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Autore: Daeva    23/12/2004    1 recensioni
Rei e Gendo.
E la Primavera.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gendo Ikari, Rei Ayanami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sakuragari

Gendo osservò il leggero vestito della ragazza, in una stoffa sottile e trasparente con grandi stampe di fiori di ciliegio, accarezzare ad ogni passo la morbida carne di lei.
Si chiese se indossava spesso abiti di quel genere, o solitamente adottasse un abbigliamento più sobrio.
Non la vedeva molto spesso. Ma la cosa non gli era di particolare fastidio.

C'era un qualcosa di positivo che li avrebbe sempre tenuti uniti.
Nonostante quell'ombra negativa che non esitava a tenerli sempre divisi.

Rei guardava le vetrine dei negozi con scarso interesse.
Anche se le stagioni passavano, ciò che era in vendita era sempre lo stesso: cibo, vestiti, cose inutili.
Poi si bloccò, incuriosita, davanti un negozio di animali.
Gendo si bloccò a sua volta, a una decina di centimetri dal suo corpo chiaro.
Iniziò a guardare distaccato le cose che avevano attratto l'attenzione di Rei.

-Continui ad abitare solo, Ikari?-
Gendo fece spallucce.
Rei indicò una gabbia, pullulante di piccole matassine di pelo.
L'uomo fece una smorfia.
-..Perchè no?-
-Non credo di avere abbastanza tatto per occuparmi di un animale domestico.-
-Non credo serva particolare tatto.-
-Allora perchè non lo prendi tu? Anche tu vivi da sola, no?-
-Io non ho abbastanza sensibilità.-
Gendo sorrise.
Era ancora una ragazza così stupida.
Troppo stupida per essere considerata una donna, nonostante il corpo perfettamente formato.
Le posò una mano sul collo, e iniziò ad accarezzarle la schiena nuda.
Percepì la sua carne leggermente sudata tremolare.
-Mi sembri abbastanza sensibile.- la prese in giro Gendo.
Lei soffocò una risatina, invitandolo a smettere.
Lui smise di importunarla e le sorrise per chiederle scusa.

Gli occhi rubino di lei tornarono sui gattini.
-Sono tutti uguali...- mormorò.
-Saranno tutti di una stessa cucciolata.-
-Non sono troppo piccoli per essere strappati dalla madre?-
Gendo si sorprese di una domanda simile.
La fissò confuso.
Lei si spiegò meglio -...Il latte della madre gli fornisce il nutrimento di cui hanno bisogno per crescere sani.-
Lui distolse lo sguardo dalle sue labbra -I gatti smettono lo svezzamento a due mesi. Questi ne avranno più o meno tre.-
Rei si piegò sulle ginocchia, per osservarli meglio.
Sorrise giocando con loro attraverso il vetro con il dito.
Da quella posizione Gendo poteva vedere il collo di lei, e i capelli corti che lo svelavano senza pudicizia.
Cercò di soffocare l'erezione pensando a qualche nozione di astrofisica.
-E' sempre così solo Ikari... Uno di questi piccolini potrebbe schiarirgli le giornate.-
-Ne prendo uno solo se lo prendi anche tu.-
-Potremmo prenderne uno insieme.-
Gendo serrò le labbra.
Rei tornò in piedi e lo guardò negli occhi.
Lui schivò il suo sguardo -Andiamocene.-
-Va bene.-

Fecero ancora un lungo tratto di strada insieme.

*******

Una settimana dopo erano in una signorile caffetteria del centro.
Gendo leggeva un libro mentre aspettava che il suo tè si freddasse.
Rei affogava la panna nel suo caffè freddo.
Sotto il tavolo i piedi scalzi di lei erano posati sulle scarpe lucide di lui.
-...Stai preparando una lezione?-
-No. Trovo ispirazione per i test di metà semestre.-
Rei rise -Poverini i tuoi studenti!-
Gendo la guardò sorridendole.
La luce che filtrava dalla vetrina del locale la rischiarò ancora di più.
Gendo la trovò splendida come al solito, ma non glielo disse.

-Senti, Rei...-
-Mh?-
-La prossima volta potremmo andare a vedere la fioritura dei ciliegi.-
Rei sgranò gli occhi -Insieme? Al parco?-
Gendo annuì.
Rei strinse le mani felice -Mi sembra un'ottima idea. In tutti questi anni ho sempre sperato di andarli a vedere con te.-
-Io non ci sono mai andato. Forse da piccolo. E' una cosa che ho sempre trovato noiosa.-
-...Noiosa?-
-Spero che con te sia più interessante.-
Un breve silenzio in cui Rei abbassò lo sguardo sul suo caffè.
Gendo iniziò a bere il suo tè, senza staccare gli occhi dal libro.

