Don't Worry
Non c’era
traffico per le strade e il tempo che impiegarono per arrivare in
ospedale fu
breve.
Una volta arrivati, Adam continuò a sorreggere Tommy che
ancora non aveva detto
una sola parola. Isaac e Sutan erano al loro fianco mentre entravano
nell’edificio. Tommy si svincolò dalla presa di
Adam e si avvicinò
all’infermiere per chiedere informazioni su suo
padre.
Un medico sentendo Tommy parlare di Jack gli si avvicinò
< cerca Jack
Ratliff ? >
< si, è mio padre > rispose,
< sono il Dr. Wilson e mi sto occupando di tuo padre, proprio in
questo
momento lo stanno portando in sala operatoria, deve essere operato per
risanare
la frattura che ha alla gamba sinistra, ma non preoccuparti non
è nulla di
grave, stara bene, adesso devo andare, aspetta qui > gli disse
il medico
prima di dirigersi, probabilmente, verso la sala operatoria.
Tommy si allontanò uscendo di nuovo, all’aria
aperta, aveva bisogno di aria.
Gli altri lo seguirono a ruota, Isaac, Adam e Sutan.
< Tommy > Isaac gli si avvicinò < il
dottore ha detto che non è nulla
di grave > le parole del dottore o quelle del suo amico non gli
impedirono
di piangere.
Adam sorpassò Isaac e cinse Tommy con le sue braccia
lasciando che si
appoggiasse completamente a lui, visto che non aveva la forza di
reggersi in
piedi < andrà tutto bene > gli disse
accarezzandogli i capelli. L’altro
continuò a piangere, aveva bisogno di sfogarsi, adesso che
sapeva che la
situazione non era grave poteva lasciarsi andare. Il moro lo strinse di
più a se
facendogli capire che poteva restare così per tutto il tempo
che voleva. Per
tutto il tempo in cui ne aveva bisogno.
Dopo un po’ fu Tommy ad allontanare Adam e ad entrare,
sedendosi su una delle
sedie della sala d’attesa. Restarono in silenzio, Isacc
teneva la mano sinistra
di Tommy mentre Adam teneva quella destra, Sutan, seduto accanto a
loro, ruppe
il silenzio dicendo che un volta che Jack si fosse ripreso, avrebbe
fatto uno
spettacolo in suo onore e Tommy sorrise debolmente immaginandosi la
scena,
continuò a parlare e a raccontargli anche i dettagli,
cercando di ingannare
l’attesa del dottore che prima o poi sarebbe uscito dalla
sala operatoria.
Il Dr.
Wilson andò da loro per poi chiedere a Tommy di seguirlo, da
solo. Il ragazzo
si voltò verso i suoi amici come a dirgli che poteva
farcela, così nessuno
oppose resistenza e lo lasciarono andare. Dopo avere parlato con il
dottore fu
il ragazzo a ritornare dai suoi amici.
< Allora cosa ha detto ? > chiese Sutan, impaziente come
gli altri,
< è fuori pericolo … ha detto che
starà bene, ha solo bisogno di riposo e ha
una frattura al braccio sinistro che è stato ingessato, ma
starà bene. Deve
restare qui in osservazione per il momento, adesso sta dormendo,
è nella camera
114 al piano superiore > gli comunicò Tommy.
Tutti fecero un respiro di sollievo, poi Tommy riprese a parlare
< Grazie
ragazzi per avermi aiutato ad arrivare qui, adesso potete andare non
preoccupatevi, io resto con mio padre >, Isaac gli
afferrò una spalla <
scherzi vero, io non vado da nessuna parte, non ti lascio qui da solo,
resto
con te >
< resto anche io > disse Adam < beh per quanto
possa servire, resto
anche io > aggiunse Sutan.
Tommy non fu sorpreso, sapeva di essere circondate da persone
meravigliose.
< vi voglio bene e siete fantastici ma voglio che ognuno di voi
torni a
casa, davvero posso restare da solo, mio padre sta bene, sta solo
dormendo,
basto io qui >
< il piccoletto ha ragione, scusatemi ma io vado, gli ospedali
mi hanno
sempre angosciato, quindi tornerò domani mattina a vedere
come va > Sutan si
avvicinò a Tommy e lo abbracciò <
probabilmente la sedia su cui passerai la
notte sarà scomoda ma cerca di dormire, anche se
già so che non lo farai,
quindi non opporre resistenza quando Adam ti dirà di volerti
tenere compagnia
> gli sussurrò prima di allontanarsi e salutare anche
gli altri.
