Anime & Manga > Kinnikuman
Segui la storia  |       
Autore: _Cthylla_    09/05/2014    3 recensioni
[ SOSPESA ]
La ricetta è sempre la stessa, una ragazza mai vista la cui vita si incrocia con quella di due chojin. Ma si sa, in una ricetta basta cambiare un paio di ingredienti perché la torta venga del tutto diversa.
Nasce da un'idea venuta all'improvviso, e com'è venuta potrebbe andarsene, non lo so. Siete avvisati.
Genere: Dark, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kevin Mask, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Warsman/Lord Flash
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«m-maledizione…e guarda dove cammini!»

La ragazza si limitò ad osservare il suo povero gelato alla fragola caduto -come anche lei stessa- a terra dopo lo scontro, per poi rivolgere il proprio sguardo al wrestler inglese. «a dire la verità io ero qui ferma. Sei tu che mi sei venuto addosso come un treno in corsa» osservò, iniziando a rialzarsi da terra con un sospiro «se non altro mi hai movimentato la giornata».

La ragazza, al di là di un’altezza di tutto rispetto (poco meno di un metro e ottanta), era una tipa qualunque con corti capelli castani, gli occhi grigio fumo e -a giudicare da quel che poteva vedere- i fianchi costituzionalmente un po’larghi rispetto alla parte superiore del corpo nonostante la magrezza. E non sembrava essersi incavolata per quello scontro che era stato solo e soltanto colpa di Kevin Mask.

«tsk…»

«Kevin, cosa è suc-»

«niente, continuiamo a correre» disse secco il ragazzo al proprio allenatore, appena sopraggiunto.

 E per fortuna che Kevin Mask aveva fama di essere un uomo cavalleresco e galante, ma evidentemente le cose cambiavano quando in un modo o nell’altro veniva interrotto durante gli allenamenti.

Il suo obiettivo attuale era uno soltanto: vincere il Torneo chojin. E lui, assieme al suo trainer Lord Flash, si stava allenando in vista delle selezioni -che contava di superare ad occhi chiusi- che si sarebbero tenute nella capitale del proprio Paese d’origine.

«solo un piccolo “tamponamento”…» minimizzò la ragazza, rifiutando con un cenno gentile l’aiuto di Flash per rialzarsi per poi pulirsi la terra dai jeans e la felpa color nocciola «niente di che, come gli stavo dicendo mi ha movimentato la giornata».

Kevin stava iniziando a scalpitare per ripartire. Lord Flash pensò che a volte quel ragazzo sembrava proprio uno di quei puledri scalcianti che non stanno fermi un secondo, ma a lui al momento interessava altro, diverso dal riprendere immediatamente l’allenamento. Kevin era andato a sbattere contro quella ragazza, che sembrava “di pace”; ricomprarle il gelato era il minimo.

«lei è un tipo pacifico, signorina…?»

«May. Può darmi del tu, non sono tipo da formalismi» fu la pronta replica della ragazza.

«…d’accordo, visto che è tutto a posto possiamo andare?! Ho un torneo da vincere, io!» sbottò seccato Kevin, vedendo che le cose sembravano andare per le lunghe e lui non riteneva di avere tempo da perdere.

«Kevin, dopo tutto che l’hai “tamponata” non ti sembra il caso di ricomprarle almeno il gelato?» ribatté Lord Flash «trattasi di buona educazione».

«tranquilli, non c’è bisogno…se avete da fare, avete da fare» May guardò Kevin «tu sei un wrestler, giusto?...mi è parso di averti visto in tv, ogni tanto».

«sono il wrestler più forte della galassia e non ha nemmeno presente chi io sia, ma che perdo tempo a fare» borbottò il ragazzo riprendendo la corsa da solo. Se Flash aveva tanta voglia di chiacchierare facesse pure, ma lui non era dello stesso avviso.

«Kevin!!! Che accidenti…? Kevin Mask, torna subito qui!»

E i richiami del suo allenatore non servirono né a fermarlo né a farlo tornare indietro.

«a volte è difficile avere a che fare con questi ragazzi, mh? …qualunque sia il motivo per cui vi allenate dev’essere molto importante, per lui» chiuse brevemente gli occhi e scosse la testa con un sorriso «ma avere degli obiettivi definiti non è un male».

Già. Non aveva tutti i torti, pensò il russo -e se Kevin avesse saputo che non era esattamente un gentiluomo inglese sarebbero stati cavoli suoi- osservando i tratti delicati del suo viso e cercando di assegnarle un’età. Quanto poteva avere, diciotto, vent’anni?

«no, non lo è. Ehm…ti offro il gelato, allora? Ti prego di scusare l’atteggiamento di Kevin, di solito si comporta meglio».

