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Autore: moredream84    09/05/2014    3 recensioni
Amicizia...Che cos'era? Come si poteva classificare? Ma soprattutto...Come si riusciva a capire quando aveva raggiunto la linea di confine?
Quella era la domanda che si stava ponendo proprio in quel momento, perdendosi negli occhi di quello che era -probabilmente- stato da sempre il ragazzo lei aveva amato.
Quel ragazzo che probabilmente aveva un po' troppo varcato il limite della loro lunga e duratura amicizia...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: G-Dragon
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Desiderare un bacio, baciare qualcuno... Gli era mai successo? Assolutamente sì!

Che fosse dettato dai sentimenti, oppure no, sostanzialmente poco cambiava.
Lui aveva già provato questo tipo di sentimento, e come tutte le altre persone, non aveva esitato a farsi avanti e ottenere quel bacio che tanto voleva.
Aveva fatto qualcosa di eclatante? Di così diverso da farlo distinguere dagli altri? Assolutamente no...


Tutti quanti fondamentalmente erano attratti da qualcuno, e tutti -escluso nessuno- arrivati a un certo punto -quando il momento diventava perfetto, l'adrenalina scorreva a mille nelle vene, e la situazione raggiungeva il climax- mettevano da parte le inibizioni che li avevano trattenuti fino a quel punto, facendoli precipitare a prendersi quel tanto sospirato bacio. 
Solo che lui non era mai stato “tutti quanti”... Jiyong -nonostante avesse trascorso un'adolescenza da sfigato- raggiunta la popolarietà con il “gentil sesso”, non si era mai comportato precipitosamente -neanche per una volta- e non aveva mai baciato d'impulso una ragazza.
Era sempre stato controllato, aveva sempre calibrato ogni singolo movimento, e anzichè avvicinarsi e baciare all'improvviso, lui lo faceva lentamente, facendo capire all'altra persona -volontariamente- che a breve un bacio sarebbe arrivato. Gli piaceva farlo, si sentiva dannatamente appagato per quella sensazione di assoluto potere, godeva nell'essere così sospiratamente desiderato...Ed era anche per questo che arrivava vicinissimo alle labbra della preda, senza però concludere...

Sì, non procedeva oltre, lui -da bravo sadico quale era- si fermava lì, esattamente a millimetro dalle sue labbra, come a volerle fare agognare quel contatto.
Sì, voleva farla morire in tutti i sensi, farle bramare un suo bacio, desiderare di sfiorare la sua pelle, fargliela considerare qualcosa di prezioso. Perchè sapeva bene che qualsiasi cosa -se agognata in quel modo- diventava la più ambita e preziosa. E allora lo faceva, arrivati a quel punto -così vicini-, non era lui che baciava... Era lui che veniva baciato. 
Ed era proprio questo il bello!... Lui raggiungeva il novanta per cento -facendo crescere grande aspettativa ed emozione nell'altra persona-, e si fermava, aspettando di ricevere il restante dieci per cento -che arrivava sempre inesorabile, e carico di passione-.


Ma allora che bisogno c'era di tormentarsi con i pensieri, solo perchè questa volta il suo rituale era stato interrotto dalla sua irruenza? Non era poi così grave se per una volta era lui a percorrere il cento per cento!


Jiyong sospirò sonoramente, rimanendo fermo immobile a fissare con sguardo crucciato il soffitto -disteso sul suo letto-.


In realtà non si fregava assolutamente di aver baciato lui per primo, perchè questo era ciò che aveva desiderato fare, senza aspettare il “famoso” dieci per cento in cambio -che poi alla fine serviva solamente da diversivo, per farlo divertire-, la cosa che lo faceva tormentare, era tanto più il fatto che non aveva baciato una persona qualunque... Lui aveva baciato Ann...


                                                                                                                                   -...Prima mi baci, mi tocchi, e poi mi schernisci?...-


...E non solo si era preso la libertà di baciarla! Come se niente fosse -che per altro aggrava anche la sua situazione- si era preso la libertà persino di allungare le mani e toccarla! Non era per niente da lui... Mai in tutta la sua vita, avrebbe mai pensato di voler toccare Ann in quel modo..."Stupido bastardo!"...

