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Autore: Mirandolina    11/05/2014    5 recensioni
"-Pensi che le sarei piaciuto?- fece ad un tratto, Castle.
-A mia madre?- Lei parve rifletterci un attimo -Mmh, penso proprio di no.-"
La frase finale della 6x14 io l'avevo immaginata così :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Chiacchiere prematrimoniali
 
 

 




“...attorno all’assenza si costruisce ciò che c’è.”
 
 
 
Meno di una settimana al matrimonio.

Tra il lavoro di lei e gli impegni di lui, il conto alla rovescia continuava.

Erano stanchi, erano stressati e avevano sempre un posto in cui dovevano andare di fretta.

Quel pomeriggio, seduti sul divano di casa, rimanevano da discutere solo gli ultimi dettagli...e stavano cominciando ad odiare questa frase.

Chissà perché appena pensavano di aver terminato i preparativi, il giorno dopo saltava fuori qualcosa a cui non avevano pensato o una decisione che non avevano preso (l’ultima volta era stato il colore dei sottopiatti) che li riportava nel vortice prematrimoniale.

Rick la chiamava “la maledizione dell’ultimo dettaglio”.
 
-Castle?-
-...Mh?-
-Ricordi la foto del matrimonio dei miei genitori che ti ho mostrato?
-Certo.- Kate assomigliava tanto a Johanna in quella foto. Quando l’aveva vista Castle aveva pensato ad una anteprima della sua musa in abito bianco.
-Dobbiamo farne una così anche noi. Vorrei che mio padre la mettesse sul caminetto accanto alla sua.-

Castle non rispose, semplicemente le rivolse uno sguardo dolce e scrisse tra i suoi appunti per il fotografo:  foto Jim.
 
-Kate?-
-Cosa?-
-In tutti questi anni, tuo padre ha mai avuto.. ha mai pensato di riposarsi?-

Beckett si era voltata verso di lui e lo guardava con occhi sbarrati, come se gli fosse spuntato un altro naso sulla fronte.

Si pentì subito di aver aperto bocca.

Aveva sganciato una bomba.

Ma come gli era saltato in mente di chiedere una cosa del genere? Perché non contava fino a dieci prima di par..  

-Se l’ha fatto non me l’ha detto... - aveva risposto lei, tornando inaspettatamente serena- però ricordo il sorriso che aveva guardando la mamma quando prima di uscire gli chiedeva: “Come sto?”. Quel sorriso lì non gliel’ho più visto.-

C’era quasi una punta di orgoglio nella sua voce.

-Pensi che le sarei piaciuto?- fece ad un tratto, Castle.
-A mia madre?- Lei parve rifletterci un attimo -Mmh, penso proprio di no.-

Alt!
Ora la bomba l’aveva sganciata lei, però!

-Lo dici solo per provocarmi.- Quell’affermazione suonava più come ad una domanda.

Kate non poteva non ridere sotto i baffi.

-Tesoro, hai presente mio padre? Sempre composto, assennato, responsabile ed equilibrato. È quello l’uomo che mia madre ha sposato perciò è molto probabile che avrebbe voluto per sua figlia qualcuno con le stesse qualità.-

-Ma io sono responsabile... molto spesso. E, ok, non sarò un tipo particolarmente assennato e forse sono un po’ troppo sopra le righe, a volte, ma prima lo ero di più! Lo sai, insomma, lo dice anche Alexis che sono maturato tantissimo in questi ultimi anni...- Si mosse sul posto, leggermente a disagio- e poi io piaccio a tuo padre.-

-..Ne sei sicuro?-

Castle si alzò di scatto dal divano -Va bene, basta! Ci stiamo per sposare, se devi dirmi qualcosa fallo adesso o mai più!-

-Si, devo dirti qualcosa in effetti...- disse alzandosi anche lei.

Quando fu davanti allo scrittore gli prese il viso tra le mani e lo baciò.

-Sei un credulone.-  disse semiseria.

Castle aveva un’espressione tra il sorpreso e l’infastidito.

 -Non dovresti scherzare su queste cose...- guardandolo meglio, poteva sembrare persino offeso.- Tu non parli spesso di lei e per me era importante sapere...scusa, dimentica quello che ho detto.-

In quell’attimo Kate perse tutta la voglia di prenderlo in giro.

Rick Castle, che era sempre sicuro di sé e che pensava di poter conquistare chiunque col suo sorriso migliore, avrebbe voluto davvero l’approvazione di Johanna Beckett, come se fosse possibile averla, come se fosse ancora viva.

Questo pensiero la intenerì.

D’altronde lei lo poteva capire.
Aveva cercato di non deluderla ogni giorno dal gennaio del 1999.

Erano ancora in piedi in mezzo alla stanza, Kate prese le sue mani e le strinse forte.

-Lo sai,- cominciò -dopo la morte di mia madre sono stata in analisi per anni. Cercavo di superare il trauma, secondo il dottor Dale. Secondo me, cercavo di trovare una qualsiasi maniera per sopravvivere.

Quando pensavo a lei, al momento in cui l’abbiamo seppellita e al fatto che non l’avrei più rivista, sentivo contemporaneamente sul petto un enorme peso e una voragine.

Tutti mi dicevano che la cosa migliore per me era “andare avanti”, ma come potevo se mia madre era stata assassinata e non ne sapevo neanche il perché?

Le cose peggiorarono quando mio padre cominciò a bere.

Non l’ho mai incolpato per quell’errore.
Entrambi non sapevamo come affrontare il dolore: lui lo voleva dimenticare, al contrario io lo mantenevo sempre vivo, l’ho trasformato nella determinazione per diventare un poliziotto e nel muro che non avrebbe permesso più a nessuno di farmi soffrire.

Poi ho incontrato te, Castle, e senza rendermene conto ho capito che dopotutto era davvero possibile “andare avanti”:

Quel vuoto non potrà mai essere colmato ed è giusto così. Il segreto è creare molto altro spazio da riempire, costruendo. Grazie a te ho imparato che il nostro animo è grande tanto quanto noi vogliamo che sia e che c’è posto per un dolore immenso e per un amore immenso.

Lei ti avrebbe adorato, proprio come me.-

In silenzio, Castle l’aveva ascoltata come in trance. Non si aspettava certo un discorso del genere all’inizio di quel caldo e pigro pomeriggio.

-..Kate...-

-Sssh, va tutto bene. Abbracciami.-

Voleva dirle che era orgoglioso di lei, che aveva fatto tutto da sola e che lui aveva solo avuto la pazienza di aspettarla e di starle vicino, anche se non avrebbe potuto fare altrimenti perché l’amava da sempre.

Avrebbe voluto dirle tutte queste cose e anche di più ma Kate gli aveva chiesto un abbraccio e lui non poteva non accontentarla.
 

 
 
 
Fine
 
 



Note di una Mirandolina:
Ciao a tutte ^.^!
Spinta dall’entusiasmo pre-season finale ho deciso di finire questa ff che, poverina, stazionava nel mio pc da tempo immemore (addirittura prima della 6x14 u.u)..avevo bisogno di un po’ d’ispirazione :P
Spero tanto che vi piaccia :)
Alla prossima e buona 6x23 a tutti!!!
P.s. La frase all’inizio è presa da “il castello dei destini incrociati” di Italo Calvino.

 
  
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