“Allora,forse
dovrei mettermi con Misato.
-occupa
la stanza accanto alla mia-“
“Ma
che stai dicendo?! Non pensarci neanche! Il presidente della Shikai ti
ucciderebbe!
“Che
cosa? Perché il presidente?”
“Bè,perché
Misato…ossia Mai…è un’impiegata modello,e il presidente si fida ciecamente di
lei.
Tutto
qui”
Superhero
“Stammi bene a sentire tu!”
La lattina di birra venne sbattuta malamente sul tavolo
in legno di quell’appartamento in periferia.
Nana crucciò lo sguardo irritata,volgendolo al ragazzo
seduto di fronte a lei.
“Non metterci più nei casini,è chiaro??”
Shin la osservò con i suoi occhi chiari.
“Mi dispiace,davvero” asserì.
“Su,Nana,non credi di essere troppo dura con lui?”
intervenne Nobuo,poggiandole una mano sulla spalla.
“Dura il cavolo!!! Ce l’avevamo quasi
fatta,maledizione” sbottò questa.
“Nana ha ragione” dichiarò Yasu,schiacciando la
sigaretta nel posacenere accanto a lui “ Shin ha commesso un errore molto
grave”
“La mamma si è preoccupata molto?” domandò il
giovane,rammaricato.
La mora lo osservò stralunata,per poi ricollegare il
tutto.
“Certo! Hachi era davvero in ansia!”
“E non solo lei…anche Misato…ha pianto come una fontana
per tutti questi giorni” fece notare Yasu.
Shin sobbalzò stupito.
“P-pianto?”
“E’ naturale,visto che ci tiene a noi e alla band”
appurò il biondino, aprendo con un gesto secco la sua lattina di birra.
“Uhm… L’andrò a trovare allora” affermò il ragazzo,alzandosi in piedi.
Fece per uscire dall’appartamento 707,ma la voce di
Nana lo bloccò nuovamente.
“Di un po’…non è che ti sei preso una cotta per
Misato?” lo punzecchiò, provocando una risata maliziosa in Nobuo.
“Certo che no!” rispose l’altro, fingendo nonchalance.
Una volta che la porta fu richiusa alle sue
spalle,sopirò leggermente.
Doveva ammettere che Misato non gli era affatto
indifferente,ma finché non avesse risolto definitivamente con Reira, fare
qualche passo gli risultava impossibile.
***
“Etciù!”
I suoi capelli soffici e chiari,accompagnarono leggeri
il movimento del capo a quel piccolo starnuto.
“Non ti sarai presa di nuovo il raffreddore spero?”
Ren la osservò di sottecchi,continuando a muovere il
plettro casualmente sulle corde della chitarra.
“Certo che no! Chissà,forse qualcuno ha fatto il mio
nome,o mi stava pensando” esclamò allegramente lei,facendosi vicina.
“Credi davvero a queste sciocchezze?” il moro la
fissò,sorpreso.
“Perché,non dovrei?” ribatté sbarazzina
lei,strappandogli un leggero sorriso.
Erano giorni che Ren non sorrideva. Da quando aveva
litigato con Nana per l’esattezza.
La porta si spalancò di colpo.
“Ciao ragazzi!” esclamò sorridente Naoki,seguito da un
Takumi dall’aria afflitta.
“Sono appena le undici e ho già voglia di strozzarlo”
sbottò,portandosi una mano in viso con fare disperato.
Reira rise, alzandosi e avvicinandosi a Naoki.
“Com’è che oggi sembri più allegro del solito?”
domandò,curiosa.
“Come più allegro?” Ren e Takumi si voltarono
contemporaneamente verso di lei,quasi scioccati “lui è sempre così”
“Ieri sera ho conosciuto una tipa” cinguettò.
Gli occhi di Reira divennero luccicanti.
“Oh!!! E chi è??” domandò elettrizzata,prendendogli le
mani.
