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Autore: Pollock    11/05/2014    12 recensioni
#TRADUZIONE#
"Andiamo, non essere sciocca. È solo una bottiglia."
[Bellarke]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note autrice: Ero annoiata e ho scritto questa Bellarke. Amo così tanto questa Ship, ragazzi. Potrei essermi fatta un po' trasportare.

Note Traduttrice: Well, ho trovato questa storia girovagando per TUMBLR e ho chiesto all'autrice se potevo tradurla. Ed è stata disponibilissima e genitlissima. Quindi spero che vi piaccia e che lasciate un commentino che ovviamente riferirò all'autrice!! Grazie mille ;)

Spin The Bottle.

“Scordatelo. Non accadrà”

Raven alza gli occhi al cielo e spintona Clarke verso il campo. “Andiamo, non essere sciocca. È solo una bottiglia.”

“Non bacerò quei ragazzi,” insiste Clarke. Dà un’occhiata al falò dove una ventina di persone sono sedute in cerchio tutte ammassate. Una vecchia bottiglia di coca cola gira sotto le dita di Octavia Blake.

“Non devi baciarli tutti” dice Raven “Solo … quello sulla quale si ferma la bottiglia”

Clarke scuote la testa, contorcendosi per fuggire dalla stretta di Raven.

È ridicolo. Di tutte le cose da fare per passere il tempo sulla terra, di tutte le cose che devono essere fatte – come trovare il cibo, per esempio, o proteggere loro stessi dai terrestri – giocare al gioco della bottiglia è l’ultima cosa con cui Clarke vuole sprecare il suo tempo. Ma la presa d’acciaio di Raven sul suo polso le dice che non ha possibilità di scelta a riguardo.

“Un giro” concede Clarke. “Uno. Poi mi lascerai in pace?”

“Sì” Raven ghigna trascinando Clarke fino al falò.

Le braccia di Octavia sono avvinghiate attorno al collo di una ragazzo più grande, la cui faccia tradisce il suo disappunto quando lei spinge le sue labbra contro quelle di lui. Tutti nel cerchio esultano – tutti lo fanno, tranne Bellamy Blake, che sembra come se stesse per iniziare a lanciare pugni al poveretto.

“Aspetta, Bellamy gioca?” Clarke ferma la sua marcia tirando Raven indietro.

“Così sembra. Quindi?”

“Io non-”

“Clarke. Rilassati. È solo un gioco, e le probabilità che ti tocchi Bellamy sono, quasi, vicine allo zero. Quindi divertiti un po’, occhei?”

Lo stomaco di Clarke si contorce come se si stesse per ammalare, ma lascia che Raven la riporti in mezzo agli altri comunque.

Raven ha ragione – è solo un gioco. Lei lo sa, molto in profondità.

Ma quando lo sguardo di Clarke sfiora quello di Bellamy, come se i loro occhi fossero costretti ad incontrarsi nel mezzo cerchio, non può ignorare il modo in cui la sua bocca sembra toccare terra.

Oh, Dio. Ti prego, ti prego non finire su Bellamy.

“Bene, guardate chi ha deciso di onorare noi comuni mortali con la sua presenza” spara uno dei ragazzi di Bellamy quando vede Clarke.

Raven lo fa velocemente stare zitto con un gelido sguardo furioso.

“Sei veramente nella posizione di mandare via due donne da questa festa della salsiccia, genio?” dice lei in modo brusco, “se volevi una scusa per uscire con un branco di ragazzi, non avevi che chiedere”

I suoi ragazzi ridono per la frecciatina e persino Bellamy riesce a cedere ad un sorriso a spese della faccia rossa del suo amico. Clarke non ride – è troppo impegnata a tentare di sparire nel nulla.

“È
 il tuo turno Jasper” dice Octavia con un occhiolino provocante. Gira la bottiglia in mezzo alla sporcizia, dove rotola fino a fermarsi davanti alle ginocchia di Jasper.

Lui la gira. Finisce su Kassie Watson, che non ha mai baciato nessuno prima, almeno secondo Clarke che vede il modo in cui boccheggia sulla faccia di Jasper come un pesce morente. Clarke rabbrividisce e dice una muta preghiera affinché il suo turno non sia così … umido.

