Fanfic su attori > Robert Downey Jr
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Autore: VeroDowney    12/05/2014    3 recensioni
Vicky, si trasferisce in America con la sua amica Darma. Il suo unico obiettivo è andare via di casa e costruirsi una nuova vita dopo litigi e violenze, dedicandosi al suo nuovo lavoro. Non si aspetta che tutto quello che ha programmato prenderà una via diversa e riaffioreranno vecchi e nuovi amori, ma soprattutto non si aspetta di incontrare un uomo tanto speciale da fargli cambiare completamente le sue convizoni e far cadere "l'armatura" che si è costruita intorno a sè durante gli anni.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 23 – La resa dei conti


2 days later


Los Angeles

Era rientrata da un paio di giorni a LA di ritorno da NY.
Aveva in mente qualcosa, ma per farlo avrebbe avuto bisogno di un numero di telefono.

Darma era al piano di sopra a farsi la doccia poi sarebbe uscita con Betty e gli altri per una cena, ormai dal loro arrivo sembrava quasi una consuetudine.

Era il momento di agire.

Salì lentamente, calibrando ogni passo, finché non fu alla fine della scalinata che portava alla stanza della sua amica. L'acqua scorreva e la musica rilassante riempiva la stanza.

Vicky si avvicinò furtiva, doveva trovarlo. “Eccolo” pensò afferrando il cellulare dell'amica incustodito.
Accedette alla rubrica e scorse velocemente fino al nome che le serviva. Annottò il numero e poi scese velocemente le scale che portavano in cucina.

Si sedette sul grande divano e contemplò per un tempo indefinito quel foglietto.

Non poteva avere esitazioni, era sicura che quella sarebbe stata la cosa giusta da fare.
Digitò in fretta il messaggio

“Stasera sarò a casa da sola, trova un scusa per venire, lascerò il cancello e la porta del garage aperta. E' ora di chiudere questa storia”

Le mani le tremavano, sapeva che quella era un scelta rischiosa ma non avrebbe potuto fare altro, Robert era stato inquieto negli ultimi giorni ed Indio sembrava essere troppo preoccupato per lei, non si spiegava quel suo comportamento protettivo ma una volta chiusa la questione avrebbe approfondito il discorso su quel suo atteggiamento.


21 am

Era sicura che sarebbe venuto.
Tutto era pronto.
Tutto era stato calcolato.
Una mossa falsa avrebbe compromesso quel suo folle piano.

La porta del garage cigolò, e le assi di legno delle scale fremevano sotto il peso non indifferente di quei passi.

Un brivido percorse la schiena di Vicky.

-Finalmente- disse una voce alle spalle della ragazza.
-Marcus, sapevo che saresti venuto- disse Vicky con voce ferma girandosi nella direzione del ragazzo.
-Sono stupito, non pensavo che avessi tanto fegato anche se quella sera nel tunnel me lo avevi già dimostrato- -Dimmi cosa vuoi per chiudere questa faccenda non voglio più vederti!-
-Lo sai cosa voglio- disse lascivo avvicinandosi alla ragazza.

L'anima di Vicky tremò a quella frase.

-Soldi?- rispose ferma, ignorando di sapere il vero significato di quella frase che aveva ricevuto come risposta.
L'uomo scoppiò in una fragorosa risata .
-Sei astuta lo ammetto, ma non sono i soldi a mancarmi, voglio qualcos'altro e tu sai cosa-
-Sono stanca dei tuoi giochetti, parla chiaramente-
-Vedo che vuoi arrivare subito al sodo ma meglio così- continuò con fare viscido inumidendosi le labbra.
-Sto iniziando a pensare che tu non vuoi realmente o a quest'ora non saremmo ancora qui a parlare- disse seccata -Mi sto stufando della tua insolenza, l'altra volta hai osato colpirmi di nuovo-
-E cosa avrei dovuto fare?- disse seria.
-Quando voglio una cosa io la prendo, e tu non farai eccezione- ringhiò a pochi centimetri dal volto della ragazza. -Adesso girati e fatti legare-

A vicky piangeva il cuore, avrebbe voluto andarsene colpirlo di nuovo, ma doveva assecondarlo dargli quello che voleva o quell'incubo non sarebbe mai finito.