< Io non me ne vado > disse Isaac, Tommy gli mise una
mano sulla spalla e
sorrise debolmente < ti prego, torna a casa, tua madre si
starà chiedendo
dove sei e poi devi spiegarle tutta la situazione, ci vediamo domani
mattina ,
okay > l’amico si rassegnò
perché Tommy aveva ragione, sua madre non sapeva
niente e non poteva di certo dirglielo per telefono, le sarebbe venuto
un
colpo.
< Okay ma se hai bisogno di qualcosa chiamami > lo
abbracciò e poi salutò
anche Adam prima di andarsene. Il biondo guardò il moro ma
non fece in tempo a
parlare che l’altro lo precedette < non provare a dire
che dovrei andarmene
perché non mi muovo da qui > disse, Tommy sorrise
< Adam > cercò di
pensare alle parole giuste per convincerlo che poteva anche andarsene,
non
perché non volesse la compagnia di Adam, semplicemente non
voleva essergli di
peso. Poteva restare in ospedale anche da solo, nonostante questo, la
testardaggine di Adam non gli dispiaceva, era un piccola gioia in tutto
quel
caos. Adam era la sua luce nel buio e in quel momento gli serviva,
anche se non
voleva ammetterlo, non perché non volesse sembrare debole,
soltanto perché non
voleva che Adam si sentisse obbligato a fare qualcosa per lui. Voleva
che
restasse ma non gliel’avrebbe detto e non importava
perché Adam sarebbe rimasto
anche se Tommy l’avesse cacciato.
< Non me ne vado, forza entriamo > disse prendendogli la
mano e
incamminandosi per trovare la camera di Jack. Quando arrivarono, Adam
sciolse
la presa sulla mano del biondo per lasciare che fosse lui ad entrare
per primo.
Il padre di Tommy stava riposando, i dottori avevano detto che
probabilmente si
sarebbe svegliato il giorno dopo. Tommy si mise seduto sulla sedia
accanto al
letto ma Adam gli fece segno di sedersi insieme a lui sulla poltrona
che era
vicino alla finestra, dall’altro lato del letto. Il
piccoletto ubbidì e gli si
sedette imbraccio, Adam lo avvolse con le sue braccia, facendogli
posare la
testa sulla sua spalla < dormi > gli disse
< e tu? Non puoi dormire così > riferendosi al
fatto che avere lui sopra
non fosse comodo,
< si che posso > appoggiò la testa su quella
dell’altro < sto
benissimo e il tuo corpo mi tiene al caldo >
< grazie > disse Tommy
< dormi> ripete Adam.
Nessuno dei due parlò ma nessuno dei due dormì
neanche.
Un’ora dopo Adam alzò la testa e Tommy subito fece
lo stesso < dovresti
dormire > lo rimproverò il moro, < anche tu
> disse il biondo.
Ancora silenzio poi Tommy si mosse sedendosi meglio sopra di Adam come
se fosse
lui la poltrona e appoggiò la testa sul suo petto <
non riesco a dormire
>, il moro avvolse il suo busto tra le braccia come se fossero
una cintura e
lo alzò più in alto per appoggiare la sua testa
sulla spalla dell’altro <
sta solo dormendo, andrà tutto bene > gli disse
vedendo che fissava suo
padre.
