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Autore: NightAlchemist93    26/07/2008    4 recensioni
Ciao a tutti eccomi ritornata a voi!!! dopo le vacanze ci voleva un ritorno! questa ff è il seguito de "Fiore della Notte"... che dedico a chi ha amato precedentemente!!!! mi recensite? avrei molto piacere... con tanto affetto *Night*
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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“Le Chemin”                                            di NightAlchemist93

 

Pensierino

Ecco qui la mia nuova FF…o meglio song-fiction. Siccome ho avuto un bel po’ di richieste di scrivere un finale per “fiore della notte” ho pensato di accontentare coloro che a gran voce reclamano questo finale. Per scriverlo ho aspettato di riprendermi dalle mie botte sentimentali (e dello snowboard!), dedicandomi di più a qualcos’altro, come amici, scuola (strano ma vero!), nuove conoscenze (che mi stanno portando alla crisi di nervi…) ma ora voglio ricominciare, raccontare… e allora via a esaudire il sogno di chi ha seguito Fiore della Notte!! Come colonna sonora ho scelto “le chemin” dei Kyo, un brano francese di questo gruppo pop. Le chemin, significa il cammino. E qui voglio parlare del cammino che hanno intrapreso Roy e Riza dopo la loro promessa. Raccontare le loro speranze, i loro sogni, le loro vicissitudini, dopo quattro anni da quella magica sera. E in un momento cruciale della loro vita… ma sorpresa riguardo questo.

Beh, allora auguro a tutti una buona lettura.

Con affetto NightAlchemist93, unica e inimitabile…

 

“Le Chemin”

 

Regarde toi assise dans l’ombre        guardati dietro la tua ombra

A’ la lueur de nos mensonges            alla luce delle nostre menzogne

Les mains glacées jusqu’à l’ongle     le mani ghiacciate fino all’unghia

 

Regarde toi à l’autre pôle                  guardati dall’altra parte

Fermer les yeux sur ce qui nous ronge   fermando gli occhi su ciò che ci fa male

On a change à la longue                         si è cambiati a lungo

 

Riza rimase senza respiro, mentre scostava dal viso una ciocca di capelli.

“non pensi di avere aver esagerato a legare quei lacci, Maria?” riuscì a chiedere a Ross. “non essere sciocca Riza, questo abito l’hai provato decine di volte durante le prove e ora mi vieni a chiedere questo?” rise il sottotenente. “sarà come dici… ma io non riesco a respirare…” mormorò Riza, prendendo fiato. “tranquilla, riuscirai a pronunciare le tue agognate promesse di matrimonio…” la prese in giro l’amica.

“Se svengo sarà solo colpa tua, Ross!” la incolpò sorridendo l’altra, incrociando nel riflesso dello specchio il suo sguardo teso.

“se sverrai non sarà colpa mia, ma della tensione… e poi ci sarà sempre il nostro affascinantissimo Comandante Supremo a salvare la sua dolce metà… Riza, stai tranquilla…” la tranquillizzò con quelle parole Maria. Riza rimase in silenzio, guardando l’amica negli occhi. Era preoccupata, eccitata, felice e spaventata allo stesso tempo. Erano mesi che la sua vita era una trottola di colori, preparativi, visite e mille altri impegni, e lo era stato ancora di più nelle ultime settimane. Non era abituata a tutto questo, si sentiva come un pesce fuor d’acqua in quello strano mondo. Fatto di anelli, veli e abiti da sposa.

Aveva passato notti insonni a pensare, aspettando che finalmente il meraviglioso giorno nel quale avrebbe coronato il suo sogno arrivasse. E infine era giunto. Ed ora aveva paura delle ore che mancavano al momento cruciale.

Nel quale finalmente avrebbe detto “Sì, lo voglio…” accettando ciò che quella promessa d’amore comportava. E sigillando quel patto d’amore eterno con l’uomo che aveva sempre amato e seguito lungo il suo cammino. Avrebbe finalmente detto di sì a Roy Mustang, il suo compagno. L’uomo a cui aveva dedicato la vita, al quale aveva destinato ogni pensiero, speranza, sogno ogni giorno.

Roy che era incanto e maledizione del suo cuore, luce e notte del suo giorno, amore e terrore, vita e morte.

