Fanfic su artisti musicali > Adam Lambert
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Autore: Fay_8    12/05/2014    7 recensioni
Erano passati solo tre giorni, ma nessuno aveva stabilito il tempo che bisognava impiegare per innamorarsi. L’amore non ha dei tempi specifici. Accade e basta. Puoi innamorarti con una semplicità inspiegabile, basta uno sguardo, un sorriso, un voce. Pensi che non sia possibile, perchè non puoi innamorarti di una voce o di uno sguardo, ma accade. Ti ritrovi in un uragano di emozioni, che non sai spiegare, vorresti uscirne ma allo stesso tempo vorresti rimanerci dentro in eterno. Perché l’amore è così, fa paura ma vale sempre la pena di essere vissuto. Tommy lo sapeva e non si sarebbe arreso, perché lui era innamorato di Adam dalla prima volta che l’aveva visto, la prima volta che aveva ascoltato la sua voce, se ne era innamorato ogni secondo di più. Non sapeva come era possibile, ma non si sarebbe tirato indietro. Stava soltanto dando ad Adam il tempo per capire che ormai erano dentro l’uragano, insieme.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam Lambert, Tommy Joe Ratliff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Don't Worry

Non c’era traffico per le strade e il tempo che impiegarono per arrivare in ospedale fu breve. 
Una volta arrivati, Adam continuò a sorreggere Tommy che ancora non aveva detto una sola parola. Isaac e Sutan erano al loro fianco mentre entravano nell’edificio. Tommy si svincolò dalla presa di Adam e si avvicinò all’infermiere per chiedere informazioni su suo padre. 
Un medico sentendo Tommy parlare di Jack gli si avvicinò < cerca Jack Ratliff ? >
< si, è mio padre > rispose,
< sono il Dr. Wilson e mi sto occupando di tuo padre, proprio in questo momento lo stanno portando in sala operatoria, deve essere operato per risanare la frattura che ha alla gamba sinistra, ma non preoccuparti non è nulla di grave, stara bene, adesso devo andare, aspetta qui > gli disse il medico prima di dirigersi, probabilmente, verso la sala operatoria.
Tommy si allontanò uscendo di nuovo, all’aria aperta, aveva bisogno di aria.
Gli altri lo seguirono a ruota, Isaac, Adam e Sutan.
< Tommy > Isaac gli si avvicinò < il dottore ha detto che non è nulla di grave > le parole del dottore o quelle del suo amico non gli impedirono di piangere. 
Adam sorpassò Isaac e cinse Tommy con le sue braccia lasciando che si appoggiasse completamente a lui, visto che non aveva la forza di reggersi in piedi < andrà tutto bene > gli disse accarezzandogli i capelli. L’altro continuò a piangere, aveva bisogno di sfogarsi, adesso che sapeva che la situazione non era grave poteva lasciarsi andare. Il moro lo strinse di più a se facendogli capire che poteva restare così per tutto il tempo che voleva. Per tutto il tempo in cui ne aveva bisogno.
Dopo un po’ fu Tommy ad allontanare Adam e ad entrare, sedendosi su una delle sedie della sala d’attesa. Restarono in silenzio, Isacc teneva la mano sinistra di Tommy mentre Adam teneva quella destra, Sutan, seduto accanto a loro, ruppe il silenzio dicendo che un volta che Jack si fosse ripreso, avrebbe fatto uno spettacolo in suo onore e Tommy sorrise debolmente immaginandosi la scena, continuò a parlare e a raccontargli anche i dettagli, cercando di ingannare l’attesa del dottore che prima o poi sarebbe uscito dalla sala operatoria.