-Prima devi dirmi una cosa- lo provocò sfrontata.
-Che cosa vuoi ancora?- rispose infastidito.
-Come hai fatto a non farti condannare al processo?- disse con un velo di tristezza -Lo devo sapere- aggiunse seria L'uomo sogghignò.
-Ma si perché no, mi divertirò a vedere la tua faccia mentre ti racconterò quello che è successo e dopo, punirti, sarà ancora più piacevole-
-Parla- lo ammonì mettendosi la mano in tasca e stringendo il cellulare.
-Sai bene da dove vengo, penso avrai ascoltato la mia storia quando eravamo al processo, beh lasciami dire sono tutte cazzate quelle che hai sentito!-
Vicky si fece più attenta.
-Mio padre non proviene da una famiglia ricca ed è sì un imprenditore ma non di quelli che pensi tu, fa parte di un'organizzazione criminale, o meglio è ormai il capo, commercia sopratutto droga, cocaina. Fin da piccolo mi ha portato con sé e quando ero abbastanza grande mi ha fatto assistere e partecipare ad un regolamento di conti, avevo 16 anni quando uccisi un pusher che stava cercando di rubare soldi a mio padre truccando le vendite. Da quel giorno vidi la sua stima verso di me aumentare esponenzialmente, più facevo male alle persone più lui era fiero di me.
Avevo donne che entravano e uscivano dalla mia camera ad ogni ora del giorno e della notte e non tardai a prediligere i rapporti violenti anche il quel frangente, tutti dovevano essere sottomessi a me e a il mio volere. Un paio di ragazze non sono uscite vive dalla mia stanza- disse con aria fiera.

Il disgusto di Vicky per quell'essere immondo cresceva a dismisura.

-Fu così che mi accerchiai di persone, di diseredati, che in cambio di una dose facevano tutto quello che volevo. Uno di questi l'hai incontrato quella sera, Luca- lo sguardo da rilassato si fece di colpo furioso e con questo cambiò anche il tono di voce -Ma quella sera nel tunnel, cambiò tutto. Me ne andai soddisfatto di quello che ti avevo fatto, non eri stata una preda facile, e lasciarti sanguinante sul terreno mi aveva reso fiero di me stesso, devi sapere che ho anche filmato quello che ti ho fatto, lo faccio spesso, così quando sono a casa li riguardo e provo piacere a vedere quanto sono bravo a sottomettere le persone. Tornai a casa dopo quella sera e nel bel mezzo della notte arrivò una chiamata della polizia. Pochi giorni dopo eravamo al processo. Sinceramente, non mi sono mai sottoposto a nessuna visita psichiatrica, in quel frangente. Sapevo già da cosa ero affetto secondo gli strizzacervelli. Secondo quegli imbecilli ho una personalità antisociale e narcisistica oltre che essere ovviamente bipolare! Cazzate, sono tutte cazzate e mio padre è d'accordo!-

“Non l'avrei mai detto che tuo padre era d'accordo” pensò Vicky, il sarcasmo non l'aveva ancora abbandonata del tutto.

-Non mi hai ancora risposto alla domanda- disse seccata Vicky, da quel monologo.
-Ora ti rispondo mi sto stancando anche io di parlare, voglio passare ai fatti- e poi aggiunse con uno sguardo gelido -Tanto alla fine di questa serata scommetto non potrai rivelare a nessuno quello che ti sto dicendo-

Vicky rabbrividì, quel tale era totalmente pazzo, ma era convinta che all'ultimo sarebbe riuscita a salvarsi e tutto sarebbe tornato come prima.