Erano rimasti sempre accanto, lei lo aveva sempre accompagnato lungo il suo tortuoso e difficoltoso cammino, passo passo senza mai lasciarlo solo un attimo. Un cammino che si era intrecciato con quello di Riza, diventando anche il suo. Proteggerlo, aiutarlo a realizzare i suoi sogni era ciò a cui Riza si era sempre dedicata assiduamente, tentando l’impossibile qualche volta.

“posso entrare?” nella stanza si fece largo il viso di Maes, sorridente.

“certo! Hughes!” sorrise Riza, incrociando lo sguardo di smeraldo del generale di brigata.

Lui entrò e chiuse la porta dietro di sé.

“Eccola qua la nostra bellissima piccola Riza! Come ti senti? Pronta per il grande passo?” le domandò con sguardo entusiasta. Riza si rispecchiò nelle iridi smeraldo di Hughes e poi annuì.

“immagino quanto tu sia tesa…ma non lo dai per niente a vedere piccola…” si complimentò sedendosi accanto.

“insomma…” mormorò lei stringendosi nelle spalle.

“beh, sicuramente sopporti la tensione meglio del nostro Comandante Supremo Mustang… poverino è sul punto di andare giù di testa il ragazzo… Edward ha dovuto strappargli di mano i guanti ad accensione… prima che succedesse il finimondo! Mamma mia, e quello sarebbe il grande Flame Alchemist, l’eroe di Ishibar?” scherzò tentando di alleggerire la tensione.

Riza rise ascoltando la storia. “Mi sembra ieri quando vi siete fidanzati… invece sono passati due lunghi anni… come passa il tempo… e a dirti la verità non vedevo l’ora che arrivasse questo giorno!- abbassò la voce e le confidò- cominciavo a temere che il mio vecchio amico Roy sarebbe rimasto scapolo a vita!”.

“esagerato…” sdrammatizzò Riza. D’un tratto nella stanza entrarono le parrucchiere che cominciarono a lavorare alla sua acconciatura.

 

On a parcouru le chemin     abbiamo percorso il cammino

On a tenu la distance          abbiamo tenuto le distanze

Et je te hais de tout mon corps    e ti odio con tutto il mio corpo

Mais je t’adore!                            Ma ti adoro!                

 

On a parcouru le chemin               abbiamo percorso il cammino

On a souffert en silence               abbiamo sofferto in silenzio

Et je te hais de tout mon corps    e ti odio con tutto il mio corpo

Mais je t’adore!                            Ma ti adoro!    

 

Riza entrò nell’ufficio in silenzio, reggendo la pila di scartoffie in silenzio. “Generale… queste sono le carte che dovrebbe firmare… GENERALE MUSTANG!!!? Ma che fa? Dorme?...”  lo richiamò tentando di risvegliarlo dal suo stato di catalessi.

“Ah? Cosa? Che cosa c’è colonnello Hawkeye?” biascicò lui, cadendo dalla nuvola dei suoi pensieri. “generale è mai possibile che lei sia sempre tra le nuvole…?” gli domandò seria scuotendo il capo. (Riza è diventata colonnello!!! Che bello!! N.d A che fa i salti di gioia!! ^_^ )

“certo… cioè NO! È che…” borbottò lui confuso. “che…?”  lo invitò a parlare la donna.

“è che stavo pensando a lei, signorina Hawkeye!” esclamò sospirando Roy. “a me…? Generale si risparmi la fatica… non si preoccupi per me…” gli consigliò lei, posando i fogli e andando ad ordinare delle cartelle.

Roy si alzò in piedi e cominciò a vagare nella stanza. Erano soli, se si escludeva Black Hayate che dormiva nella sua cuccia tranquillo e beato.

“Sai Riza, stavo ripensando a quella sera di gennaio di due anni fa… te la ricordi?” iniziò lui. “ovviamente generale…” rispose lei, composta continuando il tuo lavoro. “Roy, Riza ora non ti sto parlando come il generale Mustang alla sua sottoposta ma solo da Roy…” la corresse. “va bene…Roy…” concesse il colonnello.

“ripensavo alla promessa che ti ho fatto, a dir la verità è qualche giorno che ci penso… e volevo parlartene… sai…” spiegò.

Riza si bloccò di colpo, presa alla sprovvista, “di cosa vuoi parlare riguardo… la promessa…?” chiese preoccupata.

