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Autore: Debbyh_CRC    05/05/2014    2 recensioni
Realmente l'amore, quello vero, trionfa sempre su tutto? Oppure a volte, per quanto si provi, l'amore non è abbastanza? La lontananza uccide l'amore o se è amore vero non morirà mai?
Rhys è un Navy Seal, un membro delle forze speciali dei Marines e spesso deve partire in missione, stare via a lungo senza sapere quando tornerà. Bryanna è la proprietaria del White Tiger, un locale frequentato abitualmente dai soldati, e nasconde un segreto.
Riuscirà il loro amore a sopravvivere?
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Prologo

 

“Bry, tesoro, porta una birra al nuovo arrivato!” mi chiamano dall'altra parte del bancone. Mi volto con uno dei miei migliori sorrisi, avendo riconosciuto la voce di Brian, uno dei Marines che vengono qui ogni sera a cena ormai da qualche mese.

“Da quando sono il tuo tesoro, Brian?” gli chiedo, posandogli di fronte i due boccali. Lui mi prende teatralmente la mano, baciandola delicatamente.

“Come puoi chiedermelo? È ovvio che lo sei! Mi hai conquistato con la tua prima birra spinata alla perfezione!” dichiara, portandosi la mano al cuore come se fosse stato colpito e strappandomi una risata.

“Io che pensavo di averti fatto innamorare col mio sorriso! Attento con questa birra nuovo arrivato, non vorrei trovarmi costretta a separarvi mentre litigate per me!” esclamo, picchiettando con l'unghia sul ripiano per attirare l'attenzione di quest'ultimo. Sentendosi chiamato in causa, il ragazzo solleva lo sguardo e potrei precipitare nei più belli occhi grigi che abbia mai visto. Mi sorride, afferrando il proprio boccale e bevendone un lungo sorso.

“Non so se posso resisterti!” dichiara, voltandosi per battere una mano sulla spalla di Brian. “Mi dispiace, amico mio, è stato bello conoscerti.” dice, fingendo di tirargli un pugno che l'altro schiva prontamente, ricambiando con la stessa moneta. Tutti ridono a questa piccola esibizione e noto lo sguardo del ragazzo sconosciuto su di me. “Come ti chiami?” mi chiede, quasi in un sussurro.

Gli sorrido. “Bryanna.”

“Nome irlandese per una rossa pepata, eh?” commenta, ridacchiando. “Io sono Rhys.”

Sto per ribattere che anche il suo è un nome irlandese, ma vengo interrotta da Brian, che sbatte il boccale ormai vuoto. “Lascia perdere, Rhys! Bry è tanto bella quanto innamorata del suo fidanzato.”

L'amico lo guarda sorpreso, per poi fissare la mia mano sinistra e notare l'anello attorno all'anulare. “Beh, non avevo intenzione...”

“Tu hai sempre intenzione. Me ne fai un'altra, stellina?” mi chiede, porgendomi il bicchiere.

“Certo.”

 

La serata prosegue chiassosa, con birra, bibite e vassoi di cibo che si susseguono senza sosta fino a quasi le tre del mattino. Di solito i soldati non fanno così tardi, perché hanno la sveglia presto per l'inizio del duro allenamento, ma oggi è sabato e domani riposano, perciò approfittano per divertirsi.

Quando mi mancano da pulire giusto un paio di tavoli, mi rendo conto che ci sono ancora due persone nel locale. Non le avevo viste prima perché si sono accasciate sulla panca. Avvicinandomi riconosco Brian e Rhys.

“Dai, ragazzi, alzatevi. Non voglio passare anche la mattina qua perché voi vi siete disfatti.” gli dico, mettendo la mano sulla spalla di Brian per scrollarlo leggermente. Ci vuole un po', ma alla fine si sveglia brontolando.

“Cosa succede? È domenica, almeno oggi fatemi dormire!” borbotta.

“Lo farei più che volentieri, se tu fossi nel tuo letto.” ribatto, godendomi il salto che fa sentendo la mia voce. “Buongiorno, principessa.”

“Bry, che cavolo ci fai qui?” esclama, sfregandosi il viso con le mani.

“Si dia il caso che il locale sia mio, soldato, e mi piacerebbe moltissimo chiuderlo.”

Finalmente sembra acquisire lucidità e tira una gomitata al compagno a fianco. “Rhys, andiamo. Raggiungiamo i nostri letti, stiamo dormendo su delle panche.”

Anche Rhys si sveglia con un mugugno e sembra fare più fatica dell'altro a riprendersi. Essendomi accosciata accanto a loro per chiamarli, mi alzo. “Su, vi concedo un buon caffè prima di sbattervi fuori.” gli dico, dandogli un buffetto sul ginocchio.

Sembrano due zombie, ma mi raggiungono subito, afferrando la tazza del caffè come se potesse salvargli la vita. Gli metto di fronte anche un piattino con qualche fetta di dolce. Ringraziano in coro, facendomi ridere mentre mi allontano per terminare le pulizie.

 

Rientro a casa che è ormai l'alba. Il caffè ha funzionato anche troppo bene con i due Marines, così ci siamo persi a parlare e mi hanno persino accompagnato fino a qui. Al cancello veniamo accolti da Alexis, il mio Alaskan Malamute.

“Che meraviglia!” esclama Rhys, passando un braccio attraverso le sbarre per accarezzarla.

“Di solito non si fa coi cani che non conosci, sai?” gli fa notare Brian.

“È troppo bello per resistere dal toccarlo.” ribatte l'altro, continuando a coccolarla.

“Se ti sposti e mi permetti di aprire il cancello e lasciare che ti salti addosso, è meglio, sai?” gli dico, dandogli una spallata e infilando la chiave nella serratura. Aprendo, sollevo lo sguardo verso le finestre, le persiane chiuse solo a metà. Strano. “Cosa ci fai fuori, Alexis? Matthew si è dimenticato di farti rientrare o è già misteriosamente sveglio?”

“Non lo tieni in giardino?” chiede Brian.

“Durante il giorno entra ed esce come vuole, ma di notte la tengo a dormire in casa.”

“Un cane così grande?” esclama, sorpreso, guadagnandosi un'occhiataccia.

“È tanto grande quanto educata, sai.”

Come previsto, non appena apro il cane salta addosso a Rhys, eccitato dalle coccole. Ridiamo dell'amore appena sbocciato, scambiandoci qualche battuta, ma dopo pochi minuti la stanchezza mi costringe a salutare la mia scorta. “Scusatemi, ma sono sfinita e dovrò essere di nuovo operativa prima dell'ora di pranzo.”

“Così presto? Scusaci tu per averti trattenuta finora!” risponde Brian. “Buon riposo, per quanto breve e... a stasera.” promette, ammiccando.

“Grazie, buon riposo anche a voi.”

Mi ci vuole un po' a convincere Alexis a lasciare andare il suo nuovo amico, ma alla fine mi segue, seppur riluttante. “Ti piace proprio, eh? Svergognata.” le mormoro, aprendo la porta di casa.

Mi accoglie uno strano silenzio. Se Matthew fosse sveglio, ci sarebbe la televisione accesa, invece non è in funzione nemmeno la radio. Lascio la borsa a terra, troppo ansiosa di mettermi finalmente a letto e mentre raggiungo la camera sento dei gemiti. “Tesoro, ancora con quei filmini porno? A quest'ora del mattino, poi. Ti ho già detto che se proprio hai bisogno..”

Le parole mi muoiono in gola. Anzi, quasi mi ci strozzo. A darmi il benvenuto a casa è la vista delle sue natiche che si contraggono ritmicamente mentre cavalca una bionda.

   
 
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