Ed era proprio per questo che continuava a starsene disteso a rimuginare. Perchè si era comportato con Ann, come con qualsiasi ragazza che gli piacesse. 
E oltre al fatto di voler capire “quale” insensato pensiero lo avesse spinto così “oltre”, adesso il suo problema era come poter riuscire a guardare Ann negli occhi, e a fare finta di nulla.


L'aveva baciata, l'aveva toccata, e alla fine -per scusare le sue azioni sconclusionate- l'aveva anche insultata...


                                                                                                                                                           -...Niente di così entusiasmante...

                                                                                                                                                             ...E' per questo che sembri un ragazzo...

                                                                                                                                                            …Sei così piatta che è impossibile pensare

                                                                                                                                                                di voler fare qualcosa con te...-


 

...Immediatamente si mise seduto, passandosi le mani sul viso... Una goccia di sudore freddo stava attraversando il suo viso divenuto pallido...

Ma come aveva potuto dire delle cose davvero poco gentili come quelle? Ma soprattutto, cosa si era permesso di fare?

Davvero era stato un completo deficiente! Lui stesso era rimasto così sorpreso dal gesto che aveva compiuto, che aveva dovuto dire ad alta voce l'esatto contrario di ciò che aveva pensato pochi istanti prima. 
Perchè aveva continuato a guardare Ann sotto una luce sempre più diversa, notando quanti lati della sua personalità fossero davvero molto femminili. 

Aveva squadrato ogni centimetro della sua pelle, delle sue forme, e del suo viso. E aveva prestato così tanta attenzione a quei lineamenti così aggrazziati da rimanerne totalmente attratto, fino al punto di fargli fare...Quello che aveva fatto.


Gli piaceva davvero Ann, o ne era semplicemente attratto?


Si arruffò per un istante i capelli, cercando di pensare razionalmente alla situazione, e a cosa avrebbe potuto fare per non complicarla ulteriormente.
..."Ignorare l'accaduto"... Già, quella fu l
'unica cosa che gli venne in mente di fare. Fingere di non ricordare niente della sera precedente. 
Ann lo credeva così sbronzo, che sicuramente non sarebbe riuscita a capire quanta lucidità ci fosse stata in lui da farlo agire in quel modo, anzi, nelle milioni di ipotesi che lei si sarebbe potuta fare -per spiegare il suo comportamento- era quella che lui fosse completamente cosciente. No, Ann non lo avrebbe mai pensato. E quindi era il caso di sfruttare questo aspetto a suo vantaggio. 


Così si alzò, e dopo aver messo velocemente una maglietta bianca mal riposta su di una sedia -e aver afferrato la chiave della camera- uscì dalla stanza, dirigendosi in quella di Ann.

...”Sto scendendo per mangiare qualcosa. Vieni con me?”...

Era tutto ciò che aveva pianificato di dirle, nel tentativo di riportare gli animi su un tono più rilassato, che aveva sempre caratterizzato il loro rapporto di amicizia.

E bussò una volta... “Le farò un bel sorriso”... Bussò due volte... “Se mi dice che non ha fame, la trascino via lo stesso....Come ho sempre fatto”... E bussò una terza volta... Rimase fermo in piedi -davanti la porta in legno laccato- fissandola con aria perplessa. E solo dopo aver bussato un'ultima volta -udendo il suono sordo che facevano le sue nocche sulla porta, rimbombare per il corridoio- che Jiyong si rese conto che nessuno sarebbe mai andato ad aprirgli.

Dove se ne era andata senza nemmeno avvisarlo?


<< Non è in camera...>> Jiyong trasalì per un'istante, colto alla sprovvista. Una voce che conosceva benissimo -e che aveva il potere di comparire sempre nei momenti meno opportuni- riecheggiò nelle sue orecchie, provenendo dalle sue spalle. Così si voltò lentamente, trovandosi davanti la figura tranquilla e spensierata del maknae <<... L'ho incontrata poco fa...>> Disse facendo una breve pausa <<...Sembrava stesse andando a prendere una boccata d'aria >> Disse con il suo solito fare ingenuotto.


<< Una boccata d'aria?...>> Domandò perplesso <<...Da sola?! >>


<< Boh...>> Rispose il ragazzino, alzando le spalle <<...Così mi è sembrato >>

 

Camminare e sgranchirsi? Di certo non era proprio da Ann << E non le hai chiesto da che parte andava? >> Domandò impensierito.


<< No, non sono mica il suo tutore >> Rispose il ragazzo con tono sarcastico.


