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Autore: Fang    11/05/2014    4 recensioni
Quando si sente osservato, si gira verso di me e mi rivolge un sorriso sincero, al quale rispondo con calore.
(contiene spoiler da "La Principessa")
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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the final cut cut cut
The Final Cut





A Ross.



*






La vita dei Fratelli Silenti è molto simile all'inverno. Persino la mia pelle sembra più fredda di prima, quasi come se l'essere Fratello Silente mi stesse togliendo piano piano l'umanità. Più resto in questo stato, più mi sembra di essere sempre meno me stesso, ma è davvero così? Oppure è solo una mia sensazione?

Il motivo che mi ha spinto a scegliere questo vita era che volevo vivere senza  la droga, ma il motivo più importante era che volevo restare accanto a Will e a Tessa. Non ero pronto a lasciare Will, così come non ero pronto a lasciare per sempre Tessa. Una vita a metà è  sempre comunque una vita, per questo non mi sono pentito della mia decisione. Gli anni sono passati così lentamente,  la mia pelle continua ad essere quella di un ragazzo giovane, mentre i miei amici continuano ad invecchiare e piano piano ad avvicinarsi alla morte.
Manca poco alla mezzanotte, mi incammino verso la stanza di Will, incrociando Sophie. Mi rivolge un debolissimo sorriso, mentre si asciuga una lacrima silenziosa. I suoi occhi mi fanno capire che per tutti loro sono rimasto sempre e solo Jem. Non c'è Fratello Zaccaria. Per loro non esiste, c'è solo il loro Jem. Vorrei poter rispondere al suo gesto di gentilezza, invece mi limito a salutarla con un cenno del capo. Quella lacrima era per William. Allora è vero, il momento che ho sempre temuto ormai è arrivato.
William sta per lasciarmi per sempre.

«No.», ripeto per la centesima volta.«Non posso diventare il tuo Parabatai, Will.»
«Perché Jem?», chiede lui con uno strano tono di voce
Sembra ferito dal mio rifiuto. Ma lui sa benissimo che non posso diventare il suo Parabatai. Non potrei mai infliggere un dolore del genere ad una persona. Essere Parabatai  è una cosa profondo e che non può essere spiegata solo a parole. Se io muoio, anche una parte del cuore di Will morirà con me e io non posso permettere che questo accada.
«James.»

Concedo a Tessa e a Will un po' di tempo per stare da soli. Hanno bisogno di dirsi addio e di stare in compagnia del loro amore. E Tessa ha bisogno di dire addio ad una vita che non tornerà più e che ben presto si perderà nei meandri dei suoi ricordi, laddove essi restano muti per sempre. Mi permetto di ricorda la mia vita precedente, la mia vita con William. E' vero, al tempo ero praticamente tra le braccia della morte, ma nonostante tutto cercavo sempre di vedere il lato positivo di tutta quella situazione. I miei genitori erano morti e io non potevo farci nulla, mi avevano visto e sentito soffrire per tanto tempo, un tempo che a me era sembrato un secolo, ma è anche vero che non sono stato abbandonato a me stesso. Charlotte mi ha accolto con dolcezza e gentilezza. Mi ricordo ancora quando Henry si era presentato. Così timido e impacciato, mentre mi stringeva la mano e osservava la mia fragilità con il dolore negli occhi.

«Ti sei allenato?», chiedo sgranando gli occhi.
«Beccato.», sussurra lui sorridendomi
William continua a sorridermi, gli occhi blu splendono come la stregaluce. Perché insiste? Perché mi vuole come suo Parabatai? Conosce benissimo la situazione e sa bene che non vivrò ancora per molto. Diventare il suo Parabatai sarebbe come condannarlo a morte.
«Hai promesso, James.»

La corda che, nonostante tutto, mi tiene ancora legato a lui è molto tesa, sul punto di rompersi. Mi sembra di poter comprendere l'ansia che attanagliava il cuore di William ogni volta che io avevo una crisi e tossivo sangue. Se non troveranno una cura, una qualsiasi, potrei essere costretto a portare questo lutto, questa sofferenza, per il resto della mia vita. E l'oscurità della Città Silente non farò altro che aumentare il mio dolore e la mia sensazione di eterna solitudine. All'inizio sentivo una parte del mio cuore ancora accanto a Will, nella luce di Londra.

«Jem?»
«Sì?»
«Ti provocano tanto dolore... le tue crisi?», mi chiede Will con un tono di voce tranquillo solo in apparenza.
«Non tanto.», mento io

Quando sento le campane annunciare la mezzanotte capisco che è arrivata l'ora X. Entro nella stanza di William e mi concentro sul suo respiro, sempre più debole e stanco.
Prendo il violino e comincio a suonare.

Suono del giorno in cui ci siamo conosciuti. La sua mano che sfiorava la mia, quando aveva accettato di allenarsi insieme a me. Le note si trascinano verso il giorno in cui eravamo diventati Parabatai. Ricordo ancora lo sguardo di Will, i suoi occhi sembravano ancora più blu, sembrava così certo di fare la cosa giusta, che il mio cuore sembrò fermarsi quando cominciai a pronunciare il giuramento che ci avrebbe uniti per sempre.

