Qui potete trovare la sua risposta alla mia richiesta;
Qui il link al capitolo originale;
Qui il link all’account dell’autrice.
A collection of Truths
di
Miss Mysty
The Second High School Truth.
“Ma come, te ne vai di già?” chiese Miyagi, entrando nel loro ufficio e trovando Hiroki che si infilava la giacca. Hiroki roteò gli occhi e poi guardò la cartellina in cui aveva riposto il lavoro appena terminato - più che altro compiti che aveva corretto al posto di Miyagi perché lui era sparito durante la pausa pranzo, e quelli avrebbero dovuto essere riconsegnati agli studenti già da una settimana. A volte si chiedeva come facesse Miyagi a non farsi licenziare con quella sua tendenza a procrastinare. “Sì, beh, ho anche degli impegni che non riguardano il suo lavoro, perciò ci vediamo domani,” gli rispose, evitando di proposito di entrare nello specifico. “Aw, devi tornare a casa dal tuo fidanzato gigante? Sono geloso,” fece Miyagi, accomodandosi sulla propria sedia e prendendo una sigaretta. Hiroki gli lanciò uno sguardo. “Stia attento a non farsi sentire dal suo mocciosetto,” disse. “Shinobu-chin non sa cucinare come il tuo fidanzato,” commentò Miyagi. E per forza lo sapeva, con tutte le volte che aveva rubato dei bocconi dal pranzo di Hiroki mentre quest’ultimo era distratto. “E quindi dove stai andando? A un appuntamento galante?” “Hah, col cavolo che glielo dico,” replicò Hiroki, dirigendosi verso la porta. Miyagi lo guardò come a dirgli che sapeva esattamente che cosa avrebbe fatto quella sera, e Hiroki scosse la testa. “Dubito che sia quello che pensa lei. Nowaki mi ha convinto a partecipare alla riunione della mia vecchia classe del liceo.” “Ah, le riunioni...” Miyagi si appoggiò allo schienale della poltrona e assunse un’aria pensierosa mentre fumava. “Non vedo nessuno di quei ragazzi da anni. Forse dovrei provare a chiamarli.” “Sì, sono sicuro che sarebbero felicissimi di vedere che cosa è diventato.” Hiroki sollevò gli occhi al cielo e imboccò la porta. “Oi, e questo cosa dovrebbe significare?” reclamò Miyagi, e cercò di andargli dietro, ma finì solo col cadere all’indietro insieme alla sedia. “Ouch!”