-Semplicemente mio padre ha fatto un bella visitina al giudice e al tuo avvocato. E' stato molto eloquente, li ha minacciati, ha fatto picchiare le loro donne davanti ai loro occhi, con la promessa che se non avesse avuto quello che voleva, ovvero la caduta di tutte le accuse contro di me, avrebbe fatto del male ai loro figli. Le minacce sono una bella cosa!- concluse sadicamente.

Vicky non poteva crederci, sua madre si era indebitata per permetterle di avere un avvocato che la difendesse e quello invece che rivolgersi alla polizia aveva lasciato che uno come il padre di Marcus lo minacciasse.

-Adesso sono stanco di tutte queste cazzate e l'attesa ha fatto solo aumentare il desiderio e i pensieri su quello che potrei farti, sai non sei la prima che si concede spontaneamente per chiudere una questione. Molte lo hanno fatto con mio padre e con me, con la promessa che avremmo cancellato i debiti dei mariti se si fossero concesse, promessa che ovviamente non abbiamo mantenuto-

Vicky evitò di rispondere a quell'affermazione, le dava la nausea tanto era ripugnante quell'essere.

-Andiamo su in camera mia-

E senza aspettare una risposta si diresse verso la camera da letto.
Marcus la seguì a ruota mentre si sfregava le mani e scrutava ogni movimento di quella ragazza che di lì a poco sarebbe stata la sua vittima sacrificale.

Le luci erano basse e soffuse.

Non appena Marcus vide il letto prese per un braccio Vicky e con forza la fece sdraiare prona, mentre fremeva per legarle i polsi, così che non avrebbe opposto resistenza a nessuna delle sue malsane idee.

-Spegni le luci- ringhiò Vicky.
-Perché dovrei? Voglio vedere ogni tua smorfia di dolore ogni ferita che si aprirà sulla tua pelle sotto i miei colpi, io ti ho stuprato quella notte nel tunnel e stasera credimi ti andrà molto peggio, sarai fortunata se ti lascerò viva- disse urlando e schiacciando la testa di Vicky fino a quasi a farle perdere i sensi per la mancanza di ossigeno.

Non appena riuscì ad alzare il volto e a prendere fiato urlò

-Spegni-le-luci- scandendo bene ogni parola.

Le luci si spensero di colpo come se rispondessero al comando vocale della ragazza, ed in effetti era quello che stava succedendo.

-Che cazzo fai?- ringhiò l'uomo.

Alzò la mano, strinse il pugno e caricò verso il volto di Vicky.
Ad un tratto, poco prima che colpisse la ragazza, qualcosa lo colpì forte al volto facendogli perdere l'equilibrio, il naso iniziò a perdere molto sangue e quel contatto.

-Figlio di puttana fatti vedere, la pagherai per questo- urlò in preda al panico.

Era sicuro che nella camera non ci fosse nessuno quando era entrato.
Le luci si accesero e davanti a Marcus si stagliò la figura di un uomo che stava dritto davanti a lui, con i pugni e la mascella serrati.


2 day before

-Cos'hai in mente Robert?- chiese Vicky mentre l'aereo era in volo verso LA.
-Gli tenderemo una trappola, ma non deve sospettare nulla altrimenti salterà l'unica opportunità per incastrare quel bastardo- disse serio.

Vicky lo ascoltava con attenzione, Indio si era addormentato ed ora potevano parlare tranquillamente.

