Una giovane ragazza dai lunghi capelli biondi, si trovava in piedi sopra ad un palo della luce, intenta ad osservare la piccola cittadina ai suoi piedi.
Era tutto così sbagliato...
Ogni volta che posava i suoi occhi su quella città, si sentiva come spaesata e fuori luogo; anche se sapeva a cosa era dovuta quella sensazione, non voleva darle credito e tanto meno ascoltarla.
Lo sapeva perfettamente...
Quello non era il suo posto, lei non dovrebbe trovarsi più su quel pianeta azzurro...
Eppure era lì, per puro capriccio.
No, non era un semplice capriccio, era... curiosità forse?
Nel momento in cui Lacospo aveva ammesso di averla imbrogliata, il contratto che prevedeva l'eliminazione di Yuuki Rito era stato annullato; eppure lei aveva deciso di restare, dicendo alla principessa e a lui, soprattutto a lui, che andava contro i suoi principi lasciare un lavoro a metà.
- Yuuki Rito... -
Il volto della ragazza si tinse di un leggero rossore, ripensando a tutti i momenti imbarazzanti che il ragazzo le aveva fatto passare.
Odiava il lato pervertito del giovane, e l'idea di ucciderlo, ogni volta che ci ripensava, diventava sempre più forte.
Era un assassina dopotutto, sebbene non provasse un particolare piacere nell'uccidere le sue vittime, era l'unico modo che conosceva per avere un contatto con altre creature.
Sebbene ucciderle significasse spezzare quel legame che cercava...
Sebbene fosse ben conscia che tutto quel legame che stava cerando con la sua vittima, era solo un illusione, qualcosa di irreale che ogni volta si costruiva nella sua mente...
Nella speranza...
Nell'idea, seppur fittizia, che un contatto con altre forme di vita era stata in grado di crearlo, seppur di odio e di morte …
Qualcosa, qualunque cosa le andava bene...
Tutto, pur di riuscire a realizzare quell'unico desiderio che aveva.
Sentire ancora quel calore che le avvolgeva il cuore, come quando era piccola e Tear era ancora con lei...
Desiderava quella sensazione, come anche la possibilità di trovare un po' di pace.
Aveva passato la sua intera esistenza in un mondo pieno di oscurità prima di arrivare sulla Terra, e ora, su quel pianeta, sperava di trovare la pace.
Però ne era consapevole.
Per lei non esisteva un luogo in cui avrebbe potuto vivere in pace.
Era un'assassina, nata nell'oscurità di un laboratorio.
Era un arma vivente, creata con il solo scopo di uccidere.
Lei era, e sarebbe per sempre stata Oscurità d'Oro, una delle peggiori assassine della galassia, temuta e rispettata anche dagli altri sicari.
Era qualcuno che non meritava la felicità, perché sebbene fosse qualcosa che stava cercando disperatamente, non era adatta a lei. Non più almeno...
Lei era solo un mostro, le cui mani sarebbero per sempre rimaste macchiate del sangue delle creature a cui aveva tolto la vita.
Non meritava di essere felice, ne di avere qualcuno al suo fianco, era questa la conclusione a cui era arrivata da tempo, eppure...
“Yami, non dovresti preoccupartene così tanto. È meglio fare quello che ti senti.”
La bionda sgranò i suoi occhi rossi al ricordo di quelle parole e un piccolo sorriso cominciò a formarsi sulle sue labbra, mentre lentamente si portava le mani all'altezza del cuore. La giovane osservò per pochi secondi le sue mani, per poi chiudere le palpebre, mentre il sorriso sulle sue labbra si accentuava.
Era questa...
Era questa la ragione per cui aveva deciso di restare su quel pianeta.
Sentiva che in quel mondo, avrebbe finalmente trovato quello che stava disperatamente cercando.
Sebbene non ne fosse degna.
Sebbene non meritasse di provare ancora quel calore nel proprio petto, a causa di tutto quel dolore, di tutto quell'odio e della disperazione che aveva portato per tutta la galassia...
