Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: PrincessOfSpades    05/05/2014    1 recensioni
"Mi coprii la testa con le mani aspettandomi la caduta di qualcos’altro dall’alto, paradossalmente meno piacevole di un Bruno caduto dal cielo. Come la caduta di insopportabili, oltre che pesanti, Graveler.
Beh, stranamente non successe niente e mi ritrovai gli occhi puntati addosso dei miei compagni,non voluti, di avventura.
-Ma che fai, Blue? – mi chiese quasi preoccupato Green.
- …- “Bella domanda; chiedilo al mio istinto sopravvalutato”
- … Niente – risposi fingendo di aver fatto una cosa del tutto abituale. Mi fu riservato uno sguardo eloquente che la diceva lunga sulla mia considerazione da parte del gruppo, e non era affatto lusinghiera.
- Qualunque cosa tu stessi facendo, possiamo andare? – ci reguardì Bruno.
Oak non se lo fece ripetere due volte e io sbuffai, cercando con gli occhi conforto nel soffitto.
Tornammo così alla biforcazione, chiudevo la fila con soddisfazione dal momento che se fosse successo qualcosa i primi ad avvertirmi, con tanto di urla agghiaccianti, sarebbero stati proprio i due mentecatti".
[Estratto dal Capitolo 4]
Una strana coppia formata da una squinternata campionessa e un insopportabile rivale, equivoci improbabili e tante, tante disavventure!
*Storia ispirata liberamente ai personaggi di Pokemon VerdeFoglia
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Green, N, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 7
Non spaventarti, Bunny; non c’hanno mai azzecato quelli apocalittici!



-Presto, presto! –
Incitai i miei compagni a velocizzare il passo, le quattro erano passate da dieci minuti e, senza nemmeno cambiarmi o pettinarmi un pochino, trascinavo il gruppo marciando come un reduce da una faticosa battaglia per le vie larghe di Saffron City: a testa alta e coi denti stretti. Il mio sguardo era puntato all’orizzonte che appariva sfuocato e sul punto di liquefarsi, racchiuso dai grattacieli moderni ai lati della strada.
Saffron City, ai tempi in cui viaggiavo per ottenere da brava allenatrice le medaglie, era un insieme di edifici giallastri, collocati su un terreno dello stesso colore; tuttavia adesso anche questa era cambiata, la modernizzazione non aveva certo risparmiato questa città color dello zafferano, sede della tecnologica Silph, e in poco tempo si era trasformata in un centro economico non di poco conto.
E fra i profili dei grattacieli, il mio sguardo seguiva ogni movimento delle nuvole nel cielo, ricordandomi che il tempo passava, cosicchè il mio incedere aumentava vertinigiosamente di velocità, tanto da provocare il fiatone ad Annie e forse qualche crampo a Taylor, che senza lamentarsi, mi seguiva a fatica.
Immaginai cosa stessero pensando: rapiti e costretti a correre la maratona di Saffron City, dopo aver rischiato di rimettere per il viaggio a cavallo di un Charizard, da una campionessa giusto un po’ border-line.
E nonostante questa prospettiva mi scappò un sorriso divertito. Ce ne voleva per essere protagonisti di tali imprese; credere di riuscire a prevedere qualcosa in mia presenza, era un po’ come andare bendati alla ricerca di una pietruzza d’oro nel mezzo del letto di un fiume.
Comunque, i due malcapitati evitarono di fare commenti a riguardo e io di cercarmi rogne inutilmente: mancava solo di deprimermi.
Stavo giusto per giungere al luogo dell’incontro con Green davanti all’entrata del Dojo, unico resto della vecchia Saffron City, che riconobbi una chioma lunga e scura uscire dall’entrata del Karate. La chioma liscia e dal taglio sofisticato apparteneva alla capopalestra della città, Sabrina, vestita con un’appariscente tutina rossa, molto aderente, di un materiale lucido e all’ultima tecnologia.
Si fermò e salutò Green, che stava aspettando il mio arrivo appoggiato allo stipite di legno.
Il mio sguardo incrociò quello dei due nello stesso momento, e simultaneamente si girarono verso la mia direzione. A un cenno del mio rivale mi avvicinai fingendomi disinvolta, tradendo nervosismo dalle mani che iniziarono a tormentare freneticamente gli orli della salopette.
- Sabrina, da quanto tempo! – salutai cordialmente.
Questa piegò gli angoli della bocca in quello che doveva assomigliare a un sorriso tirato.