Un gocciolone si andò a formare sulla fronte degli
altri due.
“Secondo me,appena capito quanto sei fastidioso di
natura,scapperà,stanne certo” appurò Takumi.
Ma sia Naoki che Reira parvero non sentirlo.
“Si chiama Mimi” affermò sognante il biondo “e’ così
carinaaaa!!!”
“A questo punto,credo proprio che oggi dovremmo
sopportarlo più del solito” dichiarò,come sconfitto il leader dei Trapnest.
Ren annuì con il capo.
***
Il piede batté più volte ritmicamente,sottolineando la
sua impazienza.
Una giovane donna mai vista prima gli aveva detto che
Misato era nell’ufficio del presidente e che avrebbe dovuto aspettare.
Ma ormai era passata più di mezz’ora e i suoi nervi
iniziavano a cedere.
Shin volse nuovamente il suo sguardo sull’orologio circolare
appeso alla parete bianca come neve.
***
“E questi sono tutti i documenti che mi aveva chiesto
di prepararle,signore”
Misato allungò una pila di fogli in direzione
dell’uomo,che le sorrise cordiale,sfiorandole volutamente la mano.
La bionda sobbalzò leggermente,per poi decidere di
ignorare quel gesto. Probabilmente con tutto quel lavoro era finita con
l’andare in paranoia.
Il presidente non voleva da lei altro che impegno per
svolgere i suoi doveri. Nient’altro. Sicuramente.
Eppure la sensazione di oppressione che provava da un
po’ di tempo ogni volta che si trovava da sola con lui,non faceva altro che
farla stare sempre più in ansia.
L’uomo si alzò dalla sedia,portandola nuovamente a
sobbalzare.
“Posso andare ora?” domandò cordialmente,sperando in
una risposta affermativa.
Uscire da lì,sarebbe stata una liberazione.
“Di già? Tanto non ha nient’altro da fare,trattenersi
qui non le costerà niente” le fece notare lui,sorridendo impercettibilmente.
La mano si andò a poggiare sulla sua spalla.
Tentò invano di creare una certa distanza,ma notò con
disappunto che muovere un passo le era impossibile.
Il panico si stava impadronendo di lei e la figura
dell’altro ormai incombeva sempre più.
“Misato…non devi avere paura” le sussurrò lui,con il
viso ad un centimetro dal suo.
“La prego,mi lasci” lo supplicò la ragazza,da cui occhi
sgorgavano ormai copiose le lacrime.
Avvertì il presidente stringerla per i polsi e
avvicinare le sue labbra.
Quando tentò di sfiorare le sue,scostò il viso,evitando
così il contatto.
Ma sapeva che non si sarebbe arreso così facilmente,nonostante
in cuor suo lo sperasse ardentemente.
***
La tentazione di accendersi una sigaretta cresceva
sempre di più in lui,ma il cartello “vietato fumare” gli impediva di compiere
l’azione desiderata.
Shin sbuffò sommessamente.
Ormai erano quarantacinque minuti che aspettava.
Fece per dare le spalle al piccolo corridoio su cui
spiccava la porta dell’ufficio del presidente,quando un urlo richiamò la sua
attenzione.
Forse l’aveva solo immaginato.
Si apprestò a compiere un altro passo verso l’uscita,ma
un secondo grido,stavolta più soffocato del primo,lo bloccò.
Non vi erano dubbi,veniva da quella stanza.
Si mosse veloce verso la porta,spalancandola agitato.
Sbarrò gli occhi sorpreso.
Al suo ingresso precipitoso,seguì un silenzio irreale.
Il tempo pareva essersi fermato e i suoni quasi ovattati, lontani.
Gli sembrava di vedere tutto al rallentatore.
L’uomo che sorpreso si voltava nella sua direzione.
Le sue mani che liberavano i polsi di lei,arrossati
dalla stretta.