<< Non servi a niente >> E immediatamente -dopo aver "insultato" il più piccolo, tirò fuori dalle tasche il suo i-phone, voltandogli le spalle, aprendo la sezione “rubrica”.

<< Hey! Io sono utilissimo!...>> Disse indispettito il più giovane, affiancandolo <<...Se litigate e poi non vi parlate non è colpa mia >> Abbozzò buttando l'amo, solo con l'intenzione di punzecchiarlo.

 

Jiyong arrestò il passo per un istante, girandosi verso di lui lentamente << Chi ha detto che abbiamo litigato >> Rispose con una punta di fastidio, distogliendo per un attimo lo sguardo dallo schermo.

 

<< No, così, era solo un pensiero Hyung...>> Rispose il giovane alzando le spalle, con fare indifferente, cercando di salvarsi <<...In genere siete talmente inseparabili che mi sembrava strano non sapessi niente di dove fosse andata...>> E riprese a camminare, facendo silenzio, puntando lo sguardo davanti a se.

Forse Jiyong non era mai stato consapevole di quanto lui ed Ann fossero stati così dannatamente stretti, e probabilmente non riusciva neanche a rendersi conto di “come” agli occhi delle altre persone loro potessero apparire <<...Ah...>> Jiyong trasalì per un breve istante, interrotto nei suoi pensieri dalla voce stridula di Seungri <<...Comunque tra quindici minuti dobbiamo essere al palazzetto per le prove generali...>> Disse guardandolo con occhi grandi e neri <<...Per cui dovrai rimandare i tuoi bisticci con Ann, a dopo >> E dette quelle parole, lo rivide voltargli le spalle per una seconda -e ultima- volta.


Il concerto... Già, quasi se ne era dimenticato che loro erano lì per quello, e non per fare una vacanza...

Osservò per un brevissimo istantante il suo Iphone, prima di riporlo con decisione nelle tasche dei jeans.

Qualcosa che andava oltre a un semplice affetto di amicizia c'era, lui se ne stava rendendo conto poco alla volta. Doveva solo capire se tutto quello che c'era stato, era dettato da un sentimento reale, o uno falsato dall'alcol. Ma una cosa era certa...Che se non voleva raggiungere il punto di rottura, avrebbe dovuto fare chiarezza e correre ai ripari...


 


 

                                                                                                    (********************)


 


Era da un po' che se ne stava seduta immobile davanti a quel bancone affollato. Tra le mani un drink analcolico, e la sua espressione chiaramente annoiata.

Aveva voglia di stare lì? La risposta riecheggiava altisonante dentro la sua testa “certo che no!”

Era annoiata, sdegnata, e non si sentiva per niente incline a intrattenere rapporti socievoli con le altre persone disperse per il locale. Perchè si trovava lì? La risposta era più che chiara “Jiyong”.

Ebbene sì, quel bel faccino si era imposto come al solito, ed era riuscito con la sua solita “arte di persuasione” e trascinarla fuori dalla camera in cui lei -a insaputa del ragazzo- si era barricata solidamente. Sì, era rimasta per tutto il giorno chiusa dentro quella stanza, fingendo addirittura di non esserci, solo per evitarlo e far sparire quei bruttissimi sentimenti che ancora adesso continuava a provare.

Delusione, rabbia, sconvolgimento emotivo, e un'immenso batticuore, la travolgevano -e massacravano- il suo già così calpestato stato d'animo. E mille volte ancora aveva continuato a maledirlo, per aver mandato in fumo il suo brillantissimo piano di evitarlo. Sì, quell'oasi di pace, che l'avrebbe vista vagabondare per tutto il giorno dentro la sua camera, era svanito in cinque minuti, quando la porta della stanza si era aperta, e lui era apparso con la chiave di riserva che “gentilmente” si fatto dare dal portiere... E a quel punto le era venuto naturale imprecare...


                                                                                                                                                    -...Perchè non mi hai aperto? E perchè

                                                                                                                                                        non hai risposto alle mie chiamate?

                                                                                                                                                        Sai che una persona importante come

                                                                                                                                                        me, non può permettersi di andare in giro

                                                                                                                                                        a perdere tempo per cercare qualcuno?!...-


 

...Con le mani sui fianchi, lo sguardo indispettito, e una punta di sarcasmo nella voce, Jiyong si era immobilizzato davanti alla sponda del suo letto, mentre la guardava con disappunto.