Il Dr. Wilson andò da loro per poi chiedere a Tommy di seguirlo, da solo. Il ragazzo si voltò verso i suoi amici come a dirgli che poteva farcela, così nessuno oppose resistenza e lo lasciarono andare. Dopo avere parlato con il dottore fu il ragazzo a ritornare dai suoi amici.
< Allora cosa ha detto ? > chiese Sutan, impaziente come gli altri,
< è fuori pericolo … ha detto che starà bene, ha solo bisogno di riposo e ha una frattura al braccio sinistro che è stato ingessato, ma starà bene. Deve restare qui in osservazione per il momento, adesso sta dormendo, è nella camera 114 al piano superiore > gli comunicò Tommy.
Tutti fecero un respiro di sollievo, poi Tommy riprese a parlare < Grazie ragazzi per avermi aiutato ad arrivare qui, adesso potete andare non preoccupatevi, io resto con mio padre >, Isaac gli afferrò una spalla < scherzi vero, io non vado da nessuna parte, non ti lascio qui da solo, resto con te >
< resto anche io > disse Adam < beh per quanto possa servire, resto anche io > aggiunse Sutan.
Tommy non fu sorpreso, sapeva di essere circondate da persone meravigliose.
< vi voglio bene e siete fantastici ma voglio che ognuno di voi torni a casa, davvero posso restare da solo, mio padre sta bene, sta solo dormendo, basto io qui >
< il piccoletto ha ragione, scusatemi ma io vado, gli ospedali mi hanno sempre angosciato, quindi tornerò domani mattina a vedere come va > Sutan si avvicinò a Tommy e lo abbracciò < probabilmente la sedia su cui passerai la notte sarà scomoda ma cerca di dormire, anche se già so che non lo farai, quindi non opporre resistenza quando Adam ti dirà di volerti tenere compagnia > gli sussurrò prima di allontanarsi e salutare anche gli altri.
< Io non me ne vado > disse Isaac, Tommy gli mise una mano sulla spalla e sorrise debolmente < ti prego, torna a casa, tua madre si starà chiedendo dove sei e poi devi spiegarle tutta la situazione, ci vediamo domani mattina , okay > l’amico si rassegnò perché Tommy aveva ragione, sua madre non sapeva niente e non poteva di certo dirglielo per telefono, le sarebbe venuto un colpo.
< Okay ma se hai bisogno di qualcosa chiamami > lo abbracciò e poi salutò anche Adam prima di andarsene. Il biondo guardò il moro ma non fece in tempo a parlare che l’altro lo precedette < non provare a dire che dovrei andarmene perché non mi muovo da qui > disse, Tommy sorrise < Adam > cercò di pensare alle parole giuste per convincerlo che poteva anche andarsene, non perché non volesse la compagnia di Adam, semplicemente non voleva essergli di peso. Poteva restare in ospedale anche da solo, nonostante questo, la testardaggine di Adam non gli dispiaceva, era un piccola gioia in tutto quel caos. Adam era la sua luce nel buio e in quel momento gli serviva, anche se non voleva ammetterlo, non perché non volesse sembrare debole, soltanto perché non voleva che Adam si sentisse obbligato a fare qualcosa per lui. Voleva che restasse ma non gliel’avrebbe detto e non importava perché Adam sarebbe rimasto anche se Tommy l’avesse cacciato.
< Non me ne vado, forza entriamo > disse prendendogli la mano e incamminandosi per trovare la camera di Jack. Quando arrivarono, Adam sciolse la presa sulla mano del biondo per lasciare che fosse lui ad entrare per primo. Il padre di Tommy stava riposando, i dottori avevano detto che probabilmente si sarebbe svegliato il giorno dopo. Tommy si mise seduto sulla sedia accanto al letto ma Adam gli fece segno di sedersi insieme a lui sulla poltrona che era vicino alla finestra, dall’altro lato del letto. Il piccoletto ubbidì e gli si sedette imbraccio, Adam lo avvolse con le sue braccia, facendogli posare la testa sulla sua spalla < dormi > gli disse