I suoi boccoli biondi che oscillavano mentre piangente
andava a rifugiarsi alle sue spalle.
Fu la stretta di Misato,che lo abbracciava da
dietro,inebriando i suoi sensi con quel delicato profumo,a risvegliarlo da
quello stato di trance.
La staccò immediatamente,avanzando poi verso l’uomo.
Il presidente della Shikai non si mosse di un passo.
Sapeva che se quella faccenda fosse diventata di
dominio pubblico,la sua carriera e il suo stesso prestigio,sarebbero finiti.
Shin lo udì parlare,non badando più di tanto alle sue
parole.
Sentiva solo “soldi,”segreto” e altri vocaboli
all’apparenza senza senso.
Una volta che gli fu di fronte,lo colpì con un pugno.
Provò quasi piacere nell’avvertire la sua mano colpire
la sua faccia,e vedere leggere gocce di sangue schizzare dal suo labbro a
terra.
Senza dire nient’altro gli diede le spalle,afferrò
Misato per mano e la trascinò via da quell’inferno.
***
“Allora…era la prima volta o è già successo?”
La domanda di Shin fu spietatamente diretta.
La brezza pomeridiana mosse quasi dispettosamente i
suoi capelli dorati,facendoglieli ricadere fastidiosamente sul viso.
Il sole rifletteva splendente nell’acque di Tokyo.
Nascose il volto tra le ginocchia, sospirando.
“Era la prima volta. Non pensavo potesse accadere.
Credevo che i suoi gesti equivoci fossero casuali,e che forse ero io ad essere
in mala fede”
“Capisco” si limitò a dire il giovane,muovendosi per
andarsene. “Sarà meglio che vada da Hachi,lo fatta preoccupare già abbastanza”
Solo in un secondo momento Misato si accorse che il
ragazzo le stava già dando le spalle,mentre si avviava su per la piccola salita
erbosa che portava alla strada.
“Shin!” lo richiamò,scattando in piedi.
Il giovane rimase fermo,senza però girarsi a guardarla.
“Sei un po’ come i supereroi… se ne vanno alla stessa
velocità con cui sono arrivati per salvarti”
Udì Shin ridacchiare sereno.
“Già…forse…ma non sono un supereroe perché non salvo
tutti,ma solo te…e lo farò ogni volta che ne avrai bisogno”
Fu contenta che non aggiunse altro e che continuò per
la sua strada,altrimenti si sarebbe accorto che si era messa a piangere come
una bambina.
***
A Mimi
una ragazza fantastica,
che almeno in questa storia,ha fatto colpo su Naoki ;-)
***
Questa è la
mia prima one-shot su Nana,un manga che amo e che mi appassiona sempre più. Non
so come possa essermi venuta,a me non sembra tanto male,ma il giudizio spetta a
voi,e spero tanto di leggere qualche opinione sulla storia ^.^
Chiarisco alcuni punti,che ritengo fondamentali.
Innanzitutto la storia è ambientata dopo l’uscita di prigione di Shin ed è una
ShinXMisato (e credo questo sia chiaro),paring molto probabile,visto che nel
volume 35 di Nana vi sono degli indizi,e non mi riferisco solo a quelle poche
righe che ho usato per introdurre la one-shot,ma anche a quando Shin e Yasu
parlano nell’auto.
Preciso che non rientra tra i miei paring preferiti,visto che a me piace una
coppia che probabilmente il resto dei lettori non considera nemmeno,ovvero la ShinXChikage.
Per quanto riguarda il finale, come avete letto Shin se ne va subito. Questo
perché,come si può notare nel manga o nell’anime,Shin è fatto così, non si
sbilancia mai molto (tranne che per Hachi e qualche altra eccezione),o almeno
io lo vedo così.
Un bacione a tutti e un grazie anticipato a chi leggerà e recensirà (se ci sarà
qualcuno che lo farà ç__ç) .
Ely 91