1.

Mi alzai dal letto mentre la Luna era sempre alta nel limpido cielo notturno. Amavo gironzolare per casa pensando di avere tutto quel tempo che la gente spende dormendo da dedicare a me stesso. Coloro a cui avevo tentato di spiegarlo mi avevano dato del pazzo o dell'idiota, ma a me non era mai importato; d'altronde se ascoltassi tutto ciò che la gente mi dice di fare, sarei solo un altra goccia nel piatto oceano della globalizzazione. Uscii sul piccolo balcone di camera mia, e mi accesi una sigaretta. I candidi raggi lunari davano al fumo denso un aspetto magico, amplificato dal silenzio surreale di una città ancora addormentata. D'un tratto un fulmineo lampo di luce catturò la mia attenzione: proveniva dalla finestra della soffitta, che si trovava giusto a un paio di metri dalla mia testa. Pensai di essermelo immaginato (dopotutto ero molto stanco), ma decisi di andare comunque a dare un'occhiata. Sgattaiolai in punta di piedi fino alla camera dei miei genitori, per vedere se uno di loro si fosse svegliato, ma purtroppo per me entrambi erano beatamente immersi nel mondo dei sogni. Tornai di soppiatto in camera mia, per prendere la mazza da baseball che mio padre mi aveva portato quando era andato negli Stati Uniti per concludere un affare, dopodiché mi diressi verso le scale di legno che portavano alla soffitta. Mentre mi accingevo a salire, sentivo il pavimento scricchiolare sotto le mie gambe tremolanti, cosa che accresceva a dismisura il terrore di essere scoperto da un potenziale aggressore. Dopo qualche secondo che mi parve un'eternità, raggiunsi finalmente la porta che mi separava da quel posto che tanto mi faceva paura quando ero piccolo. Mi feci forza, allungai la mano verso la maniglia e le mie dita si strinsero ad essa con decisione. Presi un respiro ed irruppi nella stanza così goffamente da incespicare sul mio stesso piede. Quando alzai lo sguardo la mazza mi cadde di mano. Pensai che fosse solo un brutto scherzo della mia fervida immaginazione, perché quello che avevo davanti agli occhi non poteva essere reale, ma ben presto avrei scoperto che tutto ciò che credevo non potesse esistere sarebbe stato parte integrante della mia vita.

Angolo dell'autore

Salve a tutti, mi presento: sono Andrea, ho 17 anni e vivo in Toscana. Sto lavorando a questa storia perché scrivere mi ha sempre fatto provare emozioni indescrivibili, e spero che anche voi lettori possiate appassionarvi a questo racconto almeno la metà di quanto me ne sia appassionato io. Detto questo vi chiedo di esprimere il vostro parere su questo primo capitolo con una recensione: fa sempre molto piacere vedere che il proprio lavoro è seguito, e sprona noi autori a metterci ancora più impegno. Grazie dell'attenzione, ci vediamo alla fine del prossimo capitolo!
-Andrea