«Legolas?»

«Si, papà?»

«Vieni qui, piccolino, vieni da me.»

«Eccomi papà!»

Il piccolo elfo barcollò per raggiungere il padre sul trono: era ancora troppo alto per lui, così Re Thranduil lo prese sotto le braccia e lo sollevò da terra, ponendolo sulle sue ginocchia.

«Il nostro Regno è tutto intorno, comprende Bosco Atro, sai quanto è grande?»
«È tanto grande, papà?»

«Si, Legolas, e un giorno sarà tuo. Dovrai essere un Re saggio, autoritario...»

«Che vuol dire "autoritario"?»

«...un Re forte, convincente, devi farti rispettare, capito?» continuò Thranduil.

«Si, papà!»

«Adesso, una cosa importante: mai, mai fare amicizia con i nani. Mi hai capito bene?»

«Ma papà, perché? Sono solo un po’ più bassi...»

«Niente ma, devi fare attenzione.»

«Va bene, papà, niente amicizia con i nani. Sarò un bravo Re, papà, te lo prometto!»

 Il Re guardò suo figlio con un leggero sorriso in viso: aveva ripreso i suoi tratti delicatamente marcati, una cascata d'oro pallido per capelli; occhi azzurri, così grandi e luminosi, sembravano due stelle in un firmamento color mare.
Suo figlio, il suo unico figlio...

«Ne sono sicuro.»

Legolas scese dal trono, zampettando lungo il corridoio tenuamente illuminato; poi si fermò a metà, girandosi nuovamente verso il padre:

«Papà?»

«Dimmi pure.»

«Ti voglio bene.»

Il cuore di Re Thranduil ebbe un sussulto, invaso dall'improvviso calore.

«Anch'io, piccolo principe.»

Con sorriso smagliante, Legolas continuò la sua corsa verso l'arco di pietra.



 

Qualche tempo dopo...

«Chi pensava di morire combattendo fianco a fianco a un elfo...»

La mente di Legolas fu attraversata da un ricordo improvviso:  "..mai fare amicizia con i nani."
Si girò verso Gimli, con un sorriso:

«E invece fianco a fianco ad un amico?»

«Si... questo potrei farlo.»