-La prima volta che Darma organizzerà una cena con i tuoi amici, tu diserterai fingendo di non stare bene! Dovrai prendere il numero di telefono dalla rubrica di Darma, sicuramente lo avrà, e gli manderai un messaggio invitandolo per chiudere la questione-
-Mi dovrò fingere collaborativa, gli dirò che voglio chiudere la questione e gli lascio intendere che sono disposta a tutto per farlo-
-Esatto-
-Ma come faremo ad incastrarlo?-
-Prenderemo a modello l'Operazione Rouge-
-Ovvero?-
-Appena atterriamo, chiamerò un mio collaboratore, ti farò installare delle telecamere video e audio nel soggiorno e nella tua camera da letto, tu registrerai tutto con il cellulare per sicurezza e quando lo condurrai nella tua camera da letto e avrai registrato tutte le informazioni, a quel punto interverrò!- disse risoluto.
-Mi sembra una buona idea poi sono sicura che parlerà facilmente, gli piace auto compiacersi-
-Immagino! Te la senti? Se è troppo per te da sopportare possiamo procedere con una denuncia io..-
-E' perfetto, dovrò farmi forza, e finalmente tutta questa storia sarà finita-

Robert le prese la mano, stava tremando, avvicinò il volto al suo e la baciò dolcemente.
-Sarò lì con te tutto il tempo, non ti succederà nulla-


Nei due giorni successivi Robert fece installare le telecamere quando Darma e Vicky erano al lavoro e dopo aver controllato che tutto funzionasse, si presentò l'opportunità di mettere in atto il piano.


La fatidica sera era arrivata.

Robert si trovava nella camera di Darma, la porta finestre era aperta e si affacciava sul balcone che collegava le camere delle due amiche.
Non appena Vicky fosse salita in camera, avrebbe percorso il balcone e si sarebbe nascosto nella sua camera.

Seguiva dallo schermo le scene, ascoltava attentamente il racconto, con i pugni serrati come se fossero pronti a colpire.

"Ho anche filmato quello che ti ho fatto"

“Un paio di ragazze non sono uscite vive dalla mia stanza”

Rabbrividì a quelle frasi.

-Essere immondo- sussurrò Robert.

Vide Vicky che si dirigeva verso la camera da letto, sapeva che avrebbe percorso le scale lentamente, senza fretta, per dargli il tempo di posizionarsi appena dietro la porta del bagno della camera.
La porta finestre era aperta, entrò e si nascose dietro la porta socchiudendola.

“Io ti ho stuprato quella notte nel tunnel e stasera credimi ti andrà molto peggio, sarai fortunata se ti lascerò viva”

“Fottuto figlio di puttana” pensò Robert.

Era al limite non sapeva quanto sarebbe riuscito a trattenersi dal pestare a sangue quell'essere che non meritava di essere ancora in circolazione.

-Spegni-le-luci- scandì Vicky.

Era il segnale, doveva entrare in azione.

Con il telecomando wireless spense le telecamere che si trovavano nella stanza di Darma.

I suoi occhi si era abituati al buio della stanza da bagno, uscì e vide chiaramente la figura dell'uomo davanti a lui.

Tirò un gancio, carico di tutta la frustrazione e la rabbia che aveva in corpo.

Marcus cadde a terra.

-Figlio di puttana fatti vedere, la pagherai per questo- urlò in preda al panico.

Robert accese la luce della stanza e sogghignò
-Sei tu quello che la deve pagare-

Sferrò un calcio micidiale al volto di Marcus che era in ginocchio davanti a lui.

-Robert basta- urlò Vicky.

Robert si girò verso di lei, si era dimenticato per un attimo che era legata e non poteva muoversi, si avvicinò a lei e iniziò a slegarla.

Le mani grandi e possenti di Marcus lo afferrarono alla gola, togliendogli l'ossigeno, Vicky piangeva, non poteva fare nulla per lui, Robert non aveva fatto in tempo a slegarla.

Quella situazione, stava volgendo a loro sfavore.

La vista iniziò ad annebbiarsi.

-Chi la doveva pagare?- ringhiò a pochi centimetri dall'orecchio di Robert.

-Tu la devi pagare- urlò una voce.

Il nuovo arrivato colpì forte alla testa Marcus con una delle lampade che erano poste sul comodino di Vicky.