“Ma io” aveva balbettato malamente Ann -con tono incerto- cercando di inventarsi una scusa qualsiasi, con il solo scopo di placare l'animo del giovane “non ti volevo vedere”avrebbe voluto continuare, sfogando su di lui tutta la sua frustrazione. Ma non ne ebbe il coraggio di dirle-o forse il tempo- perchè Jiyong subito -dopo quel semplice “ma io”- le tolse ogni diritto di replica, riprendendo immediatamente parola “Non ho tempo di ascoltare le tue scuse” e appena pronunciate quelle sintetiche parole, la prese per un polso, trascinandola via da quel nascondiglio.
Non le aveva dato il tempo di cambiarsi, pettinarsi -o fare qualsiasi cose la potesse rendere un pò più presentabile-, l'aveva trascinata in macchina, e l'aveva costretta a sorbirsi le prove del concerto per tutto il pomeriggio. Li aveva visti provare, sbagliare, ridere fra loro, e infine andarsi a cambiare nei camerini, dove lei era stata obbligata a seguirlo...

                                                                                                                                           -...Ann non stare ferma immobile, renditi utile, e aiutami a
                                                                                                                                               mettere questo...

                                                                                                                                            ...Aiutami a fare quello... 

                                                                                                                                            ...Aiutami a prendere quello...-

...Non sapeva cosa ci fosse di sbagliato nella testa di Jiyong quel giorno, sapeva solamente che anzichè stargli alla larga -come realmente avrebbe voluto-, era stata costretta a restargli accanto collosamente. Dispotico e morboso, come mai -in tutta la sua vita- lo aveva visto.

Era stata schiaffata su di una sedia nel backstage, dove aveva potuto ammirare il "travagliatissimo" concerto, sotto la supervisione del manager -che le sembrò essere messo lì, vicino a lei, solo per sorvegliarla (come se potesse scappare da qualche altra parte a loro insaputa)-. Una sensazione di costrizione, e disagio, che non se ne era andato via neanche nel mini van a otto posti -dove Jiyong non aveva smesso neanche per un secondo di fissarla, ogni volta che rideva con il maknae- che li aveva scortati al party post-concerto.

Ed eccola giunta fino a lì, arrabbiata con lui per averla trascinata contro la sua volonta, e arrabbiata contro se stessa per non essere riuscita a imporsi e ad urlargli contro tutta la sua frustrazione.
 

Ann sospirò, appoggiando il mento sopra il palmo aperto della mano. La serata era quasi giunta al termine per fortuna, e lei non vedeva l'ora di tornarsene in camera a riposare un pò -visto che quella notte non era riuscita per nulla a chiudere occhio-. 
Sospirò ancora una volta, e dopo aver preso un sorso dal suo bicchiere, passò quasi involontariamente le dita sulle sue labbra -per asciugare qualche goccia del liquido appena sorseggiato-.
Ed esattamente come una stupida, il pensiero volò veloce come la luce al bacio della sera prima. Quel bacio che in realtà avrebbe dovuto odiare, e rigettare...Ma che invece di disdegnare -un momento dovuto alla confusione dell'alcol- continuava a toccare le sue labbra -e indirettamente il suo seno- come se quelli fossero stati dei punti marchiati a fuoco da qualcosa.

 

Dopo tutte le cose fastidiose e orribili che le aveva detto Jiyong, ancora aveva il coraggio di soffermarsi su di esse, facendosi venire uno stupido batticuore?

Ann scosse la testa per un attimo, cercando di mandare vie tutti quei pensieri idioti << Dannazione Ann, era ubriaco...>> Sbuffò seccata <<...Ovvio che non è significato niente >> E riprese a fissare il centro del bicchiere, dove il liquido azzurro ondeggia leggermente.

Era ubriaco, e non era consapevole di quello che faceva, che senso aveva continuare a rivivere all'infinito lo stesso momento, che di speciale non avevano avuto proprio un bel nulla?

Perchè Jiyong un bacio non glielo aveva dato perchè ne era cosciente, e neanche l'aveva sfiorata perchè desiderava farlo. Quelli erano tutti gesti che aveva compiuto, perchè giudato dalla brezza del troppo alcol <<...Bastardo! >> E che di conseguenza, se lei ci rifletteva sopra con razionalità, la irritavano grandemente.