< e tu? Non puoi dormire così > riferendosi al fatto che avere lui sopra non fosse comodo,
< si che posso > appoggiò la testa su quella dell’altro < sto benissimo e il tuo corpo mi tiene al caldo >
< grazie > disse Tommy
< dormi> ripete Adam.
Nessuno dei due parlò ma nessuno dei due dormì neanche.
Un’ora dopo Adam alzò la testa e Tommy subito fece lo stesso < dovresti dormire > lo rimproverò il moro, < anche tu > disse il biondo.
Ancora silenzio poi Tommy si mosse sedendosi meglio sopra di Adam come se fosse lui la poltrona e appoggiò la testa sul suo petto < non riesco a dormire >, il moro avvolse il suo busto tra le braccia come se fossero una cintura e lo alzò più in alto per appoggiare la sua testa sulla spalla dell’altro < sta solo dormendo, andrà tutto bene > gli disse vedendo che fissava suo padre. 
Il più piccolo lasciò che la sua testa si appoggiasse contro quella dell’altro < non so cosa farei se dovesse succedergli qualcosa >
< Tommy, sta bene non devi preoccuparti >
< lo so, è che prima ho pensato il peggio >
< beh, adesso non devi pensarci >
< e come faccio? >
< facciamo un gioco ? > gli chiese, cercando di distrarlo,
< un gioco? >
< un gioco >
< che gioco? > chiese Tommy, se non dormivano tanto valeva “giocare”
< mi racconti qualcosa e ogni volta che finisci ti do un bacio > propose Adam, l’altro rise
< non esiste questo gioco e poi non è neanche un gioco > gli fece notare,
< si che lo è, è il gioco di Adam > specificò, mostrandosi fiero della sua idea,
< ma non ha senso >
< certo che ha senso > controbatte l’ideatore del gioco,
< e qual è? > chiese curioso Tommy,
< posso sentirti parlare e bacarti, due cose che mi piacciono fare >
< resta il fatto che non è un gioco >
< okay allora tu mi racconti qualcosa e io ti bacio all’improvviso per vedere se riesci a riprendere da dove ti interrompo > disse modificando l’idea iniziale del “suo” gioco,  < questo si avvicina di più ad essere un gioco >
< giochiamo allora > lo incitò,
< cosa devo dire? >
< qualsiasi cosa >
< mi chiamo Tommy- > venne interrotto
< qualcosa che non so >
< mio padre mi ha regalato la mia prima chitarra, mi ha sempre detto che ho talento anche se è stata mia madre che mi a trasmesso la passione per la musica, mio padre ha sempre sperato che diventassi un medico come lui, ma non diventerò mai un dottore, perché voglio essere un musicista … suonare mi dona sensazioni inspiegabili > Adam lo baciò  < come te, tu mi trasmetti sensazioni inspiegabili e un po’ come con la musica, solo che con te è tutto più amplificato > continuò. Adam lo baciò di nuovo, si allontano di poco e poi ripete l’azione, ripetutamente, finche Tommy non lo tenne lontano posando le mani sulle sue spalle
< non dovresti baciarmi mentre sto parlando >,
< ho cambiato le regole, più baci meno parole > sorrise e Tommy ricambiò, sbadigliando poco dopo < allora hai sonno > disse Adam, < un po’ > confessò il più piccolo ritornando a posare la testa sulla spalla di Adam. Si addormentarono così, anche se Adam passò più tempo ad osservare Tommy che a dormire, come se vegliasse su di lui, appena notava qualche piccola smorfia formarsi sul suo viso, magari per colpa di un brutto sogno, lo stringeva di più a se accarezzandolo, sperando che non si svegliasse.