Green intanto mi squadrò asettico, leggermente sulla difensiva; le braccia conserte e un cipiglio di rimprovero dipinto sul volto.
- Ciao Bunny. Bene, allora stammi bene Green, ci vediamo alla riunione – disse rivolta a quest’ultimo.
Annie e Taylor sbucarono all’improvviso alle mie spalle, come due pulcini ritrosi dietro una chioccia.
Sabrina lanciò loro un’occhiata prima di far cadere lo sguardo nel vuoto. Dopo un attimo si riprese, e dopo mi bloccò al mio posto, con una virata improvvisa dei suoi occhi innaturali blu, che si posarono sui miei con una velocità e determinazione spaventosa, facendomi cominciare a sudare freddo.
- Scusa Bunny, ho bisogno di parlarti – mi rivelò prendendomi ferreamente il braccio e  trascinandomi qualche metro più avanti.
- Ma certo, dimmi pure – avanzai dubbiosa, leggermente allarmata dal suo gesto strano, che aveva osato superare la cosiddetta “Bolla d’aria”.
Quella ragazza aveva comportamenti alquanto bizzarri, direi fuori dal comune, che non avrei mai capito; probabilmente ciò era dovuto al fatto che non riuscissi a comprendere come lei le sensazioni. La sua specialità erano i Pokèmon di tipo Psico, e la sua fama si nutriva della reputazione delle sue doti eccezionali di comunicazione, sensibilità e percezione. Lei era avanti col pensiero; su questo tutti, compresa me -che avevo avuto l’occasione di studiare le sue mosse, concordavano.
- Ho appena avuto … una sensazione – disse, come per cercare termini più semplici e adatti possibile.
Aggrottai le sopracciglia e tesi le orecchie.
- Non voglio allarmarti Bunny, ma ho l’obbligo di metterti in guardia, non posso far finta di niente  … tenete gli occhi aperti, tutto qua – detto questo mi lasciò.
- Va bene – risposi meccanicamente, spiazzata da quella sorta di predizione.
- A presto – come se non fosse successo niente se ne andò, non senza aver salutato con un cenno del capo gli altri.
Green mi guardò interrogativo, non appena li raggiunsi.
- Nulla. Scusa per il ritardo Green, comunque –
- Cosa è successo stavolta? –
Guardai Annie e Taylor, per poi rispondere:  -Un po’ di cose-
- Stai meglio a quanto vedo – osservò verso Taylor, che annuì con forza. – E’ un bene, no? – continuò pacatamente.
- Lei è Annie – anticipai presentando la Scimmia Urlatrice.
- Annie, lui è Green, il capopalestra di Viridian City-
Dopo aver fatto le dovute presentazioni, che andarono meglio di quanto mi aspettassi, Green si staccò finalmente dallo stipite.
- Bunny, non ti starò a chiedere per quale motivo tu debba sfoggiare ad ogni occasione mondana il meglio di te, con la tua logora salopette e i tuoi capelli a cesto di insalata – disse poi, come se gli altri non esistessero. Io gonfiai le gote, non perché offesa, ma perché lo avesse detto davanti a loro senza pensare che avrei potuto sentirmi in imbarazzo.
- E io non ti starò a ricordare ogni secondo, anche se lo penso, perché debba fare questa pagliacciata con te. Fai bene a mettere subito in chiaro le cose –
- Sei arrivata in ritardo, ti ho aspettato – puntualizzò in fretta.
- Tuo nonno mi ha fermato e mi ha chiesto di portargli una cosa alla Silph – notai a mia volta con un ghigno soddisfatto.
- Credevo che non avresti accettato dopo l’ultima cosa che ti ha fatto portare –
Si riferiva chiaramente all’episodio dell’evoluzione di Eevee.
- Per il progresso della scienza questo e altro – dissi con fare nobile.
- Diventi molto volenterosa quando vuoi perdere tempo – affermò prima di addentrarsi nel fiume di gente che costituiva la strada.
Lasciai perdere ma lo seguii.
- Senti, io devo andare un secondo alla Silph, mi accompagneresti? –
Sospirò teatralmente . - Per il progresso della scienza questo e altro – mi rinfacciò.
 
Camminavamo per strada, io raccontavo ad Annie e Taylor di cosa si occupasse la Silph e com’era fatta all’interno. Loro, mi confessarono di essere molto eccitati di entrare in un edificio del genere.