<< Pare che tu ce l'abbia con qualcuno >> Ann sbarrò gli occhi immediatamente -resasi conto che alla sua animata conversazione interiore stava partecipando anche qualcun altro-, e si voltò immediatamente nella direzione della persona che le aveva appena rivolto la parola. E un bellissimo ragazzo Asiatico -dai lineamenti molto delicati, con capelli scuri che cadevano leggermente sopra gli occhi- le stava seduto vicino -non si sa da quanto tempo- e la fissava con sguardo brillante e curioso. E distogliendo per un secondo lo sguardo da lei, lo vide prendere un sorso dal drink che teneva stretto fra le mani.
 

Ann crucciò le sopracciglia, infastidita da quell'atteggiamento un po' indiscreto con cui quel ragazzo aveva deciso di rivolgerle la parola << Non mi va di parlarne >> Rispose secca, tornando a guardare fisso davanti a lei, con tutta l'intenzione di fargli capire che non era in vena di chiacchere rivelatorie.

 

<< Se era ubriaco avrà combinato qualcosa di grosso...>> Ann si congelò sulla sedia, rimanendo completamente immobile. Il giovane probabilmente non aveva recepito il suo messaggio di non volerne parlare, e aveva continuato tranquillamente la sua conversazione, portando la difensiva che lei aveva eretto, a "nulla".

Beh, qualcosa di grosso le era stato combinato. Aveva schiacciato il suo orgoglio e ferito il suo animo femminile, e adesso era contretta a trattenere tutti i suoi sentimenti negativi dentro di lei, mascherandoli dietro un falso sorriso -poichè lui non ricordava niente-.
Certamente, se ne avesse avuto l'opportunità, lo avrebbe picchiato senza ritegno...”Bastardo!”...Perchè Jiyong continuava a starsene lì, beato, a godersi il suo party post-concerto senza nessun pensiero a tormentarlo, circondato da ragazze carine che non facevano altro che venerarlo, non degnandola minimamente di un misero sguardo (passando così dall'eccessiva morbosità, a un'indifferenza sconcertante). E lei invece di sbattersene cosa faceva? Continuava a distruggersi l'anima con qualcosa che non avrebbe mai potuto dire, facendole venire le lacrime agli occhi dal nervoso <<...Che ne dici di andare fuori a prendere una boccata d'aria fresca?...>> Ann sbattè per qualche secondo le palpebre, mandando via le lacrime accumulate, e vedendo riapparire chiaramente il viso del giovane <<...Ti farebbe bene rivolgere il pensiero ad altro, non credi? >> E le sorrise gentilmente.

Sì, forse inizialmente non si era posto nel migliore dei modi, ma trovava che quel ragazzo fosse davvero gentile. E che c'era di male a fare due passi con uno sconosciuto?

Ann lo fissò con aria titubante. La voglia matta di evadere e trovare un posto tranquillo in cui rilassarsi era più forte.
Non avrebbe dovuto impegnarsi per intrattenere la conversazione, o fingere di stare bene -quando invece stava male-. Non avrebbe avuto niente da perdere anche se avrebbe detto qualcosa in più, tanto quel ragazzo seduto di fronte a lei non conosceva chi lei fosse, quale era il problema che l'affliggeva, o in che rapporto fosse con Jiyong...Lui non sapeva assolutamente niente...
Non era una persona a cui teneva, quindi anche qualora fossero uscite parole spiacevoli -offendendolo-, a lei non sarebbe fregato niente... E anche a lui non sarebbe fregato niente sicuramente... Avrebbero continuato a vivere la loro vita tranquillamente, proprio come avevano fatto fino a ora...

E forse -più di tutto- era proprio quella la cosa che l'attraeva di quell'invito...

 

<< Eccoti qui finalmente!...>> Ma proprio nel momento in cui quel “sì” stava per uscire dalla sua bocca -permettendole di seguire quel ragazzo sconosciuto-, qualcosa l'aveva prontamente bloccata.

Un bacio appena sfiorato sulla sua guancia, e un braccio stretto attorno al suo collo, le avevano impedito di fuggire ancora una volta. Una semplice frase, sussurrata quasi sensualmente, aveva iniziato a far battere forte il suo cuore, e l'avevano nuovamente inchiodata vicino a lui.