-...Sai già per quando è prevista la fioritura?-
-Entro lunedì al massimo, mi sembra di aver letto sul giornale...-
-Oh, tra qualche giorno.-
-Già.-
-Dovremmo andare al parco la mattina presto se vogliamo trovare posto...-
-Sì, suppongo di sì. Non ci sono molti parchi con i ciliegi qui a Neo-Tokyo 3.-
-Non è stata progettata molto bene...-
-Non è stata progettata per queste cose.-
-Sì... Immagino.-
Gendo ritornò a bere il tè.

Rei riprese la conversazione.
-Dovrò preparare dei panini. Hai delle preferenze?-
-Bah, non disturbarti. Puoi comprarne di già pronti.-
-No... Ci tengo a prepararli personalmente.-
Gendo la guardò.
Rei ingoiò un cucchiaino di gelato, sbrigandosi a inghiottirlo per poter parlare.
-...Allora? Preferenze?-
Gendo pensò che in quel momento sarebbe stato splendido baciarla.
Avrebbe unito alla morbidezza delle sue labbra il fresco e il dolce del gelato.
Ritornò sul suo libro.
-Mi và bene qualunque cosa piaccia anche a te. Abbiamo gli stessi gusti.-
Rei sorrise.
Pensò che avrebbe dovuto procurarsi degli o-nigiri ripieni di prugne in salamoia, ma anche dei takoyaki...

*******

-Mh... nonostante tutto non c'è molta gente.-
-La gente è sempre troppa.-
Rei allargò la tovaglia bianca sotto l'ombra di un albero.
-...Mangiamo per terra?-
-Di solito si usa così.-
-Per favore, andiamo dove ci sono quei tavoli...-
-Ma lì è pieno di persone, Ikari... Io credevo non ti piacesse il chiasso...-
-Io non mi ci metto per terra.-
Rei lo fissò a lungo.
Poi tolse la tovaglia da terra e imbronciata si diresse verso i massicci tavoli in legno allestiti dalle autorità per l'occasione.
Ovviamente erano tutti pieni.
Rei fece per tornare sui suoi passi, ma il posto sotto il ciliegio le era stato rubato da una famigliola felice.
-Ecco, spero tu sia soddisfatto.-
Gendo prese cestino e tovaglia dalle braccia della ragazza e per punizione iniziò a cercare un nuovo posto.
Lo trovò, isolato e silenzioso.
-Ma qui non ci sono ciliegi, Ikari.-
Gendo glieli indicò a una decina di metri.
-Non è questo lo spirito giusto.-
-Non credo ci sia nulla di meglio.-
-Ecco lì, invece! Presto, prima che qualcuno ci rubi anche quel posto!-
-Ma è in pieno sole!-
-Adesso, ma nel pomeriggio i ciliegi ci faranno ombra.-
-...Pomeriggio?!-
Rei tagliò il discorso prendendo posto tra l'erba con la tovaglia.
Si sedette e iniziò ad aprire il cestino.
Gendo la fissava in piedi.
-Beh? Ikari?-
-...Devo sedermi per terra?-
-Quanto la fai lunga...-
La ragazza iniziò a disporre le bevande, i bicchieri di carta e i piccoli contenitori con gli stuzzichini.
I sandwich erano avvolti in un panno umido, per mantenerli freschi e morbidi.
I due iniziarono a mangiare in silenzio osservando la fioritura.
-I fiori di ciliegio... Visti così, tutti insieme sono davvero imponenti...-
-E invece tra qualche giorno sarà tutto finito.-
-Non riesco a immaginarli spogli, questi stessi alberi. Nonostante i fiori di ciliegio durino solo una settimana e per il resto dell'anno questi alberi rimangano così, io non riesco proprio a immaginarmeli...-
-...E' perchè hai gli occhi pieni di felicità, in questo momento.-
-Sarà dato dalla tua presenza, Ikari.-
-Sarà dato dalla comprensione della felicità, afferrata nella vista della vita effimera dei fiori di ciliegio.-
-La felicità è bella perchè breve..?-
-Sì. Perchè condensata in un attimo immortale fine a sè stesso.-
-Fine a sè stesso...-
-Senza logica nè previsione.-
-...Quindi non si può essere felici per sempre?-
-Non lo credo.-
-E chi volesse esserlo?-
-E' un perverso.-
-Perchè?-
-Reiterare la felicità vuol dire svilirla.-
-Lei c'ha provato.-
-E ci sono riuscito.- Gendo posò gli occhi su Rei -L'ho svilita.-

Rei pianse una lacrima.
Lunga, pura e limpida.
Ma piena di tutto il male di vivere di una vita.

