Salvate
il soldato Danforth
Una
bomba.
Uno scoppio.
Il
nulla.
Il rifugio è andato in frantumi.
Tutte le medicine, le armi e le scorte di cibo e acqua erano andate
perse.
Ormai la guerra si era trasformata in una guerra di trincea.
Il campo alleato era deserto, tutti morti.
Il campo nemico,
invece, era pieno di soldati, pronti a sparare.
La
terra era diventata color rosso sangue.
Il
sangue andava verso di loro, verso la loro trincea.
Purtroppo questa guerra era inaspettata e i soldati erano sia donne che
uomini.
Gli unici
sopravvissuti erano tre ragazzi e tre ragazze.
Tutti immobili erano seduti nella trincea, distante dal
campo
nemico.
Tutti
aspettavano con pazienza i
rinforzi, o qualunque aiuto da parte di alleati.
Tutti erano pazienti,tranne
uno: il soldato Chad Danforth.
Si dimenava nella trincea buia e sanguinosa.
-Basta!
Non ce la faccio più a stare fermo devo fare
qualcosa o moriremo nell’attesa- sussurrò il
soldato moro
-Non
puoi, così ti uccideranno!- rispose
il soldato Bolton.
-Ha
ragione soldato Danforth, non farlo- replico il
soldato Montez.
-Devo
farlo …-
-Perché
dovresti?- sussurrò il soldato Mc.Kessie
-Perché
sennò ci uccideranno tutti-
-Si,
ma perché proprio tu e non un altro?- rispose
il soldato R.Evans.
-Perché
sono l’unico che né ha il coraggio! Sono
sicuro che tutti voi vorreste continuare a vivere, solo io posso farlo.
Vado!-
Detto
questo il soldato appoggiò le mani a terra,
come per rialzarsi ma fu fermato.
-Aspetta.
Se lo fai tu lo facciamo tutti noi
uomini.- tuonò il soldato Bolton
-Già,
ha ragione lui …- rispose il soldato R.Evans
-Va
bene … venite anche voi-
Detto
questo i tre uomini si alzarono.
Le mani, sporche
di terra e sangue fisse sul fucile.
I loro occhi scrutavano attentamente il territorio nemico.
Sembrava
che avessero un vantaggio: l’attacco sorpresa,
finché
-Crack!-
Il
piede di uno dei soldati schiaccio il fucile di
un loro alleato morto, il cui corpo giaceva disteso sul terreno.
Dalla trincea nemica si alzarono
degli uomini, disarmati.
Appena
quest’ultimi videro i tre nemici che avanzavano si
accucciarono in fretta in
cerca dei loro fucili.
Erano
stati veloci si, ma non abbastanza. Essi avevano dato il tempo ai tre
ragazzi
di buttare delle granate nel campo nemico.
Le
granate andarono a finire nel campo nemico.
Scoppi a catena
si udirono da quella trincea.
Il nemico era abbattuto.
Uno
sparo.
Le dita di un soldato
scivolarono sul fucile che sparò un colpo.
Il proiettile volava a velocità altissima verso di loro.
Il
soldato moro si accasciò a terra.
Eccoli lì, i rinforzi: medici e soldati
giungevano li con un elicottero.
Un gruppo di medici si avvicinò al soldato Danforth che
giaceva a
terra.
Il
loro monitor portatile, ora, monitorava il suo battito cardiaco.
Dei rumori acuti e assordanti si susseguivano.
Il suo cuore batteva ancora.
Un
sospiro di sollievo allietò i soldati rimasti che si
avvicinarono al medico,
sorridenti.
-Allora
dottore, come sta?- chiese il soldato
Mc.Kessie
-Il
proiettile è stato estratto e probabilmente si
riprenderà. Potete stare tranquilli, il vostro amico
tornerà in ottima forma
nel giro di un mes …-
Il
medico fu interrotto.
Un unico grande rumore,acuto e continuo echeggiò
nell’ aria.
Il suo cuore si era fermato: Chad Danforth era morto.