“È
il mio turno” Raven acchiappa la bottiglia e la lancia in aria prima di prenderla nuovamente “Questa sarà la serata fortunata di qualcuno”.

“Oh, ho già girato la bottiglia” si lamenta Octavia.

Raven assottiglia gli occhi verso Octavia mentre da una violenta spinta alla bottiglia. Gira in tondo per un po’, facendo dei cerchi nello sporco, prima di fermarsi e puntare direttamente a Clarke.

I ragazzi nel cerchio esultano.

“Non credo- ” Clarke inizia a protestare, ma prima che riesca a far uscire le parole, Raven ha già afferrato i lati della sua faccia con entrambe le mani e le ha stampato un bacio deciso proprio sulla bocca. Lei la allontana dopo un secondo e ride della faccia interdetta di Clarke.

“Te l’ho detto, è un gioco. Divertiti”

“Tu lo chiami bacio quello?” urla uno dei ragazzi. Clarke scruta intorno a Raven per vedere tutti gli occhi fissati su di loro in attesa febbrile. Il suo cuore martella contro il petto, ma lo sguardo negli occhi di Bellamy, come le guarda dall’altra parte del gruppo fa fermare Clarke per un momento. Non può riconoscere l’espressione sulla sua faccia, ne il significato, ma qualcosa nel profondo del suo cuore si scuote all’idea di dare a Bellamy qualcosa a cui reagire.

Lo chiami bacio?

Prima che possa tirarsene fuori da sola, Clarke fa scorrere le sue mani libere dietro al collo di Raven e unisce le loro labbra di nuovo – Raven emette un gorgoglio di sorpresa prima di rispondere al bacio, aggrovigliando le sue dita tra i capelli di Clarke con fervore. Il cuore di Clarke batte – non per il bacio sé, anche se è piacevole, ma per le assordanti voci dei cento che le incitano. Riesce ad aprire un occhio e lancia un’occhiata a Bellamy – anche se non è sicura del perché -  e sente uno strano compiacimento per come serra la mascella.

Si stacca da Raven e il gruppo irrompe in gridolini estasiati di nuovo. Bellamy è seduto immobile, stordito e Clarke prova a combattere il sorrisino che gli sta nascendo agli angoli della bocca mentre torna a sedersi.

“Dove credi di andare? Ora è il tuo turno” Raven passa la bottiglia a Clarke con un sorriso di incoraggiamento. Il vetro della bottiglia era caldo a causa delle fiamme del falò, ma in qualche modo era freddo contro i suoi palmi.

Sembra che debba girare per sempre.

Come Clarke lascia la bottiglia vaga con lo sguardo per il gruppetto radunato attorno al falò – tutti gli occhi sono fissati sulla bottiglia, curiosi di vedere chi dovrà baciare Clarke, la principessa e la paria* della terra. Il suo stomaco si contrae di nuovo. Quelle persone la odiano. Lo sa. Quindi perché ha ascoltato Raven e si è fatta convincere a fingere di essere una di loro? Come ha potuto abbassare la guardia –

La bottiglia si ferma su Bellamy.

C’è un momento in cui il cerchio è completamente immobile. Se non fosse stato per i ruggito del fuoco che serve come scenario dietro di loro- le fiamme ancora lambiscono il cielo notturno- Clarke avrebbe pensato che il tempo si fosse fermato. Congelato. Ma quando Octavia lancia un gridolino che sembra uno sbuffo tutti iniziano a ridere.

Tutti ad eccezione di Bellamy e Clarke.

Gli occhi di Bellamy sono bloccati nei suoi e nasce una nuova sensazione in Clarke – di tutte le volte che hanno discusso, di tutte le volte che si sono guardati negli occhi e hanno urlato fino a quando i loro volti non sono diventati blu … il contatto visivo con Bellamy per lei non era mai risultato così. Personale.

La mascella di lui si serra, di nuovo. Clarke sbatte le palpebre e si forza ad interrompere il contatto visivo.

Raccoglie la bottiglia per farla girare ancora –

“Oh no, non lo farai!” si lamenta Octavia tra le risate “La bottiglia ha parlato. Queste sono le regole!”

Quelle parole sono come un pugno nello stomaco per Clarke. Non può baciare Bellamy. Lei. Non. Può. Baciare. Bellamy. Blake.

Non così.