Marcus lasciò la presa e iniziò a rialzarsi in fretta, barcollando.

Robert riuscì a mettere a fuoco la figura che l'aveva salvato.
-Indio, cosa ci fai qui?- tuonò
-Non è il momento delle spiegazioni, dagli una lezione a quel bastardo-
-Porta Vicky via da qui-

Indio obbedì e trascinò via Vicky, che era in preda alla disperazione, stava succedendo quello che aveva temuto fin dall'inizio, Robert ci sarebbe andato di mezzo per colpa sua.

-Adesso non fai più il grande uomo, non ti vanti più di picchiare le donne e di minacciare quelli che non posso difendersi, fottuto bastardo- lo provocò Robert
-Non osare rivolgerti così a me, la pagherai cara e la farò pagare cara anche a quella puttanella e a quel ragazzino-

Marcus tirò un pugno micidiale, Robert lo schivò  e colpì forte alle costole, approfittando del momento di debolezza dell'avversario lo colpì nuovamente al volto.
Questo inaspettatamente si riprese e lo sollevò facendolo sbattere con violenza contro la portafinestra che dava sul balcone, che si infranse a quel contatto.
Le schegge di vetro ferirono il volto di entrambi.
Marcus sollevò Robert e lo fece sporgere dalla ringhiera, verso il vuoto.

-Te l'avevo detto che l'avresti pagata- ringhiò Marcus.

Lasciò andare Robert verso il vuoto ma lui prontamente si aggrappò al collo dell'energumeno facendogli perdere i sensi all'istante per la stretta e con un ultimo colpo di reni lo trascinò con sé verso il vuoto.


Vicky e Indio erano appena entrati nella stanza, avevano fatto in tempo a vedere la scena dei due che scivolavano al di là della ringhiera.
Robert aveva incrociato lo sguardo di Vicky e aveva fece in tempo a sorridere e a mimare un “Ti amo” con le labrra.

Poi sparì nel vuoto.


-No- urlarono in coro i due ragazzi che si precipitarono verso il balcone.

Sporgendosi Vicky fece in tempo a vedere Robert che con un tonfo impattava contro l'acqua della piscina che si trovava proprio sotto il balcone della sua camera.

Si precipitò verso la piscina, correndo a perdifiato.

L'acqua è come cemento se si impatta da una grande altezza.

Vicky si buttò in piscina seguita d Indio, ne riemerse poco dopo, con Robert tra le braccia.
Aveva perso i sensi ma era vivo.
Respirava.

In quell'esatto momento fece irruzione nella casa la polizia, precedentemente chiamata da Indio.

-Sono Indio Downey, vi ho chiamato io, quell'uomo ha tentato di stuprare quella ragazza e ha ammesso di averlo già fatto in passato, inoltre ha attaccato mio padre facendolo precipitare giù dal balcone- disse risoluto
-Ho le prove di quello che afferma il ragazzo- disse Vicky che teneva tra le braccia Robert sdraiato sul bordo della piscina-

Marcus si era alzato, non aveva impattato con l'acqua si era fatto scudo con il corpo di Robert.

“Lei è in arresto, ha il diritto di rimanere in silenzio, tutto ciò che dirà potrà essere usato contro di lei..” iniziò a recitare l'agente.

-Due volte in pochi giorni- disse a bassa voce Indio, mentre ascoltava la frase dell'agente.

Robert aprì gli occhi e mise a fuoco lentamente la figura che lo teneva tra le braccia.
-Piove?- sorrise.
-No- gli rispose Vicky.
-E allora perché sono bagnato?- chiese timidamente.
-Sei finito in piscina, come ti senti?-
-Bene, sono tra le braccia della donna che amo-
-Quanto sei scemo, non fare mai più quello che hai fatto oggi-
-Cioè?-
-L'eroe, hai rischiato la vit..- disse con le lacrime agli occhi.
-Ho fatto quello che dovevo per proteggere la mia Pep- disse sorridendo interrompendola.
-Grazie- disse mentre le lacrime le rigavano il volto
-Adesso è tutto a posto, ci sono e ci sarò sempre per te, dovessi fare un volo di 20 mt un'altra volta-

Vicky si abbassò e gli diede un bacio dolce e casto, che racchiudeva il sentimento puro che li legava.