Il suo profumo, la sua voce suadente, e quella piccola vena di possessività con cui lui si era avvicinato -arringandosi il diritto di avere la precedenza su tutto e su tutti-, era sempre stata l'arma vincente contro di lei <<...Scusa amico, lei mi appartiene...>> Il viso iniziò a imporporarsi, il respiro farsi corto, e in un millesimo di secondo la figura del giovane Asiatico con cui lei aveva parlato fino a pochi istanti prima, era scomparso, lasciando spazio al candido volto del prepotente Kwon Jiyong <<...Si può sapere che diavolo stai combinando?!...>> Sì, con prepotenza -e forse un pizzico di maleducazione- Jiyong si era intromesso, aveva detto -e fatto- ciò che aveva voluto, e alla fine si era messo davanti al ragazzo di proposito per interrompere il loro contatto visivo -non che, conversazione-.
Gli occhi indignati di Jiyong non nascondevano il palese fastidio <<...Adesso vieni con me! >> E con fare autoritario le afferrò la mano, trascinandola via dal posto in cui si trovava.

 

Nè con gentilezza, né con un “per favore”, lui le aveva domandato se aveva voglia di seguirlo. Aveva deciso da solo che lei non sarebbe più dovuta stare lì seduta con quel ragazzo, e l'aveva portata via immediatamente. Una maleducazione di cui Ann non era mai venuta a conoscenza, che palesava tutta l'irritazione del giovane. Sì, ma irritazione per cosa poi?


Continuò a fissare le spalle di Jiyong impotente, probabilmente sorpresa da quel comportamento tanto inaspettato. Mentre imperterrito -lui- le faceva strada in mezzo alla folla, verso quell'angolino nascosto del locale.

Si sentiva strana, sballottata, come fosse in balìa delle onde. Il suo cuore completamente in tumulto, e la sua testa completamente in confusione. La placida sensazione di piacere che provava nell'essere trascinata via così gelosamente, era qualcosa che addolciva immensamente il suo cuore, e che continuava a farglielo battere ogni istante di più.

Da quando tutto aveva iniziato a essere così incontrollato?


<< Sei stupida o cosa!...>> Ma furono le parole stesse di Jiyong a riportarla alla realtà <<...Non avevi capito che quello ci stava provando?!...>> Dette con una brutale franchezza, da farla sentire male. Non si trattava di gelosia, e non si trattava nemmeno di possessione... Quì si trattava solamente di semplice preoccupazione.

<< Ma io >>

<< Ma io "cosa"?!...>> Domandò lui incrociando le braccia <<...Non sai come va il mondo? Sei per caso ancora una bambina?...>> Domandò ancora una volta irritato, continuando a farle quella dolorosissima predica <<...Stupida! >> E fu al pronunciare nuovamente -e con disprezzo- quella stessa parola, che i sentimenti di Ann cominciarono a ripercorrere le stesse sensazioni della sera prima... Quando si era sentita più che disprezzata...

Ann si morse le labbra per il nervoso, serrando i denti 
<< Sei un vero idiota Jiyong!...>> E le lacrime che qualche attimo prima era riuscita a ricacciare dentro, tornarono a riempirle gli occhi <<...Se mi trovi così stupida e insignificante, mi domando perchè tu sia ancora mio amico >> Rimase ferma, e immobile, a guardarlo. Non c'era altro da aggiungere. Se il disprezzo nei suoi confronti era così reale da farglielo dire persino da sobrio, era per davvero arrivato l'imminente giorno della “rottura”. E lei -forse un pò per la stanchezza, forse un pò per la rassegnazione- ebbe il coraggio di dare lo spunto per una separazione definitiva.


Lo vide farsi serio improvvisamente, infilare le mani nelle tasche dei pantaloni, e puntare quegli occhi neri, a mandorla, nei suoi << Allora dovremmo davvero finirla di essere amici? >> Deciso, senza neanche fare una piega, Jiyong aveva colto immediatamente quello spunto, e si era fermato per un istante, come se volesse per davvero ricevere una risposta positiva. Come se lui -per primo- fosse stato stufo di quell'amicizia troppo eccessiva, e non stesse aspettando altro...


<< Sì >> E con un flebile -e arreso- “sì”, Ann abbassò lo sguardo, fissandolo sulle sue scarpe rosso corallo, assecondando l'evidente voglia di quel ragazzo di mettere fine a un rapporto durato davvero troppo allungo. Ciò che lui adesso voleva, lei glielo stava dando.