Al mattino Adam si svegliò senza avvertire la presenza del corpo di Tommy sul suo ma gli bastò aprire gli occhi per vederlo seduto accanto al padre, mentre lo guardava aspettando che si svegliasse.
< Buongiorno > disse per farsi notare, Tommy sorrise e prima di poter parlare, Isaac e sua madre entrarono nella camera. 
La donna abbraccio subito Tommy chiedendogli come stava e il ragazzo cercò di rassicurarla dicendogli che stava bene.
< Chiederò la giornata libera a lavoro per restare qui > disse la donna,
< non deve, davvero, va tutto bene e poi c’è Isaac e anche Adam > Tommy tentò di dissuaderla dal suo intento, non voleva farle perdere una giornata di lavoro.
< Va bene, ma per qualsiasi cosa chiamatemi >
< certo > disse Tommy
< allora vado , ma se avete bisogno di qualcosa- > venne interrotta
< mamma, ci vediamo a casa > la salutò Isaac,
< sicuri? magari è meglio se resto >
< mamma vai a lavoro, staremo bene >
< allora vado >
< vai > le disse aprendo la porta, la madre salutò tutti una volta per tutte e poi uscì.

 

Adam si allontanò dalla finestra e si avvicinò alla porta < vado a prendermi un caffè, voi volete qualcosa >
< no > risposero insieme Isaac e Tommy e Adam uscì dalla camera per andare alla macchinetta del caffè lasciando quei due da soli.
Isaac si mise seduto vicino alla finestra mentre Tommy era ancora seduto accanto al letto.
< Tra poco si sveglierà > disse Isaac
< lo so > disse Tommy, ma la sua voce era debole, vedere suo padre su quel letto, non poteva che rattristarlo... sopratutto quando quella visone gli faceva rivivere i giorni passati in ospedale prima che sua madre morisse.
< Vorrei dire qualcosa per distrarti o per farti sentire meglio, perché lo so che in questo momento non stai bene e sei preoccupato, ma non so cosa fare e mi dispiace >  il suo amico era davvero dispiaciuto, poteva capirlo dal suo tono di voce. Ma Tommy sapeva che per qualunque cosa Isaac era li, pronto ad aiutarlo.
< Isaac, la tua presenza già mi aiuta, grazie >
< lo so ma vorrei fare di più...ma riesco solo a strare qui, a guardare tuo padre dormire >
< io vorrei dormire ma voi continuate a parlare > disse Jack, sussurrando appena, era ancora debole ma riusciva a parlare.
< papà! > Tommy si alzò dalla sedia con uno scatto e anche Isaac si avvicinò al letto
< signor Ratliff >
< ragazzi lo so chi sono > disse Jack alzando un po’ la testa per riabbassarla subito.
< Chiamo il dottore > Isaac uscì dalla camera e non ci impiegò molto a trovare il Dr. Wilson.
I ragazzi aspettarono fuori dalla camera che il dottore finisse di visitare Jack, quando uscì dicendogli che potevano entrare, gli disse anche di non stancarlo e di farlo riposare il più possibile almeno per altri due tre giorni e che al quarto giorno l’avrebbe fatto ritornare a casa. 
Rientrarono in camera e dopo aver esternato la loro felicità con sorrisi e abbracci strani, poiché non potevano toccare molto Jack a causa del braccio ingessato, si misero seduti. Isaac vicino alla finestra e Tommy accanto al letto.

Adam entrò nella camera e subito sorrise appena vide il padre di Tommy sveglio,
< Adam > disse Jack, sorpreso, nessuno l’aveva avvertito che anche Adam era li.
< Signore > lo salutò avvicinandosi, < non dovevi venire fin qui > disse Jack.
Tommy guardò Adam, che stava bevendo il suo caffè, < in realtà è rimasto qui tutta la notte > lo informò il figlio. 
Jack sorrise < ma allora sei perfetto, Tommy devi sposartelo > disse tranquillamente, mentre Adam sorpreso lasciò cadere a terra il caffè e Tommy si grattò la testa abbassandola, in evidente imbarazzo, solo Isaac rideva, divertito dalla situazione.
Adam raccolse il bicchiere e cercò qualcosa con cui pulire, Tommy invece cercò di cambiare discorso dicendo a suo padre che doveva riposarsi.
< Mi sono appena svegliato, non puoi dirmi che devo dormire > disse Jack,
< okay, accendo la televisione > disse Tommy.
Adam si mise seduto su una sedia accanto alla poltrona, su cui Isaac era comodamente spaparanzato. 
Il biondo ritornò a sedersi sulla sedia accanto al letto di suo padre, dopo aver acceso la televisione.

< Salve! > Stutan entrò nella camera con palloncini fiori e un pacco di ciambelle,
< sapevo che si sarebbe svegliato, sono un veggente > annunciò appena vide Jack con gli occhi aperti, < ho portato qualcosa per rendere la camera più accogliente, questi ospedali non sanno proprio come arredare > aggiunse, iniziando a camminare per la stanza, posando i palloncini e decorando con i fiori.
< Sono camere d’ospedale non di un albergo, hanno il minimo indispensabile > gli ricordò Isaac.
Dopo che Stutan finì di “sistemare” la stanza con fiori e palloncini, sembrava di essere nel reparto pediatrico, ma nessuno dei presenti si lamentò del nuovo “arredamento” della camera.
< Allora, come va papà di Tommy? > gli chiese,
< puoi chiamarmi Jack, e sto bene solo un po’ ammaccato >
< okay Jack- enfatizzò il tono mentre pronunciava il suo nome -guardate la tv > disse voltandosi per guardare anche lui.
< per il momento solo pubblicità > commentò Adam. 
Proprio in quel momento fece vedere la pubblicità di American Idol e Stutan non perse l’occasione per esporre la sua idea,
< ho sempre detto ad Adam di andarci > disse indicando la tv,
< ha ragione, dovresti andarci > lo appoggiò Isaac, incitando anche lui Adam,
< cosa? No, ci sono tutti quei ragazzi perché dovrebbero scegliere proprio me >
< tu non sei come gli altri, la tua voce è fenomenale > disse Tommy come se fosse una cosa ovvia, di cui non ci sarebbe dovuto neanche essere il bisogno di dirla.
< ragazzi > disse Adam cercando di calmare il loro entusiasmo.
< Non ti ho mai sentito cantare > intervenne Jack
< forza fagli sentire > lo incoraggiò Sutan,
< cosa? No, no, cosa dovrei cantare poi … così all’improvviso > Adam si rassegno al fatto che ormai avrebbe dovuto cantare per il padre di Tommy.
< è da un po’ che non ascolto Bohemian rhapsody > suggerì Jack.
< non posso cantare i Queen, così senza preparazione, non sono all’altezza >
< dai Adam non devi cantarla tutta, un pezzettino > insistette Sutan.
< Okay > Adam respirò profondamente prima di iniziare a cantare.