Roy si appoggiò alla finestra e prese un respiro “è passato del tempo, ed io ho riflettuto molto… in questi due anni ho avuto il tempo di ragionarci su, di chiarirmi le idee… di affrontare anche le mie paure…” la mise al corrente.

Riza non riusciva a muovere un solo muscolo. Ferma, immobile e tentando di rimanere impassibile, ma sentiva la tensione crescerle nel cuore. “...che cosa devi dirmi Roy?” gli chiese con voce incerta.

“…sei ancora disposta ad accettare il mio amore?” le domandò lui avvicinandosi e stringendola tra le sue braccia.

“Roy… io non ho mai smesso di amarti… capisci… ti sono sempre rimasta accanto come promesso…”  mormorò la donna.

Roy la fece voltare e la guardò nei suoi languidi occhi color del sole al tramonto. Riza si sentì trapassare perdendosi nell’oscura ombra degli occhi di Mustang, che brillavano come le stelle del cielo.

“Riza io TI AMO!!!!!!!!!!!!!!!!!!” esclamò dopo un lungo silenzio il generale. “non riesco a stare più un solo giorno senza di te… voglio rimanerti accanto, sempre… !” le disse lui fermamente.  Riza rimase senza fiato dalla dichiarazione, non riuscì a dire nulla e con impeto lo afferrò per il colletto della camicia e lo baciò sulle labbra.

 

(Che scena meravigliooooooosa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Finalmente!!!!!!!!!!! N.d A *_* che sembra una molla a continuare a saltare per l’emozione!) (autrice… potrebbe gentilmente levarsi di torno… sa , non so se a lei piacerebbe che in una scena così intima con il suo ragazzo venisse interrotta!! Per piacere perché è il mio momento di gloria!!!!!!! N.d Riza piuttosto alterata) (ma, ma… io sono single!!! Hiiiiiiii!!! L sigh!… Riza dovresti ringraziarmi… insomma io ho creato per te questo momento di gloria e tu mi ripaghi così… sei cattiva… N.d A in lacrime) (ragazze per favore… la smettete con questa bega? Io vorrei andare avanti con la storia… Autrice non si disperi ci sono un milione di ragazzi che hanno motivo di farle il filo… se vuole posso sempre combinarle un appuntamento con Havoc!!! N.d Roy gentile e galante!) (grazie Rooooy ti adoro!! Ora mi tolgo dalle storie comunque… tranquilli!! N.d A che è di nuovo di buon umore).

 

Riza sorrise a quei dolci ricordi, che avevano segnato tutta la sua storia.

Da quel momento lei e Roy erano stati inseparabili e innamoratissimi. Negli ultimi due anni la loro vita si era dipinta con i meravigliosi colori della primavera e ben presto non solo il loro amore aveva portato gioia, ma anche mille novità sul loro piano lavorativo.

Roy e la sua squadra in pochi mesi avevano raggiunto il massimo successo con importanti missioni di vitali importanza per l’esercito e tutto questo aveva aiutato Roy a salire la scala tra i generali e arrivare ad ottenere il titolo che tanto aveva agognato: Comandante Supremo.

Riza ricordò amabilmente quando aveva assistito in prima fila al suo trionfo, vedendo coronare i sogni dell’uomo che amava. E nello stesso momento vedeva avverarsi il suo: aveva accompagnato costantemente Roy verso la vetta, senza mai abbandonarlo un solo istante.

“Tutti abbiamo accompagnato Mustang durante il suo cammino, ma tu più di tutti Riza sei quella che gli è rimasta accanto… non è da tutti dimostrare una tale dedizione, un tale desiderio verso ciò che lui voleva…hai sofferto molti anni in silenzioso e represso amore…” le disse Hughes con dolcezza, accarezzandole la guancia. “…anche tu sei stato molto importante perché Roy vedesse coronare il suo sogno!” gli ricordò lei. “Non so quante donne avrebbero saputo sopportare in tutti questi anni le sue lune” le rammentò il generale.