-Ti amo ma non ci saranno altri voli, promettimelo- disse tra le lacrime.
-Promesso Pep, ti amo-




Note dell'autrice:
Finalmente Marcus le ha prese, come doveva essere, anche se Robert non è uscito molto bene dallo scontro ha pur sempre salvato la sua Pep:)
Volevo fare una precisazione, per chiarire il perchè ho deciso che Marcus avesse una personalità antisolciale e narcisistica, vi riporto brevemente, per chi non lo sapesse, cosa vuol dire avere questo dipo di personalità:

Personalità antisociale (precedentemente definita psicopatica o sociopatica): le persone con questo disturbo di personalità calpestano i diritti e i sentimenti degli altri. Sfruttano gli altri per ottenere vantaggi materiali o gratificazione personale (a differenza dei soggetti narcisistici, che sfruttano gli altri perché pensano che la propria superiorità lo giustifichi). Caratteristicamente, mettono in atto i propri conflitti in maniera impulsiva e irresponsabile, a volte con ostilità e violenza grave. Sono scarsamente tolleranti alle frustrazioni. Spesso non prevedono le conseguenze negative dei propri comportamenti antisociali e poi, generalmente, non provano rimorso o sensi di colpa. Molti di essi hanno una buona capacità di razionalizzare con disinvoltura il proprio comportamento o di darne la colpa agli altri. La disonestà e l'inganno permeano le loro relazioni. La punizione raramente modifica il comportamento o migliora il loro giudizio o la prudenza; di solito conferma la loro visione del mondo come crudelmente privo di sentimenti.

Personalità narcisistica: i soggetti con questo disturbo di personalità sono megalomani; hanno cioè un esagerato senso di superiorità. Le loro relazioni con gli altri sono caratterizzate dal bisogno di ammirazione e sono estremamente sensibili alle critiche, ai fallimenti o alle sconfitte. Quando si trovano di fronte a un fallimento nel soddisfare la loro alta opinione di sé, possono andare in collera o deprimersi profondamente. Poiché si ritengono superiori, spesso credono che gli altri li invidino, e si sentono in diritto di esigere che ci si occupi dei loro bisogni senza aspettare. Quindi possono giustificare lo sfruttamento degli altri, i cui bisogni o le cui convinzioni sono per loro meno importanti delle proprie. Queste caratteristiche spesso sono offensive per le persone con cui hanno a che fare, compresi i medici. Questo disturbo di personalità si manifesta in persone che fanno carriera, ma può anche osservarsi in persone con scarsi successi.

Per quanto riguarda il capitolo, spero di non avere deluso le aspettative di nessuno, non volevo che Robert risultasse come il risolutore che non fa altro che dare una bella lezione a Marcus, doveva esserci qualcosa di più sottile dietro, e grazie al piano di Robert adesso la polizia avrà le prove sufficienti per incriminarlo una volta per tutto.
Porbabilmente il prossimo capitolo sarà l'ultimo:(! Ma non temete ci sono in cantiere altre fanfic (ma non vi posso anticipare nulla ancora:))
Ringrazio come sempre tutti per le recensioni, e volevo dedicare questo capitolo a Mitte2000, che ha tanto atteso questo capitolo, e a PurpleStarDream per aver stimolato con le sue recensioni molte delle idee che mi sono venute in mente e che ho sviluppato nel corso di questa storia!
Fatemi sapere cosa ne pensate, sono ansiosa di saperlo!
Prossimo aggiornamento Lunedì:)
A presto:)
   
 
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