Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: AyuTsukimiya    11/05/2014    1 recensioni
Educata, soave, gentile, fredda, composta, imperturbabile, sola.
Salutava con un cenno della mano le persone che doveva accogliere a palazzo. Un solo gesto.
Eppure, nascosta dentro al suo cuore… la sua anima si contorceva in un continuo spasmo ansioso.
Sempre prendendo spunto dai concept art dove la storia, in originale, è diversa e più cupa, ho immaginato come sarebbe stato il cambiamento di Elsa, e la sua trasformazione in quella che è la Regina dei Ghiacci.
E' ooc e molto cupa.
Genere: Angst, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non avevano mai capito niente. Niente!
Non avevano mai capito alcunché del suo dolore, della paura, dell’angoscia, e della sofferenza che provava.

 
Elsa era sempre stata educata responsabile diligente precisa, perfetta. La brava ragazza. Quella che i suoi genitori volevano che fosse, anche dopo la loro morte.
Nessuno si era mai preoccupato che, questo ruolo cucitole addosso con tale perfezione, le stava stretto. Troppo stretto. La soffocava, giorno dopo giorno. L’oppressione di dover compiacere gli altri.

Sempre.
La fatica nel dover indossare ogni giorno quella maschera di algida perfezione.  Uno sguardo imperturbabile. Ogni persona attorno a lei poteva commettere errori.
Lei no. In alcun modo.
Ogni persona, di quel regno, poteva sorridere, urlare, piangere, arrabbiarsi, emozionarsi.
A lei… era stato proibito, tutto.
-Sono la Regina, diventerò la Regina, io sono la Regina-
Lezioni ogni giorno, precise e accurate. Educata, soave, gentile, fredda, composta, imperturbabile…  sola.
Salutava con un cenno della mano le persone che doveva accogliere a palazzo. Un solo gesto.
Eppure, nascosta dentro al suo cuore, la sua anima si contorceva in un continuo spasmo ansioso.
“-c-che… che qualcuno… mi salvi! VI PREGO!!! STO SOFFOCANDO! NON CE LA FACCIO PIU'... VI PREGO!-“

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-Sorellina sorellina! Ah che barba mentre giocavo fuori mi sono sporcata tutto il mio vestito! Guarda qui che macchie orribili, ahahah-
-Vedo,- la guardava con un sorriso di circostanza, gentile e garbato. –lo vedo, Anna.-

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I giorni si ripetevano. Sempre uguali. Immutabili.

La vita le passava accanto. Proprio come il vento che cercava di dominare e di non far mai trasparire. I suoi poteri dovevano stare sempre nascosti. Sempre.
Infine, una notte, poco prima di coricarsi ebbe come un mancamento. Si appoggiò alla cassapanca accanto al letto.
-Niente emozioni, non cedere…-
Ansimava e respirava a fatica. La cassapanca si congelò, lentamente.
-No… no… niente…  anf…niente emozioni...no...-
Le ginocchia cedettero, e lei si ritrovò in ginocchio a terra con la mano ancora appoggiata al mobile.
Tutto intorno, solo ghiaccio. Nient'altro.
Guardò con occhi spalancati quello che era appena successo.  Voleva staccare la sua stessa mano dalla cassapanca ma era come se una forza la trattenesse lì. Ferma. 
-C-…co…sa-
Il terrore si impadronì del suo stesso corpo. Tremante, come una fragile creatura, come un fragile uccellino che sta per essere catturato dagli artigli del falco predatore.
-AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Un urlo disumano.
Le vetrate della finestra della sua camera, si spalancarono di botto. Un turbinio di gelo neve e ghiaccio entrò di colpo.
-Vieni… vieni…-
Sussurrava una voce alla ragazza tremante.
La voce del ghiaccio. La voce del vento. La voce dell’inverno.
Se dapprima il terrore si era impossessato della fanciulla, ora un bagliore apparve nei suoi occhi. Come la consapevolezza di un miraggio. Un folle miraggio che l’avrebbe condotta via da lì.
Si rialzò, ancora tremante.
Fece qualche passo, mentre la stanza era ormai invasa dal ghiaccio e dalla neve, ma sembrava che la cosa non le importasse affatto, come se non percepisse quel gelo che avrebbe ucciso chiunque al suo posto.
Ma non lei. Lei, era la Regina.
-Mia Regina… vieni.-
Un passo, un altro, un altro ancora.
E mentre si lasciava alle spalle tutta la stanza, il suo corpo cambiava. Sembrava diventare leggermente più alta ad ogni passo, come se equivalesse a una maturazione fisica della stessa.
I capelli, sempre avvolti in una crocchia, si scioglievano: liberi, ribelli, scomposti... seducenti! Come fossero la criniera di un cavallo selvaggio quando corre libero nelle praterie incontaminate.
Le labbra diventavano rosee e allo stesso tempo opache dal gelo, eppure molto sensuali.
Il piccolo seno, lievemente accennato, assumeva una forma più soda.
Le gambe nel loro andamento, assumevano un tono di regalità diverso da quello avuto fin’ora… la regalità severa aveva lasciato il posto a un passo deciso e sicuro.
Era come se si stesse lasciando alle spalle l’infanzia e l’adolescenza, passo dopo passo. Andando incontro all'età adulta.
Gli occhi, accesi e avvolti da un’oscura ma allo stesso tempo brillante luce.
Arrivando ormai sul bordo della finestra aperta, era coperta da un vestito, blu scuro e argenteo, che le si era creato mentre camminava in quell’ambiente, all’apparenza ostile, ma che per lei era la liberazione.