Più suono e più i miei ricordi si fanno vivi. Quando ci eravamo messi a ridere, appoggiandoci contro un muro, solo perché eravamo riusciti a distruggere un demone particolarmente forte.
E poi il suo amore per Tessa. L'amore che Tessa prova per  lui e l'amore che lei prova per me e quello che io provo per lei. Le note giungono quasi alla fine quando mille ricordi si fanno vivi nella mia mente. Si mescolano anche il ricordo di quando l'avevo pregato di andare a cercare Tessa. Che poteva lasciarmi, perché io non sarei mai rimasto solo.
Le ultime cose che voglio trasformare in musica sono i ricordi più o meno recenti, quando Will aveva detto che solo nei miei occhi poteva trovare la grazia. Quando mi aveva detto che il loro primo figlio si sarebbe chiamato James, proprio come me. E come mi ero coperto il viso pieno di cicatrici, per non far vedere le lacrime che scivolavano sulle guance. Oppure quando William era rimasto gravemente ferito da un demone e aveva rischiato di morire. Ero uscito dalla Città Silente ed ero rimasto accanto a lui, non curandomi del fatto che mi avrebbero potuto punire, in quel momento mi importava solo di restargli accanto.
La corda che mi lega a William è sul punto di spezzarsi. In questo modo capisco che il momento è arrivato.
Appoggio il violino nella sua custodia e mi avvicino al letto di Will. Gli stringo la mano, beandomi del suo calore.

Ti prendo la mano, fratello, così che tu possa andare in pace.

E poi dico una cosa che può sentire solo lui e nessun altro. Perché è l'unica cosa che posso fare, l'unica cosa che mi sento di fare.

Non resterai solo per sempre, William. Sono certo che verrà trovata una cura e dopo aver vissuto la mia vita, la mia vera vita, verrò da te. Non resterai mai da solo, Will. Ti amo come amo me stesso e la mia anima.

Avverto il sorriso di William e poi tutto sembra privo di significato. Il mio cuore sembra spezzarsi sotto il peso della sofferenza. Will è morto.
Sento Tessa piangere e senza neanche pensarci mi avvicino a lei, posando una mano sulla sua spalla.
«James...», sussurra lei «Puoi restare qui ancora un po'?»
Sì.
Vorrei restare qui per sempre. Ma non posso. L'oscurità della Città Silente mi aspetta, con tutto il suo silenzio.
«Non penso di poter sopportare la loro morte.», dice lei riferendosi ai figli
Se non vuoi... puoi sempre andartene. Puoi tenerti in contatto con loro, ma non scappare senza spiegargli il motivo.
«Sai sempre cosa fare, James.»
Non sempre, Tessa. Ora devo andare.
«Ci sarà ancora... il nostro incontro?»
Come sempre.

Mi siedo sul divano, vicino al fuoco, mentre sento Charlotte conversare con Benedict Lightwood. Odio il mondo in cui lui le rivolge la parola. Per Charlotte deve essere davvero dura, dal momento che non viene mai presa sul serio. E' una donna e Benedict sembra incolparla per questo. Con la coda dell'occhio vedo Will raggiungermi e mi sembra di sentirlo borbottare qualcosa, quando sente la voce di Benedict.
«Jem che c'è?», mi chiede lui.
«Benedict.», mi limito a dire io
Lui annuisce  «Charlotte sembra tenergli testa senza problemi.»
Gli rivolgo un debole sorriso, perché dopotutto ha ragione lui. William si siede per terra, vicino a me, con un libro nella mano destra.
«Una nuova lettura?», domando io.
«, risponde lui «Ho voglia di rilassarmi un po'.»
Mi incanto a vedere il fuoco quando sento Will darmi un colpetto sulla gamba destra.
«Posso appoggiarmi?»
Mi limito semplicemente ad annuire. Will si appoggia contro le mie gambe, cominciando a leggere tranquillamente. Osservo il suo viso, che sembra aver trovato un po' di pace. Di solito, anche quando sorride, Will ha sempre un velo di tristezza, ma quando legge tutto sembra mutare. Il suo viso è tranquillo e sembra essere in pace con se stesso. Quando si sente osservato, si gira verso di me e mi rivolge un sorriso sincero, al quale rispondo con calore.

Mi copro il viso con il cappuccio, pronto a tornare nel silenzio della Città Silente. I battiti del mio cuore scandiscono la mia solitudine. No ho avuto molte occasione per stare con William, da quando mi sono unito ai Fratelli Silenti, eppure la solitudine che sentivo a quei tempi, i primi da Fratello Zaccaria, sembrano uno scherzo in confronto a quello che provo ora. La solitudine mi distrugge l'anima e il cuore. Come posso vivere in un mondo dove lui non c'è? Come posso sopportare la vita da Fratello Silente? Abbraccio la sofferenza di una vita eterna, senza Will in essa.

Spazio autrice.

Vorrei ringraziare Class of Thriteen, che mi ha aiutata parecchio, durante la stesura di questa one-shot. Tra l'altro, mia cara, grazie per il suggerimento del titolo, che trovo assolutamente perfetto e in linea con quello che ho scritto.

Alla prossima,

Fang.

 


   
 
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