“…papà, papà…” in quel momento nella stanza irruppe una bellissima bambina dai grandi occhioni verdi che indossava un bellissimo vestitino bianco, tra i capelli una coroncina di fiori. (che amore la piccola Elisha!!! Mamma mia… ho capito perché Maes l’adora così!!! Voglio anche io una sorellina così…! Ueee!!! N.d A che per la prima volta desidera una sorella)

“Elisha, angioletto di papà… vieni qui e fatti vedere!” esclamò Maes appena la vide, mentre i suoi occhi di smeraldo si riempivano d’amore per la figlia. “hai vitto come sono bella?” chiese lei, sedendosi sulle gambe del padre. Poi lo sguardo di Riza incrociò quello di Elisha, e sulle labbra della bimba si dipinse un dolcissimo sorriso “zia Riza… hai vitto?” chiese. “bellissima…piccolina, sei un bellissimo fiore…! Sarai proprio una meravigliosa damigellina!” si complimentò la donna. “faccio la damigella!!” si vantò Elisha orgogliosa. “e il tuo papino sarà fiero di te, amore di papà…” annuì il generale stampandole un bacione sul naso, mentre lei rideva. Una dolcissima risata cristallina, come l’acqua di una fonte di montagna. E fu in quel momento che Riza desiderò che anche nella sua vita arrivasse una bellissima bambina. Sarebbe stato meraviglioso vedere il suo adorato Roy alle prese con una meravigliosa pargoletta. Due angeli del paradiso.

“…ora dici così… ma sarà quando dovrai tenere alla larga i ragazzi da lei… che fatica allora!!” gli ricordò del futuro adolescenziale della piccolina. “ma io voio solo il mio papino… io mi poso solo con lui…sì!” affermò in risposta Elisha con convinzione. Riza e Maes risero della sua dolce ingenuità.

Riza guardò con un sorriso i petali di melo che cadevano come neve in quel meraviglioso dì di Maggio, nella quale la luce brillava calda. L’anello di fidanzamento che Riza portava al dito risplendette sotto i raggi e Riza non riuscì a non pensare al giorno in cui…

 

 “comandante supremo” Riza entrò con fare affannato nell’ufficio regalmente arredato.

“Riza, tranquilla, che bisogno c’è di correre?” le chiese lui alzandosi dalla scrivania e andandole incontro. Riza si fermò a prendere fiato, aveva fatto le scale di fretta e non era abituata a percorrerle con i tacchi.

“ho trovato questo sulla mia scrivania e mi sono precipitata…” spiegò mostrando un biglietto con la famigliare ed elegante calligrafia di Roy. Lui sospirò “avevo detto appena avresti avuto un attimo libero di passare, amore…” la rimproverò il Comandante, baciandole la fronte. “…se ti riguarda  ogni cosa è della massima urgenza per me!” sorrise timidamente lei.

Roy scoppiò a ridere, dicendo “ne sono onorato!”.

Riza si accomodò su una delle poltrone nel salottino privato accanto all’ufficio del Comandante Supremo. “prendi questo…” le consigliò Roy passandole un bicchiere di whisky. “lo sai che non bevo Roy…” gli ricordò titubante il colonnello Hawkeye. “non importa credimi… dopo che avremo parlato penso ne avrai bisogno…” insistette lui. Riza di malavoglia accettò il bicchiere. “che cosa mi devi dire di così importante?” chiese dopo.

Roy si sedette e le prese la mano “ allora Riza… insomma…io e te stiamo insieme da circa due anni… viviamo insieme… e condividiamo tutto…però io ho paura… insomma che un giorno tu possa volartene via, lasciandomi solo…”.

“mi stai tentando di convincere a fare un’assicurazione sulla vita in caso di incidente?!” chiese sospettosa Riza. “NO!! Aspetta, nel senso… io non voglio perderti, capisci! Ti amo più della mia stessa vita… e senza di te questa non avrebbe più senso…” le spiegò l’uomo, quando lei lo interruppe di nuovo “Roy che hai combinato questa volta?!”. “nulla tranquilla, ma ho preso una decisione… ecco tutto! Penso che sia ora che diamo una svolta decisiva alla nostra storia…” e mentre le diceva così prese dalla tasca un cofanetto e mentre le metteva un anello al dito le chiese: “Riza, vuoi sposarmi?”. Riza rimase senza fiato, persa negli occhi di Roy.