Lei voleva sfiorare ancora una volta quell'emozione.
Voleva sentire ancora il suo cuore scoppiarle nel petto, farle quasi male per la felicità e la gioia.
Voleva sorridere, ridere, scherzare e vivere...
Voleva vivere, vivere circondata da persone che la amavano e che non la vedevano come un arma, ma come una creatura vivente che provava delle emozioni.
“Tu, per me, non sei un arma Yami, ma sta a te decidere cosa essere. Devi decidere tu, chi vuoi essere, se Yami o Oscurità D'Oro.”
Le parole che Yuuki Rito le aveva rivolto quel giorno, erano rimaste impresse nella sua mente.
Era stato l'unico, dopo tanti anni a riscaldarle ancora una volta il cuore.
Sebbene il ragazzo fosse il suo target, colui che si era ripromessa di uccidere un giorno, era stato anche l'unico dopo Tear, a farle provare ancora quelle emozioni.
La sensazione che provava, quando stava a contatto con lui e con la sua sorellina, era qualcosa di molto simile a quella che aveva provato un tempo con Tearju.
Le parole che le rivolgevano e le azioni che compivano, senza alcuna esitazione, erano qualcosa che in breve tempo avevano abbattuto la barriera con cui aveva avvolto il suo cuore.
Non la giudicavano per ciò che aveva fatto in passato, anzi sembrava quasi che non gli importasse che le sue mani fossero sporche di sangue, macchiate anche da quelle di qualche innocente...
Per loro era Yami.
La loro Yami.
Un angelo dalle bianche ali e dal vestito nero come le tenebre, che in caso di pericolo accorreva in loro aiuto.
Loro però conoscevano solo Yami, Oscurità d'Oro invece?
Se avessero davvero avuto modo di conoscere anche l'oscurità nel suo cuore, l'avvedrebbero accettata comunque?
Se avessero conosciuto Lei, Darkness...
Avrebbero continuato a sorriderle, ad avvicinarsi, a toccarla oppure...
Una ciocca dei capelli biondi si trasformò rapidamente in un piccolo uncino, con la quale afferrò il portachiavi a forma di taiyaki in una tasca del suo abito, portandoselo davanti agli occhi.
Era stata Mikan, la sorellina di Yuuki Rito, a farle dono di quello strano oggetto qualche tempo prima.
Yami osservò il piccolo oggetto davanti ai suoi occhi ondeggiare lievemente, insieme ai suoi capelli, mossi da un flebile vento che aveva cominciato a soffiare sulla cittadina.
Taiyaki...
Era stata proprio quella strana pietanza terrestre, ad offrirle il primo incontro avvenuto con il suo targhet.
La giovane osservò intensamente il portachiavi, mentre con la mente riviveva quel giorno...
Yuuki Rito era appena uscito da un negozio con un sacchetto pieno di quello strano cibo e, mentre ne stava addentando uno, l'aveva notata.
Ricordava ancora lo sguardo che le aveva rivolto, era dubbioso e incuriosito non capendo cosa volesse, mentre lei lo fissava immobile valutando il metodo più veloce per completare la missione.
Alla fine le aveva sorriso e, vinto dalla curiosità probabilmente, si era avvicinato sorprendendola.
“ Uhm, ne vuoi uno? Prendilo pure, ne ho comprati parecchi.”
Yami sorrise a quel ricordo, aveva temuto che il suo obiettivo l'avesse scoperta e che i suoi metodi affabili fossero solo una subdola strategia per farle abbassare la guardia e colpirla, ma il sorriso che le aveva rivolto mentre le offriva quella strana pietanza a forma di pesce...
Il sorriso che quel giorno Yuuki Rito le aveva rivolto, era completamente differente dall'immagine che si era fatta del giovane in base alle informazioni che Lacospo le aveva fornito.