-Io non la penso come lei.-
-Tu sei giovane. Non devi pensarla come me.-
-Io credo si possa essere felici tutta la vita.-
-...Tutta la vita?-
-Quel che ne rimane.-

Gendo tacque.
Tornarono a guardare i fiori di ciliegio, ormai insopportabili per tutto quel loro bianco sporcato di rosa.

-Rei?-
-Sì?-
-Ti và di passare a casa mia, dopo?-
-Perchè?-
-Per parlare.-
Rei annuì.

*******

-Vuoi qualcosa?-
-No, sono decisamente sazia. Allora di cosa volevi parlarmi?-

Già, di cosa?
Sinceramente non sapeva neanche perchè l'aveva invitata a casa sua.
Forse la prima cosa che gli era saltata in testa, nella speranza di liberarsi gli occhi da quel chiarore insopportabile.

...E ne trovò un altro, di chiarore insopportabile.
Quello della sua pelle.
Quello dei suoi occhi che si guardavano intorno con discrezione ma curiosità.

-Non ero mai venuta a casa tua, Ikari.-
-Già. E' la prima volta.-
-E' tutto molto ordinato e pulito. Un arredamento essenziale, eh?-
-Sono mobili di importazione occidentale.-
-Davvero? Hanno caratteristiche così giapponesi...-
-A quanto pare in Europa va di moda lo zen...-
Rei sorrise.
Gendo no.

-...Allora?-
-Allora niente.-
Rei lo guardo stupita.
-In..In che senso, scusami?-
-Nel senso che non avevo un vero motivo per portarti qui. E' stata la prima cosa che mi è venuta in mente, che dovevo parlarti.-
-Quindi non devi parlarmi di nulla?-
-No.-
-Beh, allora io me ne andrei.-
-Oh... Va bene. Scusami.-
-Gendo..?-
-...-
-Sei sicuro che non vuoi parlarmi di niente?-
-Sì, sono sicuro...-
-Ti vedo a disagio. Forse i ciliegi ti hanno fatto venire in mente qualcosa da dirmi?-
-I ciliegi? figurati...-
-Ti hanno ricordato che le vita è breve, e probabilmente è triste andarsene senza permettere ai propri fiori di sbocciare.-
-Fiori? Che fiori potrei mai avere, io?-
-Desideri.-
Gendo soffocò una risata -Ma dai, Rei...-
-Necessità e bisogni...-
-Rei...-
-Tu sei come ogni essere umano, Ikari.-
-Smettila.-
L'uomo si trovò di fronte alla ragazza.
La guardò sfidandola.
-Sai perfettamente che io non sono come tutti gli altri.-
-Certo che lo sei. Ed è stupido non perdonare te stesso quando gli altri lo hanno già fatto.-
-Il loro perdono si basa sull'avermi dimenticato.-
-Sei tu ad esserti allontanato da tutti...-
-E tu? Tu allora? Perchè sei ancora qui? Perchè sei ancora sola?-
-Perchè io sono come te.-
-Che vuol dire?-
-Neanche io riesco a perdonarmi per alcuni modi in cui mi sono comportata.-
-Tu non hai nulla da rimproverarti. Ti sei comportata in quei modi solo perchè io ti avevo insegnato così.-
-Pensi davvero che io facessi ciò che ho fatto solo per obbedire ai tuoi ordini?-
-A volte non obbedivi.-
-Certo. E sai perchè?-
-No.-
-Perchè da te volevo attenzione. Volevo parole. Credevo che obbedendoti mi avresti sempre considerato indispensabile, ma non era così. L'unico modo per farmi sentire indispensabile era allontanarmi da te.-
-E questo mi ha portato ad odiarti.-
-E ti ha portato a farmi del male.-
-...Vuoi dire che tu mi amavi?-
-E non ho mai smesso di farlo.-
-Perchè?-
-Perchè prima o poi arriverà anche per me la primavera, Ikari. E anche io potrò fiorire. Una sola volta. Ma solo per i tuoi occhi.-
-...Perchè..?-
-Perchè questa è la natura delle cose.-

Gendo tacque.
Rei socchiuse gli occhi e gli diede un leggero bacio sulle labbra.
   
 
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