“non ci posso credere…” mormorò, estasiata. “non devi rispondere subito…” la rassicurò lui. “possiamo fare il replay? Penso di non aver capito bene…” domandò Riza al settimo cielo. Roy la guardò scosso dalla domanda “…T-ti ho chiesto di sposarmi…” ripetè sgomentato. Riza lo guardò seria e Roy  temette di averla fatta arrabbiare, poi un grande sorriso si dipinse sulle labbra della donna che sfiorò le sue labbra con le sue e mormorò “sì, Roy Mustang, voglio sposarti” prima di regalargli  un delicato bacio sulle labbra.

 

“si può?”.

Riza venne catapultata di nuovo nella realtà e guardò Edward sorridere insieme a Havoc, Fury, Breda e Falman sulla soglia della porta. Maes fece segno di entrare.

“siamo venuti a fare gli auguri alla nostra superiore preferita!” spiegò Havoc, sorridendo a Riza, che arrossì, colpita da così tante attenzioni.

“allora Riza com’è che ti sembra l’idea di dover sposare Taisa, quell’egocentrico, frivolo, dannatamente bastardo…” fece per continuare Edward, quando gli altri gli tapparono la bocca, per evitare che dicesse qualcos’altro. “non lo so… mi sembra di vivere in un sogno…non mi sembra per nulla reale tutto questo, sapete?” confidò loro pensierosa.

“…dai… un giorno, tu e il nostro amatissimo comandante supremo ci ordinerete di fare da tate ai vostri piccoli cuccioli…” scoppiò a ridere Fury.

oggi a me domani a te, non penserete di rimanere scapoli a vita voi cinque… prima o poi troverete moglie anche voi!” gli ricordò con un sorriso compiaciuto sulle labbra la donna.

“sì, il prossimo a cui parteciperemo di matrimonio sarà a quello di Havoc… giusto, Jean?” annuì Breda, tirando una gomitatina all’amico.

“allora va a gonfie vele, ragazzo…” constatò ridendo Riza, “sì, ma non pensare che Roy gliela farà passare tanto liscia… ci tiene tanto alla sua nipotina…” le ricordò Maes.

(ecco… lettori, questa è una piccola anticipazione di un personaggio di una prossima FF, non anticipo nulla, però… ma penso che piacerà: è un altro personaggio poco sano di mente!!! N.d A).

“presto ti troverai imparentato con Mustang, Havoc…” annuì Falman. Havoc chiuse gli occhi e sospirò “peggio non me ne poteva capitare…”. La risata fu generale.

“vado, la mia dolce metà mi sta aspettando giù…Riza ci vediamo… i miei migliori auguri per un felice matrimonio…” le disse Jean, dandole un bacio sulla guancia prima di uscire.

Parlarono ancora per un po’ finché tutti i ragazzi non furono chiamati giù e dovettero andarsene, lasciando Riza nuovamente sola, con la tensione e la felicità nel cuore.

 

Riza guardava dal finestrino dell’auto la strada, con i suoi colori.

Al suo fianco Glacier, la moglie di Hughes rideva con Havoc che guidava. Riza strinse il bouquet, sapeva che tra pochi minuti sarebbe arrivata alla grande chiesa dove sarebbe stato celebrato il matrimonio.

Forse non sono ancora pronta per questo grande passo come pensavo… e se poi non sapessi essere una buona moglie? Si chiese in preda ad un attacco di panico.

“Riza ti senti bene?” le domandò Glacier preoccupata. “sì, non si preoccupi Glacier… sono solo un po’ agitata!” mormorò annuendo lei.

“io quando sono agitato mi fumo una bella sigaretta, ne vuoi una Hawkeye?” chiese con un sorriso Jean guardandola dallo specchietto e offrendole il pacchetto di sigarette. “non dire sciocchezze Havoc!” lo riprese stupita da quell’affermazione Glacier.

“sì come a dire che tu fumi solo quando sei agitato…” lo prese in giro Riza. Havoc scoppiò a ridere, “era solo per vedere se reagivi”.

 

“Roy, dacci un taglio e calmati…” lo riprese Maes sospirando e scambiandosi un occhiata provata con i sott’ufficiali di Mustang.

“ma io sono calmissimo…” borbottò lui, con cipiglio ansioso, camminando su e giù per la piazzola di fronte alla chiesa. “sì quant’è vero che io sono alto…” ribattè sarcastico Edward, per poi pentirsi di aversi dato del piccolo da solo. “certo fratellone che se te lo dici pure da solo…” sussurrò Alphonse  annuendo.