Era un sorriso che non aveva nulla di malvagio o subdolo, ma soprattutto non era uno di quei finti sorrisi che continuamente le rivolgevano...
Era un sorriso caldo...
- Rito... -
Rise leggermente ricordandosi le emozioni che l'avevano avvolta quel giorno e in quelli successivi, per poi portarsi una mano sulle labbra, sgranando appena gli occhi e abbassando lo sguardo imbarazzata.
Era la prima volta che chiamava il ragazzo solo con il nome.
Nemmeno quando le spore di Celine l'avevano colpita, aveva chiamato il giovane con il solo nome.
Inevitabilmente ripensò a quel momento, quando lei si era avvicinata a Rito per baciarlo e al rifiuto del giovane che le urlava imbarazzato di non poterlo fare, perché lei in quel momento non era in sè a causa del polline della bambina-fiore.
Ma non era così, non totalmente almeno.
All'inzio era stato il polline di Celine che soggiogandola l'avevano portata ad afferrare il braccio del giovane, portandolo con se in città; ma dopo poco era sta in grado di liberarsi da quello stato di trans, volendo lei stessa provare l'emozione che per un attimo il polline le aveva donato...
Yami avvicinò l'indice e il medio alle labbra, mentre con queste cominciava a percorrerne il contorno.
Se quel giorno lui non si fosse rifiutato di baciarla, forse...
- Yami! Finalmente ti ho trovata! -
La ragazza assottigliò gli occhi, mentre i capelli biondi si alzavano leggermente mutando la proprio forma in quella di una lunga lama che virò velocemente verso la voce, fermandosi a pochi centimetri dalla persona che aveva parlato.
- Hai finalmente accettato di morire, Yuuki Rito? - chiese la giovane voltandosi verso il ragazzo.
Gli occhi di Yami si incupirono all'istante, nel momento in cui pronunciò quelle parole.
Rito era il suo obiettivo, e prima o poi l'avrebbe dovuto uccidere, tuttavia...
Qualcosa in quel ragazzo faceva sì, che ogni qualvolta i loro occhi si incrociavano, gli attacchi che lanciava contro il giovane perdevano di potenza e velocità.
Non era ancora riuscita a fare luce sul perché accadesse, sebbene qualche dubbio aveva cominciato ad averlo; dubbio, che l'oscurità situata nella profondità della sua coscienza si rifiutava ancora di accettare.
- Veramente no... - rispose il ragazzo, indietreggiando e mettendosi sulla difensiva.
La bionda fissò il ragazzo ancora per qualche secondo, per poi annullare la trasformazione dei suoi capelli e, con un piccolo salto, scendere dal palo della luce su cui si trova, avvicinandosi lentamente al giovane
- Che cosa vuoi allora. -
- Beh ecco... Io e Mikan pensavamo di fare una grigliata questa sera, mi chiedevo se... ci chiedevamo se avevi voglia di venire. -
“Mi chiedevo se...”
Yami fissò stupita il ragazzo.
Lui... La stava davvero invitata nuovamente? Lui?
- Sai, Mikan ci terrebbe molto. - continuò sorridendole.
Mikan...
Yami abbassò lo sguardo, fissando la strada su cui si trovavano.
Lei provava davvero un profondo affetto verso quella ragazza terrestre, tuttavia più volte si era ritrovata a provare una profonda gelosia nei suoi confronti, come in quel momento.
L'affetto che Rito provava per la sua sorellina, era qualcosa che le invidiava davvero molto.
Da quando conosceva i due umani non vi aveva dato nemmeno molto peso almeno fino a quando, attraverso il macchinario inventato dalla principessa Lala, lei e Mikan si erano scambiate i propri corpi.
Era stato allora che aveva cominciato a provare invidia e gelosia nei confronti di quella ragazza.
Mikan la considerava una sua amica, non sospettando minimamente quello che provava osservandola insieme al fratello.
Il calore di una famiglia...
