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Autore: babibabi    25/07/2008    4 recensioni
La felicità…chissà cos’è, chissà dov’è. Sarebbe comodo sapere che forma ha: potresti scriverci sopra un indirizzo e un recapito telefonico, magari anche la destinazione come si fa con le valige all’aeroporto...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La felicità…chissà cos’è, chissà dov’è

La felicità…chissà cos’è, chissà dov’è. Sarebbe comodo sapere che forma abbia: potresti scriverci sopra un indirizzo e un recapito telefonico, magari anche la destinazione come si fa con le valige all’aeroporto. Metti il caso che in treno quando tiri fuori il biglietto immancabilmente obliterato da far vedere al controllore ti cada dalla borsetta già strapiena di libri, fogli e foglietti, fazzolettini di carta e bottiglietta d’acqua e metti il caso che qualche anima gentile la trovi…ma forse no, abbiamo sbagliato esempio. Comunque dicevamo…metti il caso che ti accorgi di averla persa e decidi di andare agli oggetti smarriti, immagina la scena: “Scusa avete mica trovato una felicità oggi, che credo proprio di averla persa: deve essermi scivolata di tasca quando ho tirato fuori l’euro per il caffé questa mattina”, “Eh Signore, mi piacerebbe poterla aiutare (ma sarà vero?) ma deve dirmi com’è fatta Signore, di che colore è, quanto è grande? Ma no, ma se ha detto che l’aveva in tasca allora è piccola? È un modello vecchio o nuovo?”. E immagina l’imbarazzo di dover ammettere che tu in realtà non sai che forma abbia, sicuramente deve essere un modello vecchio, sai che fregatura perdere proprio una cosa nuova di zecca…

La felicità…una cosa così scontata…poi un giorno ti accorgi di averla perduta. Magari entri  in un bagno a lavarti le mani e l’appoggi per sbaglio da qualche parte, forse è ancora là, nella toeletta di un autogrill e nessuno l’ha notata, forse la donna delle pulizie le ha gettato ogni tanto qualche occhiata di sdegno ma si è guardata bene dal raccoglierla. O magari un giorno hai pensato aspetta che la metto qui così quando serve mi ricordo dov’è e, come sempre succede, non l’hai più ritrovata. Forse un giorno sgombrando i cassetti la ritroverai insieme a qualche documento importantissimo e a qualche bolletta da pagare, insieme a qualche lastra o radiografia o a qualche calzino spaiato. Forse ti chiederai chissà cos’è questa cosa e la butterai via insieme alle vecchie foto di persone che non riconosci più.

Ma se è così facile perderla forse sarebbe il caso che te la incollassero addosso alla nascita…rapido e indolore: si stacca il cordone ombelicale e si attacca la felicità. Magari con un po’ di attack che va bene per tutte le superfici e sei sicuro che non si stacca anche se tiri con tutte le tue forze.

Però adesso che ci penso mi viene un dubbio. Forse non si è persa, forse si sono solo scaricate le batterie. Così però siamo nuovamente da capo. Come si fa a cambiare le pile a qualcosa se non sai che forma ha? Va bene, possiamo sempre provare ad andare al supermercato. Allora d’accordo, ma quale pila bisogna comprare, devi ammettere che questo è un problema. Ci sono le AA o le AAA che sono le più comuni. Ma forse a noi non serve una pila comune, forse servono quelle grosse grosse che per comprarle serve un mutuo, oppure quelle piccole piccole da micro orologio. E soprattutto, meglio le energizer o le duracell?

Oppure – altro lampo di genio (non è che iniziano a diventare troppi?) – non servono le pile ma un caricabatteria. Ecco! La risposta a tutti i nostri problemi! Serve un caricabatteria! In fondo al giorno d’oggi serve un caricabatteria per tutto: cellulare, portatile, macchina fotografica digitale e cinepresa annessa, altro cellulare, altro portatile e palmare… Evidentemente anche la nostra felicità deve essersi adeguata ai tempi. E questo spiega perché le prese non bastano mai. A questo proposito mi viene in mente un sogno dell’altra notte. Dunque…mi trovo in un bosco verdissimo con delle cascate bellissime e penso aspetta che faccio una foto, allora tiro fuori la mia macchinina digitale e, con mio sommo orrore mi accorgo che è scarica. E tu mi potresti dire non avevi il caricabatteria dietro e io potrei risponderti a cosa serve un caricabatteria in un bosco verdissimo e, cosa ancora peggiore, incontaminato? Comunque fatto sta che mi risveglio da questo incubo, mi alzo, inciampo sulla ciabatta (quella per le prese non la pantofola!) che sta per terra, apro la finestra e vedo gli operai che lavorano nella casa di fronte. Prendo la macchina fotografica e mi accorgo che è scarica ma niente paura! Ci sono le prese e il caricabatteria! È tutto a posto.

Detto questo…rimane l’unico vero problema…come diavolo faccio a mettere sotto carica la felicità se non so com’è fatta e dove si trova? E allora al diavolo la felicità, meglio comprarsi un cellulare nuovo…

   
 
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