“quando arriveranno?” chiese Roy. “tra poco, cominci ad avviarsi all’altare, signore…” lo spinse ad andare Breda. Amstrong tutto d’un tratto si illuminò e spogliandosi cominciò a danzare cantando “ma quale meraviglioso sentimento è l’amore… Roy Mustang siete davvero in pensiero per la vostra colombella adorata…oh, mamma mia che emozione!...”. I presenti lo guardarono allibiti, mentre Olivier con sguardo assassino lo fulminò costringendolo a rivestirsi.

(ma secondo me è veramente da internare Armstrong se non perde il vizio di spogliarsi e di sbrilluccicare senza Sbrilluccicor, con il quale pulire diventa un allegro passatempo…? N.d A) (Autrice non pensi che il sentimento dell’amore sia davvero commovente… è così meraviglioso, come un’eterna primavera della vita… N.d Armstrong che ha agguantato la povera Autrice) (No, non lo penso affatto!!!!!!! Preferisco essere insensibile!!!! Lasciami una buona volta, razza di brutto depravato senza patente…Aiuto qualcuno mi aiutiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!! N.d A che è finita nella morsa mortale di Alex-Luis).

“secondo me a capito di che pasta siete fatto, mio caro Taisa, e intelligente com’è la signorina Hawkeye, sarà scappata con l’amante…” sibilò malevolo Edward.

“come ti permetti brutto tappo di dentifricio? La mia Riza mi ama più di qualsiasi altra cosa al mondo non scapperebbe mai con nessun altro…” sbottò arrabbiato il quasi-neo-sposino, che fu fermato in tempo da Breda, Falman e Maes prima che saltasse addosso ad Acciaio per pestarlo.

Alphonse guardò storto il fratello maggiore e lo rimproverò “nii-san non ti sembra di essere stato maleducato?”. Edward scoppiò a ridere scrollando le spalle.

Roy si calmò, “Acciaio ricordati che questa me la lego al dito…sarai una splendida tata per i miei pargoletti, non scordarlo…” lo minacciò serio, prima di fare retro-front verso la chiesa sempre più affollata.

Ma si bloccò e con un sorrisino calcolato disse loro in tono suadente “che dite sono o non sono lo sposo più figo di tutto l’universo?”. I militari scossero i capi, arresi. Roy Mustang era sempre Roy Mustang.

Non attese neppure la risposta che aveva già cominciato a marciare spedito all’interno della Chiesa.

 

Je vis dans une maison de verre     vivo in una casa di vetro

A’ moitie remplie de ton eau            per metà riempita della tua essenza

Sans s’arrêter le niveau monte       che si alza senza fermarsi

 

Je suis le fantôme qui s’égare        io sono il fantasma che si perde

Je suis étranger à ton cœur           sono estraneo al tuo cuore

Seulement regarde comme on est seul!    Solo guarda come siamo soli…

 

 

Riza scese dalla macchina, aiutata da Havoc e Glacier per non rovinare l’abito.

Prese un bel respiro e si avviò sulla scalinata, dove ad aspettarla c’era Maes che l’avrebbe condotta all’altare.

“ben arrivata Riza…” l’accolse con un sorriso di benvenuto Maes.

“ci sono già tutti gli invitati?” chiese Riza. “sì, ma tu sei pronta…?- indicò con voce divertita la porta- se varchi quella porta lo sai che il tuo destino è segnato…? Sei ancora in tempo a scappare…!” le suggerì.

“non metterle ansia più di quanta già non ne abbia, Maes…tranquilla Riza, andrà tutto bene…” la rasserenò Glacier, prima di salutarli e entrare nella chiesa.

“allora, che facciamo andiamo o ci facciamo una bella partita a carte?” le propose l’uomo, mentre Elisha arrivava saltellando pronta a fare la damigella.

“umh…sai sono due alternative interessanti… un salto nel vuoto o una partita a carte… non ho che l’imbarazzo della scelta!” annuì pensierosa Hawkaye.

“è un impegno per la vita…” le ricordò Hughes, sistemando gli occhiali. “sono pronta, è una vita che aspetto questo momento…” affermò decisa. Hughes la guardò con tenerezza “hai scelta una vita davvero dura… ma se sei pronta a lavare le camice e sopportare ogni giorno Roy, beh, hai un gran fegato…”.