«ribadisco che non ce n’era bisogno, ma se insiste accetto volentieri. Solo…non vorrebbe raggiungere Kevin Mask?»

Il russo guardò un punto lontano, quello dove il suo pupillo era sparito. «tornerà tra meno di dieci minuti. Sono pronto a scommettere un secondo gelato, tende a fare così quando è seccato, fugge per poi tornare a breve».

«mi fido».

I due si diressero al chiosco dei gelati, e poco tempo dopo May si trovò in mano con un nuovo cono alla fragola. Volle sedersi su una panchina, e rimanere a parlare con Lord Flash nell’attesa che il ragazzo inglese si facesse nuovamente vedere.

«quindi ti chiami May…»

«si. Ma non so se dirle il cognome, perché suona piuttosto assurdo».

«mh…alla mia età difficile per me trovare davvero assurdo qualcosa» replicò il russo, ignorando che lei si fosse messa a sedere sopra la spalliera della panchina invece che dove avrebbe dovuto sedersi.

«oh, dubito che lei sia così vecchio da poter smettere di sorprendersi. Magari mi sbaglio, ma io credo che sia impossibile farlo…» asserì la ragazza «comunque, il mio nome completo è May Flower».

Detto questo aspettò una risata che invece non arrivò.

«come la nave? Affascinante».

«tutto qui? Niente “uuuh che strambaaah…!” ?»

«non sono il tipo di persona che fa commenti così sciocchi, e poi beh…giro con una maschera di metallo ed una tutina aderente grigia. Non potrei permettermi di dare a qualcuno dello “strano” neanche volendo».

E sotto quel travestimento era ancor più “strano”, a dire la verità. Ma quelli erano dettagli.

«capisco».

«comunque, a giudicare dal nome non sembri esattamente del posto…»

«scambio culturale. Starò qui un anno, o qualcosa del genere» disse lei «nemmeno lei sembra del posto, e…ah, già, qual è il suo nome?»

«Lord Flash…sono inglese».

Lei sollevò un sopracciglio, come se fosse stata sorpresa. «davvero?»

«da, ehm…si. Perché?»

«a giudicare dall’accento credevo venisse dalla Russia o da uno dei Paesi vicini. Mi sarò sbagliata».

L’uomo sentì una breve morsa allo stomaco. Diavolo! E per fortuna che da piano non avrebbe dovuto farsi scoprire, quella lì lo aveva appena conosciuto e già aveva intuito la sua vera provenienza…contrariamente a lui che non riusciva a capire bene qualche fosse la sua. Parlava bene la lingua comune, e dal cognome doveva essere una ragazza di qualche Paese anglosassone, eppure non riusciva ad identificarne l’accento.

«…ho…vissuto in Russia in gioventù».

«capisco, ora tutto si spiega».

Breve silenzio nel quale May, con tutta calma, arrivò a metà gelato. Adorava le fragole ed il gelato alla fragola, non c’era niente da fare. Perfino sul bracciale in argento c’era un charm a forma di fragola, vicino a quello col simbolo della Croce. Fragole, fragole everywhere!

«tu invece? Non ho capito da dove vieni…»

«perché non l’ho detto. È una storia un po’ complessa, i miei genitori sono del Wyoming, ma si sono trasferiti ad Aosta un paio d’anni prima che io nascessi. Da lì il cognome, ed il fatto che parlo bene inglese…e sempre da lì, il mio accentò un po’americano e un po’valdostano!»

Spiegava in parte il misto di accenti.

«capito tutto. Quindi…scambio culturale. Avevi voglia di vedere un po’di mondo, mh?»

«viaggiare non mi dispiace. E poi…sinceramente sto cercando ispirazione…» vedendolo perplesso decise di aggiungere dell’altro «mi piacerebbe riuscire a scrivere un libro».

«ah si? Curioso. Su cosa?»

La ragazza poggiò le braccia incrociate sulle ginocchia. «avevo pensato a qualcosa su vampiri e affini, visto che sono una patita del sovrannaturale/darkeggiante…magari mi sto facendo trascinare dalla moda del momento, per quanto io detesti cordialmente quella robaccia come Twilight, The Vampire Diaries o similia…» specificò.

«sarebbe meglio qualcosa sui licantropi o su qualche demone. I vampiri hanno stufato. E poi…mostri indegni di stare al mondo come loro non dovrebbero comparire nei libri» aggiunse in un mormorio cupo.

«ci penserò. È ancora tutto da definire…accidenti, questo gelato è una meraviglia…ah-ha!» intercettò una goccia che stava per caderle sui jeans e se la leccò via dalle labbra «gelato di fragola, non avrai i miei jeans!...»