Jack rimase sbalordito Bohemian rhapsody era una delle sue canzone preferite, ed era molto critico quando la sentiva cantare da qualcuno che non fosse Freddie Mercury, e anche se nessuno poteva essere alla sua altezza, poiché lui era una "leggenda" ed era inimitabile, doveva essere sincero, Adam era stato bravo. Non applaudì perché il braccio glielo impediva, ma il sorriso che fece bastò.
< Dovresti davvero fare il provino e dovresti portare proprio questa canzone > disse Jack.
< Ah! Vedi, lo dicono tutti, quindi sabato ti porterò a Los Angeles a fare quel provino > gli comunicò Sutan e il tono in cui l’aveva detto non ammetteva repliche
< dai infondo sai anche tu che da qualche parte dovrai pur cominciare, se resti qui nessuno ti noterà > aggiunse.
< Ha ragione > lo appoggiò Isaac,
< i provini sono sabato? > chiese Tommy,
< si e ci porterò questo ragazzo > ribadì Sutan dando una pacca sulla spalla di Adam.
< sabato c’è il ballo scolastico > disse Isaac guardando Tommy e intuendo ciò che aveva pensato, o andava al ballo o andava con Adam.
< E allora? > chiese Sutan,
< o andiamo al ballo o veniamo al provino > mise le cose in chiaro Isaac,
< non dovete venire con me al provino … non so neanche se voglio andarci >
< certo che vuoi andarci > gli disse Stutan, come se fosse la sua coscienza a parlare.
Tommy rimase in silenzio, stava pensando al modo per dire ad Ashley che non sarebbe più andato al ballo, sostenere Adam per il provino era più importante di un ballo scolastico e se doveva scegliere, avrebbe sempre scelto Adam.
< Non ne pariamo okay, siamo solo a martedì, sabato è lontano > disse Adam e gli altri lo assecondarono. 
Iniziarono a parlare di altro, cercando di non rendere la permanenza nell’ospedale troppo sgradevole.

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Angolino di Fay:  Salve..

Allora...chiedo umilmente scusa per il ritardo, ultimamente sto aggiornando sempre più tardi, mi perdonate vero? anche se quello che scrivo non è granchè, voi mi perdonate...che poi se leggete significa che vi piace (almeno un po'). Non ho idea di cosa pensiate, siete davvero tanti a leggere...e se non vi siete fermati al primo capitolo, infondo, un motivo ci sarà o siete soltanto bisognosi di Adommy e vi va bene qualunque cosa. Comunque, GRAZIE a tutti, chi segue, chi preferisce, chi legge soltanto (se qualcuno di voi vuole dirmi cosa pensa di questa ff io ne sarei MOLTO felice). GREAZE ALLE SPLENDIDE PERSONE CHE LASCIANO SEMPRE UNA RECENSIONE. Grazie ad 'Eclipse of Flame' che ha letto tutta la storiella in un pomeriggio, grazie a 'and soon the darkness_' che non manca mai (e che è stata la prima persona a recensirmi), grazie a  'Sunset_Lily' che è tanto dolce, grazie a 'Storme of ice' che è una persona meravigliosa, grazie a 'LondonRiver16' che scrive delle storie fantastiche eppure spreca il suo tempo per leggere la mia piccola ff, grazie a (FellGoodbye) Lars che sta ancora leggendo i primi capitoli, non so se sei andato avanti..comunque grazie, grazie a 'Glambert1206' che ha recensito il primo capitolo (non so se stai ancora seguendo la storia ma grazie), grazie a 'kissky' che ha recensito il capitolo precedente. Finito.
Shinn (che strano chiamarti così) per te non basta un 'grazie' io non so come ripagarti per tutto quello che fai per me. Tu sei speciale, mi supporti/sopporti 24 ore su 24 GRAZIE.
Volevo ringraziarvi tutti come si deve...non so come vi ringrazierò quando finirà la storia...ho scritto di più nel mio angolino che nel capitolo, okay.
Vi saluto, ciao ciao, al prossimo capitolo ;)


  
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