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Autore: FigliadiDurin    06/05/2014    4 recensioni
Pensare che è giusto che le persone siano tristi è normale quando si ha tre anni.
Vedere il proprio papà rincasare tardi la sera è normale per un bimbo di tre anni.
Sentire il proprio fratello piangere ogni notte è normale per un bimbo che sente solo quello.
Crescere senza una mamma che ti dia il bacetto della buonanotte è una cosa normale per un bambino che non sa che significa “mamma”.
Per un bambino di tre anni è normale essere rimproverato per non aver ancora imparato a camminare.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Pensare che è giusto che le persone siano tristi è normale quando si ha tre anni.
Vedere il proprio papà rincasare tardi la sera è normale per un bimbo di tre anni.
Sentire il proprio fratello piangere ogni notte è normale per un bimbo che sente solo quello.
Crescere senza una mamma che ti dia il bacetto della buonanotte è una cosa normale per un bambino che non sa che significa  “mamma”.
 Per un bambino di tre anni è normale essere rimproverato per non aver ancora imparato a camminare.
 
Perché per gli occhi di Sam la sua vita era assolutamente normale.
Non capiva, non poteva farlo, vedeva semplicemente con i suoi occhi innocenti la realtà che lo circondava e ne rimaneva affascinato e indifferente.
Era cresciuto tra facce spente e tristi, facce deluse. Ed era normale se Sam a tre anni non aveva ancora abbozzato un sorriso, non sapeva che forma aveva né tantomeno che cosa significava.
Aveva assaggiato il sapore delle lacrime che scivolavano dal viso del proprio fratello maggiore quando lo teneva stretto tra le sue braccia, ne aveva pregustato il sapore salato perché per Sam era normalissimo piangere e avere gli incubi a sette anni. Non conosceva ragazzini che a quell’età facevano i capricci per ricevere il nuovo videogioco o si divertivano tutti insieme la domenica al parco.
Per la mente di Sam era normale arrancare tra la stanza dell’ennesimo motel provando a camminare, ed era normale che Dean prima lo teneva per mano e dopo che si era issato in piedi lo lasciava andare aspettandolo poi dall’altra parte della stanza. Sam non sapeva che nelle famiglie normali vi era una madre e un padre hai lati opposti della stanza.
Per Sam era normale non avere una mamma, non ne aveva mai conosciuto una.
 
A volte zio Bobby aveva la tv accesa , ma Sam non capiva l’assurdità di quelle strane immagini.
A volte capitava che scorgeva gente in quell’affare quadrato che premevano le proprie labbra nelle guance di altri. Sam non capiva ma l’espressione di quelle persone dopo quel così piccolo e soffice gesto era strana, era diversa, era nuova, era gioiosa, era……era bella.
 
Sam non capiva che cosa era bello o no ma quell’espressione gli piaceva, era inspiegabilmente bella. Bella come può essere una domenica d’estate, bella come può essere la proprio mamma mentre prepara i toast per colazione, bella come può essere una partita a pallone con il proprio papà che però lui non poteva giocare, bella come poteva essere una passeggiata con  Dean .
 
Ma era strana, quasi anormale, quell’espressione di cui era tanto affascinato non era familiare, non l’aveva mai vista dipinta sul volto dei suoi protetti. E gli dispiaceva non poter condividere quella gioia con nessuno, quella cosa diversa dal normale che tanto voleva conoscere e far conoscere. Lo voleva solo per vedere quell’espressione così beata e felice nel volto del padre e del fratello.
Sam non poteva capire ma voleva che quell’ombra scura e quegli occhi rossi scomparissero dal viso di Dean, perché Dean lo proteggeva quando fuori c’erano i temporali, perché Dean gli toglieva via i contorni dei toast, perché Sam ancora non lo capiva -ma presto l’avrebbe fatto- che a Dean voleva bene.
 
E così quando era ormai tramontato il sole e John lo mise a letto lui scivolò piano, in punta di piedi per non farsi scoprire, arrancando verso il letto di Dean. Mosse un piedino prima e l’altro subito dopo proprio come gli aveva insegnato il suo fratellone prestando attenzione a non cadere. Cercò di arrampicarsi piano nel lettino di Dean ma non ci riuscì e finì rovinosamente a terra. 
 
Finì di piangere solo quando fu al sicuro tra le braccia del fratello, vedeva nei suoi occhi sempre quella visione triste e così decise di continuare nel suo intento.
Perché nella mente ingenua di un bimbo di tre anni non vi sono ostacoli o problemi
 
Sam in quel momento fece aderire le sue labbra alla guancia lentigginosa di Dean, scoccandogli un leggero, soffice e dolce bacio.
Sam capì l’espressione sul volto di Dean, le guance che piano si coloravano di rosso, le labbra che andavano verso su come –Sam capirà più tardi- un sorriso, gli occhi che scintillavano di una luce nuova, diversa, gioiosa, bella.
 
Quell’espressione che tanto amava era dipinta sul volto di Dean, lo stesso Dean che lo strinse forte a se, per non farlo andare via, per donargli un po’ di quell’amore che aveva appena ricevuto.
 
 Da quel momento in poi, un piccolo bacio nelle vite di Sam e Dean diventerà una cosa
“normale”.
 
 
 
 
 
 
Questo è un vano tentativo di scrivere una wincest fluffuosa. Perché si nella mia mente questi due pucciosetti dovevano essere il ritratto della dolcezza ma alla fine non è andata così.
Avevo un sacco di belle idee in testa ma non so scrivere e mi dispiace.
Mi scuso per i molteplici errori e per il tema banale.
Fra  
   
 
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