“come dire che il matrimonio è una condanna…”.

“no… e tutto verrà coronato con la famiglia… la gioia maggiore verrà quando guarderai i tuoi figli negli occhi e in questi vedrai tuo marito…” disse saggiamente.

“umh, un filosofo tra noi mortali… Platone, Aristotele ma chi siete?”.

“nulla in confronto al grande Hughes- lui fece una breve pausa- cosa pensi: è il momento?” chiese complice.

Riza lo fissò “andiamo…?”. “quando vuoi tu, mia cara? Sono qui per esprimere ogni tuo desiderio…” si inchinò galante. Riza volse lo sguardo alla chiesa, soppesando l’idea. “sono i miei ultimi attimi di libertà…” sussurrò, per poi annuire e prendere a braccetto Maes, “andiamo…”.

 

L’organo cominciò a suonare e i presenti volsero lo sguardo all’ingresso.

Roy alzò lo sguardo teso e vide l’angelo più bello del paradiso, la creatura nata dalla spuma del mare, la più bella donna che avrebbe mai potuto camminare sulla terra.

La guardò estasiato, pareva una stella lucente. L’abito bianco elegante, aveva un corpetto decorato di perle, leggero e sulle spalle lo scialle di seta bianco. Camminava con passo leggero e delicato. I capelli erano raccolti e arricchiti di perle e velo.

Ma era il sorriso che aveva dipinto in volto ciò che più lo aveva lasciato senza fiato, timido e fragile eppure così deciso.

Quando arrivò all’altare i loro sguardi si incrociarono, mentre sul volto di entrambi si dipingeva un leggero rossore. Roy le tesa la mano e la invitò al suo fianco.

Maes sorrise ad entrambi “te la lascio… è tutta tua la signorina, trattala con cura…” sussurrò all’amico, mentre prendendo in braccio Elisha si sedette accanto alla moglie.

Roy la guardò dolcemente e voltandosi verso il prete le sussurrò “sei bellissima…”.

 

Venne il momento degli anelli.

Roy prese dal cuscinetto la fede e la infilò al dito di Riza.

“Vuoi tu Riza Hawkeye prendermi come tua legittimo sposo, di amarmi e consolarmi, nella salute e nella malattia? Il mio calice accanto a te non sarà mai vuoto. Vuoi tutto questo, fin che morte non ci separi?” chiese, guardando Riza.

“sì, lo voglio…”.

“vuoi tu Roy Mustang, prendermi come tua legittima sposa, di amarmi e consolarmi, nella salute e nella malattia? Il mio calice accanto a te non sarà mai vuoto. Vuoi tutto questo, fin che morte non ci separi?”, disse mentre infilava l’anello al dito dell’uomo che serio rispose “sì, lo voglio”.

“io vi dichiaro marito e moglie…” esordì il celebrante.

 

“VIVA GLI SPOSI!”.

Una pioggia di riso cadde sulle teste dei due sposini abbracciati.

“LUNGA VITA AGLI SPOSI”.

Riza rise felice, con il cuore che batteva tanto gioioso da volerle scoppiar nel petto.

Era il giorno più bello della loro vita. Da quel momento in poi i loro destini sarebbero stati indissolubilmente legati. Avevano  fatto una promessa solenne e entrambi l’avrebbero mantenuta.

Che le importava ormai, aveva avuto ciò che desiderava. Ora era sposata con quel pazzo, donnaiolo, frivolo, egocentrico, coraggioso, amorevole e fedele del Generale Roy Mustang.

“BACIO, BACIO, BACIO…”

“mi sembra un sogno…” disse a Roy. “no, è tutto vero… e anche se lo fosse, che importa? L’importante è viverlo insieme!” esclamò dolce lui, prima di baciare la sua dolce tenente.

“Ti amo!!!!!!!” urlarono all’unisono i due sposi.

Riza guardò le amiche e tutte le donne presenti e si voltò di schiena, prima di lanciare il bouquet.

“Gioia alla fortunata che lo prende…” augurò.

Il parapiglia fu generale… ma alla fine il bouquet capitò in mano a Olivier Armstrong che guardava accanto al fratello la scena e rimase stupita, e non poco imbarazzata, di trovarsi in mano il mazzo della sposa.

