Caro Stefan, ti scrivo queste parola in una lettera che so che non ti giungerà mai per quanto stia navigando le acqua di dove tutto é iniziato e tutto é cambiato. Come un angelo mi hai salvata da quelle profondità rimandando un destino inevitabile, un destino evitato dalla mia rinascita proprio in quelle acque torbide da cui mi hai salvata e in cui i miei affetti sono morti. Perdonami perché io ho sviscerato il cuore che ti hanno strappato, tradendo la tua gentilezza, la tua leggera aura dolce e sognante, porta su un passato di peccato e dolore. Come esso ti ho soggiogato e distrutto, come Katrine ti ho divorato e sputato, pur amandoti, pur sentendo che tu mi rendevi sorprendentemente umana. E come sei riuscito a farlo con me tutto quel tempo, sei riuscito a perdonare colei che così ti ha vessato e torturato. Non avere paura, anche se il mondo crollasse, se il tuo corpo bruciasse, se l'oltre scemasse come sabbia nel vento, tu troverai rifugio e vita nel mio cuore. Un organo che grazie a te ho ricolmato, che ora é un po' tuo. Quindi Stefan ora lasciati andare come quella barchetta che porta queste parole e scivola nell'oscuro oblio dove ci siamo incontrati; sprofonda nel mio cuore, in un paradiso che erigerò per te perché per quanto l'altro mondo stia scomparendo non posso non credere che non esista un luogo dove ci re incontreremo e in cui la solitudine e la separazione non hanno spazio, come il rimpianto e la sprezzante pietà per chi é vivo e soffre. Deve esserci un luogo simile e per quanto tu sia stato peccatore tu sarai li ad aspettarci. Quindi assopisciti lieto in questo torpore e ricorda la brezza sul nostro volto, le risa chiare di quando correvamo sulla tua cadilac rosso sgargiante, prima di Demon, prima di scoprire del mio ruolo nel mondo, quando ancora da giovane umana sognavo una vecchia con te e vivi nel mio cuore. Il tuo cuore che mi hai donato quei giorni. Aspettaci. Elena Gilbert n.b. Perdonatemi ma nn ricordo la macchina rossa se fosse davvero una cadilac, abbiate pietà.