- Non dovete sentirvi a disagio. Guardate come sono conciata io! –
- Sei lo stesso molto carina – mi assicurò Annie, concordando con Taylor.
Io ripensai allo stile di Sabrina, ai suoi capelli lunghi e lucenti e alle sue tute spaziali e mi arresi alla verità che Bunny Blue sarebbe rimasta per sempre la provincialotta di Pallet Town che era, agli occhi della gente raffinata.
Splaf
Guardai ai miei piedi con un moto di terrore. Appena vidi una gelatina rosa spiaccicata come una frittella sotto la mia scarpa, lambendo le mie caviglie con la superficie viscida e fredda, schizzai indietro con un grido disgustato.
Taylor balzò di lato per non cadere.
- Che succede? –
- Se è quello che penso io, vomito!-
- Niente, non funziona …. – commentò una vocina.
Mi girai e vidi una ragazzina mingherlina vestita con la stessa tutina rossa di Sabrina, con lo stesso taglio di capelli di Sabrina. Soltanto un piccolo particolare: non era Sabrina.
Ahimè, non lo era proprio.
- Copiona! – esclamai terrorizzata.
- Ellie – mi ripose seccata. – Mi chiamo Ellie, smettila di chiamarmi con quel soprannome; non sono una copiona!-
- Assomigli veramente tanto a Sabrina, sai?– dissi sarcastica.
Mi lanciò un’occhiata torva e poi si avvicinò, portando lo sguardo alla cosa molliccia che era rimasta al suo posto.
Annie e Taylor fecero largo alla bambina che avanzava con lo stesso passo ipnotizzante e morbido dell'eccentrica capopalestra, scambiandosi occhiate titubanti. Green osservava la gelatina, cercando di soffocare le risate.
- Pensavo si sarebbe spostato … ma è troppo stupido – osservò con una mano sul mento.
- Da quando hai un Pokèmon?- chiesi, mentre questa raccoglieva la gelatina da terra.
- Da quando sono cresciuta-
-E le tue bambole? –
Ricordavo la sua camera tappezzata di orride bambole inquietanti e dell’odore di fragola che ne permaneva.
- Le ho buttate-
- Tutte?! – esclamai sgomenta.
Lei annuì sicura.
- Mi hanno regalato Ditto, può trasformarsi in tutto ciò che vuole, come me!- disse entusiasta.
Sorrisi imbarazzata. Mi trovavo in uno di quei momenti in cui non sai cosa dire, dal momento che trovavo Ditto l’essere più ripugnante e stupido esistente sulla faccia della terra.
- E’ un trasformista nato, faremo scintille–
“ Già … Arceus li fa, poi li accoppia”
- Non ho dubbi. Comunque ti vedo molto bene. Devo scappare, ci vediamo – dissi per togliermi dai piedi.
- Un secondo! – disse allarmata.
Si avvicinò a passo di marcia verso di me, si piantò di fronte con le mani sui fianchi e mi squadrò velocemente.
- Sei aumentata di fianchi-
- Eh?!-
- La salopette non ti dona, dovresti cambiare il look dei capelli: sembrano un cespuglio incolto-
- Già – si accodò Green.
- Scusa, hai finito?- dissi alzando un sopracciglio.
- No. Bunny, hai per caso sentire mai nominare il termine moda? Le tutine che vendono al centro commerciale sono un po’ costose, ma per te non dovrebbe essere un problema. Prova col verde. Non la prendere blu per nessun motivo, o rossa!-
- Non ti seguo più, ma non ha importanza. Adesso devo andare, la moda attenderà-
- Bunny!-
- Che c’è, ora?!-
Copiona tastò la gelatina che adesso sorrideva beotamente fra le braccia della sua padroncina.
- Penso che Ditto si sia innamorato … -
Avrei voluto replicare che l’ammiravo per la sua intelligenza, poiché io non riuscivo a scorgere nessuna differenza negli occhi imbambolati del Pokèmon, ma seguii il suo sguardo; che finii sul Gastly di Annie che, appena comprese la funesta notizia, lanciò un gemito disperato e si nascose dietro Taylor.
- Avanti, non fare l’antipatico Gas, vai dal tuo nuovo amichetto e saluta!- gli impartii severamente Annie, decisa a mostrare il polso freddo che non aveva, di fronte ai campioni di Kanto.
Il Ditto prese la forma di una palla di vapore nera in cui non si distinguevano gli inconfondibili occhi piccoli e inespressivi.
Gli andò incontro velocemente, trapassandomi da parte a parte e facendomi perdere un respiro.