Il più piccolo lasciò che la sua testa si
appoggiasse contro quella dell’altro
< non so cosa farei se dovesse succedergli qualcosa >
< Tommy, sta bene non devi preoccuparti >
< lo so, è che prima ho pensato il peggio >
< beh, adesso non devi pensarci >
< e come faccio? >
< facciamo un gioco ? > gli chiese, cercando di distrarlo,
< un gioco? >
< un gioco >
< che gioco? > chiese Tommy, se non dormivano tanto
valeva “giocare”
< mi racconti qualcosa e ogni volta che finisci ti do un bacio
> propose
Adam, l’altro rise
< non esiste questo gioco e poi non è neanche un
gioco > gli fece notare,
< si che lo è, è il gioco di Adam >
specificò, mostrandosi fiero della
sua idea,
< ma non ha senso >
< certo che ha senso > controbatte l’ideatore
del gioco,
< e qual è? > chiese curioso Tommy,
< posso sentirti parlare e bacarti, due cose che mi piacciono
fare >
< resta il fatto che non è un gioco >
< okay allora tu mi racconti qualcosa e io ti bacio
all’improvviso per
vedere se riesci a riprendere da dove ti interrompo > disse
modificando
l’idea iniziale del “suo” gioco,
< questo si avvicina di più ad essere un
gioco >
< giochiamo allora > lo incitò,
< cosa devo dire? >
< qualsiasi cosa >
< mi chiamo Tommy- > venne interrotto
< qualcosa che non so >
< mio padre mi ha regalato la mia prima chitarra, mi ha sempre
detto che ho
talento anche se è stata mia madre che mi a trasmesso la
passione per la
musica, mio padre ha sempre sperato che diventassi un medico come lui,
ma non
diventerò mai un dottore, perché voglio essere un
musicista … suonare mi dona
sensazioni inspiegabili > Adam lo baciò
< come te, tu mi trasmetti
sensazioni inspiegabili e un po’ come con la musica, solo che
con te è tutto
più amplificato > continuò. Adam lo
baciò di nuovo, si allontano di poco e
poi ripete l’azione, ripetutamente, finche Tommy non lo tenne
lontano posando
le mani sulle sue spalle
< non dovresti baciarmi mentre sto
parlando >,
< ho cambiato le regole, più baci meno parole
> sorrise e Tommy ricambiò,
sbadigliando poco dopo < allora hai sonno > disse Adam,
< un po’ >
confessò il più piccolo ritornando a posare la
testa sulla spalla di Adam. Si
addormentarono così, anche se Adam passò
più tempo ad osservare Tommy che a
dormire, come se vegliasse su di lui, appena notava qualche piccola
smorfia
formarsi sul suo viso, magari per colpa di un brutto sogno, lo
stringeva di più
a se accarezzandolo, sperando che non si svegliasse.
Al mattino Adam si svegliò senza avvertire la presenza del
corpo di Tommy sul
suo ma gli bastò aprire gli occhi per vederlo seduto accanto
al padre, mentre
lo guardava aspettando che si svegliasse.
< Buongiorno > disse per farsi notare, Tommy sorrise e
prima di poter
parlare, Isaac e sua madre entrarono nella camera.
La donna abbraccio subito Tommy chiedendogli come stava e il ragazzo
cercò di
rassicurarla dicendogli che stava bene.
< Chiederò la giornata libera a lavoro per restare
qui > disse la donna,
< non deve, davvero, va tutto bene e poi
c’è Isaac e anche Adam > Tommy
tentò di dissuaderla dal suo intento, non voleva farle
perdere una giornata di
lavoro.
< Va bene, ma per qualsiasi cosa chiamatemi >
< certo > disse Tommy
< allora vado , ma se avete bisogno di qualcosa- > venne
interrotta
< mamma, ci vediamo a casa > la salutò Isaac,
< sicuri? magari è meglio se resto >
< mamma vai a lavoro, staremo bene >
< allora vado >
< vai > le disse aprendo la porta, la madre
salutò tutti una volta per
tutte e poi uscì.
Adam si
allontanò dalla finestra e si avvicinò alla porta
< vado a prendermi un
caffè, voi volete qualcosa >
< no > risposero insieme Isaac e Tommy e Adam
uscì dalla camera per
andare alla macchinetta del caffè lasciando quei due da soli.
Isaac si mise seduto vicino alla finestra mentre Tommy era ancora
seduto
accanto al letto.
< Tra poco si sveglierà > disse Isaac
< lo so > disse Tommy, ma la sua voce era debole, vedere
suo padre su
quel letto, non poteva che rattristarlo... sopratutto quando quella
visone gli
faceva rivivere i giorni passati in ospedale prima che sua madre
morisse.
< Vorrei dire qualcosa per distrarti o per farti sentire meglio,
perché lo
so che in questo momento non stai bene e sei preoccupato, ma non so
cosa fare e
mi dispiace > il suo amico era davvero dispiaciuto,
poteva capirlo dal
suo tono di voce. Ma Tommy sapeva che per qualunque cosa Isaac era li,
pronto
ad aiutarlo.
< Isaac, la tua presenza già mi aiuta, grazie >
< lo so ma vorrei fare di più...ma riesco solo a
strare qui, a guardare tuo
padre dormire >
< io vorrei dormire ma voi continuate a parlare > disse
Jack, sussurrando
appena, era ancora debole ma riusciva a parlare.