 

<< Ok allora!...>> Lo sentì dire semplicemente <<...Tanto anche io mi ero stufano di continuare così >> E al suono di quella frase forse un po' troppo rude e diretta, Ann alzò lo sguardo verso di lui, sconvolta da quella confessione così agghiacciante. Lui per davvero non stava aspettando altro?
E proprio mentre si poneva quella domanda tanto dolorosa, vide le labbra del ragazzo incresparsi in un sorriso... 
Si stava burlando di lei adesso?...

 

<< E' così divertente? >> Domandò stizzita.


<< Per niente...>> E detta quella semplice frase -con semplice disinteresse-, lo vide sfilare le mani dalle tasche, e iniziare ad avanzare lentamente verso di lei, grattandosi lievemente la punta del naso <<...Pensavo a quanto fosse buffo il fatto di essere d'accordo anche su questo...>> Costringendola a poco a poco, a indietreggiare <<...Non credi? >> Fino a spingerla con le spalle al muro.


Una mano appoggiata al muro, vicino al suo viso, e la restante vicinanza assottigliarsi sempre di più. Se quello era uno scherzo, ad Ann cominciava a non piacere per niente << Non sei per niente divertente...>> Disse lei guardandolo severamente <<...Se la vuoi far finita con questa amicizia, allora lasciami in pace! >> E lo spinse leggermente, cercando di farsi spazio, e andare via...
 

<< Chi ha detto che la voglio finire nel modo in cui pensi tu...>> Rispose il ragazzo, bloccandola, e spingendola nuovamente verso il muro <<...Ci sono molti modi per finire un'amicizia...>> Disse guardandola dritta negli occhi <<...E non sempre accade perchè ci si è stufati dell'altra persona...>> Ann crucciò lo sguardo, fissandolo con un pizzico di curiosità. Il ragionamento di Jiyong le parve essere piuttosto contorto. Voleva rompere, o non voleva rompere? <<...Penso sul serio di che la nostra amicizia non possa continuare in questo modo...>> E senza aggiungere altro, senza lasciarle capire altro -che tanto poi era un ragionamento che faceva da solo con se stesso (visto che Ann non aveva capito niente)-, le portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, guardandola con dolcezza <<...Dobbiamo farla finita, non credi? >> E dopo un ultimo -e intenso- sguardo, lo vide avvicinarsi sicuro, senza darle tempo di rispondere -o di capire quello che stava accadendo-...Sentendo solamente il dolce tempore delle labbra di Jiyong, appoggiarsi sulle sue...
 

Il rumore assordante della musica scomparve lentamente, come anche lentamente scomparvero tutte le persone che lei -fino a qualche attimo priva- aveva scorto dietro le sue spalle. Adesso c'era solamente un lungo e intenso bacio a fior di labbra, mischiato al profumo della colonia di Jiyong. Un bacio che aveva da sempre sperato, e desiderato ricevere. Un bacio che questa volta significata qualcosa...


Questa volta il bacio era reale, e lui non era per niente ubriaco... E stava mettendo chiaramente la parola "fine", alla loro amicizia...




NOTE DELL'AUTRICE: Ma salve a tutteeeeeeeeeeee!!! Dopo tipo un decennio sono tornata con un nuovo capitolo, e per questo mi scuso immensamente! T___T 
Volevo scrivere qualcosa di carino e non troppo complicato (visto che ho già dato immensamente con la serietà e complessita nella mia prima fic), ma che spiegasse i tortuosi sentimenti di due amici innamorati... Purtroppo non sono brillante come un tempo a scrivere (causa Drama che mi assorbono tantissimo tempo nel guardarli, ma di cui sono praticamente drogata ormai)....Spero di avervi donato un capitolo abbastanza decente. A me a essere sincera, è piacevolmente piaciuto ^w^ (pardon per il gioco di parole).

Che altro dire? Ah sì, voglio ringraziare tutte le adorabilissime lettrici che hanno lasciato un loro parere sulla fic, recensendola. Spero che continuerete a farlo, e spero che anche nuove lettrici si uniscano al gruppo "recensori", così da farmi sapere cosa ne pensano della storia.
 
Non so quando la mia dolce ispirazione mi degnerà di un udienza, e mi farà scrivere un'altro capitolo (spero presto), ma nel caso, spero che sarete sempre lì quando io tornerò ^w^

Un bacissimo a tutte, e a presto! <3

 


 


 

  
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