Guarda verso Raven per un po’ di supporto, la prega con gli occhi – fai qualcosa. Per favore. Raven la guarda di rimando con gli occhi spalancati e sconcertati.

“Che c’è che non va, Principessa? Troppa paura?” dice infine Bellamy.

Tutti lo guardano. Bellamy si alza dal suo posto in mezzo al cerchio, si pulisce lo sporco dai pantaloni con il palmo delle mani. Ghigna a Clarke – l’arrogante ed impersonale ghigno a cui lei è ormai troppo abituata. Lei non riesce a far salire il suo sorrisetto – lei lo guarda, a bocca aperta cercando di fare fermare disperatamente il tremolio alle mani.

Bellamy si fa avanti nel mezzo del cerchio e Clarke lo segue, sente il peso di una dozzina di occhi sulle sue spalle, che la guardano raggiungerlo. Sembra come la scena di un film – un film horror, si dice. Preferirebbe il finale di un horror in quel momento – dove erano i terrestri quando si ha bisogno di loro?

Quando raggiunge Bellamy lui sta ancora ghignando – il suo corpo troppo vicino torreggia su di lei a capo chino. Riesce a sentire il respiro di Bellamy che solletica i capelli sulla parte superiore della sua testa. Lui si avvicina di un altro passo a lei, così vicino che il morbido tessuto rovinato della sua maglietta si strofina contro le sue braccia. Bellamy sorride, e questo è il momento in cui Clarke realizza cosa sta facendo – la sta mettendo alla prova. Provocandola . Scherzando con lei.

Lui non pensa che lei lo farà.

Il sangue di Clarke comincia a surriscaldarsi. Quante volte ancora Bellamy la dovrà sottostimare prima che capisca che lei non è la piccola principessa spaventata che lui pensa lei sia?

Clarke si alza sulle punte dei piedi e preme le sue labbra su quelle di Bellamy. Lui indietreggia, colto di sorpresa, aggrotta le sopracciglia confuso, mentre la avvicina persino di più. Non sono spaventata, pensa Clarke mentre passa una mano dal suo stomaco al suo petto. Gli altri intorno a loro restano senza fiato e applaudono, ma lei nemmeno li sente –non è più un gioco; non per lei. Questo riguarda lei e Bellamy. Questo è mettere alla prova se stessa, una volta per tutte.

Questa è guerra.

Sembra che alla fine anche Bellamy sia coinvolto nel bacio – divide le sue labbra, approfondendo il bacio con un’intensità inaspettata. Artiglia le sue braccia attorno alla vita di lei e spinge il suo corpo contro il suo, facendola scontrare contro di sé. Improvvisamente le sembra che Bellamy sia ovunque tutto in una volta sola – una mano intrappolata nei suoi capelli spettinati, l’altra che la spinge sulla schiena, le sue dita si muovono sulla fascia dei suoi jeans. La bacia violentemente ma gentilmente nello stesso momento e le sembra che abbia iniziato a ridere sulle sue labbra.

Lui sa cosa sta facendo.

Lei tenta di prendere il sopravvento – morde le sue labbra sempre così lievemente che lo sente vacillare per la sorpresa per un momento, prima di baciarla con più passione. Lei inspira la sua essenza – pelle e legna e qualcosa di dolce – e si chiede per un momento come diavolo può l’abbraccio di Bellamy Blake farla sentire così al caldo e protetta. E prima che Clarke lo capisca, ha perso la guerra – si sciolta in Bellamy, si è sciolta nelle sue forti braccia che sono avvolte strette intorno a lei e lei si odia immediatamente per averlo fatto. Perché lui ha vito. Di nuovo.

Per qualche ragione, anche se lei sa di aver perso continua a baciarlo.

Quando Bellamy si stacca dal bacio sta respirando pesantemente. Resta appoggiato alla fronte di Clarke con la sua per pochi secondi, le sue mani ancora premute sulla sua pelle, apre gli occhi. Lui la guarda. Lei lo guarda.

E lo sguardo nei suoi occhi dice a Clarke che non ha veramente perso alla fine.





*Paria: nome con cui nell’uso europeo sono indicati gli individui appartenenti alle classi sociali più basse dell’India, detti anche intoccabili. Per estensione, persona di condizione sociale molto bassa, che è o si sente emarginata, oppressa e spregiata.  – Dal vocabolario Treccani.
 
  
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