Dopo Tear non aveva mai provato a costruirsene un'altra, dopotutto lei era un'arma, ed era questo quello che quegli scienziati le avevano insegnato ad essere.
Eppure, in quella occasione, aveva avuto modo di provare nuovamente quel calore, finendo con il conoscere anche un lato di Rito di cui ignorava totalmente l'esistenza.
Quando era arrivata a casa Yuuki con le sembianze di Mikan, lei e il giovane si erano scambiati poche parole, ma erano state più che sufficienti. Rito dopo un po, le si era avvicinato preoccupato, vedendola disorientata in quella che secondo lui era anche la sua casa.
Yami non era più riuscita a dimenticare quel momento, lo sguardo preoccupato che le aveva rivolto, la sua calda mano che le toccava la fronte per accertarsi del suo stato di salute...
No...
Si stava sbagliando, non era per lei che era preoccupato, ma per la sua sorellina: per Mikan...
- Yami.. Stai bene? -
- Sì. -
- Bene. - Yami osservò tristemente il sorriso che si distendeva sulle labbra del giovane – Allora? Vieni a cena da noi? -
La bionda fissò il giovane davanti a lui titubante, per poi annuire con la testa.
Non avrebbe dovuto lo sapeva, esattamente come era consapevole che non sarebbe stata in grado di dirgli di no...
- Bene, andiamo allora! -
I due giovani camminano lentamente fianco a fianco, nel silenzio più totale, fino a quando Rito non spezzò quel silenzio stupendo la ragazza.
- Grazie, Yami. -
- Per cosa mi stai ringraziando esattamente?- chiese incuriosita, senza smettere di guardare davanti a se.
- Per aver accettato l'invito e per prenderti cura di Mikan. - rispose il ragazzo, sorridendole radioso.
Yami restò in silenzio per qualche minuto, per poi porgli una domanda che le ronzava in testa da diverso tempo ormai.
- Yuuki Rito. Non hai paura di me? Ti ricordo che tu resti sempre il mio obiettivo, sono la persona che un giorno ti ucciderà privandoti della tua vita dopotutto. -
La ragazza voltò il suo sguardo verso il ragazzo, sentendo una risata strozzata e nervosa uscire dalla bocca del giovane in seguito a quell'affermazione.
- Beh sì, è vero... ma questo non cambia comunque il fatto che ti stai prendendo cura della mia sorellina. -
- Potrebbe essere tutta una tattica per avvicinarmi ancora di più a te, non hai pensato a questa ipotesi? -
- Non faresti mai del male a Mikan. - cominciò Rito chiudendo per pochi secondi gli occhi e fermandosi davanti al cancello di casa Yuuki – Inoltre non sei quel genere di persona, di questo ne sono sicuro. -
La ragazza sgranò gli occhi, incredula nel sentire quelle parole, non capendo da dove provenisse la convinzione del ragazzo nell'impossibilità che quella fosse davvero la sua tattica.
Era vero che l'ipotesi che aveva avanzato non era nel suo stile, preferiva attaccare direttamente il suo obiettivo piuttosto che colpire i suoi famigliari; tuttavia se poi questi si fossero messi in mezzo tra lei e il suo obiettivo senza darle altre alternative, in quel caso allora...
Yami udì la serratura del cancello scattare, ma rimase immobile ad osservare il giovane che si stava avvicinando alla porta.
Abbassò lo sguardo, pensando alla stupidità del giovane.
Erano nemici, eppure lui continuava a trattarla come se fossi una comune ragazza, un'amica da portare a casa per chiacchierare, qualcuno con cui divertirsi...
Strinse le mani in due pugni.
Forse era lei la stupida in tutta quella storia, Rito per lei era...
- Yami? -
La bionda alzò lo sguardo sentendo quel nome, vedendo la mano del giovane che si allungava in sua direzione, invitandola ad afferrarla.
