Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: Kolja    10/05/2014    0 recensioni
"Tutti hanno delle doti speciali. I supereroi hanno il teletrasporto, l’invisibilità, sanno volare e incenerire letteralmente con lo sguardo. Le persone normali ne hanno di differenti, ma ce le hanno. Io, per esempio, avevo la straordinaria capacità di trovare l’anima gemella; il fatto che la trovassi agli altri era solo una piccola clausola. Era pur sempre una Signora Dote, e ne potevo essere orgoglioso, insieme alle puzzette con le ascelle, al burraco e alla mia memoria da elefante. "
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Niente boccoli d'oro per il cupido

Tutti hanno delle doti speciali. I supereroi hanno il teletrasporto, l’invisibilità, sanno volare e incenerire letteralmente con lo sguardo. Le persone normali ne hanno di differenti, ma ce le hanno. Io, per esempio, avevo la straordinaria capacità di trovare l’anima gemella; il fatto che la trovassi agli altri era solo una piccola clausola. Era pur sempre una Signora Dote, e ne potevo essere orgoglioso, insieme alle puzzette con le ascelle, al burraco e alla mia memoria da elefante.
Avevo la mia rispettabile reputazione, come cupido. Tutti, più o meno, per un motivo o per un altro, mi conoscevano.  I miei “clienti” si dividevano in:  a) persone che ti fornivano nome e cognome, classe, indirizzo, numero telefonico e di scarpe del/la ragazzo/a che piaceva loro, e il mio compito era semplicemente fare da intermediario tra i due soggetti; b) stanchi di condurre la vita da single, ti incaricavano di cercare la loro anima gemella (qui i soggetti fornivano hobby, ciò che piace, ciò che non piace, come riempire il modulo di iscrizione ad un sito per incontri, il che non era molto lontano dalla realtà). Tiravo un sospiro di sollievo quando mi capitava la prima opzione, ma il mio spirito si accendeva al richiamo di sfida della seconda.
Osservavo le persone attentamente, e capivo più o meno il tipo di persona che erano e il prototipo di persona che cercavano. Poi era tutta fortuna, o andava bene (alleluia!), o andava male (amen!).  Il più delle volte sceglievo a caso una persona qualsiasi e, stranamente, andava bene. Ero arrivato a pensare che fossi davvero portato per quel lavoro, tanto che il mio subconscio mi indirizzava autonomamente al fidanzato perfetto. La verità, e la capì molto dopo, era che i miei clienti erano talmente speranzosi, o disperati, da buttarsi nel primo tentativo che davo loro, ci provavano davvero e cercavano di far funzionare la cosa. Comunque sia, le conseguenze non erano un mio problema. Nessuno si era mai lamentato, e nessuno voleva indietro i soldi, dipendendo dal fatto che il mio non era un servizio a pagamento.
Tornando a me, mi autoconvincevo che nessuna persona fosse del mio livello e quindi giusta per me. Un paio di pretendenti le avevo anche io, ma non mi interessavano, cosciente del fatto che ero più un Meetic umano che la loro cotta adolescenziale. Avevo 16 anni, ero alto nella media e così nella media era il corpo, poco allenato ma comunque non lasciato al suo destino da ciccione. I miei capelli, poco fantasiosi nel colore castano ma completamente originali riguardo al taglio (un misto tra la ciotola alla Beatles e la cresta alla Ronaldo). Avevo anche approfittato della rottura dei miei vecchi occhiali per comprarne un paio nuovo, nero, rettangolare che, a detta di familiari e conoscenti, mi davano la giusta aria da nerd-affascinante. Niente boccoli biondi e occhi azzurri da putto, per intenderci (il pannolone e l’arco non prendeteli nemmeno in considerazione).
Il mio socio in affari, si fa per dire, era Alberto, un conoscente tendente all’amico che fungeva da agenzia pubblicitaria alla mia Impresa. Avrei potuto girare con un cartello appeso al collo con su scritto “Sono il cupido che fa per te (non chiedo soldi)” e non avrei riscosso la metà delle attenzioni che seguivano ad una semplice frase di Alberto.
Era da lui che mi stavo dirigendo, quel mercoledì mattina, all’entrata a scuola. Era circondato da alcune persone con cui chiacchierava amabilmente. Mi avvicinai quatto quatto, ricambiando qualche cenno di mano dai conoscenti e salutando il mio Socio con una pacca sulla spalla e sporgendomi quanto bastava per scrutare il piccolo cerchietto di amabili conversatori di cui era circondato. C’era un ragazzo, già visto da qualche parte, una ragazzina che avevo già intravisto nei corridoi e una ragazza che i miei occhi non avevano mai avuto il piacere di guardare. In realtà il mio sguardo non ci si soffermò  più di tanto.
“Questo è Ivan, il famoso cupido del Liceo Montale di cui avrete già sentito parlare. Loro sono, rispettivamente, Lorenzo, Nina e Beatrice”, sorrise.
“Certamente, ciao Ivan!” ricambiò il ragazzo e, osservandolo meglio, capii essere uno dei miei clienti.
“Il famoso cupido, ma certo!” mi stinse la mano la ragazzina. L’altra si limitò ad un cenno con la testa e compresi in quel momento che si trovava lì più per gentilezza che per desiderio. La prova era la cuffietta destra che pendeva dal suo orecchio e lo sguardo che ruotava su tutto ciò che aveva intorno.
La campanella suonò in quel momento e ci separammo per dirigerci alle nostre classi. Venni fermato da un ragazzino che mi strattonò il braccio.
“Posso esserti utile?” domandai.
“Ivan?” sussurrò, quasi fosse un segreto di Stato.
“Ho già capito, chi ti interessa?” sorrisi debolmente.
“All’intervallo fatti trovare qua, ora ho un’interrogazione. Ciao.” e se ne andò, veloce così come era arrivato. Alzato lo sguardo dalla testa bionda del ragazzino che se ne andava, incrociai quello di quella ragazza di prima, Beatrice  forse che osservava scettica la scena.
“Ci divertiamo a imbambolarci, caro Vespucci!” la professoressa di francese mi spinse leggermente e risposi con il tipico saluto militare.
 
All’intervallo mi ritrovai con il ragazzino, che avevo appena saputo chiamarsi Luca, e mi misi d’accordo con lui riguardo una certa Miriam. Era tutto tranquillo ma sentivo delle occhiate addosso…
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Kolja