Gas gli diede una spinta e se ne andò dietro Green, che si spostò di lato senza fare una grinza.
I due Pokèmon presero allora a rincorrersi girandoci intorno velocemente.
Tirai fuori dalla borsa la schedina della Silph e la mostrai a Copiona.
- Devo portare questa alla Silph, è una questione importante: dobbiamo andare – cercavo di farmi capire, vanamente, mentre i Pokèmon si frapponevano fra noi; col risultato che Gas mi andò addosso, la schedina mi cadde e con un grido mi gettai a terra per recuperarla.
- Eccola, meno male!- dissi sollevando l’oggetto da terra.
- Ditto, sei proprio senza speranze- ribadì Copiona, alla figura di Gas.
D’improvviso la sua espressione mutò.
- Scusami Bunny, ho il corso di recitazione, devo andare via, assolutamente!-
- Ditto!- chiamò. –Ditto!- chiamò ancora una volta aspramente, rivolta alla palla nera che si era nascosta dietro Annie.
- Insomma, ti lascio qui, sai?-
Detto questo scosse la testa e si allontanò borbottando. - Mi raggiungerà, pazienza. Ho un futuro da trasformista, io! –
Se ne andò allora come era apparsa.
- Bah –
Incrociai lo sguardo Perplesso di Taylor e con un sospiro incitai il gruppo a proseguire.
 
 
Arrivammo alla sede della Silph dopo cinque minuti, in silenzio.
Io, reduce di quell’incontro spossante, non avevo proferito parola, e anche quando Annie mi aveva chiesto chi fosse quella ragazzina, avevo solamente risposto: “Una seccatrice”. Annie allora non aveva domandato oltre e si era tenuta i suoi dubbi.
Entrammo attraverso una porta scorrevole lucidata e senza un graffio e ci ritrovammo nella hall; una sala chiara dai seri divanetti color avorio e un bancone verniciato dietro la quale sedeva una signorina mora in uniforme.
Ci avvicinammo e presi la parola.
- Buonasera!-
- Buonasera, sono Bunny Blue, cerco Kyle Brown, ci manda il professor Oak –
Lei guardò la nostra combriccola tradendo una certa diffidenza.
- Un attimo, scusate –
Sparì da una porta e io mi appoggiai al bancone lustrato, lo sguardo fisso a un piattino dove vi erano servite delle caramelle.
Quando mi decisi a prenderne una, la signorina tornò, e la lasciai cadere in fretta dentro il piattino.
- La sta aspettando. Tredicesimo piano, sala Tre- informò atona.
Annuì, lasciando un’occhiata languida al piattino delle caramelle, promettendomi che ne avrei presa una al ritorno.
- Grazie –
Seguii Green che si era già incamminato verso l’ascensore.
Lo chiamò mentre Annie e Taylor studiavano l’ambiente circostante con sorpresa, scrutando le persone che andavano e venivano velocemente, impomatate e senza un pelo fuori posto.
Le porte dell’ascensore di aprirono e un’altra signorina ci accolse dentro con un sorriso.
- Salve, a che piano posso portarvi?-
- Tredici – risposi.
- Piano Tredici: dispositivi elettronici- annunciò pochi secondi dopo con la stessa affabilità.
Usciti, girai lo sguardo a destra e a sinistra per orientarmi in quella serie di corridoi grigi e tutti uguali.
- Di qua, Bunny – disse Green tirandomi appena appena per il polso.
- Sala Tre, giusto? – mi chiese subito dopo.
Confermai e ci inoltrammo nel piano Tredici: vi regnava un silenzio irreale.
Incontrammo poche persone, la maggior parte delle quali si muoveva con gli occhi su un’apparecchio in mano luminoso, controllando liste e dati.
- Il prossimo lo metto sotto – imprecai, dopo che l’ennesimo fantasma dal camicie bianco aveva svoltato l’angolo all’improvviso, provocadomi l’ennesima sincope.
- E’ enorme questo posto – commentò Taylor dopo un po’.
Annie annuì, spaesata.
- Siamo arrivati – comunicò Green, fermandosi davanti una porta.
Fece per bussare ma io con uno scatto veloce lo anticipai, buttando giù la maniglia con un colpo secco; per poco non presi in pieno un assistente che transitava casualmente proprio lì dietro.
- Avevo detto che ne avrei messo uno sotto – ironizzai, davanti allo sguardo allibito di Green.
- Si può sapere che ti salta in mente?! – aveva cominciato a rimproverarmi.
