Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: funnyforever    12/05/2014    3 recensioni
Una serata molto speciale per Percy ...finalmente! Dopo giorni passati ad uccidere mostri, ci voleva un po' di romanticismo! dedicato a tutti i fan di Percabeth, spero che vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao a tutti Percabethiani! Allora, ho scritto questa ff dopo aver letto il capitolo 19 di Percy Jackson la maledizione del titano ( il terzo libro per intenderci) e devo dire che la fine del capitolo, non è che mi ha completamente deluso, ma mi aspettavo qualcosa di più tra Percy e Annabeth., visto che la nostra Testa d’alghe stava per essere ammazzato! Perciò eccomi qui a descrivere come sarebbe dovuta andare la scena del ballo. Non voglio assolutamente criticare Rick Riordan, visto che è uno dei miei scrittori preferiti, ma soltanto scrivere come si sono immaginata questa scena nella mia testolina pazza. Spero davvero tanto che vi piaccia =) buona lettura !

 

UN BALLO MOLTO SPECIALE

― Percy! ― escamò Annabeth, correndo verso di me. Ma si fermò non appena vide con chi stavo parlando. ― Oh… mamma.

―Vi lascio ― disse Atena.― per ora.

Si voltò e si allontanò con passo altero tra la folla, che si divise per farla passare.

 

―Ti ha detto qualcosa che non andava? ―chiese Annabeth.

― No ― risposi. ― Tutto…bene.

Mi studiò con preoccupazione, come se stesse per dirmi qualcosa di veramente importante, ma poi tagliò corto.

― Allora, che cosa mi volevi dire prima?

Mi voltai e vidi alla mia destra gazebo illuminato da centinaia di candele che emanavano una luce sui toni dell’arancio. Il dolce rumore dell’acqua, che lo circondava, attirò subito dopo la mia attenzione. Si trovava al centro di un laghetto, sorvolato da lucciole, dove galleggiavano ninfee candide.

― volevo mostrarti una cosa.― le dissi prendendole la mano.

Abbandonammo la festa e ci dirigemmo verso il ponte che permetteva di raggiungere il gazebo.

Ormai si era fatto buio. L’acqua del laghetto era nera e misteriosa, ma riuscivo chiaramente a scorgere, con la coda nell’occhio, qualcosa che si muoveva, o meglio, che nuotava al suo interno. Arrivati a destinazione, notai che non era un semplice gazebo, ma bensì una specie di tempio greco in miniatura decorato con fiori e mosaici scolpiti.

― è meraviglioso. ― mi disse.

Andai vicino a una colonna per prendere un fiore.

― sì, lo penso anche io… ma credo che ci sia qualcosa di molto più bello di tutto questo.― ribattei.

Era come temevo: non intuì il messaggio.

― sì, questa struttura è a dir poco spettacolare! Dalle colonne deve avere più di tremila anni… vedi gli affreschi!? ― sospirò ―non sai cosa darei per saper progettare una struttura così…

Annabeth era tornata! Mi mancava sentirla blaterare di architettura (come faceva ogni volta), e prima che potesse entrare nei particolari, tipo quanto era alta la struttura, che materiale hanno usato o quanto erano profonde le fondamenta, cambiai argomento.

― in realtà non mi riferivo alla struttura… cioè non è che non mi piace è che io… mi riferivo…

― ai fiori? L’ho notato anche io che sono fuori stagione…

― a te…

―a m-me? ― balbettò

― sì. ― dichiarai

Presi il fiore che avevo colto pochi minuti fa e scostai i capelli di Annabeth; lo sistemai tra le ciocche bionde ondulate, dietro il suo orecchio. Era ancora più bella.

Poi, come in uno di quei film strappa-lacrime che guarda sempre mamma, mi avvicinai lentamente a lei ( più di quanto non lo fossi prima), e avvicinai le labbra alle sue. Mancava poco più di un millimetro per raggiungerle, quando…

― che stai facendo Jackson?! ― mi disse allontanandomi, prendendomi per le spalle.

― i-io b-beh, em cioè io…n-non…

Ridacchiò e con un ― chiudi il becco testa d’alghe! ― mi prese il viso tra le mani e mi baciò.

È scontato dire che in quei secondi dimenticai il mio nome, il luogo in cui ero e i miei anni, ma la cosa che non dimenticai fu la persona che avevo davanti e che dopo tre lunghi anni, passati a combattere tra la vita e la morte, mi stava baciando.

Avete presente la sensazione di essere investiti da un vortice di emozioni? Bene, se non avete ancora baciato Annabeth Chase, non credo che potrete mai capirlo, ma è questione di punti di vista.

