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Autore: Neverland98    05/05/2014    1 recensioni
*SPOILER ALLEGIANT*
"Tris avrebbe dovuto essere qui con noi, l'avrebbe voluto"
"Forse, ma sicuramente c'era qualcosa che voleva di più"
"Cosa?"
"Che ci fossi tu"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Christina, Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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WHEN YOU'RE GONE



 
Piove. La pioggia colpisce l'asfalto lucido e spento, come la fiamma che un tempo ardeva nel cuore di Tris. Giro lentamente la testa per guardare meglio, per osservare da vicino le gocce d'acqua che si infrangono sul vetro della finestra; macabra metafora della fragilità umana.
Mi avvicino e poso la mano al vetro, la spingo forte, come se il vetro potesse frantumarsi al mio tocco, come faceva Tris. Come ha fatto il mio cuore quando lei se n'è andata.
È una giornata umida a Chicago. Il cielo piange con me la sua più grande eroina, troppo forte per essere piegata ma non abbastanza per non essere spezzata. Ci sono notti in cui la sogno, sogno Tris. Rivedo i suoi occhi incatenati ai miei mentre il coltello le sfiorava il lobo dell'orecchio, aprendo solo la prima di tante ferite.
La rivedo mentre mi stringeva forte, mentre impediva che le pareti del mio scenario della paura si chiudessero su di noi. La vedo sorridere e la risento piangere, poi mi sveglio e mi accorgo di essere io.
Se solo non l'avessi lasciata sola quel giorno di tre anni fa.
Se solo Caleb l'avesse fermata.
Se solo David non le avesse sparato, se solo lei fosse ancora qui con me.
Se,se,se. Tanti se e solo una certezza:Tris non c'è più.
Qualcuno bussa alla porta della mia stanza, ma non ottenendo risposta la sento aprirsi e passi leggeri farsi strada verso di me.
-Tobias, dobbiamo andare- Cara mi posa una mano sulla spalla, ma io non mi volto. Temo che se lo facessi lei si accorgerebbe che sto piangendo. Non mi piace apparire vulnerabile, nemmeno in questo caso.
Annuisco impercettibilmente e aspetto che esca dalla stanza, poi vado davanti allo specchio e mi osservo qualche minuto, giusto per assicurarmi di essere pronto. Pronto davvero.
Oggi è il quarto anniversario della morte di Tris. E ancora adesso il sapore amaro della parola "morte" cozza con quello melodioso della parola "Tris".
Stasera andremo al Pozzo, dove getteremo dei fiori per ricordarla. E' una cosa stupida forse, ma serve a farmi stare meglio. L'abbiamo fatto ogni anno, in questo giorno.
Faccio un respiro profondo ed esco di casa. Sotto la pioggia mi stanno aspettando i pochi rimasti di quelli che eravamo un tempo; Christina, Cara e Caleb.
Di Will, Uriah, Lynn, Marlene e tutti gli altri, non rimane che un ricordo sbiadito ma sempre piacevole nel suo dolore.
Mi sorride incoraggiante Christina, ma è un sorriso spento, di quelli che si fanno quando si è sul punto di scoppiare a piangere. Camminiamo in silenzio per le vie dell' ex quartiere generale degli Intrepidi, sospirando di tanto in tanto e mantenendo lo sguardo basso.
Perchè il dolore è un mostro informe che si nutre di speranze, soffocandole sul nascere e nascondendole nel nulla da cui lui stesso è stato originato. Non ha volto, il dolore; se non quello che gli diamo noi.
Per me, ha il volto bellissimo e implacabile di Beatrice Prior.
Stringo il gambo della rosa tra l'indice e il pollice, facendo conficcare le spine nei polpastrelli e lasciandone stillar sangue. Non c'è modo migliore di espiare il dolore dell'anima se non con quello fisico.
I nostri passi rimbombano nello strapiombo, e quando ci fermiamo, Christina mi affianca e posa le mani affusolate sull'impiantito.-Ci siamo- dice.
-Sì- confermo, e senza troppi convenevoli getto la rosa nello strapiombo.-Ti amo, Tris- sussurro al vento. Il fiore dondola dolcemente nel vuoto e tocca l'acqua con un rumore sordo e armonico.
-A Tris- dice Christina, a voce un po' più alta di me. Poi prende il suo mazzolino di margherite e le sparpaglia nel vento, insieme ai gigli di Caleb e i tulipani di Cara.-A Tris- le rispondono in coro.
Rimaniamo così per un po', ognuno silenziosamente in contatto con Tris, ricordandole quanto le vogliamo bene. Dopo un po' Caleb se ne va, senza nemmeno salutare. E dopo ancora Cara, che invece ci regala un sorriso appena accettato e un gesto frettoloso della mano. Non ottiene risposta.
Christina ed io continuiamo nella nostra tacita contemplazione dell'acqua che strappa i petali dei fiori e li trascina con sè nel suo percorso senza fine.
Guardo le onde impetuose che si abbattono sulle pareti rocciose e sento una rabbia cieca crescermi dentro, simile al ruggito di un leone. 
"Tris avrebbe dovuto essere qui con noi, l'avrebbe voluto." dico in un soffio, e per la prima volta esterno i miei sentimenti.
"Forse, ma sicuramente c'era qualcosa che voleva di più" risponde Christina con l'aria di una che la sa lunga, senza però trovare il coraggio di guardarmi negli occhi.
"Cosa?" domando irritato. Cosa poteva volere Tris più della sua vita?
"Che ci fossi tu"
Ed è allora che capisco. Tris voleva la mia vita.
Perchè lei non era solo un'intrepida; lei era una divergente. Era anche abnegante.
Rimango in silenzio, mentre  anche Christina se ne va, lasciandomi sprofondare bel baratro dei miei pensieri.
-Ti amo davvero, Tris. E ti amerò per sempre- mormoro, prima di andarmene.








Ehiiiilà! Sigh! Se vi è piaciuta questa storia (che di proposito ho lasciato un po' in sospeso), allora potreste leggere l'altra mia oneshot,intitolata "I'm with you"
Be', che altro dire? Spero troverete  il tempo di recensire! 
Baci <3
   
 
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