- Scusi, e lei chi è? – Mi aveva apostrofato intanto un individuo dall’aria saccente e snervante, con un ciuffo che sembrava leccato da un Lickitung.
- Perdonate, sono la Campionessa di Kanto, Bunny Blue, e questo è il capopalestra di Viridian City, Green Oak, nonché nipote del famoso professor Oak, che ci ha mandato qui. E loro sono Annie e Taylor, e sono con noi – spiegai baldanzosamente.
- Ah! Bunny Blue, la stavo aspettando! – trillò un ragazzo con gli occhiali, avvicinandosi calorosamente. Aveva dei capelli sbarazzini color miele che non si addicevano a uno scienziato, ma a un modello; e aveva dei modi così carini e garbati, che arrossii violentemente, vergognandomi della mia entrata imbarazzante.
- Scusate per l’irruenza – calcò Green rivolto al tizio dall’aria pignola.
- Lei deve essere Kyle Brown – osservai stringendo la mano che mi veniva posta.
- Sì, ma dammi pure del tu –
- Ok … Kyle – All’improvviso mi ricordai della schedina e la tirai fuori in fretta. – Il professore Oak ci ha mandato da lei per recapitare questa-
Kyle alla vista s’illuminò.
- Oh, la 3XRD TESTING GENERATOR, finalmente!- la prese tra le mani e sparì in una stanza adiacente, poi ricomparve. –Venite, venite!- disse esultante.
Lo seguimmo in una sala piena di macchinari e fogli sparsi, al centro si trovava un gigantesco schermo blu, proiettato da un macchinario a fianco.
- Questa schedina è il prototipo del gioco più all’avanguardia nel settore dell’intrattenimento; cambierà completamente l’esperienza di gioco- spiegò concitato.
- Quindi si tratta della schedina di un ... gioco- osservò Green, interessato.
-Esatto. Ma non di un gioco qualsiasi, bensì del Gioco della nuova era di videogiochi!-
Lo guardammo interrogativi e lui proseguì.
- E’ da molti anni ormai che lavoro su questo progetto; ossia creare un gioco interattivo che riesca, con degli ologrammatori, a trasporre il giocatore nel gioco grazie a degli apparecchi, e fare dell’esperienza di gioco una realtà secondaria-
Tutti spalancammo gli occhi sbalorditi davanti al progetto utopistico  e quasi fantascientifico di Kyle, a parte Green; beh, lui sembrava fatto apposta solo per reagire alle mie azioni e creare col suo perfido acume offese di ogni tipo.
- Come mai mio nonno è tanto interessato a ciò?- chiese.
- Per ora l’apparecchio è stato programmato per giochi, ma se dovessimo ottenere il risultato atteso, allora sarà possibile anche usare il gioco per scopi diversi-
- E che contributo ha dato a questa schedina, se posso chiedere?-
- Nel gioco, il giocatore impersona un aspirante allenatore; il professor Oak ha inserito tutte le informazioni necessarie per la configurazione dei Pokèmon-
-Capisco-
Kyle mise la schedina nell’apparecchio e poi sparì dalla stanza, per ritornare subito dopo con al seguito altri scienziati in camice bianco.
- Allora è tutto pronto, possiamo testarla- disse rivolto ai suoi collaboratori.
- Aiutate a mettere loro i recettori-
- Come?- domandò Green, non perdendo neanche allora il suo maledettisimo self-control.
Ecco come riusciva a farmi passare da esagitata, finalmente comiciavo a capire.
- Come, non ve l’ha detto il professore? Voi siete i giocatori tester, i primi giocatori al mondo, non è emozionante?-
Aprii la bocca come per dire qualcosa, protestare come sarebbe stato naturale fare, ma Kyle aveva già ripreso a parlare.
- Siete i migliori allenatori in circolazione, non ci saranno problemi- continuò quando vide i nostri sguardi stupiti e un poco timorosi.
- Va bene Kyle, lo faremo- dissi alla fine, facendogli sbocciare un sorriso a fior di labbra, e arrossendo all’istante.
Green si girò verso di me torvo, Taylor ed Annie impauriti.
Kyle ci fece avvicinare a delle postazioni collegate a dei fili. Si avvicinò a me ed attaccò i recettori su tutto il corpo.
- Preoccupati?- chiese, rivolgendosi a me, pur avendo usato il plurale.
- Un po’ … ma penso sia normale,no? – ironizzai con un sorriso convincente.
