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Autore: Silen    24/07/2008    5 recensioni
E per fortuna che ci sono le sorelle!
[Scritta per la "Pannolini!challenge"]
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermann Kaltz, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cambi di pannolini'
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Questa breve storia partecipa alla pannolino!exchange

Anche qui, qualche piccola rivelazione in anticipo su Inseguire un sogno, afferrare il destino


Meglio le bambine!

Poppenbüttel – Amburgo, 1976: Villa Kaltz

Mutti e Vati erano tornati dalla clinica sei mesi prima con il fagottino, di nuovo azzurro.

~ Che palle… un altro maschio! ~ aveva sbuffato Mathilde.

Dopo tre, mamma e papà lo avevano un’altra volta mollato a Oma, perché dovevano tornare ad Amburgo, perché i doveri della politica chiamavano. E così, ora, si trovava a dover sorvegliare i due mocciosi, mentre nonna era fuori a fare la spesa.

Herri stava attaccato costantemente alle sue gonne, ovunque andasse (anche se nel suo caso era meglio dire calzettoni), mentre Gerd dalla culla agitava instancabilmente il suo sonaglino. Si tappò le orecchie per attutire quel rumore fastidioso.

E meno male che i neonati o dormivano o mangiavano…

Sbirciò sotto la scrivania, perché la piccola peste le aveva slacciato di nuovo le scarpe. Sì, erano proprio fastidiosi come due insetti: Hermann, “la Piattola” e Gerhard, “il Pidocchio”. E magari dormissero o mangiassero soltanto, no, loro due facevano anche parecchia cacca! Puntualmente insieme, perché ogni volta che Gerd frignava per il cambio pannolino, Herri la strattonava per le calze e diceva – Pupù! –

Nemmeno se si fossero messi d’accordo, sarebbero stati più svizzeri. Così, doveva destreggiarsi con le cremine di uno e contemporaneamente tenere d’occhio che l’altro non cadesse giù nella tazza. Sì, perché alla piattola non era mai piaciuto il vasino…

Rinunciò a riallacciare le sneakers, tanto, entro tre minuti, sarebbero state assaltate di nuovo, e lo scemino dal basso rideva con un’aria più furba che mai.

Prese la palla di gommapiuma e la lanciò dall’altra parte della stanza, e lui, subito, si alzò dal tappeto per rincorrerla. Tre passi e un tonfo, una risata e si rimise in piedi, traballando un po'; poi si mise a trotterellare, la raggiunse e la calciò. Ora avrebbe avuto qualche minuto di pace, almeno finché non fosse riuscito a farla rotolare di nuovo da lei per un altro tiro, mentre il sonaglino continuava il suo concerto.

~ Un pidocchio musicista e una piattola calciatore… ~ sbuffò rassegnata.

Finì di ritagliare l’ennesima fotografia di Sascha dalla rivista e la attaccò sul suo diario, incorniciandola con tanti cuoricini rossi. Soddisfatta del risultato, sospirò arrossendo. Per adesso, doveva accontentarsi di guardarlo in televisione, ma sarebbe cresciuta, e, forse, romanticamente, il suo principe azzurro…

Il cuore di ragazzina innamorata accelerò un po' il battito. Poi Gerd si mise a strillare a pieni polmoni, interrompendo bruscamente il sogno di un bacio sulla guancia. Si alzò e andò a prelevarlo dalla culla. Che puzza veniva su dal pannolino! Herri la seguì fino in bagno, la guardò e poi tentò di arrampicarsi sulla tazza – Pipì! –

E ti pareva… Posò il pidocchio sul fasciatoio e, mentre lo teneva fermo con la sinistra, afferrò la piattola per la salopette con la destra e lo mise in piedi sull’asse.

– Fai da solo? – Lui annuì convinto. – Prendi la mira giusta, però! – E lo scemino ‘grande’ ridacchiò. Tanto lo sapeva, che avrebbe dovuto pulire comunque…

Mentre impacchettava lo scemino ‘piccolo’ nella tutina azzurra, Herri tentava di pigiare sul pulsante dello sciacquone, con l’unico esito di essere quasi riuscito a cadere giù, e la salopette era scesa pericolosamente verso la tazza.

Con la sinistra afferrò il prodotto del pidocchio, e con la destra riabbottonò la piattola, che poi le saltò in braccio e, indicando il pannolino, ridacchiò – Pupù – tappandosi il nasino. Prima che Hermann riuscisse ad acchiapparlo, lo gettò nel contenitore anti radiazioni, mentre Gerhard batteva le manine e ricominciava ad agitarsi.

Passò il grande sul braccio sinistro, che si mise a saltellare come una scimmia, e sistemò il piccolo sulla spalla destra, che le lasciò una scia di bava sulla maglietta. Li depositò nel box insieme a palla e sonaglino e la “musica” ricominciò.

~ Quando mi sposo, con Sascha, le faccio tutte bambine! ~



Dedicata a tutti i poveri fratelli/sorelle maggiori che vi sopportano, piattole e pidocchi!

  
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