La ragazza guardò negli occhi il giovane, che le stava sorridendo incorraggiante, e allungò un po' titubante la propria mano, ma nel momento in cui era a pochi centimetri da quella del ragazzo, vide la propria pelle impregnata di sangue.
La biando sgranò gli occhi innorridita, era il suo sangue... il sangue di Rito e forse anche quello di Mikan...
Yami ritrasse la mano velocemente, chiudendo gli occhi e scuotendo la testa, nel tentativo di cancellare dalla sua mente quell'immagine; ma vedendo la reazione della ragazza, Rito le si avvicinò afferrandole la mano che la giovane aveva ritratto, avvicinandola a lui.
La ragazza riaprì gli occhi, quasi intimorita dalla reazione repentina di Rito, e sollevando lo sguardo, incrociò gli occhi preoccupati del giovane.
- Cosa c'è Yami? -
- Non dovresti fare così. -
- Così come? - chiese confuso.
- Trattarmi con questa gentilezza. Un giorno ti ucciderò e la mano che stai stringendo adesso si macchierà anche del tuo sangue... e forse anche di quello di Mikan se si intrometterà. -
Yami lo guardò seriamente. Doveva capire, doveva assolutamente capire non stava scherzando, che quel giorno sarebbe sicuramente arrivato e che il rischio che insieme alla sua vita si sarebbe presa anche quella della sorella era piuttosto elevato.
Rito la guardò per qualche secondo confuso, per poi sorriderle e stringerle ancora più saldamente la sua mano nella propria.
- Sono sicuro che non faresti mai del male a Mikan. Per quel che mi riguarda... finché quel giorno non arriverà Yami, per favore... permettimi di stringere ancora la tua mano e di stare al tuo fianco. Ci sono molte persone in questa città che ti vogliono bene, e che tu allontani solo per paura di ferirle. Non sei un arma, sei una ragazza che ha il diritto di vivere come tale, perciò vivi Yami, vivi insieme a noi in questa città.. -
La bionda guarda stupida il ragazzo, che sorridendole incoraggiante, le afferra più saldamente la mano spingendola verso la porta dell'abitazione.
Nel momento in cui la porta fu aperta, la ragazza venne accecata dalla luce improvvisa e da una serie di scoppi e urla di gioia che durarono per qualche secondo.
- Sorpresa! Buon Compleanno Yami! -
La ragazza ancora disorientata dagli scoppi e dal piccolo gruppo nell'ingresso, guadagnò del tempo togliendosi dai capelli i coriandoli che le avevano lanciato contro, per poi riacquistare velocemente la sua espressione seria.
Nel momento in cui stava per voltarsi verso il ragazzo in cerca di spiegazioni però, una ragazza dai capelli marroni la travolse facendole perdere per un attimo l'equilibrio, che riacquistò velocemente trasformando i propri capelli in un appoggio che la sostenesse per non cadere.
- Auguri di Buon Compleanno Yami-chan! - disse felice Mikan, aggrappandosi alla ragazza per non cadere a sua volta.
- Compleanno?- chiese confusa.
- Esatto! Non sapendo esattamente quale sia il giorno in cui sei nata, abbiamo pensato di festeggiare il giorno in cui ti abbiamo visto per la prima volta qui sulla Terra. - rispose sorridendo Lala, congiungendo le mani felice – È stato Rito ad avere questa idea sai? Non la trovi fantastica? -
La bionda guardò di traverso il giovane, fissandolo per diversi minuti e aspettando che parlasse anche lui. Non le importava se il giovane avesse ripetuto le stesse parole della principessa di Deviluke, ma voleva ugualmente sentirle pronunciate da lui. Voleva che ascoltarlo, voleva che giustificasse la menzogna raccontatale per convincerla a seguirlo.
Rito guardò la ragazza per pochi secondi, distogliendo alla fine lo sguardo troppo imbarazzato.