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Quando un inserviente accorse alla stanza della ragazza per accertarsi che stesse bene, dopo l’urlo udito qualche istante prima, si accorse del ghiaccio e della neve che fuoriuscivano addirittura da sotto la fessura e che stavano piano piano espandendosi per tutta la parete. Il servo ebbe come un brivido, non seppe se fosse solo a causa della bassissima temperatura o anche dato da un leggero terrore. Provò ad aprire la porta appoggiando la mano alla maniglia. Con fatica dopo qualche tentativo l’aprì.

Fu avvolto da un vento gelido.
Poté solo coprirsi il volto, mentre veniva sospinto all’indietro.
Quando guardò dentro, una volta che il vento si placò… non trovò nulla. Nulla. Nient’altro che ghiaccio e neve. Stalattiti dal soffitto e stalagmiti dal pavimento. Non vi era più traccia alcuna delle cose degli oggetti e dell’arredamento che, un tempo, appartenevano alla giovane principessa Elsa.
Anna, che si era svegliata nel sonno come da un brutto sogno, probabilmente, era uscita dalla sua stanza con in mano un orsacchiotto e strusciandosi l’occhio con la mano non capiva cosa era successo.
E tutto ciò che poté vedere era ghiaccio e neve.
Non c’era più traccia della sorella maggiore e futura erede al trono.

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Non avevano capito niente di lei.
Ma ora non importava più, perché… il suo vero regno la stava aspettando.
In mezzo a quel panorama di ghiaccio, non si domandò dove fosse finita o cosa fosse quel luogo. Poggiò un piede su quel vasto marmoreo lago ghiacciato.

E la sua espressione si increspò.
Un sorrissino apparve finalmente su quel volto. Un sorrissino, beffardo.

Ora nella totale euforia si lasciò andare a una risata frenetica, la frenesia l’invadeva, si toccò con foga i lunghi capelli ormai liberi da quella crocchia odiosa e dura.
-Ahahah…io...io posso… posso creare! –
Con dei gesti, come se stesse compiendo una danza, creò dal nulla il basamento e delle colonne di un edificio fatte interamente di ghiaccio. Con altrettante movenze e puntando le dita con le unghie lunghe e blu verso il soffitto, creò delle navate.
-E posso…- si voltò di scatto e vide lì accanto della roccia semi congelata.
-Distruggere…-
La roccia venne avvolta nel ghiaccio e venne ridotta in mille pezzi. Abbassando leggermente la testa e ondeggiando il bacino ordinò a quei frantumi e schegge di fondersi in un unico grande pezzo. Un trono.
Il suo trono.
E una volta creato, davanti a lei, sorrise soddisfatta. Tutto attorno vi era ghiaccio, neve, e un fortissimo vento sprigionato da lei stessa. 
Elsa fissò con sguardo trasognato il suo capolavoro, la sua opera d'arte, il suo trono.
-Mia Regina…- echeggiò nuovamente la voce, la stessa che l'aveva condotta lì.
Un sorriso cattivo.
-Il mio trono.- Sfiorò con le dita il bracciolo destro di esso. Poi, con molta grazie ed eleganza, si posizionò di fronte ad esso.
Si sedette.
Appoggiò le braccia sui due braccioli con molta calma. Soddisfatta di ciò che era successo fino ad ora, infine, accavallò le gambe. Guardò verso l’esterno, verso la porta di ghiaccio di quell'edificio, come se qualcuno di lì a poco avrebbe potuto fare capolino. Ebbe un fremito, ma poi si ricompose.
Mentre la tormenta non si placava, delle figure di ghiaccio si inchinavano davanti a quel trono.
Erano tutte composte inginocchiate, come fossero un esercito che, da anni, aveva aspettato il loro legittimo regnante e, finalmente, esso era giunto.
-Il mio nome è Elsa,
e sono

La Regina Dei Ghiacci.-
 
 
 
  
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