< papà! > Tommy si alzò dalla sedia
con uno scatto e anche Isaac si
avvicinò al letto
< signor Ratliff >
< ragazzi lo so chi sono > disse Jack alzando un
po’ la testa per
riabbassarla subito.
< Chiamo il dottore > Isaac uscì dalla camera
e non ci impiegò molto a
trovare il Dr. Wilson.
I ragazzi aspettarono fuori dalla camera che il dottore finisse di
visitare
Jack, quando uscì dicendogli che potevano entrare, gli disse
anche di non
stancarlo e di farlo riposare il più possibile almeno per
altri due tre giorni
e che al quarto giorno l’avrebbe fatto ritornare a
casa.
Rientrarono in camera e dopo aver esternato la loro felicità
con sorrisi e
abbracci strani, poiché non potevano toccare molto Jack a
causa del braccio ingessato, si misero seduti. Isaac vicino alla finestra e
Tommy
accanto al letto.
Adam entrò
nella camera e subito sorrise appena vide il padre di Tommy sveglio,
< Adam > disse Jack, sorpreso, nessuno l’aveva
avvertito che anche Adam
era li.
< Signore > lo salutò avvicinandosi, <
non dovevi venire fin qui >
disse Jack.
Tommy guardò Adam, che stava bevendo il suo
caffè, < in realtà è rimasto
qui
tutta la notte > lo informò il figlio.
Jack sorrise < ma allora sei perfetto, Tommy devi sposartelo
> disse
tranquillamente, mentre Adam sorpreso lasciò cadere a terra
il caffè e Tommy si
grattò la testa abbassandola, in evidente imbarazzo, solo
Isaac rideva,
divertito dalla situazione.
Adam raccolse il bicchiere e cercò qualcosa con cui pulire,
Tommy invece cercò
di cambiare discorso dicendo a suo padre che doveva riposarsi.
< Mi sono appena svegliato, non puoi dirmi che devo dormire
> disse Jack,
< okay, accendo la televisione > disse Tommy.
Adam si mise seduto su una sedia accanto alla poltrona, su cui Isaac
era
comodamente spaparanzato.
Il biondo ritornò a sedersi sulla sedia accanto al letto di
suo padre, dopo
aver acceso la televisione.
< Salve!
> Stutan entrò nella camera con palloncini fiori e un
pacco di ciambelle,
< sapevo che si sarebbe svegliato, sono un veggente >
annunciò appena
vide Jack con gli occhi aperti, < ho portato qualcosa per
rendere la camera
più accogliente, questi ospedali non sanno proprio come
arredare > aggiunse,
iniziando a camminare per la stanza, posando i palloncini e decorando
con i
fiori.
< Sono camere d’ospedale non di un albergo, hanno il
minimo indispensabile
> gli ricordò Isaac.
Dopo che Stutan finì di “sistemare” la
stanza con fiori e palloncini, sembrava
di essere nel reparto pediatrico, ma nessuno dei presenti si
lamentò del nuovo
“arredamento” della camera.
< Allora, come va papà di Tommy? > gli chiese,
< puoi chiamarmi Jack, e sto bene solo un po’
ammaccato >
< okay Jack- enfatizzò il tono mentre pronunciava il
suo nome -guardate la
tv > disse voltandosi per guardare anche lui.
< per il momento solo pubblicità >
commentò Adam.
Proprio in quel momento fece vedere la pubblicità di
American Idol e Stutan non
perse l’occasione per esporre la sua idea,
< ho sempre detto ad Adam di andarci > disse indicando la
tv,
< ha ragione, dovresti andarci > lo appoggiò
Isaac, incitando anche lui
Adam,
< cosa? No, ci sono tutti quei ragazzi perché
dovrebbero scegliere proprio
me >
< tu non sei come gli altri, la tua voce è fenomenale
> disse Tommy come
se fosse una cosa ovvia, di cui non ci sarebbe dovuto neanche essere il
bisogno
di dirla.
< ragazzi > disse Adam cercando di calmare il loro
entusiasmo.
< Non ti ho mai sentito cantare > intervenne Jack
< forza fagli sentire > lo incoraggiò Sutan,
< cosa? No, no, cosa dovrei cantare poi …
così all’improvviso > Adam si
rassegno al fatto che ormai avrebbe dovuto cantare per il padre di
Tommy.
< è da un po’ che non ascolto Bohemian
rhapsody > suggerì Jack.
