperata, ti dimeni, piangi. Ti tiri indietro, lo strattoni. Si sbilancia, cade. Le porte si chiudono, ma il braccio rimane dentro. Senti chiaramente le urla della "cosa", poichè del ragazzo ormai non rimane nulla, se non un corpo corrotto che serve come veicolo per quel parassita oscuro. Senti un rumore sordo che precede lo sblocco dell'ascensore, e ti ritrovi zuppa di sangue. Il suo braccio giace, di fronte a te. Il dling dell'ascensore ti sveglia dal torpore in cui eri caduta per lo shock, e noti una cosa terrificante. Dal braccio sta uscendo qualcosa, qualcosa che prende forma. Non ci pensi due volte, inizi a correre, e senti delle urla gutturali provenire dalle tue spalle. Il braccio altri non era che il veicolo della creatura, che ora ha ripreso forma, e ti sta inseguendo. Corri, sei disperata, i corridoio sono infiniti, tutti uguali, con le porte sbarrate. Ad un tratto, una porta aperta. Ti ci fiondi, chiudendola alle tue spalle. La chiudi, ti guardi intorno, rapida. Vedi un tubo arrugginito, lo raccogli. E' la tua arma, la tua unica possibilità di vivere. Il mostro, nel frattempo, è diventato un tumore oscuro che cammina, grottesco, grosso, con un gigantesco cuore rosso a striature nere che batte, esposto, in bella vista, dal quale spuntano gli occhi della bestia. Inizia a sferrare dei pugni secchi alla porta, ma questa regge. senti un rumore strano, e vedi presto un braccio a forma di lancia che trapassa la porta. Il mostro ti fissa, per un istante. E tu capisci quale sia la tua unica salvezza. Lui carica la porta, che tu hai sbloccato. Cade rovinosamente dentro, e tu gli pianti, prontamente, il bastone nel grosso cuore, inchiodandolo a terra. Riprendi a correre, il sangue e l'icore della bestia che ti impregnano da capo a piedi. Altri ti inseguono, sempre di più, sempre più vicini, un'oceano di lame aguzze e oscure che tentano in ogni modo di tagliuzzarti. E ci riescono. Le tue gambe, le tue braccia, la tua pelle inizia a riempirsi di piccoli graffi, tagli superficiali. l'uscita è lì, davanti a te. Corri, corri, corri. una mano ti afferra la caviglia, cadi. No, non puoi mollare, non puoi. Un colpo di fucile secco ti scuote per un istante. Un ragazzo, di fronte a te, con gli occhi iniettati di sangue e un buco nel petto si erge a tua difesa da quell'oscurità. Noti, nel buco, quella cosa pulsante. Lui si gira, ti sorride, e riprende a sparare. Ti alzi, corri, corri, corri. Oltrepassi la porta, mentre le urla strazianti del ragazzo ti dilaniano la mente. Chiudi la porta, sigillando l'oscurità in quell'edificio. ti inginocchi, piangendo. Passi. Qualcuno ti prende il mento fra le mani, ti solleva. E' bellissimo, ti abbraccia, ti bacia con passione. Ti guarda negli occhi, sorride. Sorridi anche tu, sei contenta, sei salva. ti prende il viso fra le mani, sorride. E sorridi anche tu, mentre senti il tuo collo spezzarsi e vedi l'oscurità fluire attraverso i suoi occhi e la sua lingua, e mentre muori la senti che si impossessa anche di te. "Benvenuta nell'Abisso, figlia mia"
  
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