«non penso che il gelato ti capisca» disse il russo, che aveva perso l’aria cupa ed ora sembrava quasi divertito  «ti sembrerei indiscreto se ti chiedessi quanti anni hai?»

La ragazza parve come pensarci su. «…diciotto. Compiuti una settimana fa».

«soltanto?»

«è un modo carino per dirmi che sembro vecchia?...sto scherzando, non si preoccupi» aggiunse immediatamente con un sorriso «e mi dica, le sembrerei indiscreta se le chiedessi quanti ne ha lei?»

Lui borbottò a voce bassissima qualcosa che a chiunque sarebbe risultato incomprensibile…

«…sessantuno? Allora è ancora un giovanotto».

…eccetto che a May, evidentemente.

Lord Flash si voltò a guardarla per risponderle qualcosa di simile ad un “non mi piacciono molto le prese in giro”, ma così come nel tono non c’era traccia di derisione sul suo viso. Così la replica, forse anche un po’dura, morì sul nascere.

«non più tanto».

«dipende dai punti di vista. Per un uomo di novant’anni lei è un giovanotto».

«e per una ragazza di diciotto sono decrepito».

Lei fece per rispondere qualcosa, ma la loro conversazione venne interrotta da Kevin, che come previsto era tornato.

«ancora qui…?»

«aspettavo un certo gigante maleducato».

Kevin sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Sapeva che tanto Lord Flash non l’avrebbe piantata finché lui non si fosse scusato con quella ragazza, e forse tutto sommato era anche giusto così.

«…scusami per averti fatta cadere a terra. Non ti avevo vista. Correvo».

«è tutto a posto» lei gli tese perfino la mano «May».

Lui, dopo qualche esitazione, la strinse. Gli fece un po’impressione perché era piuttosto fredda, e lei dovette accorgersene.

«si, lo so, ho sempre le mani ghiacciate. Anche in estate. Giusto dopo una mezz’ora sotto il sole si scaldano un po’» scese dalla panchina.

«mpf. Ok» Kevin guardò il suo allenatore «possiamo tornare a noi, adesso?»

«certo compagno, ehm, Kevin» si maledisse mentalmente pensando che doveva stare più attento, mentre May scriveva qualcosa su un biglietto per poi metterglielo imprevedibilmente in mano.

«beh allora vi lascio. Ci si rivede!»

E detto così si allontanò quasi di corsa.

Flash diede un’occhiata al biglietto, ed anche Kevin, incuriosito, diede una sbirciatina.

«ma guarda tu…non ti facevo uno che approfitta di ogni occasione per “acchiappare”!» commentò il ragazzo «non è un po’giovane?»

«ma che vai dicendo?! Non ho la minima intenzione di…! E poi…ah. Mettiti a correre».

Gli aveva lasciato un numero di cellulare, presumibilmente il proprio. Era strano…a meno di non voler prendere per buona la stupidaggine che aveva appena detto Kevin, ma in senso inverso, ossia che fosse lei a volere

“ah, ma dai”.

«si, ma non provarci anche con la prossima contro cui andrò a sbattere» disse Kevin, correndo via.

Lui lo seguì, e mise il numero di cellulare nel taschino.

Forse si sarebbero incontrati ancora o forse no. Forse avrebbe potuto telefonarle davvero, o forse non l’avrebbe fatto perché era troppo … strano, appunto. Nonostante la loro conversazione fosse stata abbastanza interessante; a guardarla le avrebbe dato i diciotto anni che aveva ma dopo averle parlato gliene aveva dato qualcuno in più, prima della sua conferma definitiva.

“c’è un Torneo da vincere, ci mancherebbe solo che mi metta ad incontrare una ragazzina”.

«invidioso?»

«macché! Solo che proprio tu che mi inviti a concentrarmi, poi ti metti ad offrire il gelato alle sconosciute».

«…contro cui tu sei andato a sbattere. Ho fatto quel che avresti dovuto fare tu».

«ed hai rimediato un numero di telefono, pensa te. Magari le siamo simpatici» iniziava a sciogliersi un po’ «che vi siete detti?»

«niente. Abbiamo parlato del più e del meno. Tutto quel che so è che è un’italiana di origini americane che è qui per uno scambio culturale…»

«ah!»

«…e che vorrebbe scrivere un libro dark, o qualcosa del genere».

«ti prego, non un’altra di quelle cazzate sui vampiri!» si lagnò Kevin «non se ne può più!»

“già. Dannati vurdalak!” pensò il russo, adombrandosi ancora.

«corri ragazzo…corri».

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kinnikuman / Vai alla pagina dell'autore: _Cthylla_