Dopo un po’, ci staccammo, e dopo un un altro po’ ancora, ripresi conoscenza. Potete immaginare la mia espressione in quel momento: un mix tra un pesce lesso e una vongola, e visto che sono il figlio di Poseidone, direi che calza a pennello.

Annabeth ruppe finalmente quel silenzio, che dopo solo due secondi stava diventando imbarazzante.

― grazie Percy… non ce l’avrei mai fatta senza di te.

― no, non devi…

― hai rischiato la tua vita per salvarmi.― mi disse con gli occhi un po’ lucidi.

Era strano sentirla scusarsi, e quasi quasi mi sentivo in colpa di quello che stava dicendo.

― tu hai rischiato diverse volte per salvarmi… ― le ricordai.

― beh, in qualsiasi caso grazie mille.

Sfiorò delicatamente la ciocca grigia identica alla sua, che Atlante mi aveva procurato. Poi mi accarezzò il viso e sospirò inquieta.

― mi dispiace per Zoe e Bianca….― mi disse.

― già anche a me disp…― tentai di finire la frase, ma mi stampò subito un bacio sulla guancia.

Ad un tratto sentii qualcosa provenire dall’acqua del laghetto: due idriadi stavano ridacchiando.

― a quanto pare abbiamo degli spettatori.― dissi.

―oh, andatevene via girini viscidi che non siete altro!― urlò Annabeth.

Mi venne da ridere e non riuscì a trattenermi. La cosa positiva era che anche lei si mise a ridere, ed era così strano vederla sorridere che mi sentii felice come non mai.

― ti voglio bene Testa d’alghe…― mi confidò a bassa voce.

―anche io sapientona.― le risposi con lo stesso tono.

La presi per mano, e andammo sul ponte. Alzammo gli occhi al cielo: era ricoperto di stelle e la luna scintillava come una specie di cono segnaletico argentato.

― Zeus deve essere di buono umore…― disse Annabeth con un sorriso.

Seguì un tuono… mio zio ci aveva ascoltati.

―sarà meglio che chiudi il becco prima che ci arrostisce come due mashmellows! ― le consigliai.

Cambiammo subito argomento.

― cosa farai adesso?

―tornerò a casa, a San Francisco. E tu?

―anche io tornerò a casa…a New York.

―siamo davvero lontani…― mi disse.

― ti verrò a trovare, te lo prometto… anche se non potremo combattere come al Campo…―

― già, e avrò tre mesi per batterti a duello ― disse.

― se non ci uccidono prima.― puntualizzai.

Ridemmo, forse perché quell’affermazione era vera.

Tornammo a guardare il cielo.

― la vedi?

― che cosa?

― Zoe…

La sua costellazione era la più bella, la più luminosa, come meritava di essere ricordata.

― Percy, guarda! ― Strillò all’improvviso. ―Esprimi un desiderio!

Una stella cadente comparve sopra le nostre teste, portandosi dietro una lunga scia scintillante.

― non so cosa desiderare…― ammisi.

― andiamo, ci sarà una cosa che vorresti…― mi incoraggiò Annabeth.

― tu cosa hai desiderato?

― non te lo dico, porta sfortuna! ― mi disse.

― ok, ho fatto.

― me lo dici? ― mi chiese.

― no! Porta sfortuna. ― ribattei.

― va bene, non me lo dire…

Era imbronciata, ma il mio desiderio si avverò subito; si vede che sull’Olimpo c’è molto campo per i desideri! Partì una bellissima musica, proveniente dalla festa in lontananza, un lento.

― Annabeth, ti andrebbe di ballare? ― le domandai.

― i-io non so ballare... ― rispose con un sorriso.

―neanche io… ― ammisi ― impareremo insieme.―

Quella musica sembrava infinita e forse era meglio così. Avevo paura a ballare prima perché non ne ero capace, ma dopo che Annabeth mi pestò i piedi una dozzina di volte, mi sentì molto più a mio agio.

Era strano ballare con lei, e stare appiccicati come due francobolli, anche se nell’insieme era tutto emozionante. Mi sarebbe piaciuto restare al Campo con Annabeth, ma sapevamo entrambi che avevamo bisogno di tornare a casa.

Dopo quella sera, non avrei mai più voluto lasciarla; San Francisco è un luogo molto pericoloso, anche se so che se la caverà benissimo, mi fido di lei.

ANGOLINO DELL’AUTRICE : ciao a tuttiiii! Questa è la mia prima storia su Percy Jackson, perciò non siate cattivi XD. Vi è piaciuta la mia ff? fatemelo sapere con un commentino <3 oggi sono al settimo cielo perché ho comprato il quinto libro di Percy Jackson e non sapete che soddisfazione avere tutti e 5 i libri in ordine sullo scaffale =) ciao vi mando un bacio amici! Alla prossima!!!

 

 

 

.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: funnyforever