Roy annuì ridendo della scena e poi con un sorriso furbo sollevò Riza tra le sue braccia diretto alla macchina…

 

 

On a parcouru le chemin     abbiamo percorso il cammino

On a tenu la distance          abbiamo tenuto le distanze

Et je te hais de tout mon corps    e ti odio con tutto il mio corpo

Mais je t’adore!                            Ma ti adoro!                

 

On a parcouru le chemin               abbiamo percorso il cammino

On a souffert en silence               abbiamo sofferto in silenzio

Et je te hais de tout mon corps    e ti odio con tutto il mio corpo

Mais je t’adore…                            Ma ti adoro…    

 

 

 

 

FINE

 

 

Pensierino finale dell’autrice

 

Che bello!!! Finalmente sono riuscita a finire questa storia!!!!!!!! Ma lo sapete che avevo cominciato a scriverla tre mesi fa? Mamma mia…ce n’è voluta! Purtroppo me ne sono successe così tante, tra scuola, amiche, ragazzi e problemi di cuore che è stato impossibile combinare tutto!! Però sono contentissima perché è bella, mi piace troppo!!

E dire che tutto questo è nato dalla precedente FF de “Fiore della Notte” dove ho raccontato di me…

Beh, a differenza di Riza la mia questione è finita meno felicemente, senza poter coronare il mio sogno… ma ne è passata di acqua sotto i ponti. Spesso le cose e le persone cambiano in fretta, ma che ci possiamo fare? Il mondo è bello perché è vario e stravagante!

Che dite, vi è piaciuta questa Happy-Ending di Roy e Riza? Fatemi sapere che cosa ne pensate, perché mi preme saperlo!

E non lamentatevi della canzone, perché vi ho messo pure la traduzione dal francese. (ad oggi però non mi ricordo più una parola!)

Bene, ed ora le dediche…

 

Dediche

A Monica e Alessandro, che questo mese si sposano. A loro che mi hanno trasmesso con tutti i loro insegnamenti la passione per la musica e di trasmettere emozioni attraverso questa. Grazie di cuore a Monica, soprattutto perché mi ha seguito in tutti questi anni, di duro lavoro, dove mi ha aiutato a maturare sia musicalmente e tecnicamente che moralmente. Per noi, ex “bambini” della minibanda, non è solo una bravissima maestra di clarinetto e direzione ma anche un po’ la nostra seconda mamma.

Questo so che comporterà degli oneri quando avranno dei figli, dato che sono già stata assunta come baby- sitter… pace!

Auguri di cuore perché il vostro sia un matrimonio felice, sereno e gioioso.

A Francy-Chan il mio dolcissimo comare alle prove di musica. Il mio orsacchiotto saxfonista baritono sempre pieno di sorprese…il mio friend un po’ degenerato! Mamma mia se ti voglio bene!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

A tutti i ragazzi che mi sono piaciuti, perché mi hanno fatto provare nel bene e nel male il meraviglioso sentimento dell’amore. Nessuno di loro ha mai coronato i miei sogni, ma che importa? Amandoli sono cresciuta, ho imparato a conoscermi meglio, ho pianto per sofferenza e per felicità. E quasi tutti ora sono miei carissimi amici!

A Ren-chan che la settimana scorsa ha festeggiato i suoi 15 anni… ciccia benvenuta nel club delle vegliarde!

A Ele-chan la mia sorellina adorata. Le dedico molto di questa storia anche a lei, che tra un mese partirà per trasferirsi lontano…  ho già paura della mancanza che sentirò in sua assenza! Resta sempre come sei! Perché sei tosta, simpatica, dolcissima e ti vogliamo bene!

A Dimea, Shatzy, Il trio infernale… tutti quelli che fino ad ora hanno letto e commentato le mie storie e anche a chi lo sta facendo o lo farà, perché se mi viene voglia di scrivere è perché me la fate venire voi che leggete (anche se siete pochissimi… sigh, sigh…)! È un continuo mettersi in gioco per capire cosa la mia mente può creare per voi. Grazie, perché altrimenti sarebbe un lavoro nullo e vuoto, mentre voi lo colorate di felicità…

 

Con affetto

*NightAlchemist93*

                                                         

  
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