Amare è distruggere, essere amati è essere distrutti

Valentine Morgenstern odiava il colore rosso e, la sola vista, lo agitava a tal punto da fargli perdere il senno. In quei momenti l’uomo odiava anche se stesso, perché permetteva a qualcosa di così banale come i suoi sentimenti di sopraffarlo.
Se ciò che gli passava per la mente, guardando quel colore, fosse stato di dominio pubblico come avrebbero reagito gli altri? I suoi nemici lo avrebbero deriso, i suoi compagni abbandonato e i suoi figli rinnegato.
No, lui, Valentine Morgenstern, controllava ciò che sentiva, non si faceva sottomettere dai ricordi, per quanto questi fossero dolorosi. Il rosso, in particolare, lo perseguitava: rosso era il sangue che sgorgava dalle gole dei suoi nemici, rosso era il sole che tramontava dietro le montagne, rossi erano gli abiti da cerimonia e rossa era la chioma della donna che abitava nella sua mente.
Erano passati gli anni e, Valentine Morgenstern, non riusciva a dimenticare qui riccioli ribelli. A volte il suo desiderio era tale da fargli vedere la donna amata davanti a lui, allora la chiamava, in un sussurro stupito, lei si voltava e gli sorrideva, in quel modo che solo lei sapeva fare. Non era bella prima di conoscere lui, prima di sapere cosa volesse dire amare e sentirsi amati.
Quella di Valentine non era presunzione, in quel caso, ma semplice consapevolezza: quanto può essere bello un semplice fiore, se nessuno lo ammira? Come si fa a trovare quello più bello, più, raro e più prezioso in mezzo agli altri? Jocelyn non sarebbe mai stata molto se non fosse stato per lui, ed entrambi ne erano consapevoli.
Solo che lei era fuggita, impaurita dalla vendetta del marito, senza riuscire a capire che era quello il motivo per cui Valentine la odiava. Più di tutto il resto, più della menzogna, più del tradimento, più dei rapporti con i nascosti, lui la odiava per non essere tornata indietro, per aver preferito la creatura che aveva in grembo a lui, Valentine Morgenstern, che l’aveva fatta diventare ciò che era.
Così, l’uomo tornava ad odiare i suoi momenti di debolezza, in cui si sentiva spezzato come il più fragile dei ramoscelli dopo una tempesta e l’odio diventava cieca rabbia, poi sete di sangue e infine nulla totale.
Con il passare degli anni aveva imparato a controllare le sue emozioni e, il rosso, diminuiva il carico di sentimenti, mano a mano che il giorno dell’abbandono si allontanava, eppure, dentro di lui, ardeva ancora una minima speranza, come una piccola fiammella che alimentava il suo lato umano.
Aveva amato Jocelyn e tutto ciò che l’amore gli aveva lasciato era rabbia, odio e debolezza.
Amare è distruggere, essere amati è essere distrutti.

Salve a tutti! Eccomi, sono tornata con un'altra flash-fic nel fandom di Shadowhunters. È la prima volta che scrivo qualcosa su Valentine e, essendo il mio personaggio preferito di TMI, ho pensato che potesse essere carino scrivere qualcosa anche per lui. Ho voluto dare questo titolo alle storia perché, anche se sia una frase detta da Jace, in realtà è ciò che è accaduto a Valentine. Sì, forse Jace non avrebbe mai amato nessuno se non avesse incontrato Clary, convinto com'era che quella fosse la verità, ma la persona che ha sofferto e che è stata davvero distrutta per amore è stato Valentine. Ci tenevo a dirlo, perché spesso quando parlo con gli altri fan della saga sembra che questo vada perso, mentre io non credo dovremmo sminuire uno dei più belli personaggi creati dalla Clare.
Mi sto dilungando troppo, come al solito, spero di aver afferrato il carattere del personaggio, magari fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione.

Francesca