< non posso cantare i Queen, così senza preparazione,
non sono all’altezza
>
< dai Adam non devi cantarla tutta, un pezzettino >
insistette Sutan.
< Okay > Adam respirò profondamente prima di
iniziare a cantare.
Jack rimase
sbalordito Bohemian rhapsody era una delle sue canzone preferite, ed
era molto
critico quando la sentiva cantare da qualcuno che non fosse Freddie
Mercury, e
anche se nessuno poteva essere alla sua altezza, poiché lui
era una
"leggenda" ed era inimitabile, doveva essere sincero, Adam era stato
bravo. Non applaudì perché il braccio glielo
impediva, ma il sorriso che fece
bastò.
< Dovresti davvero fare il provino e dovresti portare proprio
questa canzone
> disse Jack.
< Ah! Vedi, lo dicono tutti, quindi sabato ti porterò
a Los Angeles a fare
quel provino > gli comunicò Sutan e il tono in cui
l’aveva detto non
ammetteva repliche
< dai infondo sai anche tu che da qualche
parte dovrai
pur cominciare, se resti qui nessuno ti noterà >
aggiunse.
< Ha ragione > lo appoggiò Isaac,
< i provini sono sabato? > chiese Tommy,
< si e ci porterò questo ragazzo >
ribadì Sutan dando una pacca sulla
spalla di Adam.
< sabato c’è il ballo scolastico >
disse Isaac guardando Tommy e intuendo
ciò che aveva pensato, o andava al ballo o andava con Adam.
< E allora? > chiese Sutan,
< o andiamo al ballo o veniamo al provino > mise le cose
in chiaro Isaac,
< non dovete venire con me al provino … non so
neanche se voglio andarci
>
< certo che vuoi andarci > gli disse Stutan, come se
fosse la sua
coscienza a parlare.
Tommy rimase in silenzio, stava pensando al modo per dire ad Ashley che
non
sarebbe più andato al ballo, sostenere Adam per il provino
era più importante
di un ballo scolastico e se doveva scegliere, avrebbe sempre
scelto Adam.
< Non ne pariamo okay, siamo solo a martedì, sabato
è lontano > disse
Adam e gli altri lo assecondarono.
Iniziarono a parlare di altro, cercando di non rendere la permanenza
nell’ospedale troppo sgradevole.
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Angolino di
Fay: Salve..
Allora...chiedo
umilmente scusa per il ritardo, ultimamente sto aggiornando sempre
più tardi,
mi perdonate vero? anche se quello che scrivo non è granchè, voi mi
perdonate...che poi se leggete significa che vi piace (almeno un po').
Non ho
idea di cosa pensiate, siete davvero tanti a leggere...e se non vi
siete
fermati al primo capitolo, infondo, un motivo ci sarà o
siete soltanto
bisognosi di Adommy e vi va bene qualunque cosa. Comunque, GRAZIE a
tutti, chi
segue, chi preferisce, chi legge soltanto (se qualcuno di voi vuole
dirmi cosa
pensa di questa ff io ne sarei MOLTO felice). GREAZE ALLE SPLENDIDE
PERSONE CHE
LASCIANO SEMPRE UNA RECENSIONE. Grazie ad 'Eclipse of Flame' che ha
letto tutta
la storiella in un pomeriggio, grazie a 'and soon the darkness_' che
non manca
mai (e che è stata la prima persona a recensirmi), grazie a
'Sunset_Lily'
che è tanto dolce, grazie a 'Storme of ice' che è
una persona meravigliosa,
grazie a 'LondonRiver16' che scrive delle storie fantastiche eppure
spreca il
suo tempo per leggere la mia piccola ff, grazie a (FellGoodbye) Lars
che sta
ancora leggendo i primi capitoli, non so se sei andato avanti..comunque
grazie,
grazie a 'Glambert1206' che ha recensito il primo capitolo (non so se
stai ancora
seguendo la storia ma grazie), grazie a 'kissky' che ha recensito il
capitolo
precedente. Finito.
Shinn (che
strano chiamarti così) per te non basta un 'grazie' io non
so come
ripagarti per tutto quello che fai per me. Tu sei speciale, mi
supporti/sopporti 24 ore su 24 GRAZIE.
Volevo
ringraziarvi tutti come si deve...non so come vi ringrazierò
quando
finirà la storia...ho scritto di più nel mio
angolino che nel capitolo, okay.
Vi saluto,
ciao ciao, al prossimo capitolo ;)