- Non sapevo quando compievi gli anni e così ho pensavo fosse un idea carina ecco... comunque non ti ho mentito, la grigliata la facciamo veramente... -
- Sei davvero stupido Yuuki Rito. -
Yami continuò a fissare per qualche secondo il ragazzo, per poi aiutare Mikan a rimettersi in piedi e fare anche lei lo stesso, facendo tornare normali i suoi capelli.
La festeggiata si mise a guardare una per una le persone presenti, per poi dirigersi verso il soggiorno sotto lo sguardo guardingo della terza principessa di Deviluke.
- Yuuki Rito. Per oggi credo che non ti ucciderò, ma spero per te che almeno la torta sia di Taiyaki, o potrei ripensarci. -
Cominciò la ragazza guardando il giovane seriamente e osservando la principessa Momo scansare velocemente Lala, per posizionarsi davanti a Rito come a proteggerlo da un possibile attacco.
Yami sorrise divertita nel vedere la reazione del ragazzo e quello della terza erede al trono di Deviluke, stupendo tutti i presenti.
- Scherzo. - concluse prima di essere travolta dalla principessa Lala e Mikan, che non avevano creduto alla sua minaccia, nella sala adiacente.
Osservando gli ospiti alla sua festa, la bionda cominciò a pensare alla definizione che i terrestri davano a quella festa; per poi, sorridendo mestamente mentre beveva lentamente la bevanda nella sua tazza, riscontrando che tutto sommato le informazioni che aveva raccolto nelle biblioteche terrestri, per quel che riguardava i compleanni, non erano poi così differenti da quelle degli altri mondi che aveva vistato.
Il compleanno era l'anniversario della nascita, un giorno in cui si festeggia e si ringrazia per la nascita di qualcuno a cui si tiene o comunque a cui si vuole bene.
“Ci sono molte persone in questa città che ti vogliono bene, e che tu allontani solo per paura di ferirle.”
Yuuki Rito, vuoi davvero bene a colei che un giorno ti ucciderà?
Ringrazi davvero coloro mi hanno creato?
Ringrazi davvero quelle persone che hanno dato vita al tuo boia?
Yami continuò ad osservare il ragazzo che stava occupando i suoi pensieri in quel momento, chiedendosi come faccesse a volere bene al suo assassino, a parlarci, a toccarlo, a condividere lo stesso cibo senza provare il minimo ribrezzo...
- Momo, staccati immediatamente da Rito! -
Yami osservò Mikan, mentre insieme a Nana stava cercando di staccare Momo dal ragazzo, non potendo trattenere una risata che però attirò l'attenzione di tutti.
- Yami? -
- Oggi. -
Rito guardò confuso la festeggiata, così come tutti i presenti, non capendo.
La bionda sorrise felice, proseguendo, mentre osserva il piccolo gruppo di persone che la circondava.
- Oggi... Oggi è davvero il giorno in cui compio gli anni, Rito... -
Il giovane la fissò sorpreso, per poi sorriderle felice, invitando i loro amici ad un brindisi in suo onore.
Yami osservò Rito sorridendo, mentre i suoi occhi si illuminaro felici, abbandonando almeno per quella sera la tristezza.
“Sì, Rito. Se davvero il compleanno è l'anniversario di una nascita... Allora il giorno in cui sono nata coincide con quello in cui sono arrivata su questo pianeta... Coincide con il giorno in cui ti ho incontrato per la prima volta.”
- Buon Compleanno, Yami! -
Angolo dell'Autore:
Sera brava gente, se siete arrivati fino a qui vi faccio i miei complimenti XD
Vuol dire che tutto sommato non era così orrida e.e
Chiedo scusa prima di tutto nel caso ci siano degli errori, l'ho finita poco fa e non ho avuto molto tempo per corregerla considerando che sarebbe dovuto essere un regalo per il compleanno di un mio caro amico ù.ù
Compleanno che per inciso è oggi XD
*Ne apprifitta per fargli gli auguri*
Auguri Lion XD
Beh spero che vi sia comunque piaciuta ^^
Alla prossima ^^