- Sì, penso di sì. Ma non preoccuparti, non vi succederà niente, ve lo prometto- mi rassicurò, finendo di collegare l’ultimo recettore, sul braccio sinistro, e dandomi un buffetto sulla guancia.
Green aspettò che Kyle si allontanasse per rivolgermi la sintesi dei pensieri di tutta la compagnia: - Quando usciamo di qui hai la mia parola che non tornerai a casa- mi disse brevemente, in quella che non doveva essere una minaccia, ma una semplice constatazione.
- Avanti, ci divertiremo- risposi mentre il team di scienziati sistemavano gli apparecchi per l’accensione della console.
Green sollevò le sopracciglia scettico, in una smorfia che parlava da sé.
“Sì, Green; proprio come quando ci stava per crollare una palestra in testa, o come quando ci stava crollando una grotta intera, in testa” pensai soffocando una risata.
“ Come minimo questa volta rischieremo di far crollare la Silph …”
- Bunny … - mi chiamò Taylor –Ma noi che ci combiniamo? Noi non siamo i migliori allenatori in circolazione ...- balbettò, sudando freddo, con accanto una Annie paralizzata letteralmente dalla paura.
- Ah-
Ottima osservazione …
- Tranquilli, ci divertiremo!- gli feci l’occhiolino e tirai fuori il miglior sorriso del mio registro, e lui tornò a sudare freddo, per nulla convinto.
- Lo direbbe anche se ci dicessero di giocare a palla con dei Cacnea – lo rassicurò Green, guadagnandosi una mia occhiataccia.
- Sempre una parola gentile nei miei confronti. Io, che cerco solamente di alleviare le vostre pene!- borbottai offesa.
- Le nostre pene? Qui c’è solo una piaga, e quella sei tu –
Lasciai perdere e posai la mia attenzione su Kyle, che stava cercando da non so quanto di attirarla.
- Allora … è tutto preparato per iniziare, siete pronti per essere annoverati come primi protagonisti in carne e ossa, o dovrei dire in pixels, del gioco della nuova era?!-
- Prontissimi!- risposi.
- Ottimo!- riprese Kyle un momento dopo, dopo che ebbe aspettato anche i gridi entusiasti delle altre tre cavie, che non arrivarono.
- Adesso attiveremo il Central Gate, i recettori porteranno le vostre sensazioni all’interno del gioco e il vostro corpo verrà proiettato nello schermo; le vostre coscienze seguiranno la vostra percezione, producendo un vero e proprio trasferimento dalla realtà allo schermo. Vostro obiettivo è finire il primo capitolo della storia, poi verrete automaticamente richiamati dal sistema. Qualche domanda?-
- Nel caso ci fosse qualche problema, possiamo comunicare con voi in qualche modo?- chiese Green.
- Sfortunatamente, ancora no- Green rispose con un'espressione raggelante che fece abbassare gli occhi al giovane scienziato.
Annie gemette.
Un rumore sordo indicò l’accensione del Central Gate e Kyle ci fece le ultime raccomandazioni.
- Bene, è ora di iniziare!-
Sentii i recettori scaldarmi la pelle e avvertii i recettori trarre fuori dalle mie vene qualcosa verso il macchinario, come se volesse staccarmi la pelle dalle ossa. Chiusi gli occhi per concentrarmi su quella sensazione e dopo pochi istanti ne persi ogni traccia: non sentivo niente, tranne il mio pensiero; poi, ripresi percezione delle mie membra.
Mi trovavo in una giungla.


--------------------------------------------
Ehilà!
Non aggiorno da una vita ma meglio tardi che mai ... o almeno spero :'D
Dunque, qualche considerazione sul capitolo:
Finalmente viene introdotta l'avventura che per prima mi balenò in mente per questa storia; quella alla Silph.
Predizioni, incontri, schedine, cadute di schedine *peggio di me col telefono*, scienziati modelli, prototipi di giochi, caramelle lasciate mestamente nel vassoietto della Hall ...
Chissà cosa andrà storto questa volta e chi ci avrà messo lo zampino ...
Inoltre abbiamo fatto la conoscenza di Copio... pardon, di Ellie e del suo Ditto.
Tenete loro a mente perchè non spariranno così dalla circolazione ;)
Una cosa: non avevo voglia di rivedere il capitolo perciò è molto probabile che ci sia qualche errore di battitura, spero mi perdonerete *O*
Alla